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Autore: _ Arya _    27/11/2016    4 recensioni
Killian Jones, 29 anni, vive a Londra con suo fratello Liam ed è co-proprietario di un pub. Un incidente ha rovinato la sua vita portandogli via la fidanzata, la loro bambina non ancora nata e una mano. È seducente e di bell'aspetto, ma dietro la sua maschera da duro nasconde un'anima profondamente ferita, che cura impegnandosi a limitarsi ad avere soli relazioni occasionali.
Emma Swan, 18 anni, vive coi suoi genitori e suo figlio Henry. Ufficialmente lavora alla boutique di moda della sua amica Regina, ma in realtà segue una cacciatrice di taglie per imparare il mestiere. Ha avuto un'infanzia difficile segnata da malattie e prese in giro: quando la sua vita è migliorata ci ha pensato il suo primo ragazzo a ributtarla nel baratro. Pur soffrendo ancora di depressione, è una ragazza forte e indipendente e non mostra mai le sue debolezze.
Quando Liam convincerà il fratello a provare ad unirsi ad un gruppo di supporto, i destini dei due ragazzi si incroceranno: saranno troppo diversi o riusciranno ad unirsi e rimettere insieme i pezzi delle loro anime?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Liam Jones, Neal Cassidy, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Coming clean










EMMA POV

-Grazie Regina... per ora va bene così, nei prossimi giorni porterò il resto. Io non so davvero come ringraziarti per l'ospitalità.
-Emma, mi fa piacere averti come coinquilina. Solo, sei sicura?
-Completamente.
Ed era inevitabile che lo fossi. Così com'ero certa di non voler avere niente a che fare coi miei genitori, almeno fino a che non mi avessero chiesto scusa per il loro assurdo comportamento.
Volevano proteggermi, e questo potevo capirlo, ma non era questo il modo. Non potevano vietarmi di vedere l'unico uomo che dopo tante sofferenze era riuscito a farmi battere il cuore, aprendo una breccia nelle mie barriere ormai quasi impenetrabili.
Non ci avevo pensato due volte prima di far loro presente di non essere costretta ad abitare in quella casa. Se anche Regina non mi avesse potuta ospitare, avevo da parte abbastanza soldi per potermi permettere l'affitto e tutte le spese indispensabili per me e mio figlio.
Avevamo urlato tanto mai prima d'allora, ed era stato davvero orribile. Avevo insultato i miei genitori, e ci eravamo detti tante cose non pensavamo. Avevamo concluso quando mi avevano minacciata dichiarando che se fossi uscita da quella casa non avrei dovuto disturbarmi a tornare, perché da loro non avrei avuto più nulla. Ed io, con rabbia e un senso di gioia crudele, avevo gridato loro che non me ne importava proprio niente, perché fare la cacciatrice di taglie era un lavoro molto ben retribuito. Come avevo sperato li avevo spiazzati, così ero andata in camera di Henry a vestire lui e me, poi avevo buttato in borsa i beni di prima necessità e avevo chiamato Regina, che si era subito offerta di venirmi a prendere.
Mi ero scusata un milione di volte per il disturbo, ma lei mi aveva assicurato che non fosse un problema e che piuttosto era felice, perché avrebbe potuto essere divertente vivere insieme. Così ero scoppiata in lacrime, senza riuscire a farne a meno, e la mia migliore amica mi aveva tenuta stretta a sé per oltre un'ora, come una sorella maggiore. Ed ero stata meglio, alla fine. Avevo preso una tazza di cioccolata calda per poi andare a dormire nel lettone insieme ad Henry.
Nonostante tutto mi ero alzata di buon umore, così eravamo andate dritte a casa mia. I miei avevano tentato di rivolgermi la parola, ma io li avevo semplicemente ignorati come avevo fatto con le chiamate e i messaggi, e mi ero concentrata a riempire le borse fino a che non eravamo andate via.
Con l'aiuto di Regina non era stato difficile sistemare tutte le mie cose e quelle di Henry negli armadi della sua grande casa. Sia io che mio figlio avremmo avuto una stanza e, nonostante il disorientamento iniziale, sembrava che la sua gli piacesse.
Anch'io ero disorientata, a dire la verità. Era successo tutto così in fretta che facevo fatica a realizzare che ora, la mia casa era quella.
-Ok. In questo caso spero vi troverete bene qui. Dovrai fare a meno del giardino, però.
-Ma scherzi? Hai una casa che adoro, ha due piani e siamo in pieno centro!
-Benvenuta, allora!- sorrise rasserenata -Stai meglio? Chiarirete, sai. Lo fanno per te, ma capiranno che non era questo il modo giusto.
-Non voglio parlare dei miei genitori, Regina. Ma sto meglio, grazie. Molto meglio. Andiamo a recuperare Henry e usciamo a fare shopping. Stasera non voglio essere impresentabile dato che ho praticamente traslocato nell'arco di 12 ore solo per lui.
-Deve piacerti proprio tanto.
-Tanto... non esageriamo, non lo so- borbottai imbarazzata -C'è tempo, ma mi piace, sì.
Trovavo difficile ammettere ad alta voce che mi piacesse, che volessi con lui qualcosa di più che un'amicizia. Inoltre provavo nei suoi confronti una forte attrazione che quasi mi spaventava, perché non era affatto da me. Forse i miei avevano ragione a dire che fossi una “ragazzina in preda agli ormoni”, ma non ero certa fosse un male. Avevo 18 anni, non 60, e se un uomo attraente come lui non mi avesse fatto alcun effetto, probabilmente avrei dovuto preoccuparmi. Non volevo ammetterlo neanche a me stessa, in parte, ma volevo davvero che l'appuntamento avesse successo. Volevo concludere la serata con un bacio vero, come nei film.
-Mi basta, Swan. Fino a un paio di settimane fa non volevi neanche ammettere di non odiarlo. Comunque se vuoi fare un po' di pratica di baci possiamo comprare delle fragole...
-Regina!
-Scusa, lo dicevo per te! Preferisci far pratica con me? Non mi schifo, giuro.
-Andiamo prima che continui a sparare cazzate- sentenziai, sicuramente rossa in viso, correndo su per le scale per andare a recuperare Henry.
Non baciavo un ragazzo da secoli, era vero, ma ero piuttosto certa di ricordarmi come si facesse. E poi sarebbe venuto spontaneo. Non che avesse proprio tutti i torti, certo: Killian doveva essere un gran baciatore e io gli sarei apparsa come una novellina... ma non avevo alcuna intenzione di mettermi a baciare la frutta come un'idiota!
 


