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Autore: lauren_reid    26/11/2016    0 recensioni
Sin dai tempi più remoti il dovere faceva parte della vita di ogni essere vivente.
Preciso, vago, deviabile, arduo a volte persino un obbligo per la sopravvivenza.
Per un Esorcista, un Bookman, un Noah, un Akuma era invece lo scopo dell'esistenza stessa.
Un dovere che non prevedeva affatto l'uso del cuore se non quello di chiuderlo in una scatola destinata a dimorare dimenticata nei meandri più infimi del loro essere, perchè i sentimenti ostacolavano il raggiungimento dell'obiettivo con la lucidità e l'oggettività necessarie.
Bastava quindi ignorarli, sopprimerli, e andare avanti era più semplice.
Era questa l'unica certezza che avevano Kanda, Lavi, Komui e Tyki Mikk prima di rendersi irrimediabilmente conto che, col tempo, era destinata a cadere.
[Pairings: Kanda x NuovoPersonaggio MASCHILE; Lavi x NuovoPersonaggio FEMMINILE; Komui x Bak]
[Accenni: Allen x Linalee; Marie x Miranda]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio, Rabi/Lavi, Tyki Mikk, Yu Kanda
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 23

~ Barriera ~



 


Nella confusione più totale Lavi notò che lo scenario pronto ad accogliere la sua caduta era decisamente differente, l'improvvisa presenza di una grande distesa verde era in effetti piuttosto inspiegabile.

Percepì distintamente la velocità di caduta verso il suolo aumentare sempre di più, tanto che gli venne via via difficile riuscire a tenere l'occhio aperto: gli bruciava a causa del vento, ciò nonostante si costrinse a tenerlo perlomeno socchiuso e cercò di attutire la veemenza della corrente sul volto incrociando le braccia davanti al viso.

Dalla fessura tra i due avambracci cercò di scrutare qualcosa che lo aiutasse a capire dove si trovava, tuttavia il momento dell'impatto di avvicinava sempre di più e fare il punto della situazione in così poco tempo su un'area così estesa attraverso uno spiraglio era, per un Bookman, per lo più un'impresa ardua.

Si sarebbe, in ogni caso, inevitabilmente schiantato.

“Stupido!” si disse ad alta voce, scioccamente “Perché non ci ho pensato prima?”

Portò una mano al taschino del pantalone e recuperò la sua arma anti-akuma “Martellone martellino” pronunciò, rivolgendo la testa dell'arma verso il basso “Cresci, cresci!”

Nel frattanto che la statura minuta del martello si ingrandì notevolmente a colpo d'occhio, Lavi saldò entrambe le mani alla base del manico “Allungati!” ordinò subito dopo. Seduta stante la lunghezza del bastone crebbe a dismisura finché l'impatto del martello con il terreno, accompagnato da un forte scossone, non gli impedì di estendersi oltre.

“Fiuuuuu! L'ho scampata bella!” sospirò, penzoloni nel vuoto, mentre staccò una mano dalla presa e si passò l'avambraccio sulla fronte “Accorciati” impartì infine, e nell'immediato l'estensione del manico si ridusse verso il basso fino a che l'Esorcista non poggiò i piedi sulla testa dell'arma.

Toccò terra con un balzo nel contempo che fece regredire il martello a una dimensione poco più grande della norma, posandoselo poi sulla spalla con disinvoltura.

Si guardò attorno.

Nonostante la fitta nebbia, dalla vasta quantità di alberi intorno a lui non ci volle un genio per fargli capire che si trovava in una foresta, indubbiamente la stessa che stavano cercando.

Com'era possibile che ci fosse finito così all'improvviso? L'ultima cosa che ricordava era Linalee che cercava di avvertirlo dell'attacco da parte della Macchina del Conte.

Di colpo non poté fare a meno di allarmarsi “Vecchio! Linalee!” li chiamò a voce alta ma, per quanto volse lo sguardo in qualsiasi direzione, dei due Esorcisti non riuscì a scorgere la benché minima traccia.

Probabilmente la mora e l'anziano erano troppo distanti per udire quello che lui considerò un fievole richiamo, dato il lungo tratto che li separava, e non indugiò un solo istante a inspirare profondamente per raccogliere nei polmoni quanta più aria possibile in modo da permettergli di gridare con tutta la forza che aveva.

