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Autore: _Kiiko Kyah    28/11/2016    3 recensioni
{ one-shot | Fudou-centric | tematiche delicate (implied anxiety disorder) | introspettivo, malinconico | fic-sfogo }
È troppo stanco per pensare a numeri e formule e cercare di capire stupide funzioni che gli fanno venire il nervoso anche quando non è di umore così nero. Anzi, non nero: grigio. Un grigio pallido, spento, noioso come il colore dell’asfalto rovinato dal tempo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caleb/Akio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faccio una piccolissima dedica a Raven Callen perché so che leggere le mie ff-sfogo la fa preoccupare. Non devi, Rae-chan! (Ti voglio bene, Honey.) E poi se la merita, perché sta attendendo il suo regalo di compleanno da due mesi quasi precisi. Arriverà, giuro. <3


with crippled anger /
and tears that still drip sore


Cut – Plumb

 

 
Fudou si morde le labbra, gioca con la lingua picchiandola sui denti. Guarda fuori dalla finestra e mordicchia il bordo della manica del suo maglione per impedirsi di masticarsi invece le unghie. Evitare di essere sgridato per la cattiva abitudine vale la pena dei pelucchi di lana in bocca.
I suoi occhi argentati seguono il movimento lento e francamente deprimente delle nuvole in cielo, i suoi pensieri vuoti di qualsiasi emozione; un po’ come lui, o almeno è così che si sente.
Stringe gli occhi un paio di volte, cercando di inumidirli, ma non ha alcun successo. Ricorda di essere rimasto sorpreso, la prima volta che ha scoperto che dopo un forte pianto, le palpebre si seccano e ci mettono un po’ a ri-inumidirsi; ora, però, ci è abituato.
Le unghie dell’altra mano ticchettano nervosamente sullo schermo del suo cellulare, di cui ignora una o due (forse tre) vibrazioni. Sa già di che si tratta, probabilmente qualcuno che gli ricorda che l’allenamento di calcio è cominciato mezzora fa.
Dove sei?, si immagina uno dei messaggi dica, forse insieme ad uno Sbrigati o qualcosa di tal genere. Non che abbia importanza. Se si aspettano di vederlo, oggi, si sbagliano di grosso.
Il ragazzo dai capelli castano cioccolata non ha intenzione di muoversi dalla sua scrivania, dove riposano inutilizzati un quaderno, svariate matite, tutte recanti segni di morsi e denti, e un libro di matematica che forse dovrebbe essere aperto per qualche compito a casa da fare per domani.
Ovviamente rimarrà chiuso, almeno per oggi. Non sarà certo Fudou ad aprirlo.
È troppo stanco per pensare a numeri e formule e cercare di capire stupide funzioni che gli fanno venire il nervoso anche quando non è di umore così nero. Anzi, non nero: grigio. Un grigio pallido, spento, noioso come il colore dell’asfalto rovinato dal tempo.
Tempo fa, quando cose del genere (ansie, isterie, pianti a dirotto, respiri affannati e pesi sul petto e bruciore nello stomaco) erano una novità, qualcosa di fresco e spaventoso, Akio sarebbe stato furioso, con se stesso e con il mondo, con il mal di testa e la stanchezza che lo assalivano dopo.
Ora, però, non è sicuro di quello che sente. Forse un po’ di rabbia rimane ancora, una certa frustrazione gli sale ancora in gola. Ma non è quell’inquieta spavalderia che gli faceva alzare la testa ed uscire di casa tranquillamente, facendo finta che nulla fosse successo, perché Fudou Akio di certo non era debole abbastanza da farsi abbattere da un crollo di nervi; no, era una rabbia lieve, tiepida, che faceva capolino attraverso una pesante insofferenza e un’apatia quasi patetica.
Non alza la testa, Fudou. Abbassa anzi lo sguardo e si specchia nello schermo nero del suo telefono. Delinea come può con lo sguardo i contorni del suo viso e dei suoi capelli, ben più lunghi di come li portava quando aveva quindici anni. Il nero dello specchio non gli permette di vedere il rossore dei suoi occhi o le ombre delle sue occhiaie; e non serve: lui sa bene che sono lì.
Sospira, lancia ancora uno sguardo fuori dalla finestra. Tira le maniche del maglione per raccogliervi le mani e scaldarle, alitandoci delicatamente sopra. Si domanda distrattamente quando tornerà sua madre a casa, e se non sia il caso di cucinare qualcosa. Non ha molta fame...
Non lo fa apposta, ma finisce anche con il chiedersi se e quando qualcuno dei suoi compagni di squadra – il suo pensiero va a treccine biondo cenere e occhi rosso sangue, e il moro si odia un po’ per questo – si accorgerà mai che sta saltando più allenamenti di quanto farebbe di solito, e che nelle cattiverie che dice non c’è più lo stesso aggressivo entusiasmo che c’era prima.  
È stanco, e a dire il vero non si ricorda granché bene quel ‘prima’. Forse se lo ricordasse, saprebbe come fare a tornarci, e a liberarsi di questo faticoso presente. Si appoggia pigramente contro lo schienale della sua sedia da ufficio, che rotola impercettibilmente sotto il suo peso.





Angolo di _Kiiko
Fudou è il mio go-to character per le mie fanfiction-sfogo, ahah. Ho finito per affezionarmi fin troppo a questo delinquente.
Forse non dovrei perdere tempo con certe cose – ho molte cose da fare, tra lo studio e quell’altra cosa su cui sto lavorando da più di due mesi e che ancora non vede la luce del sole, ugh – ma oggi ho avuto un mini-crollo di nervi e sfogare i miei postumi post-pianto su Fudou è stato il mio primo istinto. E poi avevo già Word aperto, e quindi eccoci qua...
Spero molto di non aver sforato nell’OOC, con Fudou; a mio parere, non penso di averlo fatto, ma non si sa mai. So che Fudou è un carattere pieno di rabbia, passione e grinta, ma lo stress e l’ansia tendono ad abbattere emozioni così forti; specie nei momenti immediatamente successivi ad una crisi, le emozioni sembravano molto attutite e distanti.
Ed è uno di quei momenti che ho voluto descrivere, dato che avevo già descritto una volta quello più violento della crisi in sé.
Beh, ora smetto di giustificarmi e mi dileguo, ahahah. Vado a cercare di scrivere quell’altra cosa, anche perché è ben più allegra e scrivere di allegria mi serve proprio.
A chiunque abbia letto questa shot, mando un bacione e un caldo abbraccio.

Love,
Kiiko

P.S. Il titolo è… strano, lo so. La rima mi è venuta in mente mentre cercavo un titolo e mi son detta che a) non era poi malaccio e b) sono troppo pigra per pensare ad altro. ^^ 
  
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