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Autore: pandola    28/11/2016    0 recensioni
Quando riuscii finalmente a fermarmi e a mettermi in un luogo sicuro, rimasi in quella casa per giorni o forse di più, finché decisi che non avrei fatto quella fine. Questa è la mia versione di the walking dead,spero ci piaccia!!
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1


Sto girando per una cittadina da mezz’ora in cerca di un’auto funzionante, ma niente sono tutte senza benzina…che palle.
Sento un’auto arrivare nelle vicinanze, giro l’angolo ed eccola, è una jeep che mi sarebbe molto utile. Scende un vecchio ed entra nel bar che ho intravisto durante i miei giri.
Non so che fare, se andare a rubargli la macchina e lasciarlo lì oppure... oppure non lo so.
Opto per fare ancora un giro e come ritorno nei pressi del bar noto che sono arrivate altre macchine, altra gente, altri pericoli. Vaganti.
Poi iniziano gli spari, che cazzo succede. Decido di entrare nel bar dal retro e capire perché questi abbiano iniziato a spararsi contro. Imbocco il vicolo e restando bassa e il più silenziosa possibile entro nel bar e mi puntano subito pistole e fucili contro. Faccio appena in tempo a vedere che ci sono due tizi morti che alzo le mani
“fermi…non sto con nessuna delle due parti…”inizio
“come facciamo a saperlo?” mi sputa addosso l’uomo sulla quarantina 
“facciamo che vi do li mie armi per sicurezza..? anche se mi sembra la soluzione più stupida visto la situazione…perciò mettiamola così, se vi avessi voluti morti lo sareste visto che sono entrata indisturbata” dico prendendo poche pause tra una frase e l’altra “vorrei solo sapere perché vi sparate contro gli uni agli altri e non contro i morti che stanno invadendo le strade”
“divergenza di opinioni…?” prova il ragazzo orientale che sta in lato della porta.
“non ci hanno dato scelta, volevano…volevano…ma tu chi sei? E cosa ci fai da queste parti, cioè cosa fai qui?” cosa rispondo, che volevo rubare la macchina al vecchio? No
“cercavo rifornimenti, e poi quelli fuori mi sembrano un branco di bifolchi con manie di controllo e problemi di rabbia e mi sono chiesta chi poteva mai dar loro contro siccome sono anche ben armati” risposta vera e semplice
“quindi ora sei qui dentro per…”inizia l’uomo ma non riesce a finire di parlare che ricominciano a sparare e ad urlare che le strade sono sempre più piene di erranti o come li chiamano loro cervelli molli, e quando li sentiamo allontanarci ci arrischiamo ad uscire, io tengo la mia Browning Hi-Power alta e pronta a sparare contro chiunque. Fuori è pieno di zombi e noi iniziamo a sparare in testa a tutti quelli troppo vicini e girandomi verso al gruppo con cui ho deciso di stare mi trovo a mirare verso la testa di quello che ho sentito essere Rick proprio nel momento in cui lui si gira verso di me e pensa che gli stia per sparare così mi punta anche lui la pistola contro, ma quando io premo il grilletto e faccio fuori un vagante dietro di lui mi fa solo un cenno con la testa prima di ripartire di corsa verso un’auto.
Siamo vicini a una loro auto quando sentiamo le urla di ragazzo del gruppo avversario e così senza pensarci ci troviamo a correre e sparare verso di lui. Lo troviamo con una gamba infilzata su un’inferriata, sicuramente stava saltando da un tetto all’altro quando poi evidentemente è caduto. Siamo tutti presi sul cosa fare di lui che quasi ci dimentichiamo in che situazione ci troviamo, li sento discutere e mentre io sistemo alcuni morti dietro al ragazzo sento un forte dolore alla spalla, mi giro sperando non si tratti di un vagante che è riuscito ad avvicinarmisi tanto da masticarmi e quando mi volto, effettivamente c’è un morto vicino a me non è così vicino dall’essere riuscito a mordermi così lo stendo cercando di non pensare alla spalla che attimo dopo attimo mi fa sempre più male e quando mi rigiro vedo che hanno tolto la gamba del ragazzo dall’inferriata in malo modo date le sue urla e corriamo in formazione compatta verso le auto per poi partire a razzo verso il loro accampamento.

