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Autore: RosaDraco    28/11/2016    3 recensioni
Questo è un AU in cui tutti i dragon slayer sono in realtà dei draghi. Lucy, la protagonista, vive in una metropoli moderna dove nessuno crede più all’esistenza della magia, ma lei è una maga e sa che niente è come sembra. Questa è la storia di un incontro che cambierà la sua vita per sempre e della sua lotta per salvare Magnolia e Fairy Tail.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L'uomo albero Per fortuna sulla strada di Natsu e Lucy non ci sono soltato dei nemici assetati di sangue ma anche degli alleati disposti a fare di tutto per aiutarli e salvare Magnolia. Uno di loro sta per fare la sua apparizione e ha delle cose molto importanti da raccontare alla nostra maga celeste ...

L’uomo albero

Lucy rimase per un lungo istante aggrappata alle radici che sporgevano dal soffitto, scrutando l’abisso sotto di lei. Nel buio della fogna non si vedeva e sentiva più niente, tranne il suo respiro affannato. Non riusciva a scorgere cosa ne era stato della sua avversaria ma dopo una caduta come quella le possibilità erano ben poche: di sicuro l’impatto l’aveva tramortita o addirittura uccisa. Che cosa era successo? Perché aveva perso l’equilibrio? Qualcosa l’aveva colpita? Eppure lì sotto non c’era un bel niente, solo il tanfo d’aria stagnante e quelle bizzarre radici.

L’unica cosa certa era che doveva sbrigarsi ad uscire da lì per tornare dai suoi compagni. Sapeva che Natsu, Erza e gli altri erano perfettamente in grado di badare a se stessi, ma la ragazza non riusciva comunque a scacciare via l’ansia.

- Tieniti forte Happy! - Lucy sfruttò il peso del suo corpo per far dondolare le radici a cui era aggrappata e avvicinarsi di più al bordo ma non riuscì a saltare. Le piante le impedirono di farlo, avvolgendosi saldamente attorno ai suoi polsi. - Che cosa sta succedendo? - Gridò la ragazza, terrorizzata. Era un altro dei trucchi di Brandish? Quando si era aggrappata erano perfettamente immobili, che cosa aveva cominciato a farle muovere? Perché adesso sembravano una foresta di serpenti?

- Lasciatemi! - Ma le radici non avevano alcuna intenzione di ubbidirle, si allungarono, strisciando lungo le sue braccia e si strinsero attorno ad Happy e alla vita della ragazza, trascinandoli verso l’alto.

- Aye! Aye! Andateci piano! -

La loro stretta era salda ma non troppo e nonostante il panico, Lucy percepì un’ombra di gentilezza in quel movimento. Le radici scostarono la grande grata che c’era sul soffitto e li trascinarono fuori, depositandoli al sicuro sulla terra ferma. A quel punto sciolsero la presa, scorrendo via lentamente, come se avessero voluto accarezzarla un’ultima volta, e scivolarono di nuovo nelle profondità della fogna, richiudendo le sbarre da cui erano uscite.

- Che significa tutto questo? - Lucy si guardò attorno senza capire cosa fosse successo né dove l’avessero portata quelle strane radici; non conosceva quel posto.

- Non ne ho la più pallida idea ... - Mormorò Happy.

Lo spazio in cui si trovavano era perfettamente quadrato, il cortile centrale di un grande e misterioso edificio. La costruzione aveva due piani ed un magnifico colonnato ma appariva in completa rovina, il rosso pompeiano delle sue pareti si era sbiadito, l’intonaco si era staccato in più punti e le colonne non sembravano più né bianche né gialle. Le finestre dei piani superiori avevano quasi tutte i vetri rotti e giacevano mezze aperte e mezze chiuse. Anche il cortile in cui si trovavano sembrava totalmente abbandonato. L’erba aveva invaso tutto lo spazio, sommergendo e staccando la pavimentazione. C’erano piante dappertutto, alte e incolte, proprio come quelle di una foresta pluviale, ed una coppia di palme, altissime e sottili. E al centro di tutto questo, a due passi dalla grata, c’era una fontana, con la figura di una donna. La statua teneva alzata la sua giara ma era evidente che da lì non usciva più acqua da molti anni. Il marmo era secco e grigio, come un osso lasciato per troppo tempo al sole. Forse in passato quel luogo era stato un giardino di rara bellezza ma di quello sfarzo ormai non rimanevano che ombre, lunghe ombre scure.

