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Autore: Sibilla9    30/11/2016    0 recensioni
Siamo nella Virginia del 1880.
In questa storia vivremo le vicende amorose e familiari dei quattro corvini fratelli Salvatore.
Ognuno è diverso e speciale a modo suo ma è anche capace di mettere in seria difficoltà i genitori.
Damon ed Elena si troveranno alle prese con figli ribelli,studiosi, vivaci, malinconici e tanto altro ... ne saranno all'altezza ? Lo scopriremo.
TUTTI UMANI
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Colazione 







Era una bella e soleggiata mattinata quando tutti i componenti della famiglia Salvatore si alzarono e ancora con le vesti da camera si recarono nella sala da pranzo in cui spiccava l’immenso albero di Natale addobbato a festa e il caminetto scoppiettante acceso davanti il tappeto persiano e la tavola di già quasi del tutto imbandita per la colazione da alcune cameriere sempre vestito in modo impeccabile.
Tutta la casa era calda e accogliente, un odorino di pane e crostate appena sfornate si sprigionava nella magione mentre si terminava di allestire il grande tavolo per la colazione di famiglia.
La casa brulicava di vita come un formicaio dalle prime luci dell’alba per far trovare ai signori tutto lindo e pinto: le porcellane, l’argento e l’ottone brillava sul grande tavolo di noce scuro.
Il primo ad arrivare fu il signorino Dominick che, come se nulla fosse, prese il giornale dal posto del padre e lo iniziò a sfogliare mettendosi seduto al suo posto mentre con la mano libera si portava alla bocca un panino al latte che aveva preso da un vassoio al centro della tavola e con la grazia di un adulto salutava la servitù: << Buon giorno a tutti, grazie per la colazione, è impeccabile. >>
La governante sulla porta gli rispose: << Buon giorno a lei padroncino, è sempre molto gentile, ha riposato bene ? >>
Alzò gli occhi dal grande giornale e sorrise con gli occhiali che ancora scendevano: << Sì grazie, come un bambino. >>
La cara governante gli scompigliò i capelli neri come l’ebano e gli versò un bel tè caldo nella tazza del piattino poco distante.
A lui piaceva molto il the e aveva sempre molto appetito appena alzato.