Un'inaspettata serie di colpi provenienti dalla sua destra tuttavia, che identificò subito come proiettili di sangue di Akuma, gli impedì bruscamente di pronunciare i loro nomi una seconda volta, costringendolo a ricorrere nuovamente alla sua arma anti-akuma.

“Martellone martellino” pronunciò, facendolo roteare con due dita “Cresci, cresci, cresci!”

 

 

INTANTO

Nonostante la sensazione di smarrimento dovuta all'improvvisa e inspiegabile scomparsa del rosso, i due Apostoli ricorsero alle armi anti-akuma per sbarazzarsi delle Macchine del Conte scansando al tempo stesso, con la dovuta rapidità ed accortezza, i proiettili nemici che al minimo contatto avrebbero provocato conseguenze per nulla indifferenti.

La preoccupazione che l'americano fosse stato sopraffatto, tuttavia, mista alla probabilità che quelle lì presenti erano dunque le Bambole sopravvissute, spinse Linalee a dirigere nel contempo lo sguardo in lontananza verso il punto in cui avevano lasciato Sakai e, nello scorgere scontri di luce rossa e violacea accompagnati da saltuari polveroni, tirò mentalmente un sospiro di sollievo nel constatare che il biondo era ancora impegnato nel combattimento.

Dubitare dei suoi compagni non era assolutamente tipico della mora, ciò che infatti l'aveva indotta ad accertarsi della situazione era stato un semplice senso di inquietudine legato al fatto che non conosceva nulla sul conto del nuovo arrivato, se non che proveniva dalla Sede Nord Americana, e tantomeno sulle sue capacità in battaglia.

Finora ogni nuovo Compatibile si era dimostrato poco propenso ad un efficace utilizzo dell'Innocence senza una rispettiva base di addestramento, figurarsi ad essere in grado di affrontare senza alcun aiuto un considerevole numero di nemici tra i quali alcuni di livello troppo avanzato per un principiante.

Ripensare per un breve istante al sorriso che l'Esorcista le aveva rivolto insieme alla parola che ne aveva seguito subito dopo, però, le fu sufficiente per rendersi conto di quanto a volte fosse fin troppo eccessiva la preoccupazione che riservava nei confronti dei suoi compagni.

Sakai sta bene” si disse fra sé, allargando poi le labbra con decisione “Ne sono sicura”

Constatato dunque che quelle Bambole appartenevano a un nuovo gruppo di Akuma, ci fu qualcosa che ciò nonostante aveva lasciato i due letteralmente perplessi.

Sebbene il numero di avversari si era man mano ridotto la grande quantità di proiettili sparati sin dall'inizio, senza seguire una traiettoria precisa con lo scopo di mettere in maggiore difficoltà l'elusione [NdA: eludere, ovvero evitare con accortezza, con astuzia] degli Esorcisti, aveva scatenato un putiferio oltre misura che avrebbe dovuto inevitabilmente devastare tutta l'area circostante.

Avrebbe dovuto, infatti, perché gran parte del territorio a nord, ovvero la direzione in cui si trovava la foresta, appariva totalmente incolume.

“Che strano...” bisbigliò Linalee “Che possa c'entrare con la scomparsa di Lavi?”

Più che determinata a scoprire che cosa si celasse dietro lo strano fenomeno la mora prese a correre verso l'area indenne, lasciando che la scia di piombo tossico dell'ultimo Livello 2 la seguisse di proposito finché, tutt'a un tratto, non balzò piuttosto in alto con una rapidità tale da far momentaneamente perdere le sue tracce alla Bambola.

Nel frattanto che la spinta la distanziava sempre più dal suolo Linalee si focalizzò sulle cartucce velenose seguendone la traiettoria con lo sguardo fino a che, nel preciso istante in cui varcarono il confine delimitante il divario terreno, scomparvero improvvisamente.

A rendere la cosa maggiormente inverosimile, notò la cinese, fu l'assenza del classico suono tipico della collisione.

“Possibile che...?”

Fu soltanto una l'ipotesi che andò a formularsi nella sua mente, l'unica che considerò come una possibile spiegazione a quel fenomeno insolito e che per accertarsene definitivamente decise di servirsi di quello stesso demone che intanto aveva ripreso a rivolgerle contro la sua argenteria venefica.