-Regina, basta, non ne posso più! Andiamo direttamente da Primark, troverò sicuramente qualcosa!
-Primark per il primo appuntamento?! Non farmi sanguinare le orecchie, ragazzina.- mi minacciò teatrale la mia amica, mentre uscivamo dal – letteralmente – decimo negozio di Oxford Street. Avevo comprato solo un paio di leggins di pelle, pur non essendo certa mi sarebbero serviti per quella sera, ma in quanto a vestiti non riuscivo a trovare nulla che mi piacesse. Non avrei comprato i soliti jeans, ma non c'era neanche un pantalone decente, o una gonna che fosse nel mio stile. Erano tutte o troppo strette, o troppo corte, o troppo scomode per altri motivi. Me ne era piaciuta soltanto una, ma a detta di Regina era troppo da vecchia.
-Entriamo qua.
-Urban Outfitters? Sei seria? Costa troppo!
-Se non hai soldi te li presto io.
-Non è che non li ho, ma non voglio spendere così tanto per un appuntamento!
Ignorandomi di nuovo, si limitò a prendermi il braccio e portarmi dentro. Era un bel negozio giovanile, gliene davo atto, ma il costo medio di una maglietta era di 50 sterline.
-Giallo e nero.
-Cosa?
-Ti piace il giallo, ti piace il nero. Giusto?
-Sì, ma...- borbottai confusa, guardandomi intorno. Poi capii: in fondo al negozio si intravedeva un grande scaffale pieno di indumenti gialli di ogni genere, ed era tutto in saldo. Allora aveva ascoltato qualcosa di quello che avevo detto, per fortuna.
Spinsi dunque la carrozzina in quella direzione, ed Henry rise: almeno lui si stava divertendo! Io ero stanca morta e volevo solo fermarmi a mangiare un hamburger gigante e poi tornare a casa a dormire un paio d'ore.
-Questa!- esclamò la ragazza, dopo aver rovistato un po'. Tirò fuori una canotta color giallo pallido davvero carina: aveva un sobrio strato di pizzo con delle forme di foglioline o qualcosa del genere. Era sicuramente nel mio stile.
-Wow, ok... mi piace!
-E' perfetta. Si abbina con un paio di stivaletti che ho visto all'inizio del negozio e ci puoi mettere sotto i leggins. Una gonna nera, ed è fatta! Di giubbotti di pelle ne hai.
Non c'era nulla da dire, in fatto di moda Regina la sapeva lunga. Se fossi stata in cerca di qualcosa di più elegante, avrei decisamente optato per il suo negozio, qualcosa di carino l'avrei sicuramente trovato. Tuttavia non volevo ingigantire troppo quella serata, era solo un primo appuntamento. Certo, non uscivo con un ragazzo da quasi tre anni, ma rimaneva una semplice uscita.
-Va bene, dai. Troviamo una gonna, così possiamo andare a mangiare. E dormire.
-Quanto sei noiosa! Tuo figlio di neanche due anni non è stanco e tu sì!
-Lui sta in un passeggino e si è mangiato una merendina- le feci notare, incrociando le braccia al petto. Se qualcuno avesse spinto me e mi avesse dato dei dolci, sarei stata bene anch'io!
Quella si limitò ad alzare gli occhi al cielo e proseguire oltre, costringendomi a seguirla. Volevo essere presentabile, certo, ma anche riposata: avere sonno in un cinema non mi avrebbe di certo aiutato; con le luci spente, avrei rischiato seriamente di addormentarmi lì, e quello sì che avrebbe trasformato l'appuntamento in un totale fallimento.
-Emma, vieni! Ho trovato qualcosa che sono sicura ti piacerà!

