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Autore: rob_mpg2    26/11/2016    1 recensioni
"Ho sempre pensato che in libreria si facessero gli incontri più strani e unici. "
"Il momento esatto in cui la mia vita è cambiata mi trovavo in libreria."
"Una ragazza si fionda verso lo scaffale che stavo fissando e sorrido, un sorriso piccolo che cerco di nascondere, abbassando la testa verso dei libri posti in basso."
"La ragazza si volta verso di me e punta il suo sguardo nel mio. Finalmente riesco a guardarle gli occhi: sono castani, proprio come i capelli, ma più scuri, quasi neri.
Sono bellissimi."
"-Enna. -
Enna? Che c'entra la città?
Mi porge la mano e mi rendo conto che "Enna" è il suo nome. E che nome!
Io le afferro la mano, la stringo e le rispondo.
-Ambra. È un bel nome comunque. Enna, intendo. Certo, è particolare, ma è bello. -
Lei arrossisce e mi sorride timidamente."
_____________
Ci ho pensato, pensato e ripensato, e alla fine l'ho fatto: ho pubblicato la storia.
Probabilmente ho fatto una grande cavolata, ma prima o poi dovevo farlo!
Fin ora ho solo quattro capitoli pronti, ma spero di poterne scrivere al più presto altri e di poter aggiornare con regolarità.
Spero che vi abbia incuriosito e che vi possa piacere!
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Non so come sono finita qui. Non so neanche dove sia “qui”. So soltanto che attorno a me tutto è nero. Buio. L’oscurità è ovunque, non puoi scappare. La consapevolezza, l’angoscia, entrano dentro la pelle, ancora più a fondo. Non riesco a muovermi, sono paralizzata. Non so cosa fare. Sono sola.
Ho paura.
Paura di ciò che non vedo, paura di ciò che potrei vedere.
Sento la voce di un uomo, è bassa, profonda, rilassante. Un solo pensiero mi salta in testa: papà.
Mi guardo attorno, cerco di capire da dove provenga, ma la percepisco solo come un ricordo lontano. E d’improvviso tutto si fa più chiaro, più lucido. Riesco quasi a capire ciò che dice, ma è ancora solo una specie di sussurro.
Sento dei rumori attorno a me e tutto s’illumina. Sono a casa mia, dietro la porta della cucina, sento delle persone che discutono. A quanto pare sto origliando qualcosa. So di aver già vissuto questa scena, ma non ne ho memoria. È normale?
-È ancora tua figlia, non puoi farle questo. Lo sai che non ti perdonerebbe. E ha quindici anni, per l’amor del cielo!
-Ne abbiamo già parlato. E ho detto che la mia decisione è ormai presa. Farò quello che è giusto.
-E cos’è giusto, lo decidi tu, vero?
Le voci sono confuse, non riesco a riconoscerle, ma sono familiari. Riesco a capire solo che appartengono a due donne. Credo di aver già ascoltato la conversazione, ma non me ne ricordavo. Poi, una terza voce si aggiunge, questa volta quella di un uomo, che riconosco subito, a differenza di prima, essere quella di Silvano.
-Direi che è meglio non alzare la voce. Ci sono due ragazze di là, ve lo ricordate?
Mi avvicino di più alla porta, o meglio, la me del ricordo si avvicina alla porta. Io sono qui, e sono me, ma sono come fuori dal mio corpo, non riesco a spiegarlo. Vedo tutto come se fossi uno spettatore, non posso fare niente per evitare di muovermi, ma allo stesso tempo sono io a dare i comandi. La magia del sogno, eh?
-Silvano, spero che tu la pensi come me. È così, vero?
Non sento la risposta, e non capisco chi abbia fatto la domanda. Quando sento dei passi avvicinarsi alla porta, comincio ad indietreggiare ed entro nella prima stanza che mi capita. Chiudo la porta e poi guardo, facendo attenzione a non farmi vedere. Davanti mi si presenta una donna di spalle. Allora non ero riuscita a riconoscerla, ma adesso… adesso sì. La riconosco eccome.
Carmela.
Mi risveglio di soprassalto nel grande salone della villa. Cristina è sdraiata sul divano di fronte a me, Theo è sulla poltrona e io sono sul secondo divano. È mattina, lo capisco dalla luce che entra dalla finestra. Ho il respiro affannato, guardo in tutte le direzioni, in preda al panico.
