Dance&love
Gioia inaspettata
Per la seconda
volta, Kagome si risvegliò frastornata e per la
seconda volta, la testa le girava come una trottola. Era appoggiata ad un muro di piastrelle fredde e Inuyasha
le tamponava la fronte con un fazzoletto bagnato e freddo anche quello. Si alzò
di scatto. Era in un bagno.
Il ragazzo non fece
alcuna mossa e attese che lei si rendesse conto della
situazione in cui si trovava.
Quando ebbe
realizzato il tutto, Kagome chiuse forte gli occhi,
quasi frustrata, poi li aprì e li rivolse verso Inuyasha.
“Dimmi…Dimmi se può
andare peggio di…” Kagome venne
zittita da un dolce bacio. Il carattere duro e freddo del ragazzo dai capelli
d’argento si era addolcito e aveva sentito il bisogno di consolare.
Come fosse il
rimedio a tutte le sue preoccupazioni, Inuyasha fece
tranquillizzare Kagome e la riportò nella stanza del
padre che, pietrificato dalla reazione della figlia, riuscì a dirle solo un
misero “ciao” e i due si congedarono.
Nel corridoio, Naraku aspettava, con gli occhi rossi da satanasso.
Quando vide
professore e alunna abbracciati, iniziò a sbuffare come un matto, si alzò di
scatto e uscì dall’ospedale, infischiandosene dei richiami dell’insegnante.
“E ora dove crede
di andare quel matto??”
“Forse torna in
albergo…” optò Kaggy con voce flebile.
“Bah…” commentò
l’altro. Dopodichè uscirono anche loro per tornare in
hotel.
§§§§
Miroku non riusciva ancora a crederci.
Stava camminando
per strada mano per mano con un ragazzo.
Era tutto così
diverso per lui.
I baci, le carezze,
le parole dolci…Ma che gli era successo? Non sembrava più lui!
Lui e Keisuke stavano facendo una delle loro lunghe passeggiate e
decisero di fare una sosta in un parco. Si fecero prestare una palla e si
misero a giocare a calcio come dei gagni, con tanto
di pallonate in mezzo alle gambe.
“Non provarci mai
più! O non sarò più in
grado di procreare!” esclamò Miroku ad un certo punto.
“Procreare?? Ma come parli?? E poi, adesso
che stai con me, non hai più bisogno di procreare!”
“E se avessi
intenzione di lasciarti?”
Keisuke si fece serio, credendo alle parole del ragazzo.
“Scherzavo,
scemo! Sarei un pazzo se pensassi di mollarti!” e gli tirò il
pallone in faccia. Risero entrambi di gusto. Dopo aver fatto gli scemi
correndo come pazzi, si sedettero all’ombra si un
albero e Keisuke si stese con la testa sulle gambe di
Miroku. Quest’ultimo tirò fuori dalla tasca una mela
e si mise a sgranocchiarla.
“Dai! Ti sei portato la mela??”
rise Keisuke.
“Aha”
“Bah…Sei un
salutista del cazzo…”
“Il salutista del
cazzo è abbastanza forte e può spaccarti quella bella faccia che ti ritrovi in
pochi istanti.” Disse tranquillamente l’altro.
“Gnè gnè gnè”
lo canzonò il biondo, poi si ficcò una cuffia dell’mp3 nelle orecchie. Con un
“No, ma estraniati pure!” Miroku gli prese una cuffia
per ascoltare della musica. In riproduzione a volume massimo c’era “A te” di
Jovanotti. Alzandosi, Keisuke si mise a cantare come
un idiota nell’orecchio libero del moro:
“A te che sei………… Semplicementeeee gay!”
Miroku lo guardò male, ma non riusciva a resistere a quel
sorriso innocente e a quell’espressione che aveva sul viso. Gli accarezzò i
capelli e lo baciò con tenerezza. Una bambina che giocava con la palla, si
fermò con la bocca spalancata.
“Mammaaa! Due signori maschi stanno
facendo sesso!” urlò quasi piangendo.
I due si bloccarono
subito e si divisero posizionandosi a enorme distanza
l’uno dall’altro e fingendo di non conoscersi.
