Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: tenacious_deep_soul 99    26/11/2016    2 recensioni
Cosa faresti se un giorno dovessi essere costretta a cambiare la tua vita solo per dei pregiudizi sbagliati dettati da una mente pervasa dal bigottismo? Ecco, questo è un problema che affligge la vita della povera Lee Jieun la quale, per sfuggire alle costrizioni di sua madre e al periodo natalizio formato per lo più da un susseguirsi di interrogatori, si vedrà costretta ad affittare un ragazzo…
[Tratto dal Capitolo 1]:
-Non ho altra scelta…- disse lei sospirando mentre permetteva alle dita di scivolarle sulla tastiera. Apparsale in un lampo davanti agli occhi la pagina traboccante di risultati cliccò, senza pensarci due volte, il primo sito che le capitò sott’occhio: Affitta ragazzi, diceva.
[Tratto dal Capitolo 2]:
-Ma allora sei tu! No, non è possibile!- esclamarono entrambi indicandosi a vicenda con indici accusatori.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8:

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-Si può sapere che diavolo ti è passato per quel cervello carbonizzato!?-.
Jieun fece irruzione nel ristorantino, urlando a squarciagola e dirigendosi con passi da pachiderma verso Jimin. Quella mattina non c’era ancora nessuno lì dentro, il ragazzo era completamente solo poiché il resto del personale si sarebbe presentato per l’ora di pranzo.

-Buongiorno! Ti va una camomilla? Te la preparo subito se vuoi, offre la casa!- si voltò verso di lei, ridacchiando. Il fatto che non fosse sobbalzato per via delle urla di Jieun non era perché nulla lo spaventasse, ma perché la sera prima aveva ricevuto un messaggio da parte della diretta interessata.
Diceva di voler parlare con lui.

-Smettila, sbruffone. Allora? Parla! L’hai fatto per i soldi, non è così?- strillò sbattendo un pugno contro il bancone. In quel momento Jieun sembrava la reincarnazione di Hulk, se avesse continuato ad usare la sua eccessiva forza sarebbe stata in grado di demolire l’intero ristorante meglio della wrecking ball di Miley Cyrus.
Jimin non rispose. Prese solamente ad osservarla, serio.

-Ti ho fatto una domanda- si ripeté anche se sapeva che Jimin l’avesse sentita forte e chiaro.
Jieun aveva gli occhi infuocati. Effettivamente chi poteva darle torto per essersi giustamente arrabbiata con Jimin? Di certo non è usanza normale troncare con una persona per degli stupidi pregiudizi e ricomparire magicamente due giorni dopo, per giunta a casa di questa.

-Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Ciò che faccio non sempre ha una motivazione logica, non ho un fine che mi spinga ad agire- disse lui con fare da filosofo intellettuale, continuando ad asciugare le tazze con lo strofinaccio diventato talmente umido da considerarsi una salvietta imbevuta.

-Certo, ti sto credendo. Ma dico, ti rendi conto!? Rifarti vivo dopo avermi umiliata!-.
In maniera repentina si catapultò verso il primo tavolino che le capitò e, permesso alla sedia di strisciare pesantemente contro il parquet emettendo un rumore assordante, scivolò nella sua postazione sbattendo violentemente la testa sul tavolo.
Diagnosi della paziente: esaurimento nervoso e collasso mentale.
Il suo respiro affannoso si fece spazio per quell’ambiente raccolto in un silenzio sovrumano, anche il rumore delle stoviglie che venivano riposte dove di dovere cessò di esistere.

-Jieun…-

-Cosa vuoi?- rispose acida con la voce ovattata dalla matassa di capelli che la ricopriva.

-…è vero. L’ho fatto per i soldi- sospirò lasciando cadere le braccia ai lati del corpo dai muscoli scolpiti.
Jieun sbuffò dal naso ridacchiando dondolandosi sulla fronte, ci aveva azzeccato in pieno a quanto sembrava.

