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Autore: Uptrand    22/11/2016    5 recensioni
Un vecchio nemico si fa avanti minacciando nuovamente la galassia, intanto su Noveria, sotto il ghiacciaio di Barbin i lavori procedono. Olivia Williams Shepard sarà ancora chiamata in azione per cercare di risolvere la situazione.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Divisione N stava dimostrando di non essere da meno di un corpo militare ufficiale. Tra chi non partecipava ai combattimenti vi era Isabella, nervosamente rimaneva in attesa di entrare in azione riposando e mangiando razioni alimentari per biotici. Spadino, accucciato vicino a lei, scodinzolava felice.
Steve l’aveva persuasa ad attendere, qualcosa nel tono di voce più che nelle parole la convinse ad accettare. Lei vi lesse la promessa di un buon combattimento, se solo avesse saputo aspettare.
Intanto lui stava discutendo con Tetrius al QG da campo. « D’accordo, noi IDG prenderemo posizione dove vuole generale. Mi permetto una domanda che non c’entra niente, che Isabella è un phantom è un segreto, come il fatto che sia un biotico con eezo 19. Questo è uno dei motivi per cui il vicepresidente della Noveria Corps è rimasto sempre in ombra. Causa la spia mutaforma che aveva preso il comando della vostra compagnia, i giornali e l’opinione pubblica adesso la conoscono anche se ignorano il suo segreto. Tutta Divisone N l’ha vista con indosso un'armatura da phantom, così come i miei uomini e i superstiti della Cittadella. Ai miei soldati ho detto che è dei nostri e l’hanno vista solo con il casco indosso, non penso l’abbiano riconosciuta e non hanno fatto altre domande. In questa battaglia avremmo bisogno che Isabella s’impegni al massimo. Come pensate di tenere ancora questo segreto? »
« È preoccupato che per assecondare il volere di Dasha, decida di nascondere Isabella a costo di compromettere la guerra? »
« Esatto, voglio sapere se devo aspettarmi problemi a causa di questo. »
« Non so come Dasha penserà di tenere questo segreto ma non mi riguarda. Isabella farà quello che vuole, sorprendentemente a lei ha dato retta quando le ha chiesto di trattenersi. »
« Sono stato cinque anni alla Grissom a gestire lei e le ragazze, qualcosa ho imparato. »
« Seguo Dasha da più di un decennio, Isabella ha sempre dimostrato che mi avrebbe ammazzato se avessi osato interferire con quello che desiderava. »
Steve lo fissò incerto, non essendo sicuro di aver capito bene la risposta, infine si congedò. Tetrius osservandolo allontanarsi pensò “ Il simile riconosce il simile.”
Il phantom alzò la testa, guardando la prima linea dalle retrovie dove si trovava. Percepiva un costante odore di sangue, così come le urla dei feriti. Nonostante fossero di alleati, tutto ciò contribuiva ad eccitarla. Voleva entrare subito in azione e ritrovare Dasha. Saperla sola con Olivia e quel ologramma la preoccupava.
Si alzò dirigendosi all’Atlantic Codex che era appena atterrata, il cane la seguì. Se si sbrigava avrebbe potuto prendere un cambio di mutande dalla sua cabina. Tutta quella morte, l’aveva eccitata davvero un po’ troppo.


*****


Urla di esultanza provennero dalla linea di combattimenti, Naomi Takara stava facendo sul serio. Alla guida del suo nuovo mech che aveva battezzato Junior, una versione aggiornata di Bambino distrutto da quel mutaforma di Durand in uno scontro diretto, si stava divertendo.
La cosa positiva di avere un mech registrato come sperimentale, su cui vigeva il divieto di produzione e vendita ma era consentito possederne un esemplare per ricerche, era il poter ignorare qualsiasi regola sulla restrizione degli armamenti.
Naomi era stata felice quando Cristina Balestrieri le aveva spedito, dalla Terra, la IA di Bambino.
L’avevano installato nel nuovo corpo, risparmiando tempo, ed era nato Junior. Se Bambino vinceva a difficoltà contro un singolo Gorilla, Junior li sventrava.
Il nuovo modello era più leggero, dotato di jet pack per compiere notevoli balzi in avanti o raggiungere i quattro metri in altezza. Al posto del parabrezza corazzato della cabina, un visore tattico che esternamente ricordava il grosso monocolo delle nemesis di Cerberus.
Moduli intercambiabili ne permettevano configurazioni diverse a seconda delle esigenze. A giudizio di Naomi c’era già abbastanza artiglieria sul campo, per questo aveva scelto per una adatta al corpo al corpo.
Questa comprendeva braccia artigliate, dotate di una nuova versione di omni-lama per mech e lanciafiamme.
Da ex-ombra N7 sapeva come usare una lama. Scartando di lato all’ultimo istante, grazie alla manovrabilità migliorata, infliggeva un solo attacco mortale al collo o testa se si trattava dei gorilla.
Per gli esoscheletri in materia oscura la sola forza bruta poteva non bastare, i lanciafiamme erano la soluzione perfetta dato che i piloti nemici non erano isolati dall’esterno. Non era stata l’unica ad aver avuto quell'idea, le tracce dei lanciafiamme erano visibili ovunque.
Il ruggito del loro soffio infuocato era inconfondibile. Pensò che fosse giusto, il nemico li bruciava con raggi di energia oscura e loro ricambiavano.
Dei cani le passarono vicino, usò la mole di Junior per schiacciarli sotto un piede del mech bloccandoli e rendendoli facili prede dei soldati con armi a eezo 19.
Il fatto che fossero anch'essi in materia oscura complicava non poche le cose, il fuoco era inutile e non poteva pensare di distruggerli con la semplice forza bruta. Poteva al massimo bloccarli come aveva fatto o afferrarli con gli artigli e scagliarli lontano sperando che si danneggiassero nella caduta.
Avrebbe voluto vedere delle unità di mutaforma, da un rapporto di Olivia, sapeva che quello che si era fatto passare da Durand era in qualche modo riuscito a far arrivare la propria memoria ai suoi creatori che l’avevano replicata in serie. In pratica il nemico aveva un esercito di Durand.
