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Autore: _MartyK_    22/11/2016    1 recensioni
Seoul, Corea del Sud. Anno 2110. Sei ragazzi alieni sbarcano sulla terra con un solo obbiettivo: uccidere gli ibridi nati da relazioni scandalose tra gli umani e i loro predecessori.
Alex e Jungkook sono studenti modello, i classici secchioni del liceo. Tormentati dai bulli, trovano conforto nella cultura e nelle materie scientifiche.
Come s'incroceranno i loro destini?
Dal capitolo 1:
Aveva fame, non di carne umana. Non stavolta.
Aveva fame di complimenti, di adorazione, gli sarebbe piaciuto avere una folla personale di fans. Perchè lui era il migliore, il più bello, il più tenace, possedeva quella marcia in più che nemmeno gli altri cinque messi insieme sarebbero riusciti a raggiungere.
Come avrebbe ucciso gli ibridi? Semplice, partendo dall'interno. No, non dal cuore, ma dai sentimenti.
Gli umani: esseri così patetici da rispondere a qualsiasi questione con cose del tipo 'segui il tuo cuore'. Lui i cuori li divorava.
E avrebbe divorato anche quello della ragazza che aveva appena sfiorato la sua spalla, probabilmente impegnata a dirigersi verso la sua classe. Gli bastò un'occhiata in volto per identificarla con nome e cognome.
Alex Park, la secchiona della 3C.
[Tipo di coppia: Het. Accenni di YoonKook]
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Alex e Jungkook uscirono di casa, bloccandosi proprio sotto il portone. Pioveva e faceva freddo, tutto all'improssivo.
Il corvino si chiuse la porta dietro le spalle e con un rapido gesto aprì l'ombrello, invitando la ragazza a fargli compagnia.
Passeggiarono tranquillamente, non distogliendo lo sguardo dal marciapiede neanche per idea, evidentemente imbarazzati per la distanza ravvicinata. Fu Jungkook a schiarirsi la voce con un colpo di tosse.

- Hai ansia per il test?- chiese con nonchalance. In realtà si disse che era un pessimo inizio.

- Un po'. Ma sai com'è, l'ansia c'è sempre- ridacchiò Alex coprendosi la bocca con una mano. Notò che il ragazzo si era leggermente allontanato e aveva la spalla sinistra bagnata fradicia.

- Hey fatti più vicino sennò ti bagni- gli prese un polso e lo tirò a sè.
Jungkook deglutì e sperò che la frangia fosse abbastanza lunga da nascondere il rossore alle guance.
La passeggiata procedette in modo normale ancora per poco, fino a quando si sentì un'auto sfrecciare ad alta velocità affianco a loro.
Pur avendo degli ottimi riflessi, Alex non riuscì neanche a voltarsi del tutto per vedere chi cavolo era l'idiota in macchina che credette di ritrovarsi coi vestiti bagnati da un momento all'altro.
Ma Jungkook, da bravo gentiluomo quale era, voltò le spalle all'auto e la tirò a sè in un abbraccio, poggiando il mento sulla sua spalla. L'acqua arrivò gelida alla schiena come fosse una secchiata giunta direttamente dal Polo Nord. Strizzò gli occhi e storse la bocca in una smorfia di dolore, perchè sì, faceva fottutamente male.
In meno di mezzo secondo si ritrovò bagnato dalla testa ai piedi, allontanò il viso dalla spalla di Alex e puntò lo sguardo sul suo. Ebbe anche il coraggio di essere apprensivo.

- Stai bene?- domandò, per l'appunto. Alex sbattè un paio di volte le palpebre.