-Sei uno stronzo, Park Jimin. Ecco cosa sei-

-Mi dispiace okay? Vuoi detto questo? Mi dispiace!-

-Non voglio elemosinare le tue scuse, Jimin! Renditi conto dei tuoi errori una volta tanto invece di dire “mi dispiace” come fosse un semplice “ciao”-. Forse quella era la cosa più saggia che Jieun avesse mai potuto dire.

-Ok senti, facciamo come se tutto questo non fosse successo. Dimentichiamo il passato e ricominciamo da dove ci eravamo interrotti…- disse deciso avvicinandosi al suo tavolo e sedendosi nel divanetto a muro di fronte a lei.
Solo allora Jieun alzò la testa, allontanando la faccia dalla superficie del tavolo per mostrare una fronte arrossata. Dovette pensarci un attimo: il suo sguardo rimase fisso verso la sua sinistra, mentre Jimin continuava ad osservarla fintanto che meditava in attesa di un buon esito.

-Ti do un’ultima possibilità Park, stai attento a non sprecarla perché non ci sarà una prossima volta-

-Non ti deluderò, croce sul cuore- si alzò Jimin fiero, tracciando una x passante per il centro dei pettorali. Jieun aveva riposto la sua fiducia in lui adesso, contava sulla sua promessa nel caso l’avesse continuata a mantenere.

***

Come ogni giorno casa Lee era invasa costantemente dalle urla: Eun aveva combinato sicuramente qualcosa dato il modo in cui la madre aveva di rincorrerla.

-Sciocca di una ragazza! Quando imparerai a mettere a posto le tue cose!?- urlava la donna mentre si levava da sopra la testa un maglione e un calzino dalla spalla. Come una bambina di tre anni Eun correva ridendo per la casa, facendo fare alla madre un giro turistico accelerato di tutti i vani.

-Vieni qua disgraziata!-.
Si udì prima che Eun si rinchiudesse nella prima stanza libera che trovò, quella di Jieun, il posto più ordinato e pulito in cui fosse mai stata. Certo che sua sorella teneva davvero molto alla cura dei suoi spazi, non si stupiva del perché quella non volesse che nessuno ci entrasse.
Quella camera era fin troppo diversa dalla sua, lo si notava dal fatto che per terra non vi era traccia di vestiti e la scrivania non fosse ricoperta da un tappeto di trucchi di vario genere.

-Che bella cameretta Jieun… e questo cos’è?- esclamò dopo aver adocchiato il portatile della sorella:-Oh beh, dato che non è qui penso che una sbirciatina potrei anche dargliela, no? Tanto non lo verrà mai a sapere- sghignazzò sfregandosi le mani fintanto che si accomodava sulla sedia girevole.

-Che razza di sfondo sarebbe questo…? Note musicali!? Ah Jieun, cosa c’è di meglio di un fotomodello?-.
Eun non ci si soffermò più di tanto, così aprì una scheda web e cominciò a controllare la cronologia solo per puro divertimento.

-Tesi, coreano, esami... uffa, sempre la stessa solfa, Jieun! Aspetta… e questo?-.
Eun rimase a fissare basita il sito che la sorella aveva cercato con gli occhi spalancati, appiccicata letteralmente davanti lo schermo.

-No, no, no Jieun… questo non si fa: mamma non te l’ha insegnato?-.

***

Il fiume Han era davvero il posto giusto per passare diversamente il tempo in una triste giornata invernale. Un gigantesco ponte innevato, dai cui tubi continuava ad uscire acqua ghiacciata illuminata da variopinte luci a led, sovrastava l’ampio corso regalando una visione mozzafiato agli occhi di chi lo ammirava. Quel luogo, a debita distanza dalla confusione cittadina, rimaneva il preferito di Jimin, sulla riva del fiume insieme alla sua ragazza.