La notizia l’aveva fatta sorridere, per colpa di quel bastardo si era dovuta far clonare quasi metà del suo corpo. Avere l’occasione di ucciderlo più volte le sembrava la giusta vendetta.
Segnali d’allarmi apparirono sullo schermo, lei fece appena in tempo ad usare il jet pack per allontanarsi dal mortale raggio di un umanoide. Arretrò lasciando che fossero tre Dwerger ad affrontarlo, gli umanoidi erano decisamente fuori dalla sua portata. Guardò sulla mappa tattica.
« Sembra che toccherà gli IDG reggere questo attacco. Meglio a loro che a me. » sentenziò mentre si attestava su una posizione più sicura.
Atterrata dietro il fronte, indugiò ad analizzare la situazione mentre beveva un sorso d’acqua.
« Come stiamo andando generale? » chiese contattando Tetrius.
« Siamo più numerosi di loro, ma è ancora tutto da decidere. Il nostro settore regge, difficile avere un'idea precisa di come vada altrove. »
Lei annuì comprendendo le parole del turian. All'apparenza avevano più riserve del nemico, potevano permettersi più perdite.
Sorrise e disse tra se « Tattica degna di chi è accusato di crimini di guerra. »
Vi era un’ultima cosa che voleva sapere « Una curiosità generale, com'è lavorare con un eroe dal vivo? » domandò divertita.
« Chiedilo a tua padre. » si sentì rispondere dal Generale che chiuse la comunicazione in malo modo, riferendosi al fatto che Zaeed Massani fosse il padre di Kasumi.
Lei rise divertita, rispettava Tetrius ma era divertente stuzzicarlo. Sapeva che per il suo modo di pensare gli eroi e i vigliacchi erano ugualmente pericolosi. Un soldato doveva solo ubbidire.
Per questo condividere il suo QG l’aveva infastidito, ma non aveva potuto farci niente.
A una decina di metri dal turian, il comandate John Shepard stava collaborando alla gestione della battaglia. Scoprire che a comandare l’assalto vi era Hannah Shepard era stata una vera sorpresa, ma da professionisti non c’era stato spazio per i sentimenti. Domande precise e risposte che erano ordini da eseguire.
Ashley, Grunt e Garrus avevano raggiunto settori diversi da condurre, solo Miranda Lawson era rimasto con lui. La donna umana appariva stanca, come tutti i biotici.
Ida con Joker aveva guidato i superstiti della Cittadella nelle retrovie.
Serviva un ufficiale di collegamento tra divisone N e il resto dell’esercito. La Lawson era sembrata adatta a quel compito, come Garrus che era andato a gestire i banditi di Omega.
Isabella uscì dalla propria cabina sull’Atlantic Codex di buon umore, ora che indossava delle mutande nuove. Lanciò un'occhiata alla porta della cabina di Dasha affianco alla sua, visto che lei era lontana voleva un ricordino.
Avvicinandosi alla porta, ebbe una strana sensazione. Nell’aria c’erano degli odori familiari e tracce di eezo recenti. Spadino grattava la porta, sembrava aver capito che dietro avrebbe trovato qualcosa di suo gusto.
« Che diavolo fate qui? » esclamò vedendo i sei clandestini. Aveva intuito la presenza delle ragazze, ma che fossero presenti anche i loro amici era qualcosa che non aveva preso in considerazione.
Loro intanto la fissavano sorpresi, non si erano aspettati di essere scoperti ancora prima di scendere dalla nave. Le Weaver erano pronte con le classiche armature da phantom, gli altri erano in parte vestiti con semplici corazze.
Isabella non vide armi in giro, questo la rincuorò. Dei dilettanti armati erano sempre un enorme problema, amici o meno sarebbero stati solo un peso inutile per le ragazze, se avessero voluto aiutarle in combattimento. Dovevano averlo capito da soli, le sfuggì un sorriso che le ragazze non capirono, fu felice che avessero trovato davvero dei buoni amici.
Prima di Dasha era sempre stata sola in mezzo a nemici. Le avevano detto che era stata in quelle condizioni per dodici anni. Per lei, la durata di quel periodo della sua vita non aveva un significato particolare. Ogni cosa acquistava senso solo dopo Dasha.
Le ragazze le si pararono davanti in fila, quasi sembravano dei soldati sull’attenti. Non erano impaurite, la fissavano dritta negli occhi lasciando che lei leggesse i segnali dei loro corpi.
Fu uno dei momenti in cui fu più orgogliosa di loro. Le vide prive di ogni paura, esitazione e pienamente padrone di loro stessi e dell’ambiente che le circondava.
Magnifiche e perfette in ogni loro aspetto, ma ancora troppo giovani per quello che stava accadendo sulla Cittadella. Da adulte le avrebbe lasciate libere di fare quello che volevano, ma non ora.
« Azzardo! Azzardo! » sentì Isabella al comunicatore, il nome in codice per lei che Steve si era inventato e segnale che finalmente poteva combattere. Imprecò per il pessimo tempismo.
« Non ho tempo. Rimanete qui! » intimò a loro, prese di sfuggita qualcosa da un cassetto e corse fuori. Ora aveva altro a cui pensare, sentiva crescere l’eccitazione per la battaglia.
Tirò fuori quello che aveva preso, un paio di mutandine di Dasha e le avvicinò alla faccia annusandole. Anche attraverso il casco percepiva l’odore di Lei. Si sentiva più carica che mai.
« È diversa! » commentò Alexya verso Isabella che si allontanava.
« Il suo segnale è mutato. » osservò Trish, a livello subconscio i loro programmi phantom erano attivi e reagivano a quello di altri indottrinati.
« Ha parlato normalmente, non era in “rosso” e né è sembrato che le causasse dolore. » asserì Diana.
Decisero all’istante di seguirla, avrebbero combattuto insieme.
 
I sei clandestini non avevano affrontato quel viaggio per rimanere a bordo, disobbedendo a Isabella scesero dalla nave.
