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Autore: WhoLocki_Martell    27/11/2016    1 recensioni
Mi scuso per il titolo merdoso.
In soldoni, ho provato a immaginare il primo incontro tra Credence e Gravence.
Ovviamente, SPOILER FANTASTIC BEASTS!
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Credence, Barebone, Gellert, Grindelwald
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Altro contesto
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Gravence

Il nostro primo incontro



A Credence sembrava di essersi addormentato a malapena da cinque minuti quando sentì la mamma sbattere le pentole tra loro per svegliarlo
[1]. Nonostante non riuscisse neanche ad aprire gli occhi scattò in piedi. La mamma era nervosa; era giornata di predica per le strade e lui sapeve che se anche un piccolo dettaglio fosse andato storto lei non avrebbe esistato a cogliere l'occasione per picchiarlo, soprattutto dopo quello che era successo qualche giorno prima[2]. Al solo pensiero sentì i lividi pulsargli dolorosamente e e i graffi bruciare, e le lacrime affacciarsi agli occhi.
Strizzò le palpebre mentre rassettava il letto - nessuno in casa aveva diritto alla colazione se prima non avesse riordinato l'angusto spazio in cui dormiva - poi scese giù, nella sorta di sala comune dove si consumavano i pasti. Come al solito per colazione era servita una sorta di brodaglia di dubbia origine, solo che la porzione oggi era doppia. La mamma avrebbe predicato tutto il giorno.
Poco dopo, con sua sorella accanto a lui, i Secondi Salemiani erano in strada. Al di là dei pochi fanatici che credevano a sua madre e pendevano dalle sue labbra, la maggior parte delle persone li guardava con sorrisi di scherno, alcuni anche spaventati dalla loro aria lugubre, poco sana e poco felice.
Mentre sua madre incantava le folle con la sua parlantina, evidenziando i pericoli che correvano lasciando liberi di vivere tra loro streghe e stregoni, Credence e gli altri bambini avevano il compito di distribuire i volantini.
Credence odiava distribuire i volantini.
La maggior parte delle persone li considerava pazzi, ed evitava il suo timido braccio che porgeva i fogli colorati. Inoltre la gente lo guardava con sospetto, e si allontanava da lui anche per il suo aspetto; abiti e taglio di capelli orribili e fuori moda, mai un sorriso sul suo volto, e la sua postura ingobbita, come volesse nascondersi. Obiettivo in cui falliva miseramente quando si trattava della sua schiena e le cinghiate.
Come aveva previsto, nessuno prendeva i suoi volantini. Era circondato di persone e nessuno lo notava. Sotto sotto gli andava bene: era finito con delle brutte ferite sulla sua schiena per lui quando una ragazza gentile aveva visto la tristezza nei suoi occhi e aveva cercato di aiutarlo.
[3]
Immerso nei suoi pensieri, nè fu bruscamente distolto quando un uomo prese un volantino dalla sua mano e si fermò davanti a lui per leggerlo. Quel comportamento era così insolito che Credence sussultò. Lo guardò attentamente: era alto e vestito di nero come lui, ma quest'uomo emanava fascino, sicurezza ed eleganza, cose che lui non avrebbe mai avuto. Ma gli sembrava di averlo già visto.
- Quindi è questo che fate voi Salemiani, mettete il mondo contro maghi e streghe? - gli chiese l'uomo, esaminando il volantino.
- No... Noi... Mamma crede... Sono pericolosi - balbettò Credence in risposta. Si pentì immediatamente di quel tono insicuro. Doveva risultare convinto, o mamma lo avrebbe picchiato di nuovo.
- E tu credi a tutto quello che dice mamma, vero? - gli chiese l'altro con tono arrogante,e poi riprese - Pensa un po' a tutti i tuoi problemi, ragazzo. Te li ha causati gente con la magia? -
Credence pensò a qualche giorno prima, quando la ragazza gentile con la bacchetta aveva cercato di aiutarlo. E poi pensò a sua madre: non aveva nessun potere magico, eppure stava rendendo la sua vita un inferno. Pensò a quando la ragazza era stata costretta da un gruppo di uomini ad andare via e lasciarlo da solo lì, e a quanto avrebbe voluto seguirla.
[4]