“Tesoro! La mamma non ti ha insegnato a dire
le bugie! Non si offendono le persone più grandi!”
disse una donna, rimproverando la piccola. Quella si fece trascinare
dalla madre, ma stette ancora a guardarli per un bel pezzo.
Miroku fece un respiro profondo e raggiunse la strada
principale del parco, seguito dall’amico.
Il moro aveva
un’espressione che da divertita era diventata malinconica.
“Che c’è?............Ti manca Sango,
vero?”
Miroku si voltò stupito. Aveva indovinato.
“C-Come hai fatto a capirlo? Sembra che tu mi conosca da sempre…”
“Beh, in un certo
senso è così…” fece Keisuke con le braccia dietro la
testa.
“Ma
che dici? Se ci siamo conosciuti un mese fa!”
“TU mi hai
conosciuto un mese fa…Io ti osservavo da molto tempo. Sei un cliente abituale
del bar di Kohaku e company, no? Loro sono anche miei
amici. Ti presentavi nel bar in orari precisi e in giorni precisi: il lunedì,
il mercoledì e il giovedì ci fai un salto veloce di pomeriggio presto per
prenderti un caffè, di martedì e venerdi
vai per far colazione la mattina e nel weekend passi la serata a chiacchierare
con amici e amiche E ho visto spesso Sango Avevi
fatto una buona scelta, non c’è che dire…”
Miroku si incupì.
“Ehi,
ma ora ne hai fatta una migliore! Comunque ti vedevo sempre. Eri tu che non vedevi me, o sbaglio?” chiese il biondo sorridendo.
“Ehm…già! Scusami!”
“Perdonato! Almeno adesso sai perché ti conosco
così bene…So anche come prendi il caffè!” esclamò il ragazzo con entusiasmo.
“Seriamente??? E come??”
“Lungo! Anche
inconsciamente, ti piacciono le cose lunghe, ammettilo!”
Un altro pugnetto amichevole raggiunse il volto di Keisuke ed entrambi risero per tutto il pomeriggio.
§§§§
Ma c’era qualcun altro che non se la passava tanto bene.
Kagome tornò in albergo ancora scioccata e Inuyasha dovette accompagnarla fino in camera per
assicurarsi che non si accasciasse ancora al suolo.
La fece stendere
sul letto e le baciò la fronte.
“Sei stata proprio
un’ingenua a non accorgerti di nulla.” Le disse sorridendo.
“Stà zitto, professore dei miei
stivali!” gli rispose Kagome acida.
“Ehi, guarda che ti
metto una nota di demerito!”
Ma Kaggy non rise. Si stropicciò gli occhi e guardò negli occhi dorati il ragazzo.
“Che stupida che
sono. Me la sto
prendendo con te, mentre dovrei ringraziarti per quello che stai facendo per
me…Davvero, scusami…” le sue scuse erano sincere e il tono di voce era triste e
pacato.
“Non fare la
vittima adesso. Però dovresti considerarti fortunata: non aiuto quasi mai la
gente, e questo vuol dire che non mi sei così indifferente.”
Kagome accennò al suo primo sorriso di quel giorno e lo
ringraziò gettandogli le braccia al collo e inspirando a fondo il suo dolce, ma aspro profumo al limone.
Proprio in quel
momento, la porta si spalancò e sulla soglia apparve London, che però non
rimase così stupita di vedere quei due abbracciati, come se già se l’aspettasse.
“AHHH-EM” si
schiarì più forte che poté la gola e Inuyasha si
separò da Kagome per poi accingersi a lasciare la
stanza con un “a domani” distratto.
London si buttò di
peso sul letto di Kaggy.
“We! Fate sul serio voialtri! Che carini!!”
esultò.
Kagome la guardò, ma questa volta con occhi diversi. Diamine.
Quella che aveva davanti era sua sorella! Solo Dio sapeva come si sentiva in
quel momento.
“Uhm…Ho detto
qualcosa che non andava? E’ successo qualcosa Ka-chan?”
L’altra la fissò
con decisione.
“Dimmelo tu……Kagome Higurashi.”
London deglutì
subito e si sentì come la colpevole di un grave reato. Ci mise qualche minuto
prima di connettere e poter rispondere.
“E tu…come fai a
sapere che…?” ma fu interrotta.