- Sembra una casa dei fantasmi. - Sussurrò Lucy. Non immaginava che a Magnolia ci fosse un posto come quello. - Dobbiamo uscire di qui. - La ragazza fece salire di nuovo Happy in spalla e appoggiò una mano alla cintura, dove teneva il suo mazzo di chiavi. Purtroppo l’exceed non aveva più abbastanza magia per volare e portarla via dalla villa abbandonata e l’unico modo in cui potevano cercare una via d’uscita era a piedi.

- Questo posto mi fa paura ... - Frignò Happy tenendosi stretto a Lucy come se fosse stata la sua ancora di salvezza.

- Non dire scemenze. - In realtà anche Lucy era spaventata ma si fece coraggio, dirigendosi verso il colonnato. Era evidente che qualcuno, o qualcosa, li aveva guidati fin lì. Ma nessuno sapeva se le sue intenzioni erano buone oppure no, per questo dovevano sbrigarsi ad uscire.

- Da che parte andiamo? - Lucy individuò quasi subito una porta aperta e si infilò dentro. I cardini erano rotti ed un’anta pendeva pietosamente di lato, appoggiata contro la parete. I pannelli di vetro con cui era stata assemblata erano tutti colorati, come un caleidoscopio, ma la polvere e l’incuria ormai li avevano uniformati con la loro patina scura.

La situazione all’interno non era affatto migliore. C’erano dei vecchi mobili di legno dall’aria raffinata, candelabri e lampadari di cristallo ma tutto era avvolto da un pesante strato di polvere. Sembrava che una tempesta di sabbia si fosse abbattuta lì dentro e che nessuno fosse passato a ripulire da almeno cent’anni. Tutto, in quella splendida villa dallo stile liberty, gridava abbandono e desolazione.

Lucy trattenne il respiro mentre girava per l’edificio abbandonato, sbirciando dietro ogni porta in cerca dell’uscita. Mentre esplorava la villa, la ragazza notò che c’erano delle piante che crescevano di qua e di là. Nonostante fossero al chiuso c’erano dei piccoli ciuffi verdi negli angoli, denti di leone sotto le sedie e orchidee attaccate ai soffitti. Le loro lunghe radici scendevano verso il basso, sfiorandola quando vi passava troppo vicino.

- Chi diavolo ha costruito questo posto? - Sbottò alla fine Lucy. Per quanto cercasse non riusciva ancora a trovare traccia l’uscita. - Sembra un labirinto. - Suggerì Happy - Forse qualcuno ha usato un incantesimo per intrappolare i visitatori? - Per un attimo Lucy fu tentata di evocare lo spirito del compasso, Pixis, per farsi aiutare a trovare la strada giusta ma poi rinunciò rapidamente all’idea. Pixis non era uno spirito adatto al combattimento e non aveva alcuna speranza di resistere ad un attacco improvviso. Era meglio conservare le energie che le rimanevano in caso di necessità

- Che possiamo fare? - Gli occhi le caddero su una rampa di scale alla fine del corridoio e Lucy decise di risalirle. Sperava di riuscire ad orientarsi meglio dal secondo piano, sarebbe bastato uno sguardo in strada per capire dove si trovava e chiedere aiuto. Ma la ragazza scoprì che il piano superiore era un labirinto esattamente come quello inferiore. Corridoi e stanze si mischiavano senza sosta e non sembrava ci fosse nemmeno una finestra rivolta all’esterno.

- Di lì si esce fuori! - Esclamò Happy quando ad un certo punto percepì uno spiffero d’aria fresca.

Lucy decise di seguire il suo consiglio e sbucò su un ampio terrazzo esterno. Ormai avevano raggiunto la cima del palazzo. Sul fondo c’era una cupola di vetro e ferro battuto, probabilmente una serra o un lucernaio, e tutt’attorno a loro era pieno di piante. Arbusti, alberelli e fiori erano cresciuti a dismisura, uscendo fuori dai vasi e inondando il pavimento. La vegetazione era così lussureggiante da formare un piccolo angolo di foresta. Lucy non riusciva nemmeno a vedere dove metteva i piedi.

- Ohoho, finalmente sei arrivata! Ci hai messo così tanto tempo che stavo quasi per piantare le radici! -

Fu allora che una voce un po’ vecchia, un po’ allegra e un po’ matta, riecheggiò per tutto il terrazzo. Lucy si bloccò all’istante, girandosi attorno mentre cercava chi le aveva appena parlato - Chi sei? -

- Te lo dico solo se rispondi a questa domanda. Indovina indovinello ... - Ricominciò la voce. Mentre parlava Lucy colse un movimento con la coda dell’occhio tra le piante vicino alla serra. Estrasse la chiave di Cancer e cominciò ad avvicinarsi lentamente.