- Dovrei essere io a chiedertelo. Guarda qua, hai tutti i capelli bagnati- constatò lei.
Il corvino, che aveva ancora le braccia allacciate alla vita della ragazza, non aveva intenzione di lasciarla andare, nè tantomeno di distogliere lo sguardo.
Alex dal canto suo si rese conto solo allora che anche Jungkook aveva gli occhi azzurri.
Era così strano, insomma, non è da tutti i giorni ritrovarti di fronte ad un asiatico con gli occhi a mandorla e due zaffiri al posto di due stille di petrolio.
Eppure non riusciva a staccarsene, era come ipnotizzata. E si accorse che la stessa cosa valeva per il ragazzo.
Da poco aveva scoperto di possedere il potere di leggere nella mente, succedeva tutto in modo spontaneo e involontario, ma la mente di Jungkook era una confusione totale. Numeri, lettere, pensieri sconnessi, immagini sfocate dominavano quel povero cervello stanco. Ma una cosa la meravigliò: riguardavano lei.
Aggrottò le sopracciglia nel vedere il suo viso riflesso nella mente dell'altro. Forse in un momento diverso sarebbe anche arrossita, ma in quello non riusciva a fare niente che non fosse fissarlo negli occhi, ammirare quelle piccole fessure così profonde. Profonde dentro.
Capì appieno il significato del detto 'gli occhi sono lo specchio dell'anima', lo capì eccome.
Allo stesso tempo Jungkook osservava i suoi, di occhi. E leggeva la sua mente, o meglio, ci provava.
Si fece impercettibilmente vicino a lei, diminuendo le distanze ogni secondo che passava, a volte in modo brusco, altre facendosi coraggio.
Esitava ad ogni istante, come se prima o poi stesse per ricevere una sberla, una qualsiasi cosa che gli avrebbe fatto capire di stare alla larga. Alex non rispondeva però. Se ne stava lì ferma, sotto al suo tocco tremante, in attesa di quel dannato incontro-scontro di labbra.
Perchè sì, aveva intenzione di baciarla. Non sapeva nemmeno lui il motivo. Le distanze erano minime, a separarli c'era solo un filo d'aria sottile.
I capelli bagnati si scontrarono con la fronte di Alex e i nasi si sfioravano appena. Fece per inclinare la testa a un lato, quando la ragazza deglutì e si allontanò di poco. Tanto bastava a fargli capire di aver fatto una figura di merda. Forse.

- Sei tu...- mormorò. Jungkook non capì, gli occhi di lei brillavano.

- Cosa?-

- L'altro ibrido... sei tu- accennò un sorriso. Il corvino stava per chiederle come faceva a saperlo e Alex lo bloccò accarezzandogli una guancia.
Passò l'indice e il medio sulla tempia, facendoli scorrere verso lo zigomo e scendendo giù, sulla mandibola.
La pelle diafana era proprio come si aspettava che fosse: soffice e liscia, pura.

- Sei così bello...- mormorò ancora.

- D'ora in poi potremo leggerci nella mente- concluse poggiando la mano sulla sua spalla, facendo per allontanarsi definitivamente.
Il ragazzo era imbambolato e si limitò a rispondere a stento con un 'ah-ah'.
La prese sotto braccio e ripresero a camminare, intanto lei sistemò meglio l'ombrello sopra le loro teste, nonostante per Jungkook non ci fosse più nulla da fare.
Arrivati a destinazione, il ragazzo le regalò un ultimo sorriso e accennò un inchino per ringraziarla del pomeriggio, per poi salutarla con la mano e andarsene. La mora osservò ininterrottamente il suo tragitto, quasi a voler memorizzare la sua figura. Sospirò e circondò il suo grembo con le braccia, rabbrividendo per il freddo e facendo rientro a casa.





Taehyung era a dir poco incazzato e basito al tempo stesso per ciò che aveva visto. Quel bastardo di un ibrido gli stava rubando la ragazza.
Non gliel'avrebbe mai perdonato, e ci tenne a precisarlo.

- Giuro che gli taglio la gola- sibilò a denti stretti, una volta che lui e Yoongi si erano addentrati nella loro camera d'albergo. Jimin e Hoseok si scambiarono un'occhiata perplessa.

- Che avete combinato con quei due?- chiesero all'unisono. Il moro sbattè un pugno alla parete, provocando un fortissimo tonfo e una bella crepa evidente.
La testa azzurra gli lanciò un'occhiataccia.

- Stai parlando della mia preda- precisò.

- E allora allontana la tua preda dalla mia- ribattè acido l'altro.
Il compagno si limitò ad alzare gli occhi al cielo e a sbuffare, per poi buttarsi a peso morto sul letto.
Un buon odore inondava la stanza, segno che Jin si era messo ai fornelli. Sia fatto santo quel ragazzo, pensò ironicamente Tae.

- Voi piuttosto, avete trovato una qualche area protetta in cui circolano cerbiatti, gazzelle e via dicendo?-

- Infatti abbiamo fatto la spesa- Namjoon ridacchiò con la sua risata profonda.
Jin fece la sua gloriosa entrata in sala con un mestolo in mano e un sorriso genuino a dipingergli il volto.

- A tavola!- esclamò con fare da mamma chioccia.

- Oh porco cane, sono ancora le sette!- si lamentò Jimin. Hoseok gli tirò una spallata.