Intanto che imburrava un altro panino e ci spalmava la marmellata mentre tagliava a metà un biscotto alle mandorle anche la piccola Desiree arrivò nella stanza.
Era un po’ assonnata e sbadigliò energicamente stropicciandosi un occhio dicendo: << Buon giorno a tutti. >>
Anche questa volta tutte le inservienti risposero alla bella bimba che si accomodava a tavola mentre la governante le riempiva la tazza di cioccolata calda e le avvicinava il piattino con sopra la panna e qualche biscotto glassato. Quella era la sola bevanda che bevesse in inverno. Desiree era la più golosa della famiglia assieme al padre.
Poi fu la volta della bella Desdemona che entrò con una ricercata camicia da notte e una vestaglia nera. Gli occhi blu splendevano sul viso chiaro e dalla pelle perfetta intanto che mandava indietro i  suoi capelli sciolti e lunghi. Sorrise benevola a tutti e poi con le unghie lunghe e curate prese un croissant mentre veniva servita con del latte caldo e miele.
Da ultimo ma non per importanza arrivò Dorian con un completo da notte suoi toni del celeste e una camicia da notte blu scuro. Salutò con disinvoltura tutti i presenti e poi si accomodò vicino a Dom mentre mentre veniva servito con una piccola tazzina, lui preferiva il forte sapore del caffè con alcuni biscotti al limone appena sfornati.
Solo all’ultimo si presentarono a braccetto Elena e Damon completamente vestiti per uscire.
Tutti li salutarono e loro risposero con formalità.
Erano raggianti come se l’essere più anziani avesse aggiunto più serenità alla loro vita.
Entrarono nella stanza ridendo come la collaudata coppia che erano e prima di dividersi si diedero un casto bacio per poi recarsi entrambi al proprio capo della tavola.
La bellissima moglie indossava un prezioso abito color lapislazzuli e il corpetto era impreziosito da un paio di nastri più scuri ricamati a rombo da fili dorati che riprendeva il colore dei gioielli portati.
Damon prima di accomodarsi rubò l’ultimo biscotto dal piatto di Desiree e lo inzuppò veloce nella panna per poi mangiarlo facendo così arrabbiare la piccola che guardò il padre di sbieco.
Che dispiaciuta disse:<< Papà ma quello era mio ! Uffa … >>
<< Tanto non lo avresti mangiato perché non c’era la glassa, dai fammi un sorriso. >>
La piccola non riuscì a trattenersi e sorrise intanto che la madre sospirava tranquilla.
Ogni mattina Desy lasciava un biscotto ( di solito quello che le piaceva di meno ) dentro il piatto e non appena arrivava Damon se lo mangiava così da mettere in scena un piccolo batti becco.
Dominick si alzò per dare il giornale al padre che si era seduto e quest’ultimo in modo serio gli chiese: << C’era qualcosa d’interessante Dom ? >>
Si aggiustò gli occhiali sul naso e facendo un’espressione tipicamente di Stefan: << A pagina 23 si parla della ripresa del grano e a pag 54 del commercio della seta, penso che possa essere d’aiuto per l’azienda, dovresti darci un’occhiata padre.>>
Damon si scambiò uno sguardo fiero con la moglie e lei gli sorrise.
<< Ben fatto. >> il ragazzo sorrise al genitore bevendo la sua tazza fumante di tè rimettendosi seduto.
Tutto ad un tratto Elena sembrò dubbiosa nel vedere il suo primo figlio ancora con abiti da camera e intento a sbadigliare placidamente: << Dorian ti conviene andarti a vestire, tuo padre e tuo zio presto partiranno per andare a lavoro e ... >>
Lui annoiato e in modo insolente:<< Non mi piace avere fretta, potei prendere un’altra carrozza e partire più tardi da solo. Ne abbiamo tante senza utilizzarle, almeno farei lavorare qualche stalliere.>>
La madre s’indispettì: << Non fare il bambino Dorian, quindi finisci la tua colazione e poi vai diretto a vestirti o farai tardi a lavoro il tuo primo giorno, cosa inaccettabile. Se non è necessario non vedo perché dovremmo farti prendere un’altra carrozza. >>
Lui sbuffò  in modo disattento.
Damon stava in silenzio mentre guardava il suo rampollo… Dorian era così, lo sapeva, prometteva che si sarebbe impegnato ma poi quando era ora del dunque mollava. Non poteva più sopportare una situazione del genere perché oramai non era più un bambino o un ragazzo, tra non molto avrebbe compiuto ventuno anni e sarebbe divenuto un uomo a tutti gli effetti e doveva comportarsi come tale.
Aspettò qualche minuto in più del solito mentre si beveva placidamente il suo succo di arancia, il caffè e si gustava una fetta di crostata alle albicocche, poi vedendo che il ragazzo non si decideva ad alzarsi o quantomeno a sbrigarsi nonostante il suggerimento materno sbottò:
 << Bene Dorian penso che hai ragione, puoi venire più tardi da solo, dirò  io a tuo zio che arriverai in ritardo, puoi stare tranquillo. >>
Damon si alzò da tavola mentre il figlio si compiaceva : << Grazie padre ! >>
Elena tagliò anche lei una fetta di crostata e guardò in modo scettico il marito, sapeva che non avrebbe mai dato il consenso per un’altra carrozza contrastando la sua decisione, infatti poco dopo lo sentì dire: << Verrai a piedi. >>
<< Che cosa ? - chiese l’interessato – Stai scherzando ? Vuoi farmi andare a piedi ? >>
<< No, non sto scherzando. Non è eccessivamente lontano e con un passo svelto ce la potresti fare con un’ora a dire tanto. >>
Il ragazzo allibito si rivolse ad Elena: << Madre, avete ascoltato ? >>
Elena dopo aver sorseggiato il suo infuso guardò il figlio: << Ho udito sì Dorian e mi aspetto che non oserai contraddire tuo padre dal momento che sono d’accordo anch’io sulla tua punizione. >>
Il ragazzo sbatté le mani sulla tavola alzandosi dalla sedia: << Ma non si è mai visto un Salvatore a piedi ! Con tutte le carrozze e i cavalli che possediamo, poi … Sarebbe disonorevole per l’intera famiglia ! Mi riderebbe dietro l’intera cittadina ! >>
Damon alterato indurì i tratti del viso: << Beh ora si vedrà, devi imparare a portare rispetto per le comodità che io e tua madre ti abbiamo dato e abbassa i toni, ragazzino. >>
Si rimise seduto e piano disse: << Ma ho rispetto per le cose che ho…>>
<< Non mi sembra, ragazzo, non mi sembra proprio. Ora o vieni a piedi o te ne resti a casa e ti trovi un lavoro per conto tuo, sono stanco di essere accondiscendente con te. >>
<< Non è giusto ! >>
Elena cercò di tranquillizzare gli animi:<< Dorian dai, non è poi la fine del mondo, sono certa che nessuno riderà di te e domani non ci penserai più. >>
Il primogenito guardò in modo insofferente la madre.
Damon si rivolse al maggiordomo sulla porta: << John fai in modo che nessuno lo aiuti e che non prenda neppure un cavallo dalla stalla. Mi fido di te. >>
Il servitore annuì convincentemente.
Il capofamiglia baciò le labbra della bella moglie, salutò i figli e poi uscì.
Non appena rimasero da soli Mona rincarò la dose:
<< Sei stato uno stupido Dorian, cosa credevi di ottenere con la tua strafottenza ? >>
<< Senti chi parla di strafottenza, miss antipatia ! >>
Il ragazzo si accomodò meglio sulla sedia senza avere la benché minima intenzione di andarsi a preparare.
<< Basta ragazzi – li riprese la madre – Mona non ti immischiare e tu Dorian spicciati se non vuoi che davvero tuo zio ti metta a caricare e scaricare i sacchi di grano sui carri. >>
<< Non oserebbe mai … >>
<< Ehi, tieni a freno la lingua o sarò io a chiederglielo. >>
<< Ma madre ! >> era allibito.
Il primogenito si spostò seccato i capelli scuri andati davanti agli occhi e imbronciato uscì dalla stanza per andarsi a preparare.