+++

Arriviamo alla loro fattoria verso l’alba ed io sento che l’adrenalina ormai sta scemando  e con la sua scomparsa sento la spalla sempre più intorpidita dal dolore, non sono ancora riuscita a vedere che cosa abbia perché sono seduta insieme al ragazzo ferito che non la smette di lagnarsi e lo capisco visto che ha un buco nella gamba.
Come spengono il motore arrivano altre persone, che iniziano a circondare le persone che scendono e quando notano che ci siamo anche io e l’altro diventano sospettosi e ci puntano le pistole contro intimandoci di scendere. Ci aprono le portiere ma Rick dice loro che il ragazzo non può camminare così il tipo davanti a me punta la sua balestra alla mia faccia e con essa mi fa cenno di scendere. Il vecchio dice subito di portare dentro il ragazzo e che io li ho aiutati a tornare e che non serve minacciarmi ma come scendo dall’auto ho un mancamento, sicuramente ho perso molto sangue, e cado praticamente addosso all’arciere che spostando la balestra mi prende con un braccio per non farmi cadere e quando vede il sangue sposta subito la maglietta per controllare la ferita
“le hanno sparato” dice rivolto a chissà chi, poi il buio m’inghiottisce e non sento più nulla.

+++

Mi sveglio in un letto, la spalla fa male ma è sopportabile, sento le lenzuola sulla mia pelle, come sono arrivata qua? Ah si…il bar, la corsa, l’arrivo in macchina e poi…poi? Sono praticamente nuda in un letto sconosciuto e sono sola nella stanza, mi guardo intorno e non vedo niente che potrei indossare. Facendo forza sul braccio sano mi metto seduta, mi gira un po’ la testa ma appena passa riesco ad alzarmi, credo che dovrei essere felice di essere viva, in un posto sicuro, devo solo sperare che la gente non sia fuori di testa o qualcosa di simile.
Mi avvicino alla porta, indosso solamente le mutande, una canotta non mia e la fasciatura, la apro piano e mi trovo davanti ad un uomo in salopette che mi guarda dal basso verso l’alto per poi esclamare
“finalmente ti sei svegliata! Dobbiamo parlare.” Mi dice, dopo averlo guardato per un po’ e comportandomi come se non avessi capito cosa voleva dirmi, guardo verso le scale, da dove provengono dei passi e da dove vedo spuntare quello che dovrebbe essere Rick e gli rivolgo un cenno con il capo
“come ti senti?” ora lo guardiamo sia io sia l’altro tizio
“meglio di quel che speravo…ma dove sono?” gli dico debolmente, ho la gola secca e lo stomaco più vuoto di quanto non lo sia mai stato perciò devo essere in quel letto da un bel po’
“sei nella casa di Hershel e... chiedo a qualcuno se ha dei vestiti da prestarti…” detto questo scende le scale lasciandomi di nuovo sola con il tipo, lo guardo e con tono tranquillo
“scenderò quando il mio corpo sarà più coperto” e gli chiudo la porta in faccia
Neanche cinque minuti dopo sento bussare alla porta
“avanti” entra il vecchio del bar e mi porge i vestiti che prendo e inizio a indossare, quando sto per infilare la maglietta dopo aver tolto la canotta mi ferma
“vorrei darti un’occhiata alla ferita prima di scendere”
“ ma certo ehm…sei un dottore?” chiedo andandomi a sedere sulla sedia vicino al letto
“un veterinario”
“bè…ti ringrazio dell’aiuto, se fossi stata là fuori da sola, probabilmente, sarei già morta” gli sorrido amaramente e lui mi ricambia con uno più dolce
“se non fosse stato per il tuo aiuto non credo che saremmo tornati tutti interi “
“quanto tempo ho dormito?” guardo la stanza mentre lui mi finisce di rifare la fasciatura alla spalla
“due giorni” mi volto sorpresa da questa notizia e lo guardo quasi con gli occhi sbarrati “ho finito, finisci pure di vestirti ti aspetto di sotto con gli altri, credo ti vogliano fare delle domande”
“mi stupirei se non me le facessero” dico mentre infilo la maglietta con qualche difficoltà di movimento.
