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Autore: PrincessintheNorth    22/11/2016    1 recensioni
Sono passati tre anni dalla caduta di Galbatorix.
Murtagh é andato via, a Nord, dove ha messo su famiglia.
Ma una chiamata da Eragon, suo fratello, lo farà tornare indietro ...
"Eragon?" fissai il volto di mio fratello nello specchio incantato. Era contratto dall'ansia e dal dubbio.
"Ciao" mormoro'.
"Che succede?" chiesi insospettito. Sentii Belle piangere, ma ci stava già pensando Katie.
"é ... ti riguarda molto. Molto. Devi tornare immediatamente."
Se vi ho incuriositi, passate a leggere!
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morzan, Murtagh, Nuovo Personaggio, Selena, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Decisi di restare.
Decisi che Derek era un re giusto, per cui mi misi implicitamente al suo servizio.
Non approvavo la scelta di Eragon di diventare vassallo di mille e una razze, quindi non avevo formalizzato nessun accordo, ma tra di noi c’era piu che altro un accordo tacito di mutua assistenza.
Passo' un anno, nel quale strinsi amicizia con Katherine e giunsi ad ammettere di esserne innamorato. 
Arrivo' la sua festa di compleanno, compiva diciassette anni, eppure non fece nulla di eclatante: fu solo una cena di corte in suo onore. 
Indossava un abito blu scuro, che donava moltissimo alla sua carnagione chiara, semplice e pulito, come lei, e un diadema di diamanti sui capelli castani. 
Era bellissima. 
Fu dopo la cena che riuscii a prenderla in disparte, con la scusa di darle il mio regalo. Cosa parzialmente vera. 
Giungemmo fino ad un tempio di colonne, dedicato a tutti gli dei. 
- Che c'é? - sorrise, con dolcezza. - Mi hai fatto fare tutta questa strada per un regalo? Che peraltro scommetto che non hai. - mi stuzzico'. 
- Prima di tutto, il regalo ce l'ho. - precisai tirando fuori dalla tasca una scatola di legno intagliata e dandole una rosa. - E secondo ... beh, potevo dartelo benissimo a palazzo. La verità é che c'é una cosa che dovrei dirti, ma non sapevo come dirtela. Quindi ti ho fatto fare tutta questa strada perché speravo che mi sarebbe venuto in mente un modo intelligente per dirti la cosa. 
- E ti é venuto in mente? 
- No. - ammisi. 
Sorrise e scosse lentamente la testa. - Prova a dirlo comunque, dato che mi sembra tu abbia una certa urgenza. 
- Non ho la minima idea di come dirtelo ... 
- Tu prova! - insistette. 
Sospirai, maledicendomi mentalmente per quello che stavo per fare, perché lei avrebbe interpretato in tutt'altro senso e sarei stato sbattuto fuori a calci. 
Le presi il viso tra le mani e la baciai, cercando di esprimere in quel semplice contatto tutto l'amore, l'ammirazione, l'affetto e il desiderio che provavo per lei. 
Dopo qualche attimo di esitazione, la sentii ricambiare, iniziando ad accarezzarmi i capelli. 
E capii che aveva capito, e che mi ricambiava. 

 
 
Passarono sei mesi, e la mia vita nel Nord era perfetta. Avevo Katherine e il suo amore, la fiducia di tutti e finalmente avevo trovato un posto dove mi sentivo accettato.
Fu cosi che presi la decisione.
Dopo la cena, portai Katie a fare una passeggiata, fino ad arrivare al tempio colonnato, in onore degli dei.
- Ti ricordi cos’è successo qui? – le chiesi.
- Beh, sono successe molte cose. – commentò.
- La piu recente? Arrossì lievemente.
– Mi hai detto di amarmi …

- Vorrei dirti qualcos’altro. – le confessai. – Anzi, chiederti.
- Chiedermi? Ma che diavolo stai …
Perse la voce nel momento in cui mi inginocchiai di fronte a lei, porgendole un anello di diamanti.
arrossi' lievemente. - Almeno sai cosa dire? - sussurro', ricordando la prima volta che l'avevo portata li. 
- Assolutamente no, amore. - scossi la testa. - Probabilmente avrei dovuto preparare un discorso, ma non l'ho fatto. Quindi ...
Vuoi sposarmi?
Passarono cinque secondi, nei quali temetti il no.
Poi sentii le sue labbra sulle mie.
- Certo, idiota di un Cavaliere. – rise felicissima, cosi la strinsi a me, baciandola finché entrambi non avemmo piu fiato.  
 