All’esterno, quello che videro li lasciò esterrefatti. La Cittadella era diventata una zona di guerra ed era irriconoscibile.
Le Weaver fiutavano il sangue incerte sul da farsi, volevano raggiungere la battaglia ma questo implicava abbandonare i loro amici. Potevano farlo? Loro non erano neanche lontanamente addestrati.
« Mostrate a tutti di cosa siete capaci. Vi aspettiamo qui. » le esortò William, intuendo i loro dubbi.
« Faremo una super festa per la vittoria. Diana non vedo l’ora di portarti fuori per il nostro primo appuntamento. » promise Henry.
« Spaccategli il culo e tornate da noi. » Disse Taiga incitandole. « Penso sia il momento che ci mostriate quel certo lato di voi.» A quelle parole le tre sorelle si guardarono fra loro « Coraggio, avete la nostra fiducia. » le incitò l’amica.
La percezione del pericolo di Taiga e dei gemelli li mise in allarme, l’istinto di sopravvivenza cercava di farli allontanare.
Le Weaver non avevano fatto niente, ma come Isabella aveva loro insegnato, indecifrabili cambiamenti di postura e atteggiamento non sfuggivano alla mente che li elaborava secondo l’evoluzione.
Razionalmente Taiga, Henry e William non avevano paura, ma qualcosa di atavico in loro si. Per questo le sorpresero quando le incoraggiarono un'ultima volta, dimostrando che rimanevano amici.
Alexya, Diana e Trish si sentivano contente e sollevate mentre correvano verso il combattimento, eccitate da quello che percepivano. Era bello, sapere di essere state accettate in tutto e per tutto.
« Ehi, Henry. » lo chiamò William « Mi chiedo come farai se le cose tra voi non dovessero funzionare. »
A questa affermazione lui fece una smorfia, a quello non aveva ancora pensato.
« Adesso che si fa? » domandò Taiga, in braccio teneva Spadino. L’aveva preso al volo, prima che si mettesse a inseguire la propria padrona.
« Voi! » gridò una voce che conoscevano bene, era Miranda Lawson. Il tono usato non faceva sperare niente di buono. Si era diretta all’Atlantic Codex dopo un messaggio di Isabella, in cui semplicemente le diceva di recarsi alla nave e subito.
« Ciao mamma! » salutarono i gemelli.
Taiga trovava che l’espressione della Lawson fosse allarmante, rossa in viso era convinta che stesse per perdere la sua proverbiale calma.
Ma Miranda sapeva che aveva altre priorità e disse « Non ho parole e non ho tempo di chiedere. Sicuramente Martin non sa niente, immagino neanche Vega o Jack. Giusto Taiga? »
« No. » mormorò la ragazza « Ma vogliamo essere d’aiuto. » disse fermamente.
« Come ti senti? Sei affaticata? » domandò la donna in modo più gentile.
« Si, leggermente. »
« Non preoccuparti, tutti i biotici nello spazio della Cittadella si sentono come te o peggio. »
« Tu mamma? » chiesero allarmati i suoi figli.
« Stanca ma riesco ancora a rendermi utile, invidio Isabella. Il 19 gestisce più energia biotica di quanto quei maledetti riescano a rubare. »


*****


Steve Shepard si stava divertendo, mentre da dietro un riparo faceva saltare la testa a un cane. Odiava quelle unità tra tutte, perché attaccavano di sorpresa e corpo a corpo. Si abbassò subito, evitando di esporsi al fuoco di esoscheletri in avvicinamento.
Un colpo sfondò la sottile corazza di uno di essi che stramazzò al suolo, il pilota doveva essere stato colpito. Sempre se si poteva parlare di pilota, come gli umanoidi il guidatore fondeva il proprio sistema nervoso con la macchina. Il risultato era un controllo perfetto senza bisogno di comandi.
Lui guardò dietro di se e mostrò il pollice alzato a Sioux, era stata lei a sparare col suo fucile anticarro.
I centouno soldati IDG rimasti erano in prima linea, impegnati contro il nemico. Questo era ciò che rendeva Steve contento.
La loro missione originaria era fallita, ora però avevano modo di farsi valere.
Lui non avrebbe sopportato l’idea che qualcuno, in futuro, potesse definire i suoi uomini come inutili, che lo incolpassero del fallimento della missione poteva anche accettarlo ma il resto no.
I restanti IDG erano della stessa idea. Ora quei soldati selezionati non tra i migliori, scelti per quella che era stata una prova dell’efficacia della biotecnologia, incolpati in genere di essere svogliati nel proprio dovere si stavano davvero impegnando sotto al suo comando.
Una luce azzurra illuminò il giorno, lui cercò di farsi più piccolo possibile dietro al riparo. Sentì il suolo tremare e un incredibile calore. Dovunque la luce era arrivata il metallo era diventato incandescente, nei punti più sottili era arrivato a fondersi.
Appena il bagliore cessò corse via dal riparo a un altro, più velocemente che poteva. L’armatura da distruttore non era propria fatta per correre. Si buttò dietro a un'altra sporgenza e si guardò intorno.
I suoi uomini c’erano ancora, si era aggiunto qualche ferito ma potevano continuare a combattere. « Dove diavolo è finita? »
Avevano avvistato gli umanoidi da distante, lui ne aveva contro solo quattro ma sembravano essersi sparsi lungo tutto il fronte invece di raggrupparsi. Questo rendeva difficile capirne il numero totale.
Tre Dwerger erano stati abbattuti da uno solo di essi, il tiro d’artiglieria degli Ullr aveva martoriato la zona ma il nemico sembrava non aver subito danni. Avevano però guadagnato tempo. Altri Dweger cannoneggiarono i mezzi nemici.
Steve detestava il fatto che alle armi a eezo 19 occorresse tempo per avere effetto. Come piccoli proiettili invisibili, l’energia di quei colpi danneggiava la corazza del nemico a livello atomico.
Lo sapeva, ma non sopportava di sparare senza osservare il minimo risultato visibile. Guardò in cielo sperando che un pellicano fosse in volo sopra di loro, proprio in quel momento, per bombardare il nemico. Non ne vide nessuno, anche se in lontananza risuonavano i rumori dei loro morti e delle esplosioni che provocavano.
