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Autore: Robigna88    26/11/2016    1 recensioni
Allison Morgan credeva di essersi lasciata alle spalle gli Originali con i loro drammi, i loro segreti e quel sempre e per sempre in nome del quale avrebbero fatto qualunque cosa. Sono suoi amici e vuole loro bene ma ha già abbastanza problemi e nemici di cui occuparsi e non vuole avere a che fare anche con quelli dei Mikaelson. Questo fino a quando Rebekah non la chiama in cerca di un aiuto per trovare un posto sicuro per lei e la piccola Hope e orde di cacciatori sono pronti a raggiungere New Orleans in seguito a strani avvenimenti che hanno attirato la loro attenzione. Allison si sente in dovere di avvertire Klaus ed Elijah; solo avvertirli e niente di più. Una volta arrivata nella città del Quartiere Francese però, tutto cambia e lei viene risucchiata dai loro problemi, come già le era successo in passato. Decide quindi di rimanere per un po'. Nel frattempo, in Kansas, Dean e Sam Winchester, avvertito il tumulto tra i cacciatori decidono di partire per New Orleans ed indagare senza sapere però che quel caso-non caso li condurrà dritti dalla loro amica cacciatrice e dai suoi strani amici.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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avvertimento libro e blog Amici, il primo Romanzo con protagonista Allison Morgan e ora acquistabile su Amazon a questo link The Family Business - La profezia sia in versione cartacea che e-book. Inoltre vi comunico che ho aperto da poco un blog in cui si parlerà di libri e ff e serie tv e tutto ciò che è bello :D lo trovate qui: librilandia venite a seguirlo :)
Buona lettura e lasciatemi un commento se vi va :D



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21.

LA FINE

 

 

 

 

 

Elijah era arrivato con quindici minuti di anticipo per nulla sorpreso di vedere l’auto di Allison già ferma fuori all’edificio, le luci della grande scuola di musica accese illuminavano tutto il buio intorno. L’Originale pensò che quello doveva essere stato un bel posto quando la madre di Allison ci aveva lavorato. Sulla facciata oramai rovinata poteva immaginare lo splendore di un tempo, quelle belle piante rampicanti con piccoli fiori colorati che ricordava dalla foto che Allison gli aveva mostrato. Quello stesso giorno gli aveva chiesto di fare una passeggiata con lei ma lui aveva rifiutato e ora ripensandoci non poteva fare a meno di chiedersi se invece non sarebbe stato meglio accettare, cosa sarebbe successo se avesse passeggiato con lei quel giorno; forse ora starebbero cenando insieme, felici.

Fece un grosso respiro mentre avanzava verso l’entrata e il suo pensiero volò ad Hayley… l’aveva amata, di certo lo aveva fatto, ma Allison aveva sconvolto ogni cosa e lui l’aveva amata di più, più di ogni altra cosa, più di ogni altra donna ed era arrivato il momento di dirglielo. Non sprecare questa occasione gli aveva detto Rebekah, lui non ne aveva nessuna intenzione.

Chiuse gli occhi quasi stordito dall’odore di sangue che gli accarezzò le narici una volta dentro, l’odore di quel sangue che conosceva fin troppo bene. “Allison!” la chiamò guardandosi intorno mentre si sbottonava la giacca pronto a qualunque cosa. “Allison, dove sei?” disse ancora urlando.

Ci fu silenzio, poi lei urlò un qui che gli fu sufficiente per raggiungerla.

“No no, fermati!” L’Originale si fermò mentre la mano della donna era ancora aperta e tesa verso di lui. “C’è una specie di barriera o qualcosa del genere, una volta da questo lato non potrai più uscire e…” un colpo di tosse ed Allison diventò paonazza mentre dalla sua bocca cadevano lenti rivoli di sangue. Elijah la raggiunse in pochi passi e si piegò sulle ginocchia, una mano sulla schiena della cacciatrice.

“Sei ferita?” le chiese cercando il suo sguardo. Lei lo evitò per alcuni secondi, poi scosse il capo e si pulì le labbra con la manica del giubbino.

“Non proprio” gli disse alzando infine la stessa per mostrargli il simbolo che le si era formato sul polso; una specie di croce capovolta che sembrava essere marchiata a fuoco. “Sai cos’è?”

Lui scosse il capo girando poco il polso per guardare meglio. “No, ma sembra doloroso” mormorò guardandola negli occhi. “Tu sai cos’è?”

“L’ho già vista in passato” confermò Allison. “È una maledizione voodoo, il marchio del traditore. E hai ragione, è piuttosto doloroso.”

“Il marchio del traditore?” ripeté lui, “non capisco, perché qualcuno avrebbe dovuto maledirti? Come traditrice poi…”

“Non lo so” Allison deglutì a vuoto e con fatica si mise in piedi aiutata da Elijah. “Ma una cosa la so per certo. Non c’è cura” spiegò. “Morirò fra quattro ore circa.”

L’Originale la guardò preoccupato.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Niklaus!” esclamò Elijah andando avanti e indietro per la stanza, anche al di là della barriera che teneva Allison bloccata da un lato ma che, avevano scoperto per caso, lui era liberissimo di oltrepassare. Era nervoso e per quanto lei volesse dirgli di stare calmo, non ne aveva la forza. “Non credo che tu capisca la gravità della situazione. Se non trovi Freya, trova un’altra strega e fallo adesso perché non abbiamo molto tempo.”

“A quale strega dovrei affidare le sorti di Allison secondo te? Non so se lo hai notato ma ha una bella fila di nemici che farebbero qualunque cosa per farla fuori, dovrei servire ad una strega qualunque una tale opportunità su un piatto d’argento?”

Elijah si strofinò gli occhi e cercò di riprendere il controllo. “Ho provato a darle il mio sangue ma sembra che abbia peggiorato la situazione. Ti prego fratello, abbiamo pochissimo tempo ed io… io non so cosa fare.”

“Lo so, sto facendo del mio meglio Elijah, proverò un’ultima volta a rintracciare Freya, dopodiché troverò qualcun altro se costretto, di’ ad Allison di resistere.”

L’Originale elegante la guardò; era pallida, lo sguardo perso su un punto indefinito del pavimento, la mano stretta intorno a quel simbolo maledetto, il corpo scosso da tremiti di tanto in tanto.

“Sono stanca” mormorò di improvviso mentre le palpebre le si chiudevano piano. “Tanto stanca.”

“Allison!” la chiamò Elijah avvicinandosi e stringendole piano il viso, senza lasciare il telefono, un po’ perché voleva che Klaus capisse quanto grave fosse la situazione, un po’ perché nel momento in cui avrebbe riattaccato si sarebbe ritrovato solo con la sua immensa paura di perderla. Non era certo di essere pronto. “Devi rimanere sveglia, ti prego.”

“Mettimi in vivavoce Elijah” gli disse Klaus dall’altro capo del telefono e lui lo fece. “Ciao, guerriera” la salutò cercando di sembrare tranquillo.

“Forse un tempo” parlò lei, sentiva le labbra secche farle male. “Oggi non direi. Mi sento tutto tranne che una guerriera.”

“Ma lo sei, chi ha il fuoco dentro come te lo ha sempre, indipendentemente da tutto.”

Allison abbozzò un sorriso, poi si schiarì la voce e diede un colpo di tosse. “Klaus, ho bisogno che tu faccia qualcosa per me.”

“Qualunque cosa.”

“Smetti di cercare un modo per aiutarmi, vai a casa e stringi tua figlia tra le braccia. Per me è troppo tardi comunque.”

“Cosa stai dicendo?” le chiese Elijah scuotendo il capo.

“Metti via il telefono Elijah, mettilo via e stringimi forte. Se proprio devo morire, tanto vale farlo tra le braccia dell’uomo che amo.”

“Tieni duro Allison, troverò Freya. Devi solo resistere un altro po’.”

“Ti voglio bene Klaus” gli disse lei senza staccare gli occhi da Elijah sulle cui guance scivolavano lente alcune lacrime. “Dai un bacio ad Hope da parte mia.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“È buio pesto, chi c’è lì fuori? Ci sono intorno strani rumori. È buio pesto, io ho paura! Qualcuno gratta la serratura. È buio pesto, mamma, papà! Nessuno viene, dormono già. La notte passa, arriva il mattino: un lupacchiotto mi è stato vicino. Un lupacchiotto di stoffa pelosa che tra le mie braccia dolce riposa.”

Elijah corrugò la fronte e con un sorriso dolce allungò la mano e le accarezzò il viso con dolcezza. “Cosa stai mormorando?”

Allison rannicchiò su se stessa in posizione fetale, il braccio del suo bell’Originale elegante sotto la sua testa a farle da cuscino da quasi un’ora, da quando avevano deciso di sdraiarsi su quel pavimento polveroso. “È una vecchia filastrocca che mia madre ed io recitavamo la sera quando ero piccola e avevo paura del buio. Solo che io non avevo un lupacchiotto, piuttosto un orsetto con un solo occhio.”

“E l’altro dov’era finito?”

“Nello stomaco del cane dei nostri vicini” ridacchiò Allison.

“Non parli mai della tua infanzia, ma a me sembra che fosse felice.”

“Lo era” sussurrò Allison. “Avevo tanti sogni e una lista di undici cose che mi ero ripromessa di fare crescendo.”

“Che tipo di cose?”

“Cose che non ho mai fatto. A parte alcune. Vuoi sentirle?”

Elijah annuì. “Certo che voglio.”

“Punto uno trovare un principe azzurro; due avere un cane da chiamare Cupcake; tre avere una collana come quella di mamma; quattro essere un dottore come papà” si fermò per riprendere fiato. “Cinque trovare una fidanzata per Matt; sei adottare un criceto che si chiamerà Gigì; sette comprare una casa con un grande giardino; otto aiutare la mia migliore amica Melody con il suo gatto Graffio; nove fare una festa a sorpresa per i cinquant’anni di papà. E infine, andare sott’acqua con gli occhi aperti.”

L’Originale sorrise. “Era una bella lista ma queste sono solo dieci cose.”

“La undicesima era più un’aggiunta al punto primo.”

Elijah sentì che il battito di Allison stava rallentando in modo spaventoso, la sua pelle stava diventando fredda, gli occhi si spegnevano ogni secondo di più. “Cos’era?” le chiese con la voce rotta di pianto.

“Il principe azzurro doveva guardarmi con amore assoluto, come se non ci fosse niente di più importante al mondo. Come mi stai guardando tu adesso.”

Il vampiro chiuse gli occhi, avvicinò il viso al suo e la baciò. “Ti amo” le sussurrò. “Mi dispiace di averci messo tanto a dirlo.” Riaprì gli occhi, ma le iridi nocciola che incontrò erano vitree e prive di vita. La sua Allison era morta.

“Allison” la chiamò. “Ti prego resta con me.” privo di ogni forza se la strinse al petto affondando il viso tra i suoi capelli. “Ti prego, torna da me.”

Lei però non poteva tornare. Elijah si accorse che quello che stava provando in quel momento era il dolore più grande che avesse mai provato. Nemmeno quando Hayley era morta dando alla luce Hope si era sentito così perso, così disorientato e disperato. Fu in quel momento che Klaus, Freya e Rebekah entrarono nella stanza, ma non c’era più niente che potessero fare oramai.

 

 

   
 
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