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Autore: Flapink    17/05/2009    1 recensioni
Un giovane guerriero di luce.
Una ragazza nata dall'Oscurità.
Un mondo che ha deciso di dividerli.
Potrà il loro amore porre fine alla guerra?
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Genere: Romantico, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Questo è l’ultimo capitolo di ASLD che ho scritto, per il seguito credo che dovrete aspettare un po’ di più ^^. Non smetterò mai di ringraziare tutti quelli che continuano imperterriti a leggere la mia fan fic, credetemi se non ci fossero i lettori come voi il mondo non avrebbe più bisogno di scrittori come me (e come tutti gli altri miei “colleghi” scrittori di fan fic). Spero che questo capitolo vi piaccia e soprattutto, per qualsiasi cosa mi raccomando di lasciare i vostri commenti ^^



<< Phos?>> sentendo quel nome Skia si sentì come se si fosse risvegliata da un lungo sonno.
<< Cosa gli è successo?>>
<< Lui è... ugh>> la ragazza fece una smorfia di dolore e istintivamente si andò a toccare la ferita che aveva sulla gamba destra, era un taglio molto profondo che attraversava tutto lo stinco da cui fuoriusciva ancora del sangue.
<< Adesso non è il momento di parlare, bisogna curarla al più presto altrimenti morirà dissanguata>> disse con voce risoluta Meden.
<< Giusto, portiamola nella stanza di Skia, lì ci occuperemo delle sue ferite>> suggerì Agenon. Akardia fece un cenno d’assenso e gli altri due si misero subito in moto per spostare velocemente la ragazzina. Intanto Skia rimase immobile, al centro dell’atrio. Aveva lo sguardo fisso nel vuoto. Non si era minimamente accorta di essere rimasta sola con Akardia.
<< Skia ti senti bene?>> quelle parole però non raggiunsero la ragazza. Lei era ormai persa nella ragnatela dei suoi pensieri. “non è possibile, se quella ragazzina è un cavaliere, se è venuta qui per me, per parlarmi di Phos allora...allora...significa che Phos è...no non voglio neanche pensarci...ma, perché è venuta in questo luogo? Perché ha rischiato la sua vita? Cosa voleva dirmi? Perché sta succedendo tutto questo, perché, perché?...”
<< Perché?...>> sussurrò all’improvviso.
<< Skia, ti prego, torna in te...guardami!>> Akardia aveva preso la ragazza per le spalle, il viso di lui di fronte a quello di lei. Sperava di riuscire a risvegliarla da quella trans in cui era caduta.
<< Ti supplico, dì qualcosa...>>
<< Perché...>>
<< Uh?>>
<< Perché sta succedendo tutto questo? Perché?>> E mentre diceva queste cose appoggiò la testa sul petto di Akardia e lui, istintivamente, la strinse in un abbraccio.
<< Calmati adesso, non sappiamo cosa sia venuta a dirci quella ragazzina, forse non è successo nulla, forse Phos sta bene, ma ora come ora possiamo solo sperare che le sue condizioni migliorino, poi vedremo cosa ha da dirti. Adesso però bisogna aspettare. Scusami, ma è meglio che vada anche io a controllare la situazione, Agenon e Meden avranno bisogno di me.>>
L’uomo si sciolse delicatamente dall’abbraccio, baciò la fronte della ragazza e sparì dileguandosi in una nube di fumo nero. Skia si sentì cedere le gambe e cadde a terra in ginocchio. Il silenzio dell’atrio vuoto l’avvolgeva completamente. L’aria, improvvisamente, si fece pesante tanto che, ad ogni suo respiro, sentiva i polmoni farle sempre più male.
Rimase in quella posizione per ore e ore, con un unico pensiero che le riempiva la mente: “Phos”. Era rimasta lì, ad aspettare e intanto ripensava a tutti i momenti che aveva trascorso con lui: il loro primo incontro, Crepuscopoli, la scoperta di quel mondo tanto diverso in cui però si sentiva a suo agio, il gelato al sale marino, il tramonto sulla torre...il suo sorriso. Tutte le cose a cui un tempo non avrebbe mai dato importanza ora erano diventate elementi essenziali della sua esistenza, a cui non avrebbe mai e poi mai potuto rinunciare.
Trascorsero cinque ore in tutto, ma per Skia quel tempo sembrò un’eternità. Fu Agenon a recarsi per primo da lei.
<< Coraggio Skia, alzati, la ragazzina ormai è fuori pericolo, grazie alle nostre tecnologie siamo riusciti a fermare le emorragie e a guarire tutte le ferite. Adesso sta riposando, ma, visto che ha chiesto di te con tanta insistenza, abbiamo deciso che è meglio che vi incontriate subito.>> La giovane non se lo fece ripetere due volte. Nonostante le occorse un po’ di tempo per riprendere la sensibilità alle gambe, una volta in piedi corse subito per le scale, diretta verso la sua stanza. Però, era strano, adesso si sentiva completamente svuotata, come se ad ogni scalino lei abbandonasse una parte dell’angoscia che l’aveva soggiogata per tutto quel tempo. Appena arrivata davanti all’entrata vide Meden accanto alla porta, sembrava molto affaticato.
<< Finalmente sei arrivata, ti stavamo aspettando. Coraggio, entra pure.>>
Così dicendo, aprì la porta e la fece entrare. Notò subito che la stanza era diversa da come l’aveva lasciata. Adesso era piena di strani macchinari nei cui monitor apparivano cifre e numeri di ogni sorta. Tutti quei dispositivi erano collegati al letto. Ma non furono questi che attirarono l’attenzione della giovane. Il suo sguardo, infatti, si era posato su di un piccolo macchinario vicino al muro sul cui schermo si muoveva ad intervalli regolari una linea che, emettendo un piccolo “bip”, andava a formare tante onde a volte più grandi, a volte più piccole.
<< Quello è un elettrocardiogramma, serve a controllare i battiti del suo cuore>> disse Akardia, avendo intuito i pensieri della ragazza.
<< Il suo cuore...>> ripeté sottovoce.
<< Bhè, adesso è meglio che vi lasci sole, sono sicuro che avrete molto di cui parlare.>> e così dicendo uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Subito piombò il silenzio. L’unico rumore che si sentiva era il bip prodotto dall’elettrocardiogramma. Un suono molto regolare e distinto che diventava sempre più veloce a mano a mano che il tempo passava. Skia, che ancora teneva lo sguardo fisso su quel marchingegno, girò lentamente la testa e per la prima volta vide ciò che c’era all’interno della stanza. Finora aveva avuto paura di guardare il volto di quella strana visitatrice, temeva che ciò che avrebbe detto non le sarebbe piaciuto, quindi preferiva tardare il momento dello scontro il più possibile. Ma ora, di fronte a quella visione, sapeva di non avere via d’uscita. La ragazzina era distesa sul letto, le braccia collegate con dei tubi a dei marchingegni e coperte di bende, il viso, assonnato, rivolto verso di lei. I suoi occhi azzurri la fissavano con un’espressione vittoriosa, la stessa che aveva avuto al suo arrivo.
Fu lei ad iniziare il discorso.
<< Ciao Skia, è bello incontrarti finalmente, anche se non si può certo dire che queste siano le condizioni migliori per fare due chiacchiere...>>
<< Come hai fatto a venire qui? >>
<< Bhè, che domande, sono un cavaliere della N.A.L., e di nono grado, per giunta. Non è stato difficile rintracciare un varco oscuro, mi è semplicemente bastato controllare gli spostamenti di un gruppo di Nobodies a Crepuscopoli e fatto! Ecco il passaggio per il regno dell’oscurità.>>
<< Vuoi dire che ti è bastato seguire un gruppo di Nobodies per arrivare fino a qui?>>
<< Sì, certo. E ti dirò, è stato più semplice del previsto. L’unica difficoltà è stata superare le orde di creature che mi aspettavano dall’altra parte.>>
<< Ma...se tu sei riuscita in una simile impresa...anche i cavalieri di grado superiore al tuo sono capaci di farlo.>>
Andreia abbassò per un attimo lo sguardo, poi riprese:
<< Questo è il problema...e adesso veniamo al motivo per cui sono qui. Skia, tu e i tre saggi siete in pericolo!>>
<< In pericolo? Ma, come è possibile? E Phos? Cosa...ne è stato di lui?>>
<< Non ti preoccupare, è salvo ma...è meglio che ti spieghi. Eis ci ha convocati per una riunione straordinaria a Radiant Garden. Ha detto che tu sei un’arma di distruzione di massa creata dai tre saggi per cancellare le creature di luce...>>
<< Ma, questa è una menzogna!>>
<<...infatti Phos ha cercato di ribellarsi. Di fronte a tutta l’armata lui ti ha difesa e ha tentato di spiegarci la situazione...>>
<< Di fronte...a tutta l’armata?>> Skia si sentiva un verme. “Come ho potuto chiedergli una cosa del genere?”
<<...sì, ma purtroppo Eis lo ha interrotto prima che potesse parlare...e lo ha imprigionato, facendolo passare per un traditore>>
<< E adesso? Cosa accadrà? Dobbiamo liberarlo!>>
<< Ecco, a proposito di questo, Phos mi ha detto di dirti che per nessun motivo al mondo devi andare nei territori di luce. Finché rimarrai nel tuo mondo sarai in vantaggio e avrai più possibilità di salvarti.>>
<< Ma cosa ne sarà di lui?>>
<< Adesso non è questo l’importante! Ascoltami bene Skia, Phos non sa quello che è successo dopo la sua cattura>>
<< In che senso?>>
<< Dopo che i cavalieri Duo e Treis hanno portato Phos nelle segrete il comandante ha stabilito un piano per attaccarvi. Lui vuole farvi credere di voler stipulare un accordo di pace, ma in realtà è solo un modo per ingannarvi e attaccarvi di sorpresa. Ha detto che lui, insieme a Duo, Treis, Tettares e Pente, si sarebbe recato al più presto dai tre saggi per mettere in atto il suo piano. Questo significa che fra pochi istanti saranno qui!>>
Skia ancora non riusciva a credere che gli eventi che Andreia le aveva narrato si sarebbero verificati.
<< Ma se ciò che hai detto si dovesse avverare...scoppierà una guerra!>>
<< Già, lo so. Ma, ora come ora, è necessario che tu rimanga nascosta, almeno finché non sapremo il motivo per cui sei stata creata...>>
<< In realtà io...conosco il motivo...>>
<< Cosa? Phos mi aveva detto che tu...>>
<< L’ho saputo solo pochi attimi prima che tu arrivassi>>
<< E allora? Se sai perché sei stata creata devi dirlo, è l’unico modo che abbiamo per smascherare le intenzioni del comandante>>
<< Ecco io...sono nata per creare...un punto di contatto>>
<< Un punto di contatto?>>
Skia fece cenno di sì con la testa.
<< Proprio così, i tre saggi mi hanno creata per far in modo di far nascere un legame tra il mondo oscuro e quello di luce. Però, io ancora non ho capito in che modo...>>
<< Mmm...loro vogliono veramente la pace, e il comandante lo sapeva. Scommetto che ha sfruttato questo desiderio come arma contro di loro. Che uomo spregevole...>>
<< Cosa facciamo?>>
<< L’unica cosa da fare è che tu fugga al più presto da qui!>>
<< Ma dove potrei andare?>>
<< Non importa dove, basta solo che tu vada via prima che loro...>>
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta. Era Meden. Aveva un volto a dir poco spettrale. Gli occhi color topazio spalancati e vitrei che guardavano fisso davanti a sé, la bocca serrata e inespressiva, il volto pallido come quello di un morto.
<< Meden, cosa è successo? Perché hai quella faccia?>>
Il Nobody rispose, ma sembrava che non muovesse affatto le labbra.
<< Per nessuna ragione al mondo devi uscire da questa stanza. Né tu, né la ragazzina. Cercate di non fare il benché minimo movimento.>>
<< Cosa?>>
<< Loro sono qui>> disse con voce allarmata Andreia.
<< Oh,no!>>
“La guerra sta per cominciare!”



 

  
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