 
Sei mesi dopo, ci sposammo.
E il mese successivo, fu Katherine a trascinarmi al tempio, che aveva visto la nascita del nostro amore e il suo consolidamento nel matrimonio.
Quindi doveva essere qualcosa di importante.
Era bellissima, aveva le guance rosse ed era felicissima ed emozionata.
- Amore, che c’è?
Fece un sorriso bellissimo. – Devo dirti una cosa e non so come dirtela. 
- Questo puo' essere un problema. - ridacchiai. 
- Non credo proprio. - sorrise. 
- Prova a dirla.
Sembro' mettersi li a riflettere, ma in realtà sapevo che lo faceva solo per aumentare l'attesa e farmi rodere dalla curiosità. 
- C'é che siamo in tre, qui. 
Mi voltai per vedere se ci fosse qualcun altro, ma non c'era nessuno. E quando rividi il viso di Katherine, illuminato dalla felicità, capii. 

Ebbi giusto il tempo di elaborare la notizia, prima che la gioia pervadesse anche me.
- Un bambino? – ripetei incredulo, stringendola a me e appoggiando una mano sulla pancia, ancora piatta.
Annuì, iniziando a piangere dalla felicità, e non potei far altro che baciarla e stringerla.



- Buongiorno, Principessa Katherine! Buongiorno, Principe Murtagh!
La voce della domestica e la relativa apertura delle tende furono un trauma tanto per me quanto per lei.
- Sheryl … - si lamentò Katherine, rannicchiandosi di piu tra le mie braccia e spostando il viso contro la mia spalla, nel tentativo di ripararsi dalla luce. – Chiudi … ti prego …
- Non posso, Altezza, vostro padre il re mi ha detto di svegliarvi a quest’ora. – rispose Sheryl contrita, per poi uscire.
Mi bastò un incantesimo per riaccostare le tende, ma non del tutto, perché comunque era mattina e, prima o poi, ci saremmo dovuti alzare.
Le accarezzai i capelli e mormorai un “buongiorno” ben poco credibile, perché se il buongiorno si vede dal mattino …
Dei versetti provenienti dalla culla ci annunciarono che la piccola si era svegliata, e aveva molta piu voglia di alzarsi di noi.
E non aver voglia di alzarsi a diciannove e ventitré anni …
Questa volta si alzò Katie, raggiungendo la culla di Belle con un sorriso e prendendola tra le braccia, iniziando a cullarla dolcemente.
- Cosa c’è, amore? Hai fame? Si, che hai fame. Adesso ci pensa la mamma. – le sorrise, andando verso la poltrona dove si sedeva per allattarla.
Diedi un bacio sulla fronte alle mie principesse, poi andai a vestirmi e a darmi una lavata al viso.
Cosa c’è da fare oggi?, chiese Castigo mentre si stiracchiava.
Non ne ho idea. Penso il solito giro di perlustrazione. Ti porti Antares?
Si, ma perché Katherine non viene mai?!, brontolò. Quando Belle era dentro la pancia, lei veniva sempre a fare le perlustrazioni. E ora no. Se ne sta sempre per terra.
Forse perché Belle è nata e ha bisogno di sua madre?, commentai.
Viene anche Belle a volare!
Spero tu stia scherzando. Ha una settimana, è piccolissima, si ammalerebbe.
Ti fai troppi problemi.
Senti. Belle è una bambina umana, non un cucciolo di drago. Ti è chiara la differenza?, sbuffai.
Okay, okay! Dico solo che tua moglie è molto piu simpatica di te.
Ti voglio bene anche io.
Quando tornai dalle ragazze, vidi che Belle aveva finito di mangiare, lasciando la sua mamma libera di vestirsi e sistemarsi.
Si era messa un abito blu molto semplice, i lunghi capelli castano chiaro lasciati liberi sulle spalle.
- Che hai da fare oggi? – chiese mentre metteva una tutina rosa alla piccola.
- Penso la perlustrazione. – le risposi. – Tu?
- Figlia, giro con figlia, figlia …
- Tutto con figlia! – ridacchiai abbracciandola, mentre lei ricambiava la stretta.
- Ti ho già detto di stare attento, oggi? – mormorò.
- No.
Sorrise e si alzò in punta di piedi per baciarmi. – Allora sta attento.
- Garantito.
Ridacchiò. – Attento a non fare come l’ultima volta.
- Perché, che è successo l’ultima volta?
- Appunto. – replicò furba. – Sei caduto da Castigo e non te lo ricordi perché hai battuto la testa, non che ci voglia un trauma cranico per renderti piu scemo …
- Ehi! Allora, donna. – iniziai a dirle, facendo il tono da marito psicotico, sapendo che la faceva ridere. – Non osare mai piu dare dello scemo a tuo marito o non ti farò piu vedere tua figlia e ti metterò a pulirmi gli stivali!
E infatti scoppiò a ridere, tanto da tenersi la pancia e diventare blu.
E la sua risata mi contagiò, tanto che anche io per un po’ persi il respiro.
- Okay. – sorrise, spingendomi. – Va, prima che mio padre ti ammazzi.
- Ci vediamo dopo. – la salutai baciandola.
- A dopo! 
 