- Quando fa freddo si spoglia, chi è? -

- Gray! - Esclamò la ragazza ridacchiando.

- E chi è questo Gray? - Replicò la voce con disappunto - La risposta giusta era: l’albero! -

Lucy si fermò dietro uno dei vasi, usando una pianta con delle larghe foglie per nascondersi. A causa della vegetazione non riusciva a vedere bene ma riuscì comunque a scorgere la figura di una persona qualche metro più in là. Le dava le spalle e sembrava completamente distratta mentre irrigava dei vasi con un vecchio annaffiatoio arrugginito.

- Non ci siamo signorina. Se proprio vuoi sapere chi sono prova a rispondere a quest’altro indovinello. - Ricominciò lo strano personaggio - Qual è l'animale che al mattino ha quattro zampe, a mezzogiorno ne ha solo due e alla sera tre? -

- Non importa! - Esclamò Lucy, saltando fuori dal suo nascondiglio con la sua chiave in pugno - Perché ti ho trovato già! -

- Risposta sbagliata. La soluzione era: “l’uomo”. - Lo sconosciuto si girò e per lo shock Lucy fece istintivamente un passo indietro. Quello che le stava davanti assomigliava ad un essere umano ma allo stesso tempo non lo era affatto. Al posto dei capelli aveva un fitto ciuffo di foglie. Il suo viso e le sue mani, invece, erano completamente coperti da uno strato di corteccia, marrone e rugosa. Per un attimo Lucy esitò e la mano che stringeva la chiave di Cancer tremò visibilmente. - Chi sei? - Sibilò la ragazza e lo sconosciuto scoppiò a ridere - Non lo hai ancora capito? Albero - uomo, uomo - albero! Sono un uomo albero! -

- Non ti ho chiesto cosa sei. - Sottolineò la ragazza - Ma chi sei ... -

- Il mio nome è Warrod Sequen. - Le spiegò l’uomo albero facendo una piroetta - E come vedi, sono anch’io un mago di Fairy Tail. - Il vecchio alzò leggermente la manica del kimono che indossava per mostrarle il tatuaggio che aveva impresso sul braccio destro. Lucy spalancò gli occhi non appena riconobbe il marchio della fata, impresso in verde sulla corteccia. Le sembrò di rivivere il suo incontro con Natsu, un dejà vu. Non aveva mai visto quell’uomo, com’era possibile che fosse anche lui parte della gilda? E fu allora che Lucy si ricordò improvvisamente della pagina d’archivio che Erza le aveva mostrato  e di quelle sei firme annotate sulla carta: Mavis Vermillion, Zera Red, Precht Gaebolg, Yury Dreyar, Warrod Sequen e E.N.D.

- Quel Warrod? - Sussurrò Lucy, praticamente senza fiato.

- Proprio quello! - Ridacchiò l’uomo albero anche se la ragazza stentava a credergli. Come aveva fatto a vivere tanto a lungo? Perché nessuno sapeva niente di lui? Cosa ci faceva in quella villa abbandonata?

- E tu invece ... - Warrod si fece più vicino, guardando Lucy dritta negli occhi - Ohoho, io lo so chi sei tu. Tu sei una maga celeste. -

La ragazza lanciò un sospiro - Non vale, hai visto la mia chiave. -

- Ed il tuo nome è Lucy Heartfilia ... - Continuò il mago con un sorriso - La figlia di Layla. -

Questa volta la ragazza spalancò gli occhi per lo stupore - Conoscevi mia madre? -

- Sì, e anche tua nonna e la tua bisnonna. - Le confermò Warrod con un sorriso - Tu sei la nipote di Resha e la bisnipote di Mavis, la fondatrice della gilda! -

- No, guarda che ti stai sbagliando! - Lucy rise, agitando una mano per scacciare quell’idea ridicola - Mia nonna si chiamava Resha ma la mia famiglia non ha alcun legame con quella di Mavis! -

- Non mi sto sbagliando. La magia di tutti i maghi celesti si assomiglia, ma la tua aura è identica a quella di Mavis. È impossibile confonderla per quelli che l’hanno conosciuta come me. - Warrod aveva un grosso sorriso stampato in faccia ma sembrava incredibilmente serio. Lucy lo guardò e scosse la testa, incredula. Anche Natsu le aveva detto che Mavis usava la sua stessa magia ma non aveva mai parlato di qualcosa in più. Forse l’uomo albero che aveva appena incontrato aveva davvero qualche rotella fuori posto.