 

***


Forse i nuovi vestiti e la piega dei capelli mi avevano infuso, in qualche modo, una nuova sicurezza. Oppure era stato semplicemente il buon umore ad annebbiare tutte le mie paure ed insicurezze.
In ogni caso, avevo deciso di dirglielo. Avevo pranzato, avevo dormito, e mi ero alzata con la voglia di raccontargli tutto, essere sincera da subito. Così, senza pensarci più di tanto, gli avevo mandato un messaggio chiedendogli di vederci un'oretta prima, per mangiare qualcosina e parlare. Come tutti gli uomini, alla parola “parlare” si era spaventato, ma gli avevo assicurato di non avere nulla da temere: non mi sarei tirata indietro. Ci saremmo visti in piazza davanti al cinema alle 7 e mezza, e dopo aver comprato i biglietti saremmo andati a trovarci un ristorantino tranquillo e a Soho. Ero elettrizzata, e nonostante sapessi che quando sarebbe arrivato il momento di raccontargli del mio passato sarebbe stato meno semplice, ero ottimista. Non pretendevo che reagisse come se nulla fosse, ma ero certa che sarebbe stato comprensivo come sempre, senza provare pietà. In fondo ora stavo bene e poteva vederlo anche lui.
-Jones ti fa bene...- sorrise Regina, passandomi accanto con Henry in braccio. Mi ero offerta di chiamare Aurora, ma aveva giurato che le avrebbe fatto piacere giocare con lui. Era buffo, non era una fan dei bambini, ma con Henry si trovava bene. Forse perché per la sua età era un bambino maturo: era sveglio e non faceva i capricci, se non alcune rare volte.
-Dici?
-Dico. Non ti ho mai vista sorridere così tanto, nonostante il casino coi tuoi. Sicura di essere sobria?
-Tranquilla, non ho bevuto neanche la birra. Sto... bene. Forse è merito suo o forse... boh. Ma al momento dei miei non me ne importa nulla. Secondo te devo mettere la matita o no?
-Tu vatti a mettere le scarpe- replicò -A truccarti ci penso io, non vorrei che combinassi qualche casino. Sicura di non volere un paio di calze al posto dei leggins?
-Un passo alla volta. È già tanto che abbia accettato di mettere una gonna- le ricordai. Urban Outfitters era stata una grande idea, in fin dei conti, avevo trovato tutto ciò che mi serviva. Certo, avevo speso 80 sterline, il doppio rispetto al budget che mi ero fissata, ma in fin dei conti ero soddisfatta. Il parrucchiere aveva deciso di pagarmelo Regina come regalo per il fatto che “stessi crescendo; si era beccata qualche parola poco simpatica per quella specie di battuta, ma alla fine avevo accettato. Io avevo chiesto semplicemente una piega mossa, ma lei mi aveva convinta ad aggiungere dei colpi di sole. Avendo già dei capelli di un biondo abbastanza chiaro, l'effetto finale era stato molto sobrio: semplicemente, avevo qualche ciocca leggermente più chiara e lucida.
-Sei davvero bella, comunque... e non lo dico solo perché sei la mia migliore amica.
-Mamma, beeellla!- fece anche Henry, accarezzandomi i capelli con una manina -Mobbido!
-Vero, sono morbidi per adesso- risi -Mamma non ha mai avuto pazienza per farli così!
-Bellla!- ripeté, guadagnandosi un sonoro bacio sulla guancia. Non ci sarebbe mai stato nulla di più bello e dolce di mio figlio che mi faceva i complimenti, soprattutto ora che aveva imparato davvero il significato della parola “bello”.
-Grazie Regina... e grazie tesoro, sei bello anche tu. Tanto tanto bello, lo sai?
-Henny bello- ripeté, facendo ridere entrambe.
D'accordo, avevo avuto una bruttissima discussione con i miei genitori e avevo sconvolto la mia vita nel giro 24 ore... ma non riuscivo a non essere felice. Avevo un figlio dolce e meraviglioso, l'amica migliore che potessi desiderare, e perfino un uomo che non vedevo l'ora di vedere. Forse, quella discussione mi aveva spinta a fare ciò che avrei voluto fare da tempo, ma non ne avevo mai avuto il coraggio.
-Ok,ora basta chiacchiere, dobbiamo truccare la mamma. Facciamo in camera mia che ho tutto.
-Va bene, niente trucco pesante però, ti prego...