Non la vedevo da anni, è questo quello che mi ricordavo, è questo quello che io ho sempre pensato. E invece… Mi ritorni in mente tu.
Stavano parlando di te. Per forza. Di chi altri sennò? Come ho fatto a dimenticarlo? Come?! Una cosa così importante non si dimentica!
E poi, mia madre sapeva tutto? E non ha fermato qualsiasi cosa tua madre ti abbia fatto? Stava parlando sicuramente della “ragazza americana”. Cosa diamine è successo di così terribile? Poi mi ricordo che non mi parli più. Mi ricordo che ti ho perso. Mi ricordo che mi manchi.
-Ehi, va tutto bene? -, sento Cristina che si siede accanto a me sul divano e mi mette una mano sul braccio.
Mi volto verso di lei, nel suo sguardo c’è preoccupazione.
-Si, tranquilla.
-Sicura? Perché a me non sembri esattamente un raggio di sole- mi risponde, alzando un sopracciglio in disappunto con quello che le ho detto.
Io sorrido amaramente, abbassando la testa.
-No, infatti non lo sono.
Lascio scorrere qualche secondo, finché non riesco più a trattenermi.
-Secondo te è possibile dimenticare un avvenimento importante, a distanza di meno di un anno?
Lei mi guarda stranita e corruga le sopracciglia.
-Forse… perché?
-Credo di aver sognato un… Ricordo? Forse? Secondo te è possibile?
-Si, certo. È possibile che sogni avvenimenti già accaduti. È naturale.
Punto lo sguardo su qualcosa di imprecisato di fronte a me, perdendomi nei miei pensieri, fino a quando Cris riporta la mia attenzione su di lei, spostando la mano dal braccio alla spalla.
-Vuoi parlarmi di questo ricordo?
La guardo negli occhi per alcuni istanti, mi convinco che posso parlare. È la mia migliore amica in fondo. Se non ne parlassi con lei, con chi dovrei farlo?
Le racconto tutta la vicenda, dall’inizio alla fine. Tutte le immagini, le paure, le sensazioni. Tutto quanto. Lei ascolta con attenzione, fin quando smetto di parlare e le faccio capire che ho finito. Ha gli occhi socchiusi, sta pensando. Sento quasi le rotelle del suo cervello girare.
-Quindi… Tu vorresti dirmi che circa sei mesi fa, o qualcosa del genere, tua zia Carmela, che è la madre amorevole di Enna, la tua recentemente ex ragazza, è arrivata a casa tua con suo marito e ha parlato con tua madre riguardo la già citata ex ragazza, dell’argomento che in pratica le ha rovinato la vita, e tu non te lo ricordavi?
Penso per un secondo al fiume di parole che ha appena detto Cris e la guardo negli occhi.
-Sì.
Lei sospira e abbassa lo sguardo per un attimo per poi riposarlo su di me.
-Sai cosa, credo che sia possibile dimenticare certe cose. Si, insomma, non l’ho mai provato, ma credo sia possibile.
-Come puoi sapere che non l’hai mai provato, se l’hai dimenticato?
Lei apre la bocca per rispondermi, ma si gela.
-Giusto.
-Eh, già.
Passa qualche secondo e poi mi richiama.
-Ambra…
-Sì?
-Vuoi parlarne?
La guardo in modo interrogativo per qualche secondo, per poi parlare.
-Ne abbiamo appena parlato, no?
Lei mi guarda con sguardo intenso e capisco a cosa si riferisce.
Abbasso lo sguardo e lo punto sulla piega della coperta, che mi sembra improvvisamente interessante.
-Ambra.
Quando capisce che non voglio risponderle, si alza dal posto vicino a me, prende due coperte e sparisce dietro la porta.
So dove sta andando. Sulla terrazza. Da ragazzine andavamo sempre là, o che piovesse, o che ci fosse il sole… Noi andavamo sempre lì. Era il nostro “luogo segreto”, anche se di segreto ha davvero poco.
Mi conosce, sa che la raggiungerò. Odio quando fa così.
Mi alzo dopo qualche minuto e la ritrovo proprio dove mi aspettavo che fosse: sulla terrazza, nell’angolo più nascosto. Mi siedo accanto a lei. Rimaniamo così per un po’, finché Cris rompe il silenzio.
-Sono tua amica e ti voglio bene, ma ti sei comportata come una stupida.
Chiudo gli occhi e sospiro.
-Lo so. Non sai quante volte me lo sono ripetuta.
-Ci tieni a quella ragazza, vero?
Ci tengo? È ovvio.
-Sì.
Cris lascia trascorrere qualche secondo e poi parla di nuovo.
-Hai pensato a cosa fare?
Riapro gli occhi e li punto su di lei, guardandola con le sopracciglia aggrottate.
-Non avrai pensato mica di lasciarla andare così, vero?
La guardo per un secondo negli occhi e lei mi guarda scioccata.
-Ambra, fai sul serio?! Vuoi davvero continuare a piangere in un angolino senza fare niente?! La ami, dio santissimo! Non puoi davvero pensare di perderla in questo modo, idiota!
Mi irrigidisco appena sento quelle parole e mi rendo conto di aver appena realizzato del tutto.
Ti amo.
Dio, se ti amo! Non mi credevo capace di poter davvero riprovare qualcosa del genere per qualcuno. Qualcosa di così profondo. È una sensazione bellissima, ma appena me ne rendo conto, anche altre cose si fanno chiare.
Primo: ti sto perdendo, se non ti ho già perso.
Secondo: io non sto facendo niente per evitarlo.
Terzo: ti avevo fatto una promessa.
Quarto: non l’ho mantenuta.
Quinto: sono una fottuta idiota, ma questo si sapeva già.
-Ambra, ehi! Ci sei?
-Cosa? Si, certo.
-Hai capito cosa ho appena detto?
-Non lo so, mi sono fermata al punto in cui mi davi dell’idiota.
-Ti do sempre dell’idiota.
-Questo è per farti capire che non so cosa stavi dicendo.
Cris alza gli occhi al cielo e sbuffa, ripuntando poi lo sguardo su di me.
-Ho detto che devi andare da lei.
-Chiariscimi una cosa, d’accordo? Perché siamo venute qui, se poi avevi intenzione di farmi tornare?
Cris sorride soddisfatta e si alza. Io la guardo incuriosita e la seguo.
-Se fossi rimasta lì, probabilmente, non avresti avuto modo di renderti conto di quanto tieni a lei. Sai, la distanza ti fa sentire la mancanza, quella concreta, fisica, di qualcosa che fino a poco prima potevi toccare.
Le sorrido in risposta e l’abbraccio di slancio, senza neanche rendermene conto. Cristina ricambia subito, avvolgendomi le braccia intorno alle spalle.
Non siamo quel tipo di amiche che si scambiano gesti d’affetto plateali o qualcosa del genere. Noi siamo così. Ci prendiamo in giro, anche pesantemente, come la maggior parte delle migliori amiche fanno; litighiamo, facciamo pace senza neanche deciderlo. Dimostriamo di tenere l’una all’altra nelle piccole cose.
So che qualsiasi cosa possa succedere, nel bene o nel male, lei ci sarà sempre per me, e sento come il bisogno di doverla ringraziare per questo.
-E questo perché? – mi chiede dopo qualche attimo.
-Ci dev’essere per forza un motivo?
-Con te? Ovviamente.
Rido e l’abbraccio più forte, rispondendole.
-Perché ti voglio bene. Ti basta come risposta?
La sento sorridere, ma mi risponde con un “No”. Ridacchio e la lascio andare. Continua a restare vicino a me e parla di nuovo.
-Ti voglio bene anch’io, Ambra.
Le sorrido e quando sento che il freddo sta diventando più pungente, le faccio segno di rientrare.
___
 
Ho provato a chiamarti per tutto il giorno, ma non mi hai mai risposto. Ovviamente.
Cris e Theo hanno cercato distrarmi per tutta la sera. Poi Theo si è fatto vincere dal sonno ed è andato via. Cristina è rimasta qui con me a parlare di qualsiasi cosa ci passasse per la testa, come un tempo. Mi mancavano questi momenti.
Nonostante tutto, penso ancora a te. Mando Cristina a letto, dopo l’ennesimo sbadiglio e la rassicuro che la raggiungo presto.