-Sei stato bravo ad assecondarmi ieri a cena, devo ammetterlo- cominciò a parlare Jieun mentre camminava con le mani nelle tasche del giubbotto affiancata dal ragazzo dai capelli da vecchio ultrasettantenne.

-E che dire di te? Ti sei inventata una storia a dir poco credibile… “mi ha aiutata e per scusarsi mi ha offerto il caffè”. Io sì che sono un galantuomo- imitò la sua voce atteggiandosi a oca giuliva, dando l’impressione alla gente che passeggiava di essere un effemminato dalla testa ai piedi.

-Non prenderti dei meriti per cose che non hai fatto, Cenerentolo- gli affibbiò il nome mentre gli scombinava i capelli con il pugno chiuso. In quel momento sì che provava una strana sensazione: Jieun non sentiva più odio o addirittura sdegno nei confronti di Jimin, cosa bizzarra conoscendola, bensì qualcosa di molto diverso, anni luce lontano da quelle emozioni fin troppo negative.
Lo stomaco di Jimin si fece sentire immediatamente, e quello di Jieun lo seguì a ruota.

-Andiamo a prendere qualcosa da mangiare, ti va?- fece lui ridacchiando imbarazzato toccandosi l’addome come volesse zittirlo a qualunque costo.

-Assolutamente sì, sto morendo di fame anch’io-.

Giunti dinanzi uno dei tanti negozietti aperti 24 ore su 24, i due si apprestarono a prendere il primo cibo di strada che gli capitasse per le mani.
Sarebbe potuta essere qualsiasi cosa, ma tutto pur di far smettere di brontolare i loro stomaci e mettere qualcosa di caldo sotto i denti.
Ciò che si ritrovarono fra le mani fu un sacchetto pieno di hotteok*, i dolci nella lista dei preferiti di ogni seouliano che si rispetti.

-Perché ieri sera tua sorella ti ha denigrata?- tirò dal nulla il discorso Jimin il quale fece affogare la ragazza, colta alla sprovvista da quella domanda.

-Vedi, io ed Eun non ci siamo mai sopportate a vicenda: lei pensava di avere sempre qualcosa in meno di me quando in realtà ero io a non avere nulla- terminò dando un altro morso alla frittella.

-Forse quello a cui si riferisce non è il materiale… magari è per quello che hai dentro-

Cosa ha detto!?

-Siamo lontani da tutti qui Jimin, puoi anche evitare di recitare- sorrise lei pensando si trattasse di una frase tipica dei copioni dei drama.

-Guarda che non sto recitando, dico sul serio- affermò Jimin bloccandosi mentre lei continuava a camminare. Sentendo ciò che disse il ragazzo Jieun fermò, anche se in ritardo, i suoi passi.

-Come fai a dire una cosa del genere se mi conosci appena? Nemmeno mi sopporti- ridacchiò Jieun voltandosi dando la cosa per scontata, come in effetti era. Jimin la fissò senza sosta con gli occhi completamente sbarrati e lo sguardo più profondo del solito.  

-Forse hai ragione, non ti conosco abbastanza per dire che ciò che ho detto sia vero- sospirò dando aria ai polmoni respirando lentamente col naso. Jimin si sfilò il suo solito berretto per scuotersi i capelli poi, con un rapido movimento della testa, indossò nuovamente il copricapo di lana riprendendo a camminare.

*snack dolci preparati soprattutto in inverno: sono frittelle rotonde schiacciate ripiene di zucchero di canna ed arachidi.

►Angolo autrice:
Buongiorno a tutte armys! Come consuetudine, eccovi il nuovo capitolo della fanfic :3
Jimin è riuscito ad avere un’altra possibilità da Jieun: riuscirà a mantenere la fiducia che lei gli ha riposto o la butterà via come fosse immondizia? Lascio a voi la parola xD
Sempre grazie tante a coloro che seguono e commentano la storia, vi sono molto grata per le bellissime recensioni che mi lasciate! <3
Vi abbraccio! Fighting!

 
  
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