 « Andiamo, Isabella. Dove cazzo sei? » disse fra se.
Udì distintamente un sibilo nell’aria. La curiosità lo fece sporgere pericolosamente.
L’umanoide in testa all'attacco giaceva decapitato al suolo. Sorrise contento che lei fosse entrata in azione.
Un solitario phantom apparve dinnanzi al nemico. Steve rimase senza parole, quella non era sicuramente Isabella e stentava a credere che Alexya, Diana e Trish fossero sulla Cittadella. Impossibile fosse un’impresa solitaria di una di loro. Si chiese chi delle tre si fosse mostrata, con l’armatura addosso e distante com'era non riusciva a capire, e dove fossero le altre due.
Trish Weaver era sola, furiosa e a ridosso dei nemici. Tutte le cose brutte successe di recente, erano causa di chi le stava davanti.
Il suo pugno colpì l’aria dando l’effetto che si crepasse. L’esplosione biotica sbalzò i nemici all'indietro, persino il pesante corpo dell’umanoide era stato spinto di un paio di centimetri dalla potenza del colpo.
Diana Weaver fu la seconda. Amava il pericolo, molto di più delle sue sorelle. Gettarsi in un'avventura e riuscire a spuntarla era qualcosa che adorava. Una volta Naomi aveva detto di lei « …è come cercare di afferrare un fulmine con le mani. »
Arrivò dall'alto, cadendo con eleganza felina proprio in mezzo ai nemici ancora disorganizzati dall'attacco della sorella. Le mancava la forza di Trish, ma sapeva imprimere ai propri colpi una forte accelerazione. La sua spada mandava bagliori azzurri mentre tranciava gli arti degli esoscheletri, i punti più esposti, e decapitava cani.
Evitò il pugno di un gorilla che l’avrebbe fatta diventare una informe macchia di sangue e sparì occultandosi in un acrobatico salto in aria.
Alexya Weaver appariva mentre Diana spariva, non poté evitare di pensare che sua sorella era nata per avere tutta l’attenzione su di se.
Si era procurata una seconda spada dai rifornimenti, anche se di qualità inferiore rispetto alla sua. Entrambe emanavano una luce rossa.
“Rosso” l’assoluta certezza di riuscire o la mancanza di qualsiasi dubbio. Non era sicura di aver capito quale meccanismo ci fosse sotto, sapeva solo che lo stato mentale era fondamentale e che il consumo di energia biotica era enorme. Ma era certa di cosa voleva fare.
Euforica lanciò il suo primo doppio fendente, tecnica finora appartenuta solo ad Isabella dove due fendenti biotici che si univano in uno aumentandone la potenza.
Lo lanciò in orizzontale, perché avesse un maggior fronte d’impatto. Abbatté quasi una decina di nemici con un colpo solo, grazie all’aiuto delle sue sorelle.
Trish ne aveva indebolito le difese, rompendo anche la formazione nemica e creando il varco per Diana che era stata un’esca perfetta.
Distratti dalla sorella, il suo attacco contro gli esoscheletri era riuscito alla perfezione. Tutta l’operazione era riuscita in cinque secondi.
Sapeva di non avere ancora abbastanza energia per la spessa corazza di un umanoide, ma esoscheletri e cani potevano affrontarli senza problemi.
Come per Isabella questa battaglia era un insieme di sensazioni fantastiche. Se questa era la guerra era divertente e facile, fu il suo pensiero mentre svaniva occultata.
« Vai Trish‼ » urlarono in coro le sorelle, apparendo in posizione arretrata rispetto a lei. Il suo primo attacco l’aveva fatto a pugno chiuso, raccogliendo in esso la sua energia biotica e colpendo l’aria.
Ma quello non poteva definirsi un attacco “phantom”, anche Isabella glielo aveva detto nei loro allenamenti. Non lo aveva accettato, lei era “phantom” quanto le sue sorelle.
Aveva un enorme potere, doveva raccoglierlo nella sua spada ma richiedeva tempo. Alexya e Diana usavano i loro poteri a tempo zero, tra il tempo di attivazione e il lancio dell’attacco non passava mai più di un secondo e mezzo.
Diana a volte stava anche sotto il secondo. Stando al minimo dei suoi poteri poteva farcela anche lei, ma doveva dimostrare di cosa era capace.
Dieci secondi erano passati dal suo primo attacco, le sue sorelle le avevano fatto guadagnare tempo. Attorno alla sua spada che non solo irradiava la classica luce biotica, qualcosa simile a una nebbiolina di ugual colore.
Vai in rosso, voglio il rosso…rosso,rosso,rosso. “ Ripeté mentalmente, nella speranza di arrivare a quello stadio, mentre calava la sua lama per lanciare l’attacco.
Un secondo prima, ebbe un ripensamento, modificò la traiettoria passando da un fendete a un affondo, dando origine a un attacco biotico a eezo 19 concentrato che penetrò in profondità nella formazione nemica.
Esoscheletri e cani sulla traiettoria ne subirono i danni, un umanoide non ne risentì e un gorilla si vide asportato un pezzo della corazza laterale.
Per quanto potente, era rimasto nel suo stadio normale.
« Questo è phantom! » commentò Isabella affiancandosi a Alexya e Diana. Il progresso della ragazza, che accettò quel complimento con gioia, era degno della massima lode. Aveva eliminato lei l’umanoide, rimanendo in zona per osservarle piuttosto che continuare nel suo attacco. Si era ben accorta che l’avevano seguita, disubbidendole. Il loro sviluppo era sempre prioritario per lei, non tanto i poteri ma quanto i caratteri.
Era abbastanza permissiva con loro, poteva perdonare tante cose ma non di vederle incapaci di prendere una scelta. Essere titubanti, insicuri e comportamenti simili erano comportamenti da preda.
Lei ei aveva allevati da predatori.
“ Ma che cazzo è successo mentre non c’ero?!” Si domandò Steve a dir poco allibito, prima di tutto Alexya non avrebbe dovuto saper usare il rosso e Trish non era mai stata così potente.
Una cosa però l’aveva capita, solo per quell’attacco si erano stancate.
« Ora indietreggiate. » disse Isabella, pensando fossero soddisfatte della loro piccola avventura. Non le riteneva ancora pronte per una battaglia come quella in corso e Alexya, in particolare, consumava troppa energia. Per quel semplice attacco, la ragazza aveva già il fiato corto.
Con sua sorpresa non la ascoltarono, erano eccitate, la violenza che si stava consumando le stimolava ad attaccare. Corsero contro il nemico.
Non intervenne, giusto o sbagliato che fosse le avrebbe lasciate fare. Per lei erano grandi abbastanza da subire la conseguenza di ogni loro azione. Compresa la punizione che lei avrebbe dato al primo momento adatto, per averle disubbidito.
Altri umanoidi apparvero, si diresse verso di loro. Guardò dietro di se, poteva stare tranquilla.
Steve le avrebbe protette, se fosse successo qualcosa.
Decise lo stesso di fare in fretta, non era il momento di giocare.
Decapitò il primo umanoide, passando al successivo e al terzo usando spostamenti di fase, decapitò il quarto individuando subito il successivo. Le loro dimensioni li rendevano facili da individuare.
Dietro di lei le ragazze eliminavano, ognuna col proprio stile, ogni nemico che si facesse sotto. Grida d’incitamento si alzarono dal fronte alleato.
Divisione N esultava alla vista delle “principesse” in azione e al piacere di vedere, per la prima volta, di cosa il vicepresidente fosse capace.
Altri non erano per niente contenti, tra questi Tetrius e Steve.
« Merda fottuta! » Imprecò Steve, non aveva però scelta. «Abbandonare la posizione e avanzare! »
Stava succedendo quello che temeva, quelle tre sapevano combattere ma di strategia e guerra non conoscevano niente. Attaccavano quando avrebbero dovuto ritirarsi e riposare.
« Qualsiasi cosa ma impedite che vengano aggirate! » ordinò.
Mentre diceva questo il nemico cercava di mettere in pratica quella tattica, per quanto forti non se la sarebbero cavata una volta accerchiate da una forza numericamente superiore.
La manovra degli IDG non sfuggì a Tetrius che ordinò « Colonnello Rumia, prenda le sue truppe e quelle che le servono e vada in appoggio. »
Non avrebbero retto, Steve se ne rendeva perfettamente conto che l’assalto aveva esaurito la sua forza, il nemico stava riguadagnando posizione, doveva ritirarsi adesso, abbandonando i phantom.
Le ragazze combattevano ma non comprendevano, concentrandosi solo sui nemici che vedevano. Contente che anche Steve si fosse unito a loro in quell'attacco, non capivano il pericolo di trovarsi accerchiate.
 
Diana inciampò, riuscì a fatica ad evitare un cane che avrebbe potuto amputarle una gamba con un morso riportando solo una ferita superficiale sul polpaccio destro. Era stanca, solitamente non combatteva così a lungo.
Un gorilla si lanciò su di lei, l’aveva notato solo non poteva evitarlo e per la prima volta realizzò l’idea della propria morte. Il suo unico pensiero al riguardo fu“ Assurdo, i predatori non muoiono.”
Trish l’afferrò all'ultimo trascinandola via per qualche metro salvandola.
« Cazzo, muoviti! » La rimproverò Trish.
« Io… hai ragione, sono stanca. »
«Lo stesso per me. »
Diversi attacchi, opera di Alexya, colpirono il gorilla alla testa, ma senza sfondarne la corazza che ne avrebbe esposto il punto debole.
Era in “rosso” dall'inizio, cominciava a capire che il suo fisico ne risentiva anche se aveva assunto molte pastiglie di eezo. Le ricordò Noveria, quando per riconquistarla avevano affrontato quelle cacciatrici asari ed erano state intrappolate.
Una moltitudine di granate caddero sui nemici, insieme a un'infinità di colpi d’arma da fuoco. Biotici appartenenti a Divisione N e IDG, assaltavano il nemico da vicino
Un attacco rapido e intenso, con le stessa velocità i biotici si ritirarono, i soldati normali avanzarono a colpi di granate e armi di fuoco, supportati dal fuoco dei Dwerger.
Esaurita la spinta i soldati si buttarono a terra, i biotici attaccarono nuovamente impegnando il nemico e dando la possibilità agli altri soldati di avanzare.
Tra i biotici spiccava Asiria, i suoi poteri di colore verdi ereditati dal padre erano inconfondibili, usò saccheggio per compensare in parte la propria debolezza che aveva colpito ogni biotico.
Usò schianto su due esoscheletri, dando una dimostrazione incredibile sollevandoli aria e facendoli schiantare sui propri alleati.
La figlia del dio protehan degli hanar non aveva avuto il suo posto sulla Normandy SR3 per amicizia. I biotici esaurirono presto il loro attacco.
Con la precisione di prima i soldati si diedero il cambio rinnovando la spinta dell’attacco, i biotici ne approfittarono per sganciarsi. Makarov Volkov e Steve Shepard guidavano l’attacco.
Riuscirono a raggiungere le ragazze gettandosi a terra e trascinandole con loro e obbligandole a stare sdraiate, sopra di loro volavano i colpi di amici e nemici, con lo stesso schema di prima ritornarono i biotici.
Mentre loro attaccarono i soldati ricaricarono o somministravano cure, in battaglia ogni istante era prezioso.
« Capo Tenente porti via le “principesse”. Qui ci pensiamo noi. » disse Makarov.
« Grazie Capitano. » rispose Steve facendo alzare le tre ragazze e spingendole all'indietro con forza.
Nel auricolare gli giunse la voce del Colonnello Rumia « Voi del IDG; ripiegate e riposatevi. Truppe più fresche vi sostituiranno. »
« Vorrei dire che non ci serve, ma accetto con piacere. »
« Ne approfitti. » di sentì rispondere prima che chiudesse la comunicazione. Gli IDG si sganciarono dal nemico, raggiungendo una zona delle retrovie appena fuori portata dalle armi. Situazione che poteva cambiare in qualsiasi istante.
Steve gettò a terra il casco e spalle alle ragazze armeggiò con le chiusure di un guanto per riuscire a toglierselo.
Loro non capivano cosa avesse, il linguaggio del suo corpo era differente dal solito. L’unica cosa che leggevano era rabbia. Ma loro erano troppo contente di rivederlo per farci caso, non gli avevano ancora detto niente delle loro nuove condizioni: dei loro poteri che erano maturati, del fatto che ora potevano parlare normalmente.
Sapevano cosa stava per fare, i suoi movimenti erano palesi, avrebbero potuto evitarlo in un’infinità di modi ma non lo fecero perché non credevano sarebbe mai potuto accadere.
A mano nuda, aperta e tesa colpì con forza Alexya sul volto tirandole una violenta sberla che la mandò a terra. La sorpresa fu tale da immobilizzare Diana e Trish, non riuscirono neanche a fiatare che subirono la stessa sorte.
Esterrefatte lo guardarono ammutolite, erano già state sgridate in passato, avevano ricevuto dei ceffoni e anche solo allenandosi avevano sopportato colpi ben peggiori.
Sarà stato il caso che non si aspettavano che proprio Steve potesse comportarsi così con loro, ma quel semplice schiaffo fece più male del dovuto. Non riuscirono a evitare qualche lacrima, quasi fossero ragazze come le altre.
« Stronze, egoiste e bastarde. »- le rimproverò lui- « Col vostro programma phantom in testa forse neanche capite perché sono arrabbiato. Uccidere, uccidere, uccidere questo vi interessa. Gli altri possono tutti crepare, affezionarmi un minimo a voi è stata la più grossa cazzata che ho fatto. Credete di essere invincibili? Questa è una guerra e voi delle dilettanti! Credete di essere dei guerrieri o dei soldati? Non siete niente! Non solo quale potenziamento dei poteri possiate aver avuto, ma non è quello a fare la differenza! Quando userete un po’ di cervello, forse servirete a qualcosa! Per aiutarvi ho perso tre uomini e cinque sono feriti gravemente! Non che per voi significhi qualcosa, tranne Dasha e Isabella non vi importa di nessuno! » si lasciò cadere in ginocchio dalla stanchezza, abbassando il capo.
Quando lo rialzò erano sparite, si rimise il guanto e piegando la testa verso sinistra disse stancamente a Isabella, che aveva sentito arrivare e ne aveva riconosciuto i passi « Devi aver visto tutto, ora mi ucciderai perché ho colpito le tue preziose ragazze? »
« Buona lezione. Giovani, non ascoltano, devono provare in prima persona. »
« Tu invece? Perché diavolo non le hai fatte tornare indietro? »
« Detto di farlo, hanno deciso l’incontrario. Se hanno la forza per prendere una decisione, devono averla anche per sopportarne le conseguenze. Le sgriderò a tempo debito, la tua è gia stata una buona punizione. »
« Potrebbero morire su questo campo di battaglia, per imparare la lezione. »
« Le preferirei morte che indecise. Se pensassi che potrebbero comportarsi da preda, le avrei uccise anni fa. »
Lui rimase in silenzio non sapendo a cosa rispondere, decise di cambiare discorso. « Non ho visto umanoidi, è opera tua? »
Lei fece di si con la testa, aprì una mano due volte a indicare che ne aveva affrontati ed eliminati dieci prima di ritirarsi. Era rientrata al minimo cenno di stanchezza, questo era l’accordo che aveva stretto con Steve. Lei sarebbe entrata in battaglia solo al suo comando, rimanendovi fino a quando non si fosse sentita stanca. Quando fosse successo, battaglia permettendo, sarebbe dovuta rientrare subito per riposarsi. Finora stava ubbidendo, anche perché il nemico che combatteva non l’esaltava particolarmente. Non vedeva sangue ad eliminare gli umanoidi.
Sioux si avvicinò « Signore, ci chiedono supporto. »
« Dannazione…» Guardo l’ora, erano passati dieci minuti. Aveva sperato in un riposo più lungo anche se con la biotecnologia recuperavano prima. La carenza di biotici si stava facendo sentire, per il recente assalto erano state usate sei squadre per compensare la debolezza dei loro attacchi. Dopo un’offensiva una squadra fresca sostituiva quella precedente dandole modo di riposare.
La situazione attuale permetteva di usare uno o al massimo due poteri biotici, prima di costringere il biotico a ritirarsi. Questo spingeva i singoli reparti a un cambio sul fronte molto più rapido.
« Di a Meet di precederci con venti uomini. » ordinò.
« Meet è morto, signore. »
« Cazzo! » borbottò, il salarian aveva avuto il ruolo originario di caposquadra. Tra i pochi sopravvissuti degli IDG come ufficiali c’erano lui, Sioux e Meet.
« Scegli qualcuno dei nostri, digli che è promosso a caposquadra, dagli venti uomini e spiegagli cosa fare. Quattro minuti e il resto dell’unità lo raggiungerà. »
« Sissignore. » rispose Sioux allontanandosi per dare gli ordini.
Isabella si avvicinò a Steve leccandogli una guancia.
« Che diavolo significa? » domandò seccato lui, pulendosi col dorso di una mano.
« Mi piaci adesso, prima della battaglia eri noioso. Insignificante. »
« Mi hai “fulminato” con l’energia biotica perché non ti piacevo? Scusa se in quella situazione mi sentivo abbattuto dopo aver scoperto di aver perso il comando del reggimento che ho dovuto affrontare in battaglia sotto forma di zombi. »
« Hai combattuto, ucciso e sei sopravvissuto ma non senti nessun vero senso di colpa o disagio per questo. Cerchi di crearli perché la società ti ha educato ad averli, ma quello che provi è tutto falso. »
Lui si alzò « Ti preferivo silenziosa. » le porse una mano per aiutarla ad alzarsi che lei accettò.
« Andiamo a sterminarli. » asserì lui, ricevendo in quel momento un messaggio.
« Squadra fin tanto che non trovo Dasha. »
« Mi sta bene. » - rispose mentre si avviavano e aggiunse - « Le ragazze, sicura di volerle qua fuori? Ho ricevuto un messaggio da Asiria, sono con lei, pare che si siano messe al suo comando. Potresti richiamarle. »
« Non serve. Hanno imparato.» affermò lei.
« Potremmo chiedere al Catalizzatore di fare a loro lo stesso che ha fatto a te. Così anche loro potrebbero parlare. Quelle tre mi faranno venire un crepacuore dalla preoccupazione. Non che loro capiscano certe cose.»
Gli occhi di Isabella si allargarono per un istante, gli angoli della bocca andarono al in su e disse « Non serve più. »
Lui non capì il senso di quella risposta, aveva però la sensazione di essere vittima di qualche scherzo.
Non indagò oltre, distratto da un nuovo particolare. Adesso che Isabella parlava, aveva notato che aveva una bella voce più che adatta a lei.
Fu sollevato che la corazza nascondesse la sua erezione, non era vergine ma sentire quella voce l’aveva eccitato.
“Il potere della figa” pensò divertito fra se. Era fedele, aveva una magnifica ragazza ma certe cose l’uomo non riusciva a controllarle.
Isabella gli sorrise prima di mettersi il casco, lui sperò che non avesse intuito qualcosa.


*****


« Signore, la base nemica si sta muovendo, di poco. » comunicò un operatore ad Hannah.
« Dettagli! »
« Si sta avvicinando alla parte posteriore della Cittadella. » a quelle parole l’Ammiraglio corse a guardare i dati di quello che stava accadendo sullo schermo.
« Ordinate un attacco totale e dite ai krogan d’intervenire, bisogna sfondare ora! Mettete i silos nucleari in fase di pre-lancio, se falliamo darò l’ordine di distruggere la Cittadella. » A quelle parole calò il silenzio nella controllo « Muoversi!» Fu costretta a urlare per farli tornare al lavoro.
Si dava della stupida, come aveva fatto a non capirlo prima. Era incappata nella stessa situazione di sua nipote Olivia e non l’aveva capito. Lei aveva massacrato centinaia di grigi indifesi, che incuranti della propria vita, le si erano gettati contro.
La flotta di Hannah aveva distrutto un buon numero di navi nemiche, nonostante i rinforzi che uscivano dalla base principale stavano vincendo. Almeno aveva creduto, invece era tutto falso.
Si era aspettata che i grigi si comportassero come ogni altra specie, solo ora aveva capito che per loro la perdita di quelle navi, dei loro equipaggi, dei membri delle propria specie era priva di ogni valore.
Sullo schermo seguiva i movimenti della stazione nemica che si agganciava alla Cittadella.


*****


Un tremore si diffuse su tutto il campo di battaglia rendendo impossibile, per alcuni istanti, ai soldati rimanere in piedi. La linea del fronte ondeggiò pericolosamente, la paura che la Cittadella stesse per spezzarsi si diffuse. Fortunatamente il fenomeno non durò a lungo, i soldati mantennero le posizioni.
Fu lo stesso uno dei momenti più incerti di tutta la battaglia, non sapere cosa stesse succedendo induceva false preoccupazioni in ogni soldato. L’ordine di un assalto totale era stato ricevuto ma soldati e ufficiali esitavano. Mantenevano le posizioni, non riuscendo però a fare altro.
I criminali di Omega avevano cominciato a ritirarsi, Divisione N indugiava, Alleanza e Turian caricarono ma da soli non avevano le forze necessarie, le Asari indebolite dalle azioni nemiche non riuscivano a combattere nel pieno dei propri poteri. Essere affiancati dai Quarian/Geth le aveva salvate.
I salarian con le restanti potenze minori, rinforzavano dov’era necessario.
Il pesante fuoco d’artiglieria dei Titani e di ogni altra unità, che fino a quel momento aveva ostacolato la formazione di grosse compagini nemiche, cessò.
La pressione dell’attacco dei grigi aumentò su tutto il fronte, gli umanoidi diffusero il terrore. Isabella in ginocchio respirava a fatica, ne aveva eliminati oltre una trentina di fila e il suo corpo ne stava risentendo. In quel momento non poteva ritirarsi. Steve si sentiva perso, avrebbe voluto Olivia con se, tutto quello che poteva fare e che faceva era combattere.
Asiria, assieme a delle truppe drell della guardia reale di sua padre e alle ragazze Weaver, faceva lo stesso attaccando più che poteva. Era rimasta sorpresa quando le tre ragazze Waver le avevano chiesto di combattere insieme a lei, promettendo di ubbidire a ogni suo ordine, per imparare come muoversi su un campo di battaglia.
Sorprendentemente stavano facendo come veniva loro detto, imparando molto in fretta. Ma era tutto inutile se il senso di insicurezza che avvertiva ovunque non fosse stato eliminato, alla svelta, dall'esercito. Maledisse che Olivia non fosse li con loro, sarebbe stata la persona perfetta per quello.
Improvvisamente l’assalto dei grigi si arrestò e grida si alzarono dietro il loro schieramento. La notizia si diffuse subito, i krogan avevano assalito il nemico alle spalle. Il fuoco d’artiglieria era cessato per non colpire gli alleati. La fiducia riprese a crescere, i soldati di nuovo motivati attaccarono.
Con l’aiuto di queste forze fresche il fronte nemico cedette. Da Beckestain, dov'erano approdati in segreto sbarcarono sulla stazione usando le veloci e nuove navette HS-22, con in aggiunta quella usate dalla flotta, toccando terreno dietro le linee nemiche in un unico sbarco.
I loro biotici, sebbene risentissero della stessa debolezza che aveva colpito tutti gli altri, erano ancora in grado di sferrare attacchi potenti.
Urdnot Wrex guidò personalmente la prima carica. Il nemico si trovò circondato su due fronti e tagliato fuori dai rinforzi che in continuazione giungevano dal Presidium, rinforzi inadeguati a formare un nuovo fronte più arretrato.
Fu nel bel mezzo dei combattimento che Asiria incontrò una sua conoscenza: Okasa, la figlia di Grunt. Biotica e sciamana, aveva concluso da poco il suo percorso spirituale per ricoprire quel ruolo tra il suo popolo. Come da tradizione non aveva mai lasciato il suo pianeta, per dedicarsi completamente allo studio e al recupero della memoria perduta della sua gente.
Questa decisione era imposta a qualunque krogan nel suo percorso da sciamano. Solo ora che lo era diventato, poteva lasciarlo.
« Asiria! » « Okasa! » Si dissero a vicenda come saluto, nel mezzo dello scontro non c’era certo spazio per altro.
Solo quando il combattimento terminò nel loro settore, finalmente poterono scambiare qualche parola.
« Mi aspettavo di trovarti con le asari? Che fine hanno fatto gli altri della SR3? »
« Mi sono imbattuta prima in mio padre e nei drell. Olivia è dietro alle linee nemiche in missione, con un alleato di cui dubito. Steve è da qualche parte su questo campo di battaglia, ci siamo persi di vista durante i combattimenti. Degli altri, stranamente, non ho notizie. »
« A me è giunta voce che avessero una missione segreta. Questo ti farà ridere, ho anche sentito che Olivia sarebbe incinta e il padre sarebbe Arturus, un turian! »
« È vero. » rispose l’asari. Le due amiche si fissarono un attimo in silenzio.
« Degno di Olivia, riesce sempre a fare quello che per altri è impossibile. » dichiarò Okasa, come a congratularsi con l’amica che non era presente, per un’impresa coraggiosa. « Loro chi sono? Phantom? Quella corazza la trovi solo nei libri di storia. » domandò la krogan indicando tre umane, emanavano una strana aurea di pericolo.
« Lunga storia, diciamo che hanno chiesto di essere al mio comando. »


*****


Steve osservava da un'altura, il nemico era nel caos più totale. Felicità e dubbi convivevano in lui in quel momento. Si chiese come stesse Olivia che sapeva sola con Dasha e il Catalizzatore. Non capiva perché non aveva avuto notizie della SR3, si era aspettato di ritrovare i vecchi amici e compagni nella battaglia ma non aveva visto nessuno. Si chiese come stesse Ilary, avesse potuto avrebbe immerso la sua faccia tra i suoi seni all’istante.
I Demoni non erano stati presenti, gli Umanoidi erano stati molto inferiori di numero rispetto alle stime, questo un po’ lo preoccupava.
“ Che il nemico stia risparmiando le forze? “ Pensò, mentre la via per il Presidium era aperta. Per qualche motivo sconosciuto quello che vedeva non lo convinceva.
Non vi era traccia di ufficiali o almeno lui non ne vedeva, si domandò come funzionasse la loro catena di comando e chi tra il nemico lo avesse in quell'istante.
Inutili rinforzi continuavano ad arrivare dal Presidium per essere massacrati, nessuno dava segni di fuga e panico. Cani e Gorilla erano delle macchine, ma gli esoscheletri e gli Umanoidi avevano dei piloti e questi avrebbero dovuto comportarsi diversamente dai mech.
I loro avversari, la razza dei grigi doveva essere formata da super-geni, non potevano comportarsi in maniera così idiota e sconsiderata. Se uno era intelligente, non avrebbe accettato di buttare via la propria vita per niente. Si sentiva preso in giro.
«Isabella, mi serve un favore. » disse al comunicatore ma non ricevette nessuna risposta « Aiutami e farò qualsiasi cosa tu mi chieda.»
Il phantom gli apparve davanti tramite un trasporto di fase. Aveva il fiatone, il sudore le impregnava il corpo.
« Cosa? » domandò subito lei.
« In tutta questa battaglia c’è qualcosa che non va. A noi può sfuggire, ma a quel tuo sesto senso? Riusciresti a trovare qualcosa di insolito? Se ci fosse. »
Lei lo guardò strano, facendogli dubitare che avrebbe accettato.
Invece chiuse gli occhi e si concentrò. I rumori della battaglia imperversavano: gli spari, le urla, il rumore dei passi, l’odore del sangue, delle viscere e degli escrementi. Isolò ed escluse ogni stimolo che le giungeva, all'improvviso si sentì osservata.
Questo la sorprese, nessuna presenza le era mai sfuggita, intuì che la battaglia in corso l’aveva mascherata. Vi era però dell’altro che adesso sentiva sempre più forte: eezo.
Aprì gli occhi indicando un punto in aria, proprio sopra al campo di battaglia. Per la distanza, a occhio nudo non scorsero niente.
Sioux guardò nel mirino del proprio fucile « Signore, c’è qualcosa! » gridò stupefatta.
« Si più precisa. Che significa “qualcosa”? »
« Io…sembra una gigantesca zanzara con ali di farfalla, in un corpo blu luccicante. »
Lui prese il proprio fucile e guardò nel mirino « Richiedo fuoco d’artiglieria a queste coordinate. Roba pesante.» disse ansioso nel comunicatore, spaventato che quella “cosa” facesse qualcosa che avrebbe potuto costare la vittoria adesso così vicina.
« Impossibile, coordinate sbagliate. È un punto in aria. » gli rispose un artigliere in un tono in cui chiaramente credeva di parlare a un’idiota.
« Esatto, le coordinate sono giuste. Fuoco!»
Una singolo colpo esplose, colpendo in cielo un enorme scudo biotico. Abbastanza forte da resistere.
Molti soldati continuarono ad avanzare, altri alzarono lo sguardo al cielo, il fenomeno non era passato inosservato.
L’essere volò sul campo di battaglia, anche se le sue ali non si muovevano, fece un ampio giro e volò via, verso il Presidium a quota sempre maggiore.
Dalla gigantesca stazione dei grigi altri essere identici  arrivarono, centinaia e centinaia. Impossibili da contare.
« Non è finita. » mormorò Steve.
   
 
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