Quando Cris è sparita oltre la porta, prendo il cellulare e compongo nuovamente il tuo numero. Squilla ma non risponde nessuno. Di nuovo. Parte la segreteria telefonica. Di nuovo. Ti chiamo una seconda, terza volta, ma niente.
Ci rinuncio e afflitta ritorno dentro.
Nel momento in cui sono di nuovo nel salone, noto che Theo è sempre sulla stessa poltrona che dorme profondamente e che ha cominciato a russare. Cristina gli dà una manata sul braccio per farlo smettere con poca gentilezza. Sorrido per la scenetta e mi sdraio.
Il sonno si fa sentire, quindi chiudo gli occhi, mentre il sonno mi rapisce lentamente.
-Notte, Cris.
-Notte, idiota.
Sorrido, per poi sistemarmi meglio sul divano. Qualche minuto dopo, Theo ricomincia a russare con più forza di prima.
-Cazzo, Theo! – si lamenta Cristina, lanciandogli un cuscino addosso con poca grazia.
Ridacchio e mi rigiro, dando le spalla alla stanza.
Una vibrazione da sotto il cuscino mi fa saltare in aria. Guardo il telefono e noto l’orario, è l’una e un quarto di notte, o di mattina, a seconda dei punti di vista. Chi mai mi manderebbe un messaggio a quest’ora di notte? A parte Cris o Theo, sarebbe improbabile per chiunque altro.
Apro la notifica di un nuovo messaggio e… sussulto e spalanco gli occhi, mettendomi immediatamente seduta.
Cris è infastidita dalla luce e mugugna un “che c’è”, in una lingua poco riconoscibile.
Questo pomeriggio avevo fatto un disperato tentativo per parlarti, volevo provare qualcosa. Non ci ho sperato neanche un secondo, pensavo che non mi rispondessi.
Da me: “Ehi. Si, lo so, mi odi. Dammi un’opportunità. Una possibilità per spiegarmi o… Non lo so. Devo parlarti. Ti chiedo solo questo. Domani pomeriggio devo accompagnare Cristina in libreria. Se ti troverò lì, vuol dire che a me ci tieni ancora. Altrimenti… Altrimenti sparirò dalla tua vita.”
Da Enna: “Spiegarti? Davvero? Questa voglio proprio vederla.”
Okay, beh, vuol dire che verrà. Credo. Forse. Verrà, giusto?
Da me: “Non sottovalutarmi.”
Forse non avrei dovuto scrivere proprio quello…
Oh, al diavolo, quel che è fatto, è fatto.
La risposta arriva pochi minuti dopo.
Da Enna: “Non ti ho mai sottovalutata, Ambra. Non lo faccio neanche ora. Ma forse ti ho sopravvalutata.”
Fredda. Tagliente. Dolorosa. Il colpo mi arriva dritto al petto, forte. Non potevo resistergli. Mi distrugge.
Mi distruggi. Mi manchi.
Un mix perfetto per farsi ancor più male.
-Ehi, Ambra. Chi è? – mi chiede Cristina, improvvisamente lucida.
Non le rispondo e allora lo capisce.
-È lei, vero?
Io annuisco leggermente. Mi piomba letteralmente addosso e mi sfila con irruenza il cellulare dalle mani, leggendo i messaggi.
Pochi secondi dopo riemerge dalla lettura e mi guarda negli occhi.
-È la tua unica possibilità.
Se mando anche questa a puttane, allora ti perderò per sempre.
-Lo so.
_________
 
 
 
 
Okaaay, salve!
Non ho molto da dire su questo capitolo, a parte il fatto che il risultato finale è completamente diverso da quello originale, ma devo dire che non mi dispiace.
Beh, nel prossimo capitolo ci sarà una bella chiacchierata tra Enna e Ambra, ma non voglio rivelarvi nient’altro.
Comincerò a scrivere il prossimo capitolo martedì, quindi sarà pubblicato appena pronto, credo intorno a giovedì.
Che dire, allora… Spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto. Se è così(ma anche se vi ha fatto disgustare XD), potete lasciare qualche recensione, a me non dispiacciono affatto, negativa o positiva che sia.
Al prossimo capitolo!
   
 
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