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Autore: Miki87    18/05/2009    0 recensioni
Cercò di ricordarsi il suo nome, ma dentro la sua testa vi era il buoi più totale, cercò con gli occhi qualcosa che gli ricordasse chi fosse, ma davanti a se aveva soltanto un paesaggio completamente innevato e un fitto bosco, cercò ancora una volta di ricordare, un leggero mal di testa si impossessò di lei e riuscì soltanto a ricordare un nome “Mi chiamo Isabella”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ormai tutto procedeva per il meglio a casa Cullen, Haley aveva accettato la sua nuova condizione da vampira e Cain la riempiva di attenzioni, soprattutto quando la neo vampira aveva una delle sue crisi isteriche a causa della mancanza di sangue. Bella non faceva altro che seguire divertita le nuove vicende del fratello, non l’aveva mai visto così premuroso e innamorato e la cosa la rendeva felice, tutto stava girando per il verso giusto, eppure sentiva una vaga nota amara quando vedeva Cain da solo senza Haley, ogni tanto lo vedeva fissare un punto lontano all’orizzonte come se fosse perso nei suoi ricordi. Non aveva mai saputo nulla sua vita prima della trasformazione, persino Sarah e Vergil ne sembravano all’oscuro, solo una volta aveva tentato di usare il suo potere su di lui, ma aveva scorto solo due immagini, una felice di lui in un campo di fiori insieme a una bambina e poi una stanza piena di sangue, l’ultima immagine le aveva messo addosso uno strano brivido che non accennava a sparire quando ci ripensava, purtroppo il contatto era stato breve e Cain ringhiando le aveva detto di non riprovarci mai più. A ridestarla dai suo pensieri fu l’entrata nel salone di Haley insieme a Sarah, le due stavano parlando del più e del meno, mentre Edward stava suonando il suo adorato piano, Esme stava disegnando, Carlisle leggeva un libro, Vergil, Cain, Emmett e Jasper stavano giocando con un videogioco e Alice e Rosalie stavano guardando l’ultimo catalogo di moda “Voi da quanto tempo siete dei vampiri? Scusate, ma mi piacerebbe molto conoscere la vostra storia” chiese timidamente la neo vampira, pian piano tutti i Cullen le raccontarono le loro storie personali, Carlisle quando era un inquisitore, Edward della febbre spagnola, Esme del suo bambino, Rose della sua aggressione, Emmett del salvataggio di Rose,Jasper delle faide nel Mexico, Alice invece non ricordava niente, quando fu il turno di Bella Haley la fissò con occhi trasognati mentre le diceva “Deve essere stato Edward a trasformarti, voi due eravate fidanzati quando tu sei sparita dalla circolazione” ma Isabella scosse tristemente la testa e le raccontò di Victoria e del suo vuoto di memoria. Poi fu il turno dei Loowen, persino i Cullen rimasero in ascolto dato che non conoscevano nulla della loro storia personale, la prima fu Sarah “Sono nata nel 1911 in un piccolo paesino della Provenza, i miei genitori erano degli umili contadini, gente per niente colta ma di gran cuore, io ero la seconda di quattro figli. Ricordo che vivevamo di stenti, a volte capitava con avevamo addirittura da mangiare e mia madre dava quel poco a me e ai miei fratelli, tanto che quando avevo tredici anni si ammalò gravemente e muori. Mio padre cercò in tutti i modi di lavorare per permetterci di mangiare, ma le sue fatiche sembravano del tutto inutili, così iniziai a lavorare nell’emporio del paese dove la padrona mi mise a servire le donne nobili del paese, dio quanto le invidiavo, così belle e raffinate. Per mia fortuna ero molto abile nel cucito, tanto che la padrona mi faceva cucire personalmente gli abiti delle nobildonne, un giorno una contessa entrò di passaggio nel negozio, il suo nome era madam Delluc e vedendo quanto fossi brava nel cucito mi chiese di seguirla a Parigi e di lavorare nel negozio di sartoria di una sua cara amica, ero così felice, finalmente potevo andarmene da quell’insulso paesino e potevo guadagnare abbastanza per mandare dei soldi alla mia famiglia. Passarono ben tre anni dal mio arrivo a Parigi, mi trovava bene nel negozio avevo persino fatto amicizia con altre ragazze della zona e la padrona mi trattava benissimo, tanto che mi lasciava le stoffe ormai vecchie per crearmi dei vestiti. Era il 25 Aprile del 1929, ricordo che fu una giornata di pioggia, erano le sei di sera quando entrò quell’uomo bello come un dio, alto, magro ma allo stesso tempo possente e dai lineamenti perfetti, la padrona quel giorno era andata a trovare la sorella e io ero sola, l’uomo mi chiese gentilmente di prendergli le misure per una giacca di seta, nel frattempo mi faceva molti complimenti e io civettuolamente stavo al suo gioco. Senza accorgermi mi punsi leggermente un dito, in un secondo quell’uomo mi prese per un braccio, ovviamente mi spaventai per la sua forza, tentai di liberarmi, ma fu tutto inutile, i suoi occhi mi guardarono famelici come se fossi stata il suo pranzo, tentai persino di urlare ma la voce non voleva uscire. Mi accarezzò con foga il collo mentre diceva che ero troppo bella per lasciare che il tempo mi logorasse poco a poco, infine ricordo solo un gran dolore, mi risvegliai in un grande magazzino e dell’uomo non ve ne era più traccia. Vagabondai per diversi anni fino a quando non incontrai Cain e Julian durante una loro battuta di caccia nelle montagne Canadesi, mi chiesero se volevo unirmi al loro clan, spigandomi che loro erano dei vampiri diversi che non si cibavano di sangue umano e che poteva esserci una speranza per tutti noi, infine dopo ben vent’anni entrò nel nostro clan anche Vergil e ci innamorammo” detto ciò i due vampiri si diedero un casto bacio sulla bocca, tutti li guardavano sorridendo e potevano palpare il grande amore tra i due. Vergil fece un lungo sospiro, si torturò leggermente le mani, Sarah vedendo l’imbarazzo del compagno appoggiò una mano su quella del compagno che strinse forte a se “Non so di preciso il giorno in cui sono nato, so solo che il mio anno di nascita è il 1918, i primi otto anni della mia infanzia li passai in un orfanotrofio, le suore non ci trattavano poi tanto male e in più avevo molti fratelli. Un giorno arrivò un uomo di nome Spencer Gibbons, era un noto proprietario terriero che cercava giovani braccianti, essendo già per quell’età molto alto e robusto decise di prendermi con se insieme a mio fratello David, fummo così felici di avere una famiglia adottiva, già mi immaginavo la mia stanza e quella di David,ma la delusione arrivò troppo presto. Il signor Gibbons ci mise a dormire nel capanno insieme agli animali e mangiavamo si e no una volta al giorno, quel bastardo ci diceva che dovevamo essergli grati solo perché ci aveva dato un tetto sopra la testa e dei pasti caldi, peccato che pativamo spesso il freddo e dovevamo difenderci dai topi, così io e mio fratello facemmo una sorta di patto, all’età di diciotto anni ce ne saremmo andati via insieme e avremmo aperto una nostra fattoria. I dodici anni rimasti passarono lentamente, più di una volta avevamo subito i soprusi di quell’uomo, quando beveva diventava particolarmente violento, al posto di prendersela con la moglie e le figlie se la prendeva con noi, tutte le volte che arrivava a me e a David venivano i brividi, una volta mio fratello aveva rischiato il dissanguamento a causa delle botte ricevute, alla fine lo provocavo più io e lui se la prendeva solo con me, doveva essere estremamente eccitante per lui malmenare un ragazzo alto come me che non rispondeva a nessun colpo. Mancava solo una settimana al compleanno di David e finalmente avremmo potuto andarcene, ma quello stupido si era innamorato di Tracy, la figlia minore, di notte i due si trovavano clandestinamente e alla fine li trovò anche Gibbons, lo vidi picchiare a sangue mio fratello mentre la figlia lo pregava di lasciarlo stare, senza pensarci mi fiondai su quell’uomo, inizia a malmenarlo mentre urlavo ai due amanti di scappare. Non so come ma Gibbons smise di respirare, le mie mani erano piene di lividi e sangue, sapevo che la polizia non solo mi avrebbe incriminato, ma mi avrebbe messo sulla forca, la paura mi invase e inizia a correre verso il bosco, corsi fino a quando a causa del terreno fangoso non scivolai in un burrone. Pensai che ormai la morte mi avrebbe portato all’inferno e invece un angelo arrivò vicino a me, un uomo dalle fattezze perfette mi disse soltanto se volevo continuare a vivere, che domanda assurda pensai, certo che volevo vivere e si chinò su di me, poi sentii un dolore allucinante. Quando mi sveglia mi ritrovai in un castello, sulla poltrona di fronte a me trovai Cain che stava leggendo con aria annoiata un libro e senza staccare gli occhi da esso mi disse “Era ora che ti svegliassi” da li diventammo inseparabili, Julian mi spiegò che cosa eravamo, della sua convinzione che potevamo non essere dei mostri e poi vidi la nuova ragione della mia vita Sarah. Infine cinque anni fa io e Cain abbiamo trovato l’ultima nostra sorella Isabella” la storia di Vergil lasciò tutti leggermente spossati, chi avrebbe mai immaginato che dietro la vita di quel vampiro perennemente allegro fosse stata così dura?! Haley si sentì leggermente spaesata, ora era il turno di Cain, ma il vampiro dall’aria perennemente imbronciata era girato verso l’enorme vetrata con lo sguardo perso nell’orizzonte, come se volesse sfuggire da quella stanza. Anche Isabella guardò a lungo il fratello, lei ormai le conosceva tutte a memoria le storie personali dei due fratelli e dei Cullen, finalmente avrebbe scoperto che cosa era successo nella vita da umano di Cain che l’aveva reso così diffidente verso il mondo intero. Cain si girò verso di loro, appoggiò la schiena contro il muro vicino alla vetrata, il suo sguardo vagò sul voto di tutti i vampiri per poi fermarsi su quello della sua compagna, strinse la mano destra a pugno e deglutì rumorosamente prima di iniziare a raccontare “Sono nato nel 1843 a Boston da una delle famiglie più facoltose della città, mia madre era la figlia di un noto medico che era anche il proprietario del miglior ospedale della città, mio padre invece era il figlio del proprietario della banca centrale di Boston, i miei nonni decisero che l’unione tra le due famiglie sarebbe stata perfetta e combinarono il miglior affare della loro vita facendo sposare i miei. Dopo solo un anno dalla loro unione nacqui io, poi vi era mio fratello Edmund più piccolo di me di  sei anni e infine la mia sorellina Isabel, avevamo dieci anni di differenza. Per tutta la comunità cittadina e le famiglie altolocate eravamo la famiglia perfetta, la mia vita era perfetta, ricevetti la migliore istruzione che un ragazzo altolocato potesse avere, possedevo dei beni terrieri e finanziari ed ero uno dei ragazzi più invidiati della scuola e ottenevo tutto ciò che volevo, bastava una mia sola parola che tutti eseguivano i miei ordini, viziato ecco che cosa ero. Ammiravo moltissimo mio padre, nonostante possedesse tutto ciò che uomo voleva, una bella casa, soldi, potere e una bellissima moglie, non smetteva mai di cercare un nuovo obbiettivo, mentre mia madre l’amavo perdutamente, una donna bellissima dai lunghi capelli color grano, gli occhi azzurri come il cielo e la voce più dolce che potessi sentire, amava i suoi figli più della sua stessa vita. Il giorno prima del trentasettesimo compleanno di mio padre io e lui litigammo furiosamente, aveva deciso di utilizzare la sua festa di compleanno come pretesto per annunciare il mio fidanzamento con la figlia di un suo cliente, dicendomi che dovevo iniziare a prendermi le mie responsabilità, che era un dovere di famiglia e che col tempo avrei imparato ad amare quella sconosciuta come lui amava mia madre, alla fine ottenne ciò che voleva chinai il capo e mi rifugia fino al giorno seguente nella mia stanza. La sera successiva il nostro maniero in campagna era gremito di gente, tutti i ricchi della città erano a festeggiare mio padre e io dovetti stare accanto alla mia futura moglie, una ragazzetta insignificante dai capelli neri e dal viso pieno di lentiggini, lei non faceva altro che tenermi stretto il braccio esibendomi come un trofeo, mentre io maledicevo mio padre. Andammo a dormire molto tardi, ricordo che faceva molto caldo e che dovetti tenere la finestra aperta, non so quanto tempo passò, ma a un certo punto sentii l’urlo agghiacciante di mia madre, senza pensarci su corsi nella camera dei miei genitori e quello che vidi mi fece raggelare il sangue, il corpo martoriato di mia madre dove non riuscivo più a riconoscere il suo viso e il corpo di mio padre sul letto con un pugnale in mezzo al cuore. Dopo qualche secondo corsi nella camera di Edmund, ma non lo trovai, sicuramente era andato nella stanza di Isabel per rassicurarla e proteggerla, la porta della cameretta di mia sorella era socchiusa, la paura mi invase e iniziai a pregare Dio che i miei fratelli stessero bene, dopotutto loro erano delle creature innocenti, ma le mie preghiere furono vane, il corpo di Edmund era riverso a terra in una pozza di sangue e vi era una donna davanti a me girata di spalle, poi si girò lentamente verso di me, aveva le fattezze di un angelo, era la donna più bella che avessi visto, ma quando vidi ciò che stava facendo capii che in realtà era un demone. Tra le sue braccia vi era la mia sorellina e la sua bocca stava bevendo il sangue di Isabel dal suo piccolo e tenero collo, i suoi occhi mi guardavano imploranti, mi fiondai sulla donna ma questa appena mi toccò mi scaravento contro una parete e mi ruppi una gamba, sentii l’ultimo singulto provenire dalla mia sorellina e poi i suoi occhi si chiusero per sempre. Dopo aver finito con mia sorella getto il suo corpicino in un angolo, si avvicinò lentamente a me, come un serpente con la sua preda, mi prese per i capelli e avvicinò il suo volto al mio per poi sussurrarmi all’orecchio “Tu gli assomigli moltissimo” infine arrivò il dolore, come se il fuoco mi stesse bruciando lentamente, quando mi risveglia mi ritrovai nella clinica privata di mio nonno, uccisi tutti gli infermieri e brucia il reparto. Vagabondai per anni alla ricerca di quella donna, conobbi molti nomadi della nostra specie che  mi insegnarono come uccidere uno della nostra specie e dopo ben vent’anni la trovai, ma non la uccisi subito, no lei doveva morire lentamente e soffrire come i miei familiari, più volte la smembrai e la feci ricomporre, godevo delle sue grida di dolore e delle sue suppliche di morte, riuscii a farmi dire perché aveva colpito proprio la mia famiglia “Semplice, io ero l’amante di tuo padre e odiavo la vostra famigliola felice perché dovevo vivere nell’ombra”. Tutta la mia vita da umana era stata basata sulla menzogna, sull’adorazione di una persona che in realtà era solo un codardo, lui aveva portato la distruzione della nostra famiglia, era a causa sua che mia madre e i miei fratelli erano morti e delle mie attuali condizioni, per un intero secolo evitai di guardarmi allo specchio a causa della nostra forte somiglianza. Per anni vagai vivendo al minimo sforzo, mi nutrivo solo quando il mio corpo era allo stremo e poi arrivò finalmente la mia salvezza, incontrai Antea in mezzo a un bosco della bretagna che stava raccogliendo dei fiori, sembrava una dea con l’abito bianco e i capelli color argento, per un attimo pensai che fossi in preda alle allucinazioni. Si mosse verso di me con un enorme sorriso stampato sul volto, mi prese una mano e si presentò, solo allora vidi le sue iridi color oro, mi raccontò della sua dieta e di quella di suo marito e mi sentii tremendamente sporco “Non temere ora starai con me e mio marito figliolo” i due  mi trattarono subito come un figlio e mi ripromisi di vivere seguendo i loro ideali e di aiutare Julian a creare una specie di comunità per vampiri che avevano deciso di seguire il loro esempio” Ora Isabella aveva capito il tormento che si lacerava nell’animo di Cain, il perche cercava sempre di allontanare le persone e mettesse tra di loro un muro invisibile, aveva paura di perdere di nuovo le persone che amava sotto i suoi occhi, per lui era più facile rimanere a dedita distanza per non soffrire una seconda volta, non poteva neanche immaginare il dolore che aveva subito vedendo i propri familiari morire davanti i suoi occhi. Nessuno osava fiatare, mentre Cain si girò verso l’enorme vetrata e con un sorriso amaro, si sentì stringere in un abbraccio, il profumo di Haley gli inebriò la mente e per qualche minuto dimenticò il passato, non aveva mai pensato al suo futuro, da quando era diventato un vampiro non aveva fatto altro che vivere giorno per giorno, solo Antea, Julian, i suoi fratelli e i Cullen erano riusciti a dargli conforto, ma Haley ora stravolgeva totalmente la sua vita, con lei finalmente aveva deciso di guardare anche al futuro.     

Spero che questa immagine vi piaccia, grazie a tutti coloro che hanno messo la mia storia tra i loro preferiti e chi la sta continuando a seguire!

                   

Haley Cain 2
  
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