- Oh, quanti ricordi! E che nostalgia! Non immagini nemmeno quanto le assomigli! Ma non stare impalata lì in piedi, accomodati mia cara! Accomodati anche tu micetto! - Warrod tirò fuori dal mucchio di piante una vecchia sedia di ferro e costrinse Lucy ed Happy a sedersi. La vernice bianca si era tutta scrostata ed il metallo era mezzo arrugginito, chissà da quanti anni era inutilizzata.

- Vi offrirei un tè ma come potete vedere ... - Warrod si staccò una foglia dalla testa - Non sono una pianta di tè! Ohoho! - Le sue battute non facevano ridere ma il vecchio non se ne rendeva conto. Lucy si sforzò di fare un mezzo sorriso per accontentarlo.

- Ma se vuoi, mentre sei qui e aspettiamo che i tuoi amici vengano a prenderti posso raccontarti un mucchio di storie su Mavis. Scusami se non ti accompagno fuori ma gli alberi non camminano! Ahaah! - Anche se Warrod stava scherzando era evidente il fatto che non poteva uscire in strada a causa del suo aspetto. Lucy non riusciva a immaginare che razza di maledizione lo avesse ridotto in quello stato, ma era facile intuire perché il vecchio aveva deciso di ritirarsi in un luogo abbandonato e sigillato dal mondo esterno.

- Credi che stiano bene? I miei amici intendo. -

- Assolutamente. Grazie alle radici di tutte le piante che si infilano segretamente sotto il terreno di Magnolia, io posso sentire un sacco di cose! - Le spiegò Warrod - Hanno solo bisogno di trovare la strada giusta, ma non ci vorrà molto e per quanto riguarda la donna che ti inseguiva ... Scommetto che non ti darà più fastidio. Il fondo di quel pozzo è coperto di piante carnivore! -

- Vuoi ... vuoi dire che l’hanno divorata? - Lucy spalancò gli occhi inorridita e Warrod si affrettò a chiarire la situazione - È uno scherzo, è uno scherzo! Ahaah! Ma il fondo di quel pozzo è davvero coperto di piante magiche. Le loro radici succhiano l’energia delle vittime e sono certo che prima di uscire di lì quella strega ci metterà giorni! Allora che cosa vuoi che ti racconti? Cosa posso dirti per provarti che sei la bisnipote di Mavis? Oh, lo so! Ti racconterò di come è stata fondata Fairy Tail! -

Lucy non credeva per niente a quel rapporto di parentela con Mavis ma gli diede comunque il permesso di parlare, annuendo.

- Cento anni fa ... - Le spiegò il mago - Magnolia era una città ribelle e senza regole, completamente diversa da quella di oggi. La maggior fonte di inquinamento era la cacca dei cavalli e le macchine erano viste come una soluzione. Con un jewel potevi comprare una cena ma ad ogni angolo qualcuno poteva accoltellarti alla schiena. Le prime due gilde fondate in città sono state i Blue Skull e i Red Lizards. - Lì accanto c’era un vaso vuoto e Warrod tracciò un solco con un dito per dividerlo in diagonale e annotare le lettere B e R. - I Blue Skull stavano dalla parte del mare e i Red Lizards nell’entroterra. Ma la competizione era senza regole, ognuno voleva assolutamente il controllo dei profitti che Magnolia poteva offrite e i Blue Skull decisero di sbarazzarsi dei rivali. Li attaccarono nel cuor della notte e li sterminarono. La famiglia di Mavis lavorava con i Red Lizards e il padre di Zera era il loro master. Le due piccoline furono le uniche a salvarsi ma purtroppo vennero fatte prigioniere dai Blue Skull e costrette a lavorare per loro. Hai presente quella grande fabbrica a Brooklyn? Quella piena di ciminiere dove lavoravano lo zucchero? Beh, quella era dei Blue Skull ed era lì che Mavis e Zera erano costrette a lavorare. Era una vita difficile la loro, erano tanto povere che Mavis non aveva nemmeno un paio di scarpe da mettere. -

- Stai parlando della Domino? - Gli domandò Lucy - Ho sentito che vogliono abbatterla perché è in disuso da anni. -

- E sarebbe meglio così, è sempre stata un luogo spettrale. - Warrod tirò fuori dal mucchio di piante sul terrazzo un’altra sedia per mettersi di fronte a lei. - Mavis ne sarebbe stata felice, odiava quel posto. -