Un movimento del corpo le bastò per mutare di scatto l'ascesa in una capriola all'indietro che le permise di trovarsi in brevissimo tempo alle spalle dell'Akuma, sebbene a un'altezza superiore; sfruttò la forza di gravità oltre al potere dell'Innocence per sferrare col tallone un calcio devastante al nemico, scaraventandolo verso un punto più in alto rispetto a quello in cui i colpi nemici erano scomparsi.

La sorte della Bambola fu identica a quella che avevano avuto i suoi stessi proiettili, diversi istanti prima.

“Una barriera” dichiarò Bookman, atterrando con maestria al suolo, convinto tanto quanto la mora che sia Lavi che l'Akuma e il resto di tutte le cartucce nemiche fossero finiti al suo interno.

La cosa tuttavia lo convinse ben poco: se la barriera era stata davvero generata dall'Innocence, perché una Macchina del Conte sarebbe stata in grado ad attraversarla?

 

 

A SUD DELLA FORESTA

“Che tu sia maled...!”

In piedi accanto al corpo di un Livello 3 piuttosto malridotto Sakai conficcò netta l'alabarda nel cervello dell'Akuma uccidendolo all'istante, troncando così l'ennesima esecrazione che gli rivolse anche quell'ultima Bambola.

Il fresco profumo dell'erba era stato bruscamente rimpiazzato dal maleodorante miasma velenoso, proveniente dalle carcasse nemiche, che era andato inevitabilmente a mischiarsi con il fumo provocato da quelle esplose.

Indirizzò lo sguardo verso un punto in lontananza alla sua sinistra, nel contempo che rinfoderò l'arma nella custodia dietro la schiena, laddove scorse una serie di esplosioni.

Assottigliò gli ametisti per un breve istante. Poi scattò, inquieto.

 

 
♦ Continua nel prossimo capitolo ♦
 


— EXTRA —
D.Gray-Man Checkmate GAIDEN

(Cosa successe prima dell'inizio della storia)

Frammento 21 || Un brusco intervento

 

 

“Io e te, Neah e Mana” il Quattordicesimo accarezzò affettuosamente la guancia del Conte ora in forma umana “Io e te una volta eravamo uno, noi siamo il Conte del Millennio” rivelò nella speranza che Mana riuscisse finalmente a ricordare il loro passato.

Ancor prima che Neah potesse aggiungere altro, però, improvvisamente una presenza estranea piombò fra loro dall'alto costringendo i due ad indietreggiare qualche passo l'uno dall'altro, come se fossero stati forzatamente spinti.

“Quanto tempo, Conte”

Piuttosto confuso e stizzito il Costruttore ridusse gli occhi a fessure nel tentativo di identificare visivamente nell'immediato l'autore dell'inopportuna interruzione dato che il suono della sua voce non gli era affatto familiare.

“Che diamine...?!” imprecò poi, nel momento in cui percepì un improvviso dolore lancinante allo stomaco, un attimo prima di realizzare che fosse dovuto da un pugno dalla forza poco contenuta da farlo sbalzare qualche metro lontano.

Piuttosto che correre in aiuto di Mana Neah tentò di colpire a tradimento l'uomo sconosciuto approfittando che fosse di spalle, al contrario fu quello a coglierlo di sopresa schivando prontamente il colpo bloccandogli il braccio con la mano sinistra e afferrandogli con forza la testa con la destra mentre si era velocemente girato verso di sé.

“Maledetto!” inveì il Noah.

“Innocence, Occhi del giudizio”

“Neah!” chiamò il Conte piuttosto allarmato nell'udire le urla del gemello, si affrettò ad alzarsi nonostante si premesse una mano sullo stomaco “Ma dove...?” sbarrò gli occhi scioccato una volta in piedi, rendendosi conto che i due erano scomparsi ancor prima che avesse potuto posare lo sguardo su di loro.

Un ripetuto rumore di tacchi ruppe il silenzio annunciando l'arrivo di due figure tra cui una vestita elegantemente di scuro.

“Conte!” accompagnato da Wisely Tyki fermò la sua corsa a pochi passi dal Costruttore, osservò sconcertato lo scenario che raccontava un avvenuto scontro per poi posare lo sguardo preoccupato sul Primo Noah.

“Richard Hope” ignorando totalmente la presenza dei due, stringendo a sangue il pugno libero invaso da un profondo sentimento d'ira, il Conte riprese le sembianze della spropositata figura che mascherava il suo reale aspetto “La prossima volta ti ucciderò” minacciò a denti stretti.

 

 

PIU' TARDI

“Che mal di testa” si lamentò Allen con gli occhi ancora chiusi non appena ebbe ripreso i sensi “Devo averne prese parecchie” ipotizzò, passandosi la mano sinistra sul volto, nel tentativo di darsi una spiegazione sul motivo per cui fosse svenuto.

Al contrario del fatto che i Noah avrebbero dovuto lasciarlo momentaneamente in pace dato che per loro era un'esca per attirare Apokryphos, come rivelatogli da Wisely, non aveva ancora un'idea precisa sulla ragione per cui il Conte gli fosse apparso se non che quella che era stato probabilmente attirato dal Quattordicesimo.

Nonostante non avesse potuto ricorrere a Crown Clown per via della reazione al Cardinale, e per quanto si fosse limitato a parare e schivare i colpi non essendo in grado di affrontarlo in quello stato, l'inglese aveva notato che nel comportamento del Conte c'era decisamente qualcosa di più inquietante del solito - facendolo apparire del tutto fuori di testa - chiedendosi se non fosse per via del risveglio di Neah.

Finendo dunque col constatare che non si trovava affatto nella posizione di potersi prendere un attimo di pausa spalancò di scatto le palpebre mettendosi a sedere improvvisamente, tuttavia rimase del tutto spiazzato quando nel guardarsi attorno per mettere a fuoco la situazione si rese conto che il luogo in cui giaceva lì seduto non era nemmeno lontanamente identico all'ultimo che ricordava.

Con maggiore confusione notò inoltre che il braccio sinistro era tornato normale, segno che non risentisse più della risonanza con Apokryphos.

“Dove mi trovo?” si chiese mentre cercò di capire dove fosse finito, era piuttosto sicuro di non stare affrontando il Conte sotto a quel piccolo ponte in mattoni.

“Al confine della città” rispose una voce maschile a lui sconosciuta “Un posto tranquillo è l'ideale per riposare”

“Chi sei?!” tenendo i sensi bene allerta Allen voltò istintivamente il capo a destra e a manca cercando visivamente l'interlocutore, il fatto che non si trattasse del registro vocale di nessuno dei quattro compagni venuti fin lì per cercarlo lo preoccupava perché poteva solamente significare che chiunque fosse non era certo un amico.

“Mi sono allontanato un attimo per controllare la situazione, non credevo che ti saresti ripreso così presto”

“Crown Clown” bisbigliò evocando l'arma anti-akuma mentre osservava con attenzione la figura che, sbucata da dietro l'attaccatura del ponte al terreno a diversi metri da dove si trovava, si avvicinava con fare pacato nonostante il sedicenne al contrario si tenne pronto a scattare.

“Rilassati, sono un amico” con le mani alzate in segno di resa e le labbra leggermente allargate in un piccolo sorriso l'uomo si fermò a qualche passo dall'inglese “Almeno, anch'io faccio parte dell'Ordine, se ti può tranquillizzare”

“Dipende” sbottò Allen squadrandolo.

A occhio e croce doveva avere circa l'età del Maestro, anche la corporatura era abbastanza simile; il viso dalla carnagione chiara era incorniciato dalla chioma leggermente mossa di colore castano scuro, era disordinata nonostante fosse corta sulla nuca e più lunga sul davanti nascondendo in gran parte la fronte; non c'era la minima ombra di barba se non il pizzetto sottile sul mento che metteva più in risalto la sua età [NdA: CLICCATE QUI se gradite vederne il disegno, in basso a sinistra dell'immagine].

Allen distolse lo sguardo dalle sue iridi color castano chiaro per cercare la Rose Cross che provava la sua appartenenza all'Ordine e rimase alquanto perplesso nel notare che, oltre allo stemma, l'uniforme che l'uomo indossava aveva le stesse rifiniture dorate di quelle dei Generali.

 
 
♦ Continua... ♦
 
   
 
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