Non feci in tempo a raggiungere Castigo che un ragazzo mi corse incontro, ansimando.
- Cavaliere, Principe, signore, il re vuole vedervi!
- Ehi, rilassati. Mi basta Murtagh. – lo rassicurai, vedendo che era spaventato dall’idea di offendermi. Avrà avuto si e no dodici anni.
- Sissignore!Corse via e mi avviai verso la sala del trono.
Derek aveva un’espressione seria, ma disse soltanto. – è tuo fratello, con lo specchio incantato.
Annuii in fretta e andai nella sala dove c’era lo specchio, dove infatti c’era l’immagine di Eragon.
- Eragon? – fissai il volto di mio fratello nello specchio incantato. Era contratto dall’ansia e dal dubbio.
- Ciao. – mormorò.
- Che succede? – chiesi insospettito. Sentii Belle, in lontananza, piangere, ma di sicuro ci stava già pensando Katherine.
- È … è successa una cosa … che ti riguarda molto. Molto. – enfatizzò. – Devi tornare immediatamente.
- Non posso. – risposi. – Belle è troppo piccola per volare e Katherine ha bisogno di una mano.
- Potete portarla a cavallo, o in carrozza, o … senti, non lo so! – esclamò ansioso. – C’è questo problema, e non possiamo prendere una decisione senza di te, anche perché il problema richiede di parlare con te e la regina ha deciso di rispettare il suo diritto.
- E chi è il problema?
- È … si, Arya, arrivo! Scusa. – mormorò e interruppe la connessione.
Sospirai e mi passai una mano tra i capelli.
Proprio quando tutto stava andando per il meglio, il passato tornava a bussare alla mia porta.
Subito andai negli appartamenti miei e di Katherine, dove la trovai intenta a cullare la piccola.
- Ehi! – mi salutò. – Già finita la perlustrazione?
- Mi ha chiamato Eragon. – mormorai. – Devo andare a Ilirea.
- Cosa? – sussurrò stranita.
- Evidentemente c’è un problema che non si può risolvere senza di me. – sbuffai.
- Ma … Belle è troppo piccola, non puoi …
- Viene anche Belle.
- Non può volare, Murtagh, è troppo piccola!
- Non per andare a cavallo.
Annuì in fretta, capendo che era abbastanza ragionevole, per quanto quella situazione fosse irragionevole.
- Va bene. – mormorò.La raggiunsi e la strinsi, mentre si appoggiava al mio petto.
- Vedrai che andrà tutto bene. – la rassicurai. – Torneremo a casa presto.
- Quanto dura il viaggio?
- Beh, con Castigo ci avevo messo circa un mesetto …
- Un mese?
- A cavallo, direi un mese e una settimana, considerando anche Belle e se il tempo è bello …
Sospirò e annuì.








Sono tornata! 

Il prossimo capitolo sarà un POV Katherine :)

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