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Autore: Relou    27/11/2016    0 recensioni
-Non trovo nessun motivo per rimanerne così stupiti. Molly ha frequentato diversi uomini ma nessuno si è rivelato all'altezza ed erano tutti sbagliati perché, inevitabilmente, eravamo destinati a stare insieme. -
- Sherlock che parla di destino?! Questa è bella.. -
- Non che io ci creda, John, non essere ridicolo. Era per usare termini.. romantici. Insomma, quello è il tuo campo, io preferisco tenermene alla larga. – e così dicendo si lasciò cadere sulla sua poltrona accavallando le gambe in segno di chiusura dell’argomento.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Sherlock, oggi niente preparativi per il matrimonio? – John, con il più smagliante dei sorrisi, entrò nell’appartamento. Mary non era con lui. 
Sherlock era sulla sua poltrona, pensante, gli occhi chiusi e le dita a sfiorargli le labbra. John non era sicuro che si fosse accorto del suo arrivo.
 
- E’ praticamente tutto pronto, manca solo il vestito di Molly e quindi il mio. Deve esserci un minimo di abbinamento, no?! – La sua voce tonante irruppe nel silenzioso dubbio di John che si accomodò sulla poltrona di fronte. 
 - Certo, si, si. – la faccia di John non riusciva a smettere di essere sconvolta ogni volta che si toccava quell’argomento.
- Mary quanto ha impiegato a scegliere il suo vestito? – 
- Non saprei, io non ero presente, come richiede la tradizione, ma non credo ci abbia messo molto. Per quanto ne so è la parte preferita delle donne, la scelta dell’abito. – John gesticolava imbarazzato e confuso. Non sapeva mai che tono usare per rispondere a questo tipo di domande, inoltre era preoccupato. Per tutto il tempo, fin dall’inizio, da quando aveva appreso la notizia del  matrimonio, John era in apprensione per Molly, che temeva fosse vittima di qualche giochetto dell’amico ma in quel momento, un dubbio che non si sarebbe mai aspettato di provare si fece strada tra i suoi pensieri, spostando la preoccupazione su colui che avrebbe dovuto essere lo sposo. - Molly non l’ha ancora scelto? –
- No – Sherlock manteneva gli occhi chiusi, a cosa stesse pensando tanto intensamente per John era sempre un mistero, un mistero che non sempre era interessato a scoprire.
 
 


 
 
 
 
 
 
Molly tornò molto tardi quella sera ma Sherlock sapeva che non era a causa del turno al Bart’s, infatti rispetto al suo ritorno aveva staccato un’ora prima. Sherlock era alla finestra, con lo sguardo vuoto verso la strada sottostante che in realtà non stava guardando, in quanto era immerso nel suo palazzo mentale. Si accorse, però,  dell’arrivo di Molly, la vide sbucare nella strada e avvicinarsi al portone. Aveva ormai un suo mazzo di chiavi, nonostante non si fosse ancora decisa a traslocare definitivamente. Rimase davanti alla finestra ascoltando i passi di lei avvicinarsi. 
- Sherlock. – Molly era sorridente, sembrava tranquilla, eppure.. 
- Molly, non togliere il cappotto. Usciamo. - 


Sherlock , indossato cappotto e sciarpa,si diresse verso la porta pronto ad andare. Molly, insospettita dalla situazione, lo fermò. 
- Dove dovremmo andare? – 
Sherlock si fece più vicino, la guardava con uno sguardo acceso e carico di autorevolezza – Andiamo a comprare il tuo abito da sposa! – 
Sembrava irremovibile ma come dargli torto. Ormai era tutto pronto, mancava solo l’abito, il matrimonio sarebbe stato tra meno di un mese ma Molly trovò modo di ribattere. 
- Non se ne parla. Dobbiamo rispettare la tradizione. – e prima che lui la interrompesse dimostrando il suo poco interesse verso tali inutili tradizioni, Molly proseguì – Andrò con Mary a scegliere il vestito, non voglio toglierle questo piacere. Domani stesso andrò. – 
Anche nello sguardo e nella voce di Molly c’era sicurezza. Sherlock attese un attimo, combattuto sul dargliela vinta o meno. Alla fine si arrese. – D’accordo. Faremo come dici tu ma se anche domani ti rifiuterai comprerò l’abito senza di te, lo farò provare a John, vedremo. – 
Molly, felice di averlo convinto lo abbracciò, nascose il viso nella sua spalla, non voleva che Sherlock si accorgesse della fitta d’ansia che l’aveva pervasa. 