-Ma ti pare? Sei già uno schianto così, solo l'essenziale. Ti fidi?
-Ok. Però non esageriamo ora, “uno schianto” non credo proprio.
-Un giorno la smetterai di sottovalutarti...- commentò soltanto, trascinandomi per un braccio verso la sua stanza.
Ero conscia di essere più carina del solito, ma ciò non toglieva che Londra fosse piena di ragazze più belle e soprattutto più attraenti di me. Forse Regina aveva ragione, avevo poca autostima... ma cosa potevo farci? Ero fatta così.
Mi sedetti quindi davanti al suo specchio, mentre Henry si diresse verso il letto per salirci. La ragazza lo lasciò fare, poi si mise a trafficare nel cassetto dei suoi cosmetici. Ovviamente neanche presi in considerazione di proporle di usare i miei, mi avrebbe solamente riso in faccia.
-Ok. Fondotinta non ti serve... ma possiamo dare invece colore alle guance. Rosa chiaro?
-Mi fido di te. Basta che ti tieni sul leggero fai quel che vuoi...
-Fantastico! Tranquilla, non ci vorrà molto, promesso!
Annuii, sapendo di poterle credere. Era molto più brava di me col trucco, quindi avrebbe fatto senz'altro un lavoro migliore. E poi, non avrebbe voluto che arrivassi tardi.
Cercai quindi di rilassarmi il più possibile, eseguendo tutto ciò che mi chiedeva. Chiudevo gli occhi, li riaprivo, poi mi voltavo a destra, a sinistra – tutto a comando. Solo ogni tanto riuscivo ad intravedere Henry in ginocchio sul letto che continuava a fissarci.
-Ora sei pronta! Puoi guardare!- esultò infine la mia amica, dopo avermi dato un ultimo tocco di blush sulle guance. Per un attimo mi concessi di avere paura, ma quando vidi la mia immagine riflessa nello specchio, non potei fare a meno di sorridere. Mi piacevo. Mi piacevo davvero, ed era una cosa che capitava molto raramente. Regina aveva mantenuto la sua promessa, limitandosi a un blush leggero e un rossetto chiaro e delicato. Agli occhi, invece, un po' di matita e mascara.
-Grazie...
-Ma di cosa. Lo farai impazzire, ne sono sicura! Già è tantissimo che abbia voluto un vero appuntamento, Robin mi ha raccontato cose...
-Sì, che è... o era, non lo so, un donnaiolo. Beh... non posso dire di non capirlo dopo ciò che gli è successo. Spero solo che sia cambiato...
-Chiunque cambierebbe per te, tesoro. Guardati come sei bella e tenera!
Per fortuna riuscii a sgattaiolare via prima che mi tirasse per le guance, dato che a volte le piaceva farlo... così come io odiavo subirlo.
-Non sono tenera!- protestai, una volta a distanza di sicurezza -Però lo spero. Cioè, che cambi davvero. Non voglio essere una... una delle tante.
-Non ti preoccupare, dai. L'hai detto tu che è una brava persona... non credo ti farebbe qualcosa del genere. Soprattutto dopo che saprà tutto- concluse, stringendo le labbra. Non era certa della mia decisione. Non che non approvasse, anzi, solo non era sicura che fosse ciò che volevo... temeva fosse una scelta affrettata dovuta all'euforia, e forse lo era. Ma non per questo era sbagliata.
-Ok, ora puoi andare... ah no! Un'ultima cosa!- esclamò facendomi quasi saltare sul posto, mentre frugava in uno dei suoi cassetti accanto al comodino. Quando tornò da me, non seppi davvero come reagire. Non seppi se scoppiare a riderle in faccia o sotterrarmi per la vergogna. O entrambe le cose, in quest'ordine.
-Cosa dovrei farmene di questo- borbottai, guardandola malissimo.
-Sono certa che lui sappia come si usa.- replicò sarcastica -Senti, lo so che probabilmente oggi non ci farai niente. Ma... per ogni evenienza. Perché no?
-Perché no, Regina. Non mi porto un preservativo al primo appuntamento.
-Lo so- continuò seria -Volevo solo vedere la tua faccia!
Poi scoppiò a ridere, ed io la seguii a ruota, nonostante fosse uno scherzo di pessimo gusto. Il vero motivo per cui decisi di non pensarci, tuttavia, era un altro: l'idea di andare a letto con lui, in fin dei conti, non era poi così male. Non oggi, non l'indomani, ma chissà...
-Ciao Henry... e ciao Regina. Grazie ancora!