♦♦♦

Non era affatto contento, lui non si aspettava di doversela fare a piedi fino alla società, secondo lui era ridicolo per uno che ne era il proprietario.
Pensava che avendo chiesto scusa per il pasticcio fatto, per la qual cosa c’era stato davvero male, e una volta assodato che suo padre non fosse arrabbiato con lui, se la poteva svignare.
Certo quando il padre aveva pensato di estrometterlo dall’ azienda di famiglia si era trovato obbligato a fare del tutto perché non lo facesse ed ad accettare tacitamente di prendere ordini da suo zio ma non ne era affatto contento.
Zio Stefan non era rinomato per essere magnanimo con i suoi sottoposti e lo aveva anche minacciato di trattarlo come un poveraccio a cui servivano sul serio i soldi per campare. Inconcepibile.
Ma come si permettevano ?
Lui era il pupillo dei Salvatore non un pezzente di bassa estrazione sociale, andiamo…
Il ragazzo arrivato nella sua camera riccamente decorata si liberò con indolenza della vestaglia pregiata per andarsi a lavare la faccia che le cameriere gli aveva fatto trovare calda dentro un catino del suo bagno personale e poi, guardandosi allo specchio, si pettinò con le mani mandando i capelli color ebano totalmente all’indietro. Era irritato.
Sulla gruccia della stanza c’erano pronti anche gli abiti che doveva indossare e i un impeto di stizza li prese e li gettò sul letto. Presto arrivò anche il solito ragazzo chiamato Mason incaricato ad aiutarlo nel compito di vestirsi.
Era a torso nudo quando: << Pensano che vada a lavorare a piedi, ti rendi conto ?- disse - Se lo possono scordare.  >>
Il ragazzo gli dava ragione facendo cenni di assenso: << Ma come pensate di fare ? Se prendete un cavallo o una carrozza si noterebbe l’assenza e John lo direbbe al signor Salvatore. Se lo prendessi io sarebbe troppo evidente che vi stia aiutando... >>
<< Già, ma dato che oggi so che Anna deve andare in paese per fare delle commissioni le chiederò di lasciarmi il cavallo vicino il ponte così lo potrò prendere io mentre lei se la farà a piedi, glielo farò trovare alla locanda vicino l’azienda così lo potrà prendere per ritornare a casa e finire di fare le sue faccende, nessuno se ne accorgerà e io avrò il tempo anche di fumarmi una sigaretta. >>
Mason alzò le sopracciglia dubbioso:<< Quindi volete che lei vi aiuti a disubbidire a vostro padre ? Uhm mi sembra rischioso. >>
Il moro guardò il castano  in modo sornione perché quella che avrebbe detto era solo una domanda retorica: << Che c’è credi che non mi aiuterà ? >>
<< Al contrario, certo che vi aiuterà, tutti vi aiuterebbero, però lo sapete fin troppo bene che lei ha un debole per voi e ve ne approfittate sempre. >>
Il bel moro fece un sorriso sghembo tipico del padre e poi: << C’è forse una ragazza che mi resiste ? >>
<< Non che io sappia ma non vi azzardate a chiedere di più a mia cugina, ci siamo capiti ?  >>
<< Non farei niente che lei non voglia. >>
Mason lo guardò male e allora sospirando: << Te lo prometto. >>
<< Bene >> disse il cameriere.
Dorian lasciò che Mason lo aiutasse ad indossare il cappotto e poi uscì dalla stanza con un’aria di chi sà di avere il mondo nelle sue mani.
Si recò a baciare la guancia della madre ancora in compagnia delle sorelle per salutarla e poi uscì nel piazzale pieno di ciottoli bianchi come la neve.
Non appena incrociò la bella Anna le sorrise così ampiamente da far arrossire la povera ragazza e le chiese se dovesse andare in paese:
<< Sì, è il mio turno per andare a prendere alcune provviste, vi serve qualcosa in particolare signore ? >>
<< Sì, il cavallo, ci potremmo incontrare vicino il ponte. >>
La ragazza capì subito cosa intendeva e abbassò la voce: << Vi aiuterei volentieri anche se vostro padre lo ha vietato ma devo prendere molte cose in paese e non so se ci riuscirò senza un cavallo, la strada è molta e io …>>
Dorian la guardò in malo modo: << Se non mi vuoi aiutare basta che lo dici, lo chiederò a qualcun’altro puoi stare tranquilla Anna …>>
Camminò lasciando indietro la ragazza che gli corse in contro guardandosi intorno mentre lui sorrise ben sapendo come avrebbe reagito la giovane.
<< Non voglio mettermi nei guai, padron Dorian. >>
Lui alzò gli occhi al cielo sospirando: << Nessuno finirà nei guai Anna, ti ricordo che io sono il figlio maggiore, posso garantirti che non ti succederà assolutamente niente e nessuno lo verrà a sapere perché al ritorno riprenderai l’animale che ti lascerò davanti l’osteria. Semplice e sicuro. >>
<< Solo che è una bella giornata, non fa neppure molto freddo e fare una passeggiata non mi sembra così detestabile signore… >>
<< Dunque ? >>
La ragazza deglutì e annuì per dire di sì: << Sì, vi aiuterò. >>
Dorian allora si voltò e in modo solare aggiunse prendendole la mano: << Lo sapevo che potevo contare su di te. Io vado avanti e tu mi raggiungerai con il cavallo.>>
La ragazza arrossì guardando mentre il padroncino si allontanava impettito con le sue scarpe lucide e il capotto lungo nero di tessuto pregiato.
Anna andò a prendere il puledro arabo marrone scuro che era già stato sellato per lei e  deglutì rimanendo ferma sulla sua decisione mentre saliva in sella e conduceva il destriero fuori dal cancello in ferro battuto della tenuta fino al luogo prestabilito .
Era tesa perché se i padroni l’avessero scoperta sarebbero stati furiosi con lei…
Tutto ad un tratto si accorse che qualcuno la seguiva, si voltò: era John.
Accipicchia, ed ora come avrebbe potuto aiutare il padroncino ?