Quando scendo le scale, sento parlare diverse persone, donne, uomini e quando alzo lo sguardo dall’ultimo gradino vedo l’uomo con la balestra che sta appoggiato allo stipite della porta di quello che credo esser il soggiorno. Mi guarda ma non dice una parola, non sento più parlare così mi faccio vedere da tutti.
“salve” esordisco facendo un gesto con la mano
“eccoti – inizia Rick – credo che dovremmo iniziare con il presentarci, io sono Rick – e poi indica le diverse persone presenti – lui è Hershel, Shane, Glenn, Maggie, Lori, Carl, T-Dog, Andrea, Dale, Carol, Beth, Patricia e quello vicino a te è Daryl…tu sei?” un sacco di nomi tutti insieme e che non ricorderò, fantastico. Sorrido a tutti
“io sono Mira – credo di avere una voce un po’ strana anche perché continuo ad avere molta sete –  innanzitutto volevo ringraziarvi per l’ospitalità e vi garantisco che non mi fermerò più del tempo necessario”
“e vorresti andartene per dire agli amichetti di Randall dov’è e in quanti siamo, immagino” sputa fuori quello che ho incontrato fuori dalla porta e che dovrebbe essere Shane, ma anche se ha un tono da stronzo di certo non mi intimidisce, sono sempre stata la più piccola del gruppo, con il mio metro e sessanta scarso, e giravo spesso con ragazzi più grandi e più stupidi di me perciò non mi tiro indietro alle sfide
“oh ma certo, saranno felici di vedermi e farmi la festa visto che ho sparato in faccia ai loro compagni!” rispondo sarcastica e più di qualcuno si lascia sfuggire una risatina, compreso il tipo al mio fianco.
Dopo avermi lanciato un’occhiataccia per averlo ridicolizzato davanti a tutti si volta verso Rick
“credo che ora dovremmo riprendere il discorso di cosa fare con il ragazzino e lei” sputa fuori velenoso e credo che con molta probabilità preferirebbe ucciderci entrambi e farla finita con queste stronzate
“sì, hai ragione…perciò Mira…forse è meglio se…” non li lascio finire la frase
“ok, esco a fare due passi se non è un problema” dico l’ultima parte guardando negli occhi Shane ma prima che mi possa rispondere Daryl prende parola
“esco io con lei e vado a controllare il ragazzo” nessuno ha qualcosa in contrario, tantomeno io che devo subirmi un babysitter per poter stare tranquilla i giorni che resterò qui.
Dopo essere usciti, lui si dirige verso un piccolo capanno degli attrezzi ed io decido di seguirlo, cinque passi indietro e piuttosto rumorosamente, continuando però a guardarmi intorno. All’inizio noto le tende all’esterno della casa, significa forse che non dovevano restare? Poi sento il cinguettio degli uccellini, il vento tra i capelli, il sole sulla pelle, tutte cose a cui avevo smesso di prestare attenzione da quando questa merda era iniziata, perché se ti distrai un attimo ormai rischi di morire. Sono così presa da queste sensazioni che non mi accorgo di essermi fermata con un lieve sorriso sulle labbra e gli occhi chiusi.
Quando riapro gli occhi mi accorgo che Daryl mi guarda per poi voltarsi subito dopo. Mentre lui si siede su un ceppo e finge di essere da solo, io proseguo a camminare verso il nulla.
“non ti conviene allontanarti troppo” mi ammonisce
“sono disarmata e ferita che mai potrei fare, eh?” ok che sono, come dire, in prova, ma non credo di essere un problema, insomma ho già detto di non voler restare li per sempre e di non voler causare problemi, quindi…
“come vuoi…attenta agli zombi” dice di risposta con fare strafottente. Non so che rispondere, perciò mi allontano solo di qualche altro passo per poi sedermi sotto all’albero più vicino e con la coda dell’occhio vedo che scuote la testa con fare divertito.
 Non ci so proprio più fare con le persone e pensando questo sorrido divertita.
  
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