 

***


Non appena mi trovai davanti Killian, lui non riuscì a dirmi neanche “ciao”.
Si limitò a spalancare gli occhi e squadrarmi da capo a piedi, per poi fermarsi a guardarmi in viso. E io sorridevo, sorridevo come una cretina e non riuscivo proprio a controllare i muscoli facciali. Mi sentivo lusingata e, per la prima volta, bella. Mai, mai nessun uomo aveva perso le parole di fronte a me, mai nessuno mi aveva guardata così, facendomi sentire speciale.
Anche Killian era elegante, con un paio di pantaloni neri e una camicia grigio scuro, e la sua immancabile giacca di pelle. Ed era bello, molto bello... forse più del solito. Tutto quel nero faceva da contrasto al bellissimo azzurro dei suoi occhi, mettendoli in risalto come non mai. Se fossi stata nel pieno delle mie facoltà mentali, non sarei mai riuscita a sostenere il suo sguardo penetrante.
-Sei... sei davvero incantevole, Emma. Sei bellissima.
-Grazie...- borbottai, sentendomi avvampare -Anche tu sei... stai bene.
-Lo so.
Non capii se fosse il suo ego smisurato o semplicemente la voglia di smorzare la tensione, ma l'effetto fu immediato. Dopo aver alzato gli occhi al cielo, mi lasciai andare insieme a lui in una risata leggera. Era un grande idiota, ma un idiota davvero adorabile.
-Oh, quasi dimenticavo- aggiunse, una volta smesso di ridere -Questa è per te.
Mi porse una bellissima rosa rossa ed io la presi, per poi annusarla piano : il suo profumo inebriante era ancora intenso. Ne aspirai l'odore per qualche secondo chiudendo gli occhi, poi li aprii per ritrovarmi il suo sguardo tenero addosso.
-E' davvero bellissima. Grazie...
-Non c'è di che, splendore. Che dici, andiamo a cercare un posto in cui mangiare? Avrei prenotato qualcosa di carino se avessi saputo prima, mi spiace...
-Ma no!- lo tranquillizzai -Non mi aspettavo nulla, so che è stata una cosa all'ultimo momento ma... devo parlarti.
-Già... questa frase mi fa sempre paura.
Risi leggermente, ma anche un po' nervosamente. Adesso che era arrivato il momento, iniziavo davvero ad avere paura anch'io. Ero stata così impegnata ad essere allegra e prepararmi, che non avevo neanche pensato a come avrei iniziato il discorso. Era complicato, delicato e doloroso. E se avessi rovinato l'atmosfera? Se avessi rovinato quella serata che si stava preannunciando la migliore della mia vita dopo soli cinque minuti? Forse Regina aveva ragione, forse non era ancora il momento... però era troppo tardi. Non potevo e non volevo tirarmi indietro.
-Tranquillo. Non riguarda te. Beh, non direttamente almeno. Cioè, voglio dire, non è niente di che. Non lo è più, insomma. Solo che penso dovresti saperlo se... sai, se... se dovesse funzionare. Se... ci frequentassimo. Riguarda me – il mio passato. Lo sanno in pochi e non sapevo neanche se dirtelo, perché ti prometto che non influenzerà un nostro eventuale rapporto, solo che... credo sia abbastanza importante e... Senti, è complicato. Io non so come... come dirlo, è...
Fui costretta a fermarmi perché sentii gli occhi pizzicare, e mettermi a piangere come una cretina era l'ultima cosa che volevo fare, quella sera.
Killian, in silenzio, si avvicinò e poggiò la mano sulla mia guancia, accarezzandola piano col pollice. Al contatto mi rilassai subito, e chiusi gli occhi per godere al massimo di quella sensazione di pace che riuscì a regalarmi.
-Emma, non sei costretta a dirmi niente, se non vuoi...- sussurrò -Possiamo andare da KFC a riempirci lo stomaco di pollo fritto e patatine finché non arriva l'ora del film.
-Sarebbe fantastico...- replicai, specchiandomi nelle sue meravigliose pozze blu -Però... ho paura che se non te lo dico ora, non troverò mai più il coraggio di farlo.
-E' così terribile, Emma? Hai il seno rifatto? Guarda che non giudico... Ah no, lo so! Hai fatto un sogno erotico su di me e te ne vergogni...
