Olivander era chinato sull’unico tavolo che il suo negozio a Diagon Alley possedesse, lo stesso in cui negli anni aveva consegnato la prima bacchetta a migliaia di giovani maghi e giovani streghe, e ora era li, intento a fissare un'altra bacchetta, come tante ne aveva fissate e non sapendo quante altre ancora ne avrebbe potuto fissare.
Frassino…nucleo di crine di Unicorno, 9 pollici e mezzo, leggermente flessibile; ripeteva tra sé e sé il fabbricante.
Mio nonno Gerbold pensava che le bacchette di frassino fossero molto fedeli al loro legittimo padrone, una fedeltà esasperata se unita al crine di unicorno, proprio come te. Quando venni per la prima volta qui nel suo negozio, continuava con quel suo “Garrick! Ricorda : il sorbo sparla, il castagno sogna, testardo è il frassino, il nocciolo si lagna”. Quelle stupide barzellette talvolta erano dicerie, leggende, talvolta no..
Il suo pensiero andò per un attimo alla bacchetta di Sambuco, lui stesso non ci aveva creduto a quella leggenda, e poi fu costretto a farlo..
Spero veramente che la tua sia vera, devi esserlo, fedele, fedele, fedele, il tuo proprietario ne ha bisogno:
Mostragli, lui non vede                                                          
Parlagli, lui non sente
Insegnagli, lui non sa
Difendilo, lui non comprende
 
Olivander ripose la sua creazione sul tavolo, gli dispiaceva distaccarsene, ma soprattutto aveva paura, chi non ha paura della morte, echeggiava il suo pensiero nella testa.
Prese la sua di bacchetta e se la puntò alla tempia, un liquido bluastro flebile e sottile fuoriuscì e Olivander lo disperse nella stanza, in quella polverosa stanza, piena di libri e bacchette, piena della sua vita.
 
Una bacchetta ordinaria, davvero ordinaria, per una persona ordinaria…ciò che non siamo noi, noi non siamo ordinari…
 
Stremato, utilizzò quel poco di magia che il suo corpo fosse in grado di produrre, e si smaterializzò.