- Erano così terribili i Blue Skull? -

- Veramente malvagi. Mavis e Zera avevano ereditato dei poteri dai propri genitori, Celestial e Fire Magic, ma non potevano fare nulla per scappare alla schiavitù. Ci fu un episodio che ... uno che più degli altri segnò Mavis e che la convinse che doveva fare assolutamente qualcosa per salvare Magnolia dalla morsa dei Blue Skull. -

- Che cosa successe? - C’era un pizzico di ombra nello sguardo di sguardo di Warrod e Lucy si pentì subito per averglielo chiesto. Ma il mago l’accontentò, rispondendole con un sospiro - Subì una violenza e diventò madre troppo presto. Aveva solo sedici anni e fu costretta a dare Resha in adozione prima che quelli di Blue Skull potessero trovarla. -

Lucy sentì un brivido correrle lungo la schiena. Era nauseata all’idea che un gilda potesse comportarsi in quel modo e che la Magnolia di cent’anni prima fosse così oscura. Mavis era stata costretta a dare via la figlia? Era per questo il motivo che non sapeva nulla della loro parentela? Warrod stava dicendo la verità o le sue erano solo invenzioni?

- Nonostante ci fosse Zera accanto a lei quell’evento lasciò Mavis con il cuore a pezzi. Forse non si sarebbe mai più ripresa se non avesse incontrato quell’uomo. L’uomo destinato a cambiare per sempre la sua vita e allo stesso tempo a distruggerla completamente. Uno straniero che vagava per Fiore, dicendo di essere in cerca di un tesoro molto prezioso, ma che allo stesso tempo diceva di non avere fretta, perché non sapeva ancora come usare ciò che stava cercando. Aveva una strana maledizione, e Mavis stessa non poteva avvicinarsi a più di dieci passi di distanza. Quell’aura oscura poteva uccidere ma quell’uomo era incredibilmente abile con qualunque tipo di magia e  fu lui ad insegnare a Mavis come sfruttare al meglio i suoi poteri, trasformandola in una maga straordinaria. Le diede coraggio e fiducia e così Mavis iniziò a progettare qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la storia di Magnolia: la caduta dei Blue Skull. Lei e Zera decisero di svaligiare la cassa della fabbrica, ma proprio quella notte anche io e i miei compagni entrammo a Domino con lo stesso obiettivo. Oh, questo è quello che si dice destino! - Ridacchiò Warrod.

- Eravate dei ladri? -

- Eravamo “cacciatori di tesori” e ce ne andavamo in giro col nome di Sylph Labyrint. -

- Delle persone che scassinano una fabbrica sono dei ladri, punto e basta! - Sottolineò Lucy - Non importa come si fanno chiamare! -

- Anche Mavis disse la stessa cosa! - Il vecchio mago scoppiò a ridere, tenendosi la pancia - Yuri voleva intimidirla e Precht evocò uno dei suoi demoni per spaventarla. Le disse ... - Warrod si schiarì la gola cercando di imitare il tono di voce del suo vecchio amico - “Ora tu e la tua amica ve ne andate via e ci lasciate lavorare. E non direte niente a nessuno perché nessuno crederà alla storia che avete incontrato dei maghi.” -

- E Mavis? -

- Mavis si mise a ridere! “I tuoi demoni sono carini ma i miei spiriti sono migliori!” Prese una delle sue chiavi ed evocò un lupo così grosso e spaventoso che avrebbe potuto inghiottirci tutti e tre con un sol morso! Beh, dopo quel casino le guardie dei Blue Skull ci scoprirono e fummo costretti a scappare con tutto il bottino. È così che abbiamo iniziato a lavorare insieme. -

- Non riesco a credere che sia questo il modo in cui Fairy Tail è stata fondata ... - Ammise la ragazza. La gilda che conosceva era un luogo luminoso e pieno di buoni sentimenti. Non riusciva proprio ad immaginare una scena come quella ...

- Nemmeno io riesco a crederci quando ci penso! Ma alla fine ne valsa la pena! - Le disse Warrod - Abbiamo abbattuto i Blue Skull, anche se i superstiti hanno fondato Phantom Lord. Mavis era piccola e terribile, piena di risorse, la ragazza più intelligente e brillante che abbia mai incontrato. Lo sai chi fu il primo che convinse a unirsi a noi? Un drago. - E queste parole catturarono definitivamente l’attenzione di Lucy. Lei ed Happy si scambiarono uno sguardo mentre Warrod si preparava a raccontagli il resto della storia ...

  
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