Apprezzai i suoi sforzi per farmi ridere, tanto che mi lasciai andare contro il suo petto in una leggera risata, e lui mi cinse con un braccio. Non riuscii a sciogliermi completamente, ma in compenso la sua dolcezza mi restituì il coraggio. Era davvero un uomo meraviglioso, un uomo a cui avrei potuto dire qualsiasi cosa senza essere giudicata... un uomo che avrebbe fatto il possibile per farmi sentire meglio e farmi tornare il sorriso, meritava di sapere la verità.
-Non ho avuto Henry volontariamente. Voglio dire... non ho... no, ok. Allora. Il... rapporto che ho avuto col padre di Henry non è stato volontario, da parte mia. Erano lui e un suo amico, mi hanno costretta. Mi hanno... violentata. Due anni e mezzo fa. Credo sia per questo che fatico a fidarmi delle persone. È per questo che non mi sono fidata di te, e mi dispiace. Mi dispiace davvero tanto.- sussurrai d'un fiato, rimanendo nella sua stretta.
Poi chiusi di nuovo gli occhi, mentre la tensione che si scioglieva fece tremare le mie gambe: ringraziai mentalmente di avere lui come supporto, o non sarei riuscita a reggermi in piedi.
Respirai quindi a fondo, concedendogli tutto il tempo necessario per assorbire la notizia. Avrei aspettato che fosse lui a dire qualcosa, non gli avrei fatto pressione. Ero così comoda, che sarei potuta rimanere in quella posizione, tra le sue braccia, anche per sempre.
Ciò che non mi aspettai, fu di sentire il suo braccio scivolare lentamente via, costringendomi ad alzare lo sguardo. Era cupo... strano... vuoto, anche se mi guardava. A quel punto deglutii, tirandomi leggermente indietro e provando a stringergli la mano. Me lo lasciò fare, ma non ricambiò.
-Killian...
-Hai detto che non era niente di che.
-Infatti. È passato tanto tempo, l'ho superato.
-È per questo che vai agli incontri.
-Sì, ma... non credo ci tornerò. Da quando ti ho conosciuto sono cambiate tante cose...
-Hai detto che non avrebbe influenzato il nostro rapporto- continuò, come se non mi avesse neanche sentita -Ma è una promessa che non puoi fare.
-Killian, ti prego...- quasi singhiozzai, iniziando ad essere spaventata. Dove voleva arrivare con quel discorso? Con quella durezza?
-Ogni volta che ti bacio, che ti sfioro... dimmi, Emma, come posso ignorare il fatto che l'unico uomo che ti abbia mai toccata oltre a me, ti abbia violentata? Traumatizzata? Come faccio a esser certo di... di non stare sbagliando qualcosa. Di non starti facendo male?
-Ma non... non c'entri niente con lui. Era il mio ragazzo, era solo uno stupido ragazzino... tu... tu sei un uomo. Un uomo vero, un gentiluomo...- balbettai, mentre trattenere le lacrime diventava ogni secondo più difficile. Perché stava reagendo così? Perché stava cercando di allontanarmi? Di cosa aveva paura, lui?
-Temi non vorrò mai fare sesso con te? È questo?- domandai ferita.
-No! Dio, Emma, tu non capisci... tu non sei il problema! Io sono il problema. Non credo di essere la persona più adatta a te, non so se sono in grado di gestire tutto questo.
-Che... che cosa? Cosa stai cercando di dirmi?- domandai lasciando andare le lacrime, ormai incapace di trattenerle, incurante di stare piangendo nel bel mezzo della piazza.
-Che... è meglio che vada. Ho... ho bisogno di tempo. Ho bisogno di riflettere...
-Che cosa?! Non ti crea problemi il fatto che sia viva per puro miracolo. Non ti crea problemi il fatto che abbia avuto un figlio a 16 anni... ma non riesci ad accettare questo?!- gridai, fregandomene degli sguardi che avrei inevitabilmente attirato.
-Questo è diverso, Swan! È diverso perché, come ti ho detto, non sei tu il problema! Tu sei una ragazza forte, meravigliosa... ma anche ferita! E io non sono... giusto!
-Non pensi che questo dovrei deciderlo io?!
-Non so che dirti, Emma. Per favore...- sussurrò tirandomi in disparte, per allontanarci dagli sguardi indiscreti -Vai a casa, ora. E non piangere...
Cercò di asciugarmi le lacrime, ma questa volta fui io a scostarmi.
-Ho bisogno di tempo per... capire, ti prego.
-Va bene.
-Dico sul serio. Solo... qualche giorno. Io non ho dato peso alla differenza d'età e ad altre cose, ma ora... tutto questo, io non so...
-Va bene, ho detto. Vai.
-Starai bene?
-Vai ho detto!

