Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: BlackVanilla    23/11/2016    3 recensioni
cit. dal testo:...non si sente volare una mosca...credi che giochino a carte?
Genere: Demenziale, Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pirati Heart, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Orca, ne sei assolutamente sicuro?”, Gwennie puntò gli occhi verdi in quelli del pirata, il quale non riuscì a sostenere il suo sguardo e finì per mettersi a guardare il pavimento.
“Ma certo che lo sono, altrimenti non sarei venuto qui per parlartene, giusto?”, si passò una mano sulla nuca sistemandosi il berretto, “se non te la senti non fa niente, non voglio metterti in imbarazzo!”.
La ragazza lo prese per il braccio in modo da impedirgli di andarsene, avvicinò il viso a quello di lui e gli sussurrò piano, “Ma che dici, mi va molto la cosa ma dobbiamo essere sicuri che lui non ci scopra!”.
Orca annuì rassicurandola, avrebbero agito nell’ombra, niente di quella faccenda sarebbe trapelata e non sarebbero mai stati scoperti.
“Va bene, allora siamo d’accordo…troviamoci a mezzanotte nella tua cabina!”, la giovane si congedò rapidamente controllando il corridoio prima di sgattaiolare via.
 
Orca guardava l’orologio con ansia crescente, mancava poco alla mezzanotte e si sentiva leggermente agitato…lei stava per arrivare, stava per entrare nella sua cabina!
Aveva messo tutto in ordine, pulito ogni centimetro nonché profumato l’ambiente con un deodorante spray che nemmeno sapeva di avere.
Un leggero bussare alla porta lo fece sussultare, era davvero teso, si ripromise di darsi un controllo altrimenti avrebbe potuto rovinare tutto in quel modo!
“Ciao!”, lo salutò Gwennie sussurrando, “ho portato tutto”.
La ragazza mise sul tavolo una tracolla di tela che all’apparenza pareva vuota tanto era floscia,                il ragazzo la osservò e poi gettò uno sguardo sulla sua ospite: indossava una felpa morbida azzurra, un paio di jeans chiari e i capelli erano raccolti in due treccine che le ricadevano sulle spalle.
Arrossì.
“Bene”, disse ritrovando la voce, “lo facciamo?”.
Lei gli mostrò il pollice alzato prima di aprire la borsa ed estrarne il contenuto.
 
Un paio di giorni dopo Penguin e Toru, il suo compagno dalla strana mimica facciale e sempre munito di un’enorme ascia, erano seduti al tavolo da pranzo intenti a consumare uno spuntino pomeridiano.
Il silenzio era rotto solo dal rumore prodotto dalle mascelle dei due ragazzi che masticavano felici il loro panino imbottino al prosciutto, insalata, formaggio, pomodori e cetriolini.
“Ehi, vuoi sapere una cosa?”, chiese Toru aggiungendo della senape al suo pasto già piuttosto voluminoso.
Penguin annuì poco interessato, il suo cervello era completamente assorbito dal sapore delizioso del prosciutto che aveva scelto per il suo panino…Jasper ne teneva sempre in dispensa un paio di tipologie diverse, così che potessero cambiare i sapori nei piatti a cui decideva di aggiungerlo.
“Credo che Orca e Gwennie…”, non terminò la frase a parole ma con un chiaro movimento del bacino.
Minuscoli coriandoli di cibo ricoprirono il tavolo, il viso per niente contento di Toru e gran parte del pavimento.
“Che…che cavolo dici?”, bofonchiò Penguin pulendosi la bocca con il tovagliolo.
“Beh, ogni sera lei va nella cabina di lui…e poi non si sente volare una mosca…credi che giochino a carte?”, esclamò ripulendosi il viso con un fazzoletto di carta, “ehi, grazie per la doccia…”.
Mentre andava a prendere uno straccio per rassettare il pavimento, Penguin pensò alle parole di Toru, il quale se ne era tornato in sala macchine per dare una mano.
Era davvero possibile ciò che il compagno gli aveva detto?
In effetti la sua cabina era proprio acanto a quella di Orca…e, pensandoci bene, ultimamente il suo amico era leggermente distaccato nei suoi confronti, cosa che non accadeva quasi mai.
Decise di provare a sondare il terreno con Gwennie, certamente se c’era qualcosa di vero in questa faccenda lo avrebbe capito parlandole assieme.
 
Penguin individuò Gwennie mentre questa era impegnata nel riporre un testo nella libreria del salotto, con la scusa di darle una mano attaccò discorso.
Parlarono del più e del meno per un paio di minuti e, quando lo ritenne opportuno, il pirata buttò lì una frase quasi a caso studiando con interesse l’espressione del viso della giovane.
“Ma tu sai dove si caccia Orca in questi giorni? Non lo vedo praticamente più…forse sarà nella sua cabina?”.
Gwennie si irrigidì notevolmente e le gote si colorarono di un rosa acceso, balbettò che non lo sapeva, non lo vedeva anche lei da un pezzo…poi indietreggiò fino a colpire il divano con la gamba, salutò frettolosamente il ragazzo e corse letteralmente via.
Allora era vero!
Quei due stavano insieme, ma perché Orca non glielo aveva detto?
Stava pensando intensamente quando Bepo fece la sua comparsa, reggeva una pila di libri che posò sul tavolino in attesa di rimetterli a posto.
“Sono del capitano?”, chiese con tono piatto Penguin.
Bepo annuì, talvolta Law gli chiedeva di rimettere a posto dei libri che aveva preso dal salotto, nella sua cabina non c’era davvero più posto per altri tomi medici.
“Secondo te le piace?”, vedendo l’espressione interrogativa dell’orso, il pirata si spiegò meglio, “Gwennie intendo, secondo te al capitano piace? Perché che a lei lui piacesse si vedeva…ma credo che il fatto di non essere corrisposta l’abbia portata a cadere nelle braccia di un altro…”.
Le fauci del navigatore si spalancarono.
Non proferì parola prima di due o tre minuti di assoluto silenzio.
Successivamente si fece spiegare tutto dall’informatissimo Penguin, il quale non risparmiò nessun dettaglio, compreso il movimento di bacino fatto da Toru.
Non ci fu il tempo di aggiungere altro perché Bepo era già sparito.
 
Law detestava essere disturbato, ma detestava ancora di più che si bussasse in quel modo violento alla porta della sua cabina.
“Avanti!”, concesse con tono per niente incoraggiante.
Quando vide Bepo trafelato si calmò un poco, aveva piena fiducia nel suo navigatore e sapeva che non si sarebbe mai comportato così se non per una più che valida ragione.
Adesso voleva sentire quale fosse.
L’orso polare si aspettava che mentre stava riferendo le parole di Penguin, l’espressione del viso del capitano cambiasse, esprimesse qualcosa…rabbia, dolore…invece niente, era rimasto freddo e distaccato come una statua di ghiaccio.
“Capitano, capisci? Potresti perderla! Cosa è accaduto tra di voi?”, Bepo era davvero triste, Gwennie aveva riportato la luce dell’amore nella sfortunata esistenza del Chirurgo della Morte…che ne sarebbe stato del suo cuore se tutto questo fosse terminato?
“Per favore, lasciami terminare il mio lavoro adesso. Grazie per le informazioni”, Law si girò tornando a studiare il microscopio.
Il navigatore abbandonò la stanza con un grande vuoto nel cuore.
 
Tre giorni dopo nel sottomarino non si parlava di altro, ovviamente i soli diretti interessati ne erano all’oscuro, così dopo cena Law prese da parte Gwennie per parlarle in privato.
Decisero di uscire sul ponte dato che avevano deciso di emergere per prendere tutti una boccata d’aria, non erano ancora in territorio nemico, quindi era opportuno approfittarne finché potevano.
Faceva piuttosto freddo, il mare era una tavola nera e il cielo completamente scuro no lasciva brillare nemmeno una piccola stella, pareva di essere dentro ad una scatola ben chiusa.
“Devi dirmi qualcosa?”, esordì calmo lui, avvolto nel suo cappotto nero lungo fino alle caviglie.
Lei lo guardò.
C’era qualcosa di diverso nei suoi occhi…di cosa si trattava?
Sembrava…dolore?
“In realtà sì…è da tempo che volevo parlartene, ma tu eri sempre così occupato! Ecco io…”, si interruppe, la voce le mancò.
Law stava guardando l’orizzonte scuro senza vederlo, non era sicura che la stesse ascoltando.
“Ti prego prosegui”, la invitò girandosi completamente verso la ragazza, le braccia incrociate sul petto.
Gwennie sorrise leggermente, prendendo coraggio.
“Allora…da dove inizio? Ah, giusto…io e Orca”, un leggero fremito scosse l’occhio destro del dottore, ma lei non se ne accorse, “abbiamo fatto una cosa…cioè la proposta è stata sua, ma devo dire che mi sono lasciata coinvolgere pienamente! E mi sono divertita parecchio! Mi piace fare questo genere di cose…l’ho scoperto solo adesso!”.
Solo l’immenso potere di autocontrollo di Law gli atava permettendo di ascoltare con perfetta calma quel discorso, se non l’avesse avuto…meglio non approfondire.
“Non so se lo ricordi…ma domani sarà il compleanno di Penguin! Orca mi ha chiesto di aiutarlo ad organizzare una festicciola…so che non sono cose che ti vanno a genio, ma sarà bellissimo vedrai! Possiamo farla, vero?”, gli si avvicinò stringendosi le mani, gli occhi supplichevoli.
Il capitano non poteva crederci.
Sbuffò di sollievo.
“Gwennie, lo sai che tutti là dentro credono che tu e Orca abbiate una relazione?”, gli veniva quasi da ridere.
Lei fece un’espressione di pieno stupore, oltre che di imbarazzo…aveva capito al volo il motivo per il quale Law le aveva chiesto di andare a parlare sul ponte da soli, perché tutti parlottavano dietro di lei quando passava e perché Bepo la guardava con un’aria a dir poco addolorata.
“Oh, no! Che pasticcio!”, si mise le mani sulle guance, era diventata completamente rosse, “io…non immaginavo…sono andata da Orca un paio di volte per metterci d’accordo…per non essere uditi parlare scrivevamo tutto su un quaderno…non volevamo che Penguin lo scoprisse prima del tempo!”.
Le forti braccia del suo chirurgo l’avvolsero all’improvviso lasciandola quasi senza fiato, aspirò a pieni polmoni il profumo intenso e particolare che caratterizzava Law, godendosi completamente quel momento.
Appena l’abbraccio si sciolse leggermente, lei si perse negli occhi grigi di lui, vedendovi completamente scomparso l’alone di dolore che aveva notato poco prima.
“Scusami, ho combinato un guaio, vero?”
Il dottore appoggiò il mento sulla testa di lei, “Non mi pare…in ogni caso ricorda che puoi sempre dirmi tutto…per te ho sempre tempo”.
Lei annuì vigorosamente prima di abbandonarsi in un lungo e appassionato bacio.
 
La festa fu spettacolare, la torta era decisamente strepitosa, al cioccolato con ripieno di crema alla banana e decorata con confetti colorati, il buffet non era da meno, per non parlare delle bibite.
Penguin rimase a bocca aperta, non si era affatto aspettato una festa a sorpresa e la cosa lo lasciò a dir poco di sasso: quando fu spiegato a tutti il motivo delle visite notturne di Gwennie nella cabina di Orca, non poterono fare a meno di sentirsi degli stupidi.
Accantonato rapidamente il malinteso, i pirati dettero il meglio di sé nei festeggiamenti e, mentre le ore trascorrevano veloci, Bepo era al massimo della felicità: il suo capitano e Gwennie erano ancora una coppia e lo sarebbero stati per sempre, ne era certo.
Orca era soddisfatto, non solo la festa stava riuscendo, ma aveva anche passato del tempo con lei…
Anche se Gwennie e Law non avevano rivelato la natura del loro rapporto, c’erano già diversi pettegolezzi che giravano su di loro…
 
 
Lettoriiiiii!!!! *.*
Vi tormento in questi giorni, vero?
Ecco un altro parto della mia folle testolina…non ho idea di come mi sia venuto in mente…fatto sta che l’ho scritto! XD
Fatemi sapere che ne pensate!
Curiosa io! ^.^
Alla prossima, un abbraccio collettivo!
Vostra
BlackVanilla
 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: BlackVanilla