Il mattino dopo, Molly si alzò consapevole di dover mantenere una promessa. Nonostante lei si potesse considerare una mattiniera, si svegliava sempre dopo Sherlock, poche volte aveva avuto il piacere di trovarlo lì vicino a lei, con i riccioli neri e fitti che spiccavano sul cuscino bianco e il viso così vicino da sentire il fiato come una calda carezza. Ricordò la prima notte insieme e arrossendo nascose il viso sotto il lenzuolo. Molti dubbi la stavano pervadendo in quel periodo ma tra questi non c’era assolutamente in discussione l’amore per quell’uomo che stava riscoprendo ogni giorno e ogni giorno se era possibile se ne innamorava di più. Non era una compagnia facile, nonostante fosse ormai così umano manteneva comunque il suo carattere scientifico e all’apparenza poco empatico. Molly però non lo avrebbe mai voluto diverso. Lei già amava l’uomo ostile e insensibile di qualche anno fa. 
 
 
Mary l’aspettava impaziente all’incrocio vicino al negozio di abiti da sposa in cui lei aveva comprato il suo. Era trepidante. Sharyl non era con lei. 
- Mary – disse Molly abbracciandola – dov’è la piccola? – 
- È con John e Sherlock. Oggi dovremo faticare un po’. La scelta del vestito è il momento più bello ma anche molto stancante. Renditi conto che dovrai entrare e uscire da tanti corpetti diversi e non è detto che troverai ciò che cerchi in un solo negozio..- Mary, incapace di contenere la gioia del momento, non smise molto presto di parlare di quanto fossero belli gli abiti da sposa, di quanto a primo occhio tutti sembrassero meravigliosi ma appena iniziato a provare  sembra che mai si trovi  quello giusto, quello perfetto.. tutto questo, accresceva l’ansia di Molly che, come Mary faticava a trattenere la gioia, Molly faticava a trattenere lacrime di panico e rimorso. 
La commessa accolse le due donne con un enorme sorriso e una gioia che fece intimidire la già stressata, sposa.  
Pensierosa, Molly fece scorrere delicatamente le dita tra gli abiti protetti dalle custodie di plastica impermeabili. Quel gesto le faceva sperare che all’improvviso una forza misteriosa le avrebbe fermato la mano su quello che sarebbe stato il primo abito da provare, quello che l’avrebbe rinvigorita. Era stanca di quel peso che sentiva premere forte sullo stomaco. Perciò era contenta di essere lì, pronta a sbloccare la situazione, e proprio nel momento in cui l’ottimismo la illuminò,le sue dita si fermarono finalmente su un abito. – Partirei da questo qui. – 
 
 
 
 
 
John era già andato via e con sé la piccola Sharyl che aveva trattenuto, più del solito, la signora Hudson. Il pomeriggio era quindi stato piuttosto vivace e rumoroso, più a causa della signora Hudson che per la bambina. 
Sherlock si massaggiò le tempie godendosi il ritrovato silenzio. Il silenzio è utile, è sano, fa pensare, lascia che la mente lavori e si mantenga in forma ma i pensieri che Sherlock ormai faticava ad ignorare, ingombravano molto più di quanto lui volesse nella sua mente. 


Mary aveva accolto immediatamente la richiesta di aiuto di Sherlock e come lui aveva immaginato, sapeva già di cose le volesse parlare. 
- Il matrimonio è un passo importante. Chiunque ha dei dubbi, se così vogliamo chiamare la paura che inizia a incombere poco prima della fatidica data. – Mary aveva passato molto tempo con Molly, fin dall’inizio dei preparativi e l’aveva seguita in ogni passo. Era stata l’unica a credere da subito che quel matrimonio fosse reale, che Sherlock stesse facendo sul serio. 
- Mary, non ti ho chiamata perché tu mi rifilassi le banali scuse di tutti.- Sherlock si aggirava nervoso per la stanza. Odiava non capire ma soprattutto odiava essere l’unico a non capire. Non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce, mai, ma si sentiva uno stupido ogni volta che guardava negli occhi Molly, la stringeva e sentiva che qualcosa non andava. Per lui la natura umana era sempre stata un mistero, o comunque tutto ciò che riguardasse i sentimenti, per lui era un territorio sconosciuto. Non gli era mai stato utile prenderne atto. Molly sembrava più semplice degli altri da leggere ma comunque sapeva metterlo in difficoltà. In ogni caso sapeva che c’era qualcosa di grosso sotto, qualcosa che lei faticava a rivelargli. 
- Molly non mi ha detto nulla di particolare. È vero che l’ho vista giù ma questo più nell’ultimo periodo.. – Mary parlava come se stesse pensando ad alta voce. – Forse qualcosa c’è. Hai mai più avuto a che fare con Irene Adler? – quel nome fermò il girovagare di Sherlock. Rimase in piedi, portandosi le dita alle labbra, come faceva ogni volta che si immergeva totalmente nei suoi pensieri. Mary restò in attesa. 
- No. – disse Sherlock guardando dritto di fronte a sé con gli occhi a fessura come se vedesse cose, che non c’entravano con la stanza in cui si trovavano e che Mary non avrebbe mai potuto vedere. 
- Forse è di questo che dovreste parlare. 

 
   
 
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