“Non importa come
faccio. Resta il fatto che tu me l’hai nascosto per tutto questo
tempo!” esclamò Kagome indignata.
“Cosa?? Che cosa ti ho nascosto?! Il
fatto che abbia vissuto fino a 7 anni in un
orfanotrofio, che non so che fine abbiano fatto i miei veri genitori e che ho
il tuo stesso nome?? Era così fondamentale saperlo?” si
alterò l’altra.
“Come? Vuol dire che…non sai altro?”
La ragazza la
guardò spalancando i suoi occhi color del ghiaccio.
“Perché, c’è
dell’altro?”
Kaggy annuì solennemente e fu subito spronata dall’amica a
raccontarle tutto quello che aveva saputo, dalla prima a l’ultima
parola.
Seppur con
esitazione, Kagome le parlò
dell’incontro con suo padre e del suo racconto intricato e del quale,
inizialmente, aveva capito ben poco. London restò ad ascoltarla col fiato
sospeso, poi…un fatto inatteso. Alla fine del racconto, sul suo viso apparve un
grande sorriso e iniziò ad esultare.
“Non posso crederci! Sei mia sorella! Oh, che gioiaaa!” urlò abbracciandola e riempiendola di baci.
Non era rimasta di stucco, anzi! Sembrava davvero felice e Kagome
gliene fu quasi grata. Grazie alla sua amica, o sua
sorella, il suo umore migliorò e insieme si misero a canticchiare canzoncine
felici fino a notte fonda.
Poi si ricordarono
che la sera dopo si sarebbe svolto il concorso ed
andarono subito a letto, per recuperare le forze e non accumulare sonno.
Kaggy ritrovò il sorriso: presto si sarebbe esibita nel
famoso Opèra de Paris!
§§§§
Era notte fonda e
una ragazza dai lunghi capelli color ebano beveva grandi dosi di caffè per
tenersi sveglia. Vagava per la camera, con una voglia matta di dormire, ma con
la paura di farlo: aveva il timore di sognare Miroku,
e quel bastardo non voleva vederlo mai più, nemmeno nei sogni!
Erano due notti che
non dormiva e versava in uno stato pietoso.
Aveva tentato più
volte di chiamare Kagome, ma il cellulare non
prendeva mai.
Sconsolata, si
buttò sul letto e afferrò il telefonino. Compose un messaggio e lo inviò a
qualcuno che sapeva avrebbe risposto.
“sei sveglio?”
Infatti la risposta di Kouga arrivò
in un batter d’occhio.
“Certo,
come al solito. Devi dirmi
qualcosa?”
Sango riprese a scrivere.
“Sì…sono
stata fregata un’altra volta”
Kouga sapeva già a chi si riferiva la ragazza, ma fece finta
di nulla.
“Da
chi?”
“Dal
tuo migliore amico”
“Mi
dispiace…”
“Grazie”
I due smisero di messaggiare e, dopo un quarto d’ora, arrivò un altro
messaggio di Kouga.
“Stai
dormendo?”
“No,
non ci riesco…”
“Vieni
da me, allora”
“In
che senso?”
“Prendi
la tua roba e vieni a dormire da me. Non ci riuscirai mai da sola…”
Sango pensò che aveva assolutamente
bisogno di qualcuno a cui scaricare i problemi, in mancanza di Kagome. Così prese qualche vestito, lo infilò in una borsa
capiente e, senza pensarci due volte, in punta di piedi, uscì
di casa.
Diedi minuti dopo,
era sotto casa dell’amico.
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Ciao!
Che dite, ho aggiornato in fretta
questa volta?
Dai, non è da me (non lo è per
niente_nd_inu)
(E tu da dove spunti fuori?? Ti eri perso nei meandri della mia testa?_nd_me)
(Eh sì…mi sentivo così sperduto in
un posto così cupo e vuoto…_nd_inu)
(Scusa???Guarda
che ci metto poco a farti uscire di scena!_nd_me)
(E va bene, ci do un taglio…tsk…_nd_inu)
Boh, dopo le scenette spastiche che
mi mancavano tanto, passerei ai ringraziamenti per gli ultimi commenti:
fmi89:
spero di aver aggