Sentieri
Sono giorni,
ormai, che non faccio altro che sognare una donna aggraziata e posata dai lunghi
capelli mori.
Indossa un kimono azzurro
con un motivo a fiocchi di neve, una veste di raso bianco ghiaccio e
un velo d'organza del medesimo colore, che le copre il volto fino
all'altezza degli occhi. Quest'ultimi, però, mi guardano
sempre con uno sguardo triste e malinconico.
Quando provo a parlarle,
sembra che i suoi occhi siano velati dalle lacrime e non ne comprendo
il motivo. Mi osserva sempre in silenzio, tendendo la mano verso il
mio volto, sfiorandolo appena e, quando prova a parlare, la sua voce
sembra il sibilo del vento o la cantilena di un ricordo lontano e
confuso.
E, come sempre, mi sveglio.
-Neji, qualcosa non va?-
mi domanda Hinata, dopo avermi visto agitato nel sonno.
-Non è nulla.-
-Ancora quel sogno?-
-Sì... e non
riesco a capire chi sia quella donna.-
Hinata.
Lei è mia cugina,
ma per me è qualcosa di più, almeno così credo.
È sempre dolce e
gentile con tutti, ma io non merito le sue attenzioni perché,
a causa di vecchie convinzioni radicate, che poi si sono rivelate
completamente fasulle, io... mi sono comportato male con lei. Anche
se, a dir la verità, all'inizio ho sempre desiderato stare al
suo fianco.
Però, nonostante
il mio pessimo comportamento, lei mi è
stata sempre vicina in questo periodo. Purtroppo stare in ospedale, è
davvero difficile.
-Ti stai riprendendo
bene, nii-san.- mi dice con un timido sorrido.
-Mi sento ancora un po'
frastornato.-
-Il Quinto Hokage ha
detto che il riposo è necessario, per rimetterti in forze.-
-Già.-
Non
ricordo perfettamente come sia successo, perché è
successo tutto con una tale rapidità: so solo che stavo
portando via dei bambini da un luogo pericoloso e, anche con
l'ausilio del Byakugan, non sono riuscito ad evitare che un kunai mi
ferisse l'occhio destro.
Con l'occhio sinistro,
vedo la sua mano sfiorarmi la benda sulla fronte con sguardo triste,
e subito, appare nella mia mente, la figura di quella donna, perché?
Per un gesto gentile...
mi viene in mente quella donna? Perché? Perché?
-Ora devo andare, Neji
nii-san. Torno più tardi.- m'informa Hinata.
-Fai come vuoi.-
La tratto con
indifferenza, perché non voglio che si affezioni ad uno come
me: in primo luogo perché io non merito la sua gentilezza e in
secondo perché la farei solo soffrire.
Anche se la sua presenza,
in questo periodo di convalescenza mi ha fatto in qualche modo bene.
Purtroppo, a causa dei farmaci, non posso fare a meno di dormire.
Mi sento leggero, molto
leggero.
Non appena apro gli
occhi, mi ritrovo sdraiato nel nulla, con la testa appoggiata sulle
ginocchia di quella donna. Mi accarezza dolcemente il volto, poi
passa le sue dita sottili ed affusolate tra i miei capelli, mentre,
l'altra mano tiene una delle mie.
Avverto una strana
sensazione, di protezione e calore, che ricordo di aver provato in un
tempo passato.
-Hai un desiderio vero?-
mi domanda flebile.
-Ti sbagli.-
-Stai mentendo... c'è
una ragazza nel tuo cuore, che tormenta il tuo animo.-
-Stai zitta.-
-No, perché qui
provi dolore.-
Sento la sua mano
lasciare la mia, per portarsi sul mio petto, in prossimità del
cuore. Quel punto preciso lo accarezza con tenerezza, lo massaggia
con dolcezza, come se lo facesse qualcuno che mi ama. Come una
medicina che dà sollievo alle ferite che m'infliggo da solo.
Infondo ha ragione.
Ogni volta che penso a
lei, provo una fitta al cuore, oltre ad un dolore straziante,
infatti, il solo sapere che ora non è con me, mi fa star male.
-Lo vedi che ho
ragione... qualcosa ti tormenta.- mi fa notare.
-Non è vero...-
-Io so, quello che tu non
sai.-
-Che vorresti dire?-
-Quello che ho detto. Io
so, quello che tu non sai.-
-Spiegati...-
-Vorresti che una certa
persona fosse con te in questo momento. Però, sai benissimo
che lei è innamorata di un altro e questo ti fa male, ma anche
sapere che agli altri ragazzi lei piace, ti fa male. Provi un dolore
inimmaginabile e lancinante al cuore e non riesci a comprendere il
motivo. Come non riesci a spiegarti il fatto che la vorresti al tuo
fianco. Vorresti stringerla a te, abbracciarla, sentire il calore del
suo corpo, sfiorare la sua pelle delicata, accarezzarle i capelli...-
-Smettila!-
-Sentire il contatto con
le sue labbra, perderti nei suoi occhi...-
-Smettila!-
-Potrei continuare
all'infinito, dato che conosco ogni tuo pensiero.-
Già... sono tutti
i miei pensieri.
Mi sento uno stupido.
-In questo istante ti
stai dando dello stupido.- m'informa la donna misteriosa.
-Ma chi sei? Che cosa
vuoi da me?-
-Io sono qui per
indicarti la via.
Quella stessa via che stai rinnegando da tanto tempo.-
La via?
Che cosa vuol dire?
Io non ne ho affatto
bisogno.
Scosto le sue mani dal
mio petto e mi metto a sedere esattamente di fronte a lei,
incrociando il suo sguardo di ghiaccio. La guardo attentamente, molto
attentamente, in modo da poter individuare degli indizi che mi
permettano di capire chi sia questa donna e perché lei riesca
a leggermi nella mente, come fossi un libro aperto.
Di che via starà
mai parlando, proprio non riesco a capire.
-Non ti è venuto
in mente proprio niente?- m'interroga, quella voce femminile.
-No.-
-Certo che per voi
uomini... è difficile da trovare questa via. Siete sempre così
titubanti, impauriti, che per sapere dov'è avete sempre
bisogno di una mano.-
Mi sorride, ma allo
stesso tempo, sembra che mi prenda in giro.
Ma la cosa che mi
stupisce nel guardarla è che ha uno sguardo sincero, ma pieno
di tristezza.
-Senti, si può
sapere chi sei?- le domando in preda alla curiosità.
-Per il momento è
meglio che tu non lo sappia.- mi risponde cortesemente alzandosi, per
poi continuare -Avanti è meglio andare.-
Tende la mano verso di
me, proprio come se fossi un bambino appena caduto, bisognoso
dell'aiuto. Dopo un po' d'indugio e vergogna, l'afferro. Mano nella
mano, come madre e figlio ci avviamo non so dove, nei meandri della
mia mente? Forse...
Nei meandri del mio
cuore? Forse...
Non lo so.
Quello che posso dire è
che questa strada è piena di luci e ombre, memorie del
passato, ma anche ricordi recenti. È un posto intriso di
pensieri e di sensazioni profonde, che al solo rimembrarle tutto
diventa chiaro e limpido come le acque di un fiume.
-Ora riesci a capire ciò
che ti tormenta?- mi chiede, voltandosi verso di me.
-Direi di sì.-
-Quindi di cosa si
tratta?-
-Di affetto.-
-Risposta sbagliata.-
-Allora di che si
tratta?-
-Di amore.-
-Di amore?-
-Esatto. L'amore è
un sentimento strano, indiscreto che non chiede permesso e viene a
farti visita quando meno te lo aspetti, che si prova per le persone,
a cui vogliamo bene in modo particolare. Ci fa desiderare delle cose
che mai avremmo immaginato, che mai avremmo sognato, che mai avremmo
pensato.-
-Perché amo
Hinata?-
Mi guarda accennando un
sorriso, e accarezzandomi il volto, dalla parte dell'occhio ferito
dice:
-Fate tutti la stessa
domanda e dire che è semplice la risposta! Perché
ritieni che lei potrà regalarti l'amore, che ti è stato
negato in tutti questi anni.-
-Come posso esserne
certo?-
-Quello che hai visto,
sentito e ricordato non ti è bastato? Non è stato
sufficiente vedere, quanto ti si stringesse il cuore, quando la
vedevi intenta ad osservare Naruto o quando sorrideva ai membri della
sua squadra? Oppure quanto ci stai male quando lei se ne va e ti
lascia solo? Questi... Sono tutti classici sintomi, di una malattia
chiamata amore.-
-Sì...-
-Ora, quando quella
ragazza tornerà, dovrai parlarle. Sicuramente non avrà
una bella reazione, se conti il fatto che lei è innamorata di
Naruto, quindi non devi pretendere una risposta subito, ma devi dalle
tempo.-
-Ho capito.-
-Allora, vai...-
A quelle parole, mi
ritrovo in un baratro nero, nero come la solitudine che ho
attraversato per molti anni della mia vita.
-Hi... Hinata ti amo...-
mormoro nel sonno.
Svegliandomi, vedo mia
cugina con gli occhi sbarrati, sorpresi, come se avesse sentito
qualcosa di strano o, addirittura, visto un fantasma. Ho quasi paura
a chiederle quello che le è successo.
-Hinata, che cosa ti è
succe...-
Non ho il tempo di
completare la frase, che lei, timidamente, mi abbraccia quasi con un
velo di timore. Vedo perfettamente il suo volto imbarazzato, avverto
chiaramente il calore del suo corpo, il dolce profumo di pesco dei
suoi capelli, l'inebriante profumo di rosa che l'avvolge, mi sento
così felice e sereno.
-A... an... anche io
ti... ti amo, Neji nii-san- mormora timidamente al mio orecchio.
Ora sono io quello che
sbarra gli occhi.
Mi aspettavo una simile
reazione da parte sua. Quello a cui ero pronto, era una sua
titubanza, visto il suo debole per Naruto, non un chiaro “Anch'io
ti amo...”. Il labirinto dell'animo umano è davvero un
mistero, che nessuno può spiegare razionalmente, tanto meno
io.
Non riesco a sottrami a
quell'abbraccio così dolce e tenero che resto fermo ed
immobile, guardando un punto vuoto della stanza.
Ai miei occhi appare la
figura di quella donna, che ha un'aria compiaciuta e serena, non più
triste e malinconica come la prima volta che l'ho vista.
-Visto?! I desideri si
avverano.- mi dice soddisfatta.
-Già. Ma tu chi
sei veramente?-
-Ancora non l'hai
capito?-
-No.-
-Hai ragione, sono
trascorsi così tanti anni da allora...-
Si toglie il velo
d'organza, che le copriva il volto: è un viso estremamente
familiare, somiglia ad una vecchia foto, che ho visto nella residenza
del padre di Hinata e la sua voce l'ho già sentita da qualche
parte, e ora ne ne sono certo: una ninnananna di un tempo lontano, lo
stesso tocco gentile... possibile che sia...
-Madre...-
-Sì, figliolo.- mi
conferma, per poi continuare – Ti ho osservato per tutti questi
anni, senza poter far nulla per te. E quando ho visto il tuo indugio
nei confronti di Hinata, la tua sofferenza, la tua solitudine, ho
deciso di mostrarti la via, perché tu sia felice.-
-Mamma...-
-Oh, non c'è
bisogno di ringraziare! Le mamme devono aiutare i proprio figli a
trovare la felicità. E ricorda... tuo padre e io siamo sempre
insieme a te.-
Com'è apparsa in
quel giorno lontano, scompare, lasciando sul mio volto una calda
lacrima.
-Ti... ti ho fatto male,
Neji nii-san?- mi chiede timorosa Hinata.
-No, non è colpa
tua. Nella mia mente è solo affiorato un ricordo lontano.-
-Capisco.
Se.. senti Neji nii-san...-
-Dimmi.-
-Ecco...
io... mi chiedevo... se... se posso...
-Se
puoi amarmi?-
Annuisce
con un cenno del capo ed il volto rosso come una ciliegia.
-Certo,
credevo che tu... non avresti accettato questo mio sentimento.-
-T..
ti sbagliavi. Col tempo, ho capito che Naruto è
irraggiungibile per me, visto che io non potrò mai essere come
Sakura. Inizialmente sono ho provato ad andare avanti nella mia
impresa, ma visto che proprio non riuscivo, mi sono rassegnata e ho
iniziato a guardare qualcun altro. Non ti sei mai accorto guardavo
te... nii-san?-
-No, o meglio sì...
ma temevo fossero solo sogni.-
-Non lo erano e non lo
saranno.-
Accarezzo il suo volto con un gesto debole e, lentamente, avvicino le mie labbra alle sue, per catturare e far miei quei petali di rosa che sono le sue labbra e abbandonarmi a quella strana malattia chiamata amore.
Grazie mamma, grazie di
tutto.
Senza di te,
non ce l'avrei mai
fatta.
Note dell'autore :
Allora, dato che la maggior parte delle
informazioni sui personaggi Kishimoto ce le fornisce a singhiozzi, ho sempre
pensato che la madre di Neji fosse morta quando lui era ancora molto piccolo e
che di lei avesse pochissimi ricordi.
Proprio per questo ho usato la sua figura per questa ff:
non solo per farla apparire, ma per indicare al figlio la via da percorrere per
comprendere i suoi sentimenti verso la cugina.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Salve, gente rieccomi^^
Con mia grande sorpresa, questa fic si è classificata 1 al contest sulla festa della donna.
spero vi piaccia^^
Vi riporto il giudizio della giudice,
buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate^^
kiss, alla prossima
Shurei
1° classificata: Shurei con Sentieri
originalità:9.5
grammatica e lessico:9.5
stile:10
trattazione psicologica:9
attinenza al tema :10
gradimento personale:5
totale: 53/55
Cosa dire: appena l' ho
letta sono rimasta stupita. Una ff molto commuovente e il fatto che tu
sia riuscita a farmi piacere una ff con Hinata vuol dire molto, anzi
moltissimo. Commuovente la fine, anche il fatto che la madre intervenga
per renderlo felice. Ottima la trattazione psicologica dei personaggi (
non mi ammazzare per il punticino, ma io sono pignola XD). La grammatca
quasi perfetta tranne qualche svista sulla punteggiatura di qua e di la.
Dunque un meritatissimo primo posto, non c'è che dire!!