♦♦♦

Nel medesimo istante nella villa Desdemona aveva lasciato la sua camera da letto completamente vestita di tutto punto aiutata nell’impresa abbastanza complicata da Jenna, la sua cameriera personale. Lei si stava recando nella biblioteca assieme al fratello Dominick e alla sorellina Desiree che era nervosa per uno dei suoi primi giorni di lezione.
Presero posto ognuno alla loro scrivania mentre il loro tutore dava loro un caloroso buon giorno.
Lui aveva predisposto delle lezioni mirate per la giornata: a Mona lezioni di francese, musica e disegno, mentre a Dom scienze, calcolo e astronomia e a Desy scrittura e lettura di base.
Alaric aveva così pensato di organizzare il tempo dei tre  rampolli Salvatore secondo le loro inclinazioni parlandone direttamente con gli eminenti genitori.
L’unico problema era che Desdemona negli ultimi tempi aveva maturato un certo interesse per il bel professore e questo la portava ad idealizzare quell’uomo che poteva esser suo padre. Era affascinata da quell’uomo ma ovviamente non aveva mai osato confessare quei pensieri ad alta voce, la sua amica Caroline era la sola a conoscere quel piccolo ed innocente segreto.
L’intelligenza in un uomo era una dote che Mona non disdiceva affatto, anzi…
Peccato che gli unici ragazzi, degni di nota, che le girassero attorno fossero i conti Donovan e Lokwood, i quali non brillavano esattamente d’intelligenza.
Il suo pensiero era che un giorno Alaric avrebbe notato che lei era più di una quansiasi alunna per lui e sarebbe stato suo, questo si diceva mentre rapita ascoltava la lezione del giorno.
Quello che non sapeva la signorina era che il bel professore aveva occhi solo per un'altra donna.

 





   
 
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