- Lei è uno di loro! - quasi strillò Credence, facendo voltare verso di loro dei passanti infastiditi.
Ma non poteva tacere. L'aveva capito seguendo il corso dei suoi pensieri. Lui era uno di quelli arrivati a casa dopo Tina. Dopo che erano andati via, nessuno ricordava nulla, tranne lui.
Credence avrebbe voluto chiedergli perchè avevano portato via Tina, che lo stava solo salvando, ma l'altro lo precedette.
- Sì ragazzo, sono uno di loro. In tutta coscienza, credi sia colpa mia se tua madre ti picchia? -
Credence si spaventò per quella domanda. L'altro invece gli sfiorò il mento. Le sue dita erano ruvide e callose, ma a Credence non spiaceva quel contatto. Dopo pochi secondi sentì calore in tutto il corpo e formicolio per tutta la pelle. Sapeva anche senza guardarsi che i lividi, le escoriazioni, i graffi erano spariti. Ed era sparito anche il dolore.
Credence non sapeva cosa dire per quel gesto gentile. Nessuno era più gentile con lui da molto tempo.
- Perchè l'ha fatto? - gli chiese alla fine.
- Te lo dirò la prossima volta - replicò l'uomo, e senza attendere una risposta andò via.
Credence lo guardò andare via, immemore del fatto che avrebbe dovuto consegnare volantini.
***
Aveva pensato all'incontro con quell'uomo più di quanto gli facesse piacere ammettere. Non si era concesso nessuna fantasticheria - non osava - ripercorrendo solo le esatte parole che lui gli aveva detto con quel suo strano accento straniero. E ricordava spesso quanto si era sentito bene quando gli aveva lenito il dolore.
Aveva detto "la prossima volta"... lo avrebbe rivisto.
E finalmente quel giorno lo rivide. Era vestito esattamente come l'altra volta.
Quando lo vide gli sorrise, e Credence si ritrovò ad arrossire per quel sorriso. Si intimò di darsi un contegno e di non comportarsi da sciocco, ma tutti i suoi buoni propositi sparirono quando, senza parlargli, gli fece segno di seguirlo. Non si chiese dove lo stava portando e neanche gli importava. Lo seguì e basta.
- Credence, ragazzo - disse Graves quando furono giunti in un vicolo appartato, poggiandogli le mani sulle spalle.
- Signore - rispose timido lui, cercando di scostare quelle mani. Quel contatto non gli spiaceva affatto, ma non poteva crogiolarsi in sensazioni piacevoli.
- Ho una notizia importantissima da darti... una missione, e tu sei l'unico che può aiutarmi.
L'altro aveva un tono e un sorriso così entusiasti che Credence nè fu quasi travolto. Tutta quella gioia strideva vicino a lui. Non la ricordava nemmeno l'ultima volta che aveva sorriso.
- Devi aiutarmi a trovare l'Obscurus, Credence.
- Cos'è un Obscurus, signore? - chiese il ragazo, senza notare che lui non aveva mai detto a quell'uomo come si chiamasse.
- Non ho tempo per spiegarti cos'è, Credence. In breve, è quello che sta causando tutta quella morte e distruzione in città. Quando non distrugge ha forma umana.
Credence impallidì. Ecco perchè quell'uomo affascinante lo aveva avvicinato. Sapeva che era un mostro. Sapeva cosa faceva per vendicarsi delle ingiustizie che subiva.
- E io come posso aiutarvi, signore? Non conosco nessun altro tranne mia madre, i miei fratelli... e voi. - rispose poco dopo lui, cercando di non mostrarsi impanicato.
- So che è uno di voi, Credence, ho avuto una visione
[5]... Oh, so che non sei tu per certo, è un bambino. Devo tornare al MACUSA - aggiunse frettolosamente Graves, smaterializzandosi di fronte a lui, lasciandolo a bocca aperta e con un fascio di fogli di volantini stropicciati in mano.
***
- Dove sei stato, Credence? -
Raggelò. Lì sulle scale, seduta al buio e immobile, c'era sua madre ad aspettarlo, con intenzioni per nulla amichevoli.
- A consegnare volantini, mamma.
- E perchè li hai ancora tutti lì in mano?
Credence si diede dello stupido per quella distrazione. Stava pensando a quell'uomo e si era scordato di gettarli da qualche parte, come faceva al solito.
Quando, dieci minuti dopo, andò a letto, Credence era troppo stremato dal dolore fisico per pensare qualcosa di troppo complicato. Però penso al suo... amico. Si chiese perchè sua madre non potesse essere gentile come lui, e per la prima volta si concesse una fantasticheria: immaginò di incontrarlo in quel momento e di farsi guarire le ferite col suo tocco. Poi si rese conto che se avesse saputo che era lui l'Obscurus probabilmente non l'avrebbe mai guarito. Ma nonostante questi pensieri, non riuscì a reprimere la piccola parte di lui felice di poterlo rivedere in futuro.

1] Spunto preso da "La Sinistra Segheria" di Lemony Snicket. Una serie di libri felici.
2] Mi riferisco all'episodio con Tina, quando, come mostrato nel film, attacca la Umbridge. Volevo dire, Mary Lou.
3] Ancora riferimento a Tina.
4] Ho ipotizzato che dopo l'aggressione tutti in casa siano stati obliviati.
5] Non credo si sia trattato di una visione, credo invece che, coerentemente a quanto ipotizzato al 4] Graves abbia saputo di Credence grazie a Tina. Se così non fosse, riterrei plausibile l'utilizzo di meccanismi visti nella saga originale, tipo la Traccia.

***
Ed eccomi qua con un'altra flashfic sui miei adorati Gravence! Sì, so che sono abbusiviiih e badwrong, ma li shippo proprio per quello! ALso, ho litigato con l'html, sorry per i caratteri ora enormi ora minuscoli. E nulla, spero mi facciate sapere cosa nè pensate.
   
 
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