Il vestito di Emma: http://i.imgur.com/dRV9Gzw.png















 

Angolo dell'autrice;
Ciao, spero non mi stiate odiando troppo in questo momento ^^"
All'inizio... Emma non è né scappata, né ha fatto scenate e tanto meno ha parlato a Killian del problema. Non ci ha pensato due volte e se n'è andata da Regina, perché non ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa dai suoi genitori. Killian le piace davvero e le è venuto istintivo scegliere lui, questa volta... e in fondo è da un po' che voleva fare questo passo.
Regina ovviamente è felice di ospitarla, sa che si troverebbero sicuramente bene come coinquiline. Spero non sia sembrato tutto troppo affrettato, ma ho voluto rendere l'impulsività di Emma, diciamo. Quindi hanno fatto shopping, e Regina l'ha convinta a cambiare stile, una volta tanto... almeno un pochino. E a lei non è affatto dispiaciuto mettersi in tiro alla fine, teneva a questo appuntamento più di quanto riuscisse ad ammettere.
Killian è rimasto a bocca aperta a trovarsela davanti così, e forse la serata sarebbe andata benissimo... se Emma non avesse deciso di rivelargli tutto. Sono curiosa di sapere se riuscite a capire la reazione di Killian o pensate sia uno stronzo (e che sia stronza e crudele io LOL).
Lunedì mattina parto e sarò via per una settimana, quindi fino ad allora sarò ferma con entrambe le storie :) Quando torno potrei aggiornare questa, avendo un capitolo semi-pronto... ma vedremo.
Un abbraccio e grazie a tutti come sempre. E buon OUAT day, finalmente!
   
 
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