- Tanto hai fame comunque-








* * *









Verso le undici di sera Taehyung si alzò dal letto, stanco di girovagare su internet e sorbirsi gli scleri di youtubers scansafatiche.
Per sembrare un adolescente normale era stato costretto a comportarsi in quel modo, Dio come rimpiangeva la sua vecchia vita a Nazburuk.
Cercò di fare meno rumore possibile e poggiò prima un piede e poi l'altro sul pavimento freddo della suite. Inutile dire che quegli stronzetti dei suoi amici avevano un udito più sviluppato di un delfino e un cane messi insieme.

- Dove stai andando, Kim Taehyung?- domandò Namjoon.
Colto in flagrante. Sussultò e trattenne il respiro per un paio di secondi, per poi espirare e grugnire.

- Cazzi miei, ho ancora fame- borbottò.

- In frigo ci dev'essere ancora qualcosa, mentre nella dispensa ci sono delle patatine- annunciò Jin.

- Sai che non mi riferisco a quel tipo di fame- fece il moro. Ci fu un silenzio imbarazzante, nessuno osava ribattere o rivolgergli la parola.
Sapevano che Tae era particolarmente suscettibile riguardo alle sue conquiste.
Il ragazzo si levò la canottiera e la lanciò in un angolo non definito della stanza, avanzando verso il bagno.
Una volta dentro, si chiuse a chiave e si guardò allo specchio: perfetto. Non aveva nulla da rimproverarsi.
Si mise di lato e osservò compiaciuto la sua meravigliosa spina dorsale. I pettorali ben definiti, gli addominali accentuati quanto bastava per far cadere l'intero popolo femminile ai suoi piedi.
Perchè cavolo Alex non s'innamorava di lui?!
Si scompigliò i capelli e da un cassetto tirò fuori una maglietta nera con scollo a V. Ad essa abbinò dei pantaloni in pelle e degli anfibi borchiati, da vero rockettaro quale era. Per evidenziare lo sguardo, frugò nella cesta dei cosmetici e si passò una matita nera sul contorno occhi.
Si lavò e s'improfumò, dando un'ultima occhiata allo specchio e abbandonando il bagno.
Dal suo comodino prese cellulare e cuffie e se ne andò, non curandosi di avvisare gli altri.
Non ne avevano bisogno, era un alieno, non gli sarebbe successo nulla di male sulla Terra.




Fame. Una sola parola, innumerevoli significati. Quella sera non aveva soltanto fame di cuori, aveva anche fame di divertimento, di spensieratezza, di distrazione.
E cavolo se voleva distrarsi. Quale luogo migliore della discoteca per provare l'ebbrezza dello stato confusionale?
Camminò a passo deciso per le strade di una Seoul notturna e poco sicura per i minorenni.
Si tirò su il cappuccio del giubbotto e levò gli auricolari, entrando in un locale capitatogli a tiro. Immediatamente si ritrovò immerso nella folla di zombie che ballavano in modo imbarazzante le canzoni che passava il DJ. Si fece largo e andò al bancone dei drink, ordinandone un paio.
Aveva già adocchiato le sue vittime: una era palesemente nana ma con dei tacchi vertiginosi da farla arrivare al metro e ottanta, l'altra bionda e con un vestitino inguinale che lasciava poco all'immaginazione. Entrambe avevano le curve a posto e a lui andava bene.
Con una scusa le avvicinò, insieme si sedettero su un divanetto troppo stretto per stare in tre, ma Taehyung trovò comunque una soluzione.
Le costrinse a bere i drink, e mentre quelle poverette erano più di là che di qua, il moro faceva finta di bere, portandosi il bicchiere alla bocca di tanto in tanto e rovesciandolo sul pavimento quando si stancava di recitare. Non ci volle molto per convincerle a seguirlo in bagno.
In meno di mezzo secondo Tae si fiondò al collo della bionda, baciandolo e mordendolo con la passione che bruciava in corpo. Intanto l'altra gli stava dietro e gli aveva già levato la maglietta, pronta a lasciargli una scia di baci dietro la schiena. Il ragazzo si lasciò sfuggire un gemito roco, da quanto non si divertiva così.
Circondò i fianchi della nanetta e la sollevò da terra, facendo scivolare giù il vestito e sclacciandole il reggiseno.
L'amichetto dei pantaloni aveva sempre più voglia di farsi un giretto fuori dai boxer, peccato però che lo stomaco brontolava come se non vedesse carne umana da secoli, così fu costretto a reprimere gli istinti primordiali e affidarsi a quelli primari.
I suoi occhi si colorarono di un rosso acceso, sorrise come un assatanato e tirò un morso letale al collo della ragazza che gli stava dietro, lacerando il muscolo principale e bevendo il sangue della poveretta priva di vita. La bionda si lasciò sfuggire un urlo.
Errore imperdonabile, si disse Taehyung.
La sbattè al muro e si fiondò sul suo ventre, mordendo con forza la pelle e strappandola letteralmente.
Continuò la sua operazione, addentando il tessuto muscolare e spingendosi fino alle viscere, squarciandola completamente.
Tirò via la testa da quell'osceno spettacolo, pulendosi la bocca col dorso della mano destra e respirando a fatica.
Una volta resosi conto di ciò che aveva combinato, sbattè una mano sul muro e abbassò il capo, cacciando un urlo degno del cantante di una band metal e graffiando la parete a cui si era appigliato.
Aveva ucciso, aveva mangiato, perchè non si sentiva ancora sazio? Soprattutto, perchè un'insulsa ragazzina gli stava facendo questo?
Si ripetè le parole che disse ai suoi compagni sull'astronave: nessuna pietà per gli ibridi.
Doveva smetterla. Era un alieno, non esistevano sentimenti diversi dalla rabbia e dall'apatia.








* * *











Quella mattina Alex si era svegliata presto. Aveva fatto una buona colazione, si era preparata con calma ed era diretta a scuola.
Certo, la sensazione di essere seguita dappertutto non l'abbandonava neanche per un minuto, ma poco importava.
Doveva fare bella figura e cercare di battere Jungkook, aveva avuto la prova che era un asso nelle materie scientifiche.
Giunta a scuola, andò in palestra. L'avevano allestita per il concorso e vi erano presenti solo banchi e paraventi.
Il professore l'accolse con un sorriso e la fece accomodare di fronte a Jungkook, che se ne stava bello tranquillo a braccia conserte.
Gli lanciò un'occhiata mentre prendeva carta e penna, lui non mostrò alcuna emozione. Per un attimo le fece paura.
Alle otto in punto scattò la prova, il professore dettava velocemente le disequazioni e i due dovettero sbrigarsi a scrivere la traccia.
Un punto per ogni esercizio svolto correttamente, chi vinceva si aggiudicava una borsa di studio e un premio di riconoscimento.
Davanti ai due ragazzi c'era un pulsante rosso che dovevano premere ogni qualvolta terminavano un esercizio.
Dopo un paio di minuti Alex si affrettò a premerlo, ma finì per poggiare la mano su quella di Jungkook.
Il prof storse il naso nel vedere che avevano finito contemporaneamente.

- Bene, qual è il risultato?- chiese.

- X maggiore o uguale a due quinti- risposero all'unisono.
L'uomo controllò e annuì, passando alla traccia successiva.
Più andavano avanti, più finivano contemporaneamente e i risultati erano giusti.
A complicare le cose ci si erano messi i Bangtan Sonyeondan, che avevano chiesto di poter assistere alla prova.
Con la coda dell'occhio, Alex si accorse di essere fissata da Jimin e Namjoon. Sembrava che Taehyung non ci fosse, poi incrociò il suo sguardo.
Stava dietro di loro e sembrava più inespressivo del solito.

Concentrati!

A distoglierla dai suoi pensieri ci pensò Jungkook, che utilizzò la forza della mente.
Si era ricordato delle parole di lei, quello era il momento giusto per mettere in pratica il suo potere. La ragazza scosse la testa e si concentrò sul foglio, scribacchiando numeri e segni che manco sapeva di conoscere.
Al termine della sfida Jungkook fece per premere il pulsante, ma si accorse che Alex era indietro.
Le prese la mano e la poggiò sul pulsante, premendolo insieme ancora una volta.

- Di già?- fece stupito il prof. Chiese il risultato e Jungkook si morse il labbro inferiore.

Leggimi nel pensiero e ripeti insieme a me.

Ma non ho ancora finito!

Scrivilo adesso. Di nascosto.

Recitarono la formula e l'uomo non potè credere alle sue orecchie.

- Non è mai successo. Ex aequo!- esclamò.
Taehyung si era sorbito tutta la scena, impassibile. Non poteva lasciare che le cose facessero il proprio corso. Non stavolta.

- Prof, Park Alex ha barato!-


***
Annyeong gente! Mi scuso per il tremendo ritardo, ma ho avuto un sacco di interrogazioni (come sapete, la scuola porta via molto tempo T.T) e niente... ringrazio tutti quelli che seguono la storia, i lettori silenziosi e jungkokiee16 che si sorbisce questo mio sclero :') sono molto preoccupata perchè la mia gattina non ritorna a casa da ieri pomeriggio, un signore mi ha dato una notizia non proprio bella e spero tanto che non sia vera T.T il concentrato d'ansia che scrive si sta dileguando, bacioni _MartyK_ <3
   
 
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