Questo è l’ultimo capitolo di ASLD che ho scritto, per il seguito
credo che dovrete aspettare un po’ di più ^^. Non smetterò mai di ringraziare
tutti quelli che continuano imperterriti a leggere la mia fan fic, credetemi se
non ci fossero i lettori come voi il mondo non avrebbe più bisogno di scrittori
come me (e come tutti gli altri miei “colleghi” scrittori di fan fic). Spero
che questo capitolo vi piaccia e soprattutto, per qualsiasi cosa mi raccomando
di lasciare i vostri commenti ^^
<< Phos?>> sentendo quel nome Skia si sentì come se si fosse
risvegliata da un lungo sonno.
<< Cosa gli è successo?>>
<< Lui è... ugh>> la ragazza fece una
smorfia di dolore e istintivamente si andò a toccare la ferita che aveva sulla
gamba destra, era un taglio molto profondo che attraversava tutto lo stinco da
cui fuoriusciva ancora del sangue.
<< Adesso non è il momento di parlare, bisogna curarla al più presto
altrimenti morirà dissanguata>> disse con voce risoluta Meden.
<< Giusto, portiamola nella stanza di Skia, lì ci occuperemo delle sue
ferite>> suggerì Agenon. Akardia fece un cenno d’assenso e gli altri due
si misero subito in moto per spostare velocemente la ragazzina. Intanto Skia
rimase immobile, al centro dell’atrio. Aveva lo sguardo fisso nel vuoto. Non si
era minimamente accorta di essere rimasta sola con Akardia.
<< Skia ti senti bene?>> quelle parole però non raggiunsero la
ragazza. Lei era ormai persa nella ragnatela dei suoi pensieri. “non è
possibile, se quella ragazzina è un cavaliere, se è venuta qui per me, per
parlarmi di Phos allora...allora...significa che Phos è...no non voglio neanche
pensarci...ma, perché è venuta in questo luogo? Perché ha rischiato la sua
vita? Cosa voleva dirmi? Perché sta succedendo tutto questo, perché,
perché?...”
<< Perché?...>> sussurrò all’improvviso.
<< Skia, ti prego, torna in te...guardami!>> Akardia aveva preso la
ragazza per le spalle, il viso di lui di fronte a quello di lei. Sperava di
riuscire a risvegliarla da quella trans in cui era caduta.
<< Ti supplico, dì qualcosa...>>
<< Perché...>>
<< Uh?>>
<< Perché sta succedendo tutto questo? Perché?>> E mentre diceva
queste cose appoggiò la testa sul petto di Akardia e lui, istintivamente, la
strinse in un abbraccio.
<< Calmati adesso, non sappiamo cosa sia venuta a dirci quella ragazzina,
forse non è successo nulla, forse Phos sta bene, ma ora come ora possiamo solo
sperare che le sue condizioni migliorino, poi vedremo cosa ha da dirti. Adesso
però bisogna aspettare. Scusami, ma è meglio che vada anche io a controllare la
situazione, Agenon e Meden avranno bisogno di me.>>
L’uomo si sciolse delicatamente dall’abbraccio, baciò la fronte della ragazza e
sparì dileguandosi in una nube di fumo nero. Skia si sentì cedere le gambe e
cadde a terra in ginocchio. Il silenzio dell’atrio vuoto l’avvolgeva
completamente. L’aria, improvvisamente, si fece pesante tanto che, ad ogni suo
respiro, sentiva i polmoni farle sempre più male.
Rimase in quella posizione per ore e ore, con un unico pensiero che le riempiva
la mente: “Phos”. Era rimasta lì, ad aspettare e intanto ripensava a tutti i
momenti che aveva trascorso con lui: il loro primo incontro, Crepuscopoli, la
scoperta di quel mondo tanto diverso in cui però si sentiva a suo agio, il
gelato al sale marino, il tramonto sulla torre...il suo sorriso. Tutte le cose
a cui un tempo non avrebbe mai dato importanza ora erano diventate elementi
essenziali della sua esistenza, a cui non avrebbe mai e poi mai potuto
rinunciare.
Trascorsero cinque ore in tutto, ma per Skia quel tempo sembrò un’eternità. Fu Agenon
a recarsi per primo da lei.
<< Coraggio Skia, alzati, la ragazzina ormai è fuori pericolo, grazie
alle nostre tecnologie siamo riusciti a fermare le emorragie e a guarire tutte
le ferite. Adesso sta riposando, ma, visto che ha chiesto di te con tanta
insistenza, abbiamo deciso che è meglio che vi incontriate subito.>> La
giovane non se lo fece ripetere due volte. Nonostante le occorse un po’ di
tempo per riprendere la sensibilità alle gambe, una volta in piedi corse subito
per le scale, diretta verso la sua stanza. Però, era strano, adesso si sentiva
completamente svuotata, come se ad ogni scalino lei abbandonasse una parte
dell’angoscia che l’aveva soggiogata per tutto quel tempo. Appena arrivata
davanti all’entrata vide Meden accanto alla porta, sembrava molto affaticato.
<< Finalmente sei arrivata, ti stavamo aspettando. Coraggio, entra
pure.>>
Così dicendo, aprì la porta e la fece entrare. Notò subito che la stanza era
diversa da come l’aveva lasciata. Adesso era piena di strani macchinari nei cui
monitor apparivano cifre e numeri di ogni sorta. Tutti quei dispositivi erano
collegati al letto. Ma non furono questi che attirarono l’attenzione della
giovane. Il suo sguardo, infatti, si era posato su di un piccolo macchinario
vicino al muro sul cui schermo si muoveva ad intervalli regolari una linea che,
emettendo un piccolo “bip”, andava a formare tante
onde a volte più grandi, a volte più piccole.
<< Quello è un elettrocardiogramma, serve a controllare i battiti del suo
cuore>> disse Akardia, avendo intuito i pensieri della ragazza.
<< Il suo cuore...>> ripeté sottovoce.
<< Bhè, adesso è meglio che vi lasci sole, sono sicuro che avrete molto
di cui parlare.>> e così dicendo uscì dalla stanza chiudendosi la porta
alle spalle. Subito piombò il silenzio. L’unico rumore che si sentiva era il bip prodotto dall’elettrocardiogramma. Un suono molto
regolare e distinto che diventava sempre più veloce a mano a mano che il tempo
passava. Skia, che ancora teneva lo sguardo fisso su quel marchingegno, girò
lentamente la testa e per la prima volta vide ciò che c’era all’interno della
stanza. Finora aveva avuto paura di guardare il volto di quella strana visitatrice,
temeva che ciò che avrebbe detto non le sarebbe piaciuto, quindi preferiva
tardare il momento dello scontro il più possibile. Ma ora, di fronte a quella
visione, sapeva di non avere via d’uscita. La ragazzina era distesa sul letto,
le braccia collegate con dei tubi a dei marchingegni e coperte di bende, il
viso, assonnato, rivolto verso di lei. I suoi occhi azzurri la fissavano con
un’espressione vittoriosa, la stessa che aveva avuto al suo arrivo.
Fu lei ad iniziare il discorso.
<< Ciao Skia, è bello incontrarti finalmente, anche se non si può certo
dire che queste siano le condizioni migliori per fare due
chiacchiere...>>
<< Come hai fatto a venire qui? >>
<< Bhè, che domande, sono un cavaliere della N.A.L., e di nono grado, per
giunta. Non è stato difficile rintracciare un varco oscuro, mi è semplicemente
bastato controllare gli spostamenti di un gruppo di Nobodies
a Crepuscopoli e fatto! Ecco il passaggio per il regno dell’oscurità.>>
<< Vuoi dire che ti è bastato seguire un gruppo di Nobodies
per arrivare fino a qui?>>
<< Sì, certo. E ti dirò, è stato più semplice del previsto. L’unica
difficoltà è stata superare le orde di creature che mi aspettavano dall’altra
parte.>>
<< Ma...se tu sei riuscita in una simile impresa...anche i cavalieri di
grado superiore al tuo sono capaci di farlo.>>
Andreia abbassò per un attimo lo sguardo, poi riprese:
<< Questo è il problema...e adesso veniamo al motivo per cui sono qui. Skia,
tu e i tre saggi siete in pericolo!>>
<< In pericolo? Ma, come è possibile? E Phos? Cosa...ne è stato di
lui?>>
<< Non ti preoccupare, è salvo ma...è meglio che ti spieghi. Eis ci ha
convocati per una riunione straordinaria a Radiant Garden. Ha detto che tu sei
un’arma di distruzione di massa creata dai tre saggi per cancellare le creature
di luce...>>
<< Ma, questa è una menzogna!>>
<<...infatti Phos ha cercato di ribellarsi. Di fronte a tutta l’armata
lui ti ha difesa e ha tentato di spiegarci la situazione...>>
<< Di fronte...a tutta l’armata?>> Skia si sentiva un verme. “Come
ho potuto chiedergli una cosa del genere?”
<<...sì, ma purtroppo Eis lo ha interrotto prima che potesse parlare...e
lo ha imprigionato, facendolo passare per un traditore>>
<< E adesso? Cosa accadrà? Dobbiamo liberarlo!>>
<< Ecco, a proposito di questo, Phos mi ha detto di dirti che per nessun
motivo al mondo devi andare nei territori di luce. Finché rimarrai nel tuo
mondo sarai in vantaggio e avrai più possibilità di salvarti.>>
<< Ma cosa ne sarà di lui?>>
<< Adesso non è questo l’importante! Ascoltami bene Skia, Phos non sa
quello che è successo dopo la sua cattura>>
<< In che senso?>>
<< Dopo che i cavalieri Duo e Treis hanno portato Phos nelle segrete il
comandante ha stabilito un piano per attaccarvi. Lui vuole farvi credere di
voler stipulare un accordo di pace, ma in realtà è solo un modo per ingannarvi
e attaccarvi di sorpresa. Ha detto che lui, insieme a Duo, Treis, Tettares e
Pente, si sarebbe recato al più presto dai tre saggi per mettere in atto il suo
piano. Questo significa che fra pochi istanti saranno qui!>>
Skia ancora non riusciva a credere che gli eventi che Andreia le aveva narrato
si sarebbero verificati.
<< Ma se ciò che hai detto si dovesse avverare...scoppierà una
guerra!>>
<< Già, lo so. Ma, ora come ora, è necessario che tu rimanga nascosta,
almeno finché non sapremo il motivo per cui sei stata creata...>>
<< In realtà io...conosco il motivo...>>
<< Cosa? Phos mi aveva detto che tu...>>
<< L’ho saputo solo pochi attimi prima che tu arrivassi>>
<< E allora? Se sai perché sei stata creata devi dirlo, è l’unico modo
che abbiamo per smascherare le intenzioni del comandante>>
<< Ecco io...sono nata per creare...un punto di contatto>>
<< Un punto di contatto?>>
Skia fece cenno di sì con la testa.
<< Proprio così, i tre saggi mi hanno creata per far in modo di far
nascere un legame tra il mondo oscuro e quello di luce. Però, io ancora non ho
capito in che modo...>>
<< Mmm...loro vogliono veramente la pace, e il comandante lo sapeva.
Scommetto che ha sfruttato questo desiderio come arma contro di loro. Che uomo
spregevole...>>
<< Cosa facciamo?>>
<< L’unica cosa da fare è che tu fugga al più presto da qui!>>
<< Ma dove potrei andare?>>
<< Non importa dove, basta solo che tu vada via prima che loro...>>
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta. Era Meden. Aveva un volto a dir poco
spettrale. Gli occhi color topazio spalancati e vitrei che guardavano fisso
davanti a sé, la bocca serrata e inespressiva, il volto pallido come quello di
un morto.
<< Meden, cosa è successo? Perché hai quella faccia?>>
Il Nobody rispose, ma sembrava che non muovesse affatto le labbra.
<< Per nessuna ragione al mondo devi uscire da questa stanza. Né tu, né
la ragazzina. Cercate di non fare il benché minimo movimento.>>
<< Cosa?>>
<< Loro sono qui>> disse con voce allarmata Andreia.
<< Oh,no!>>
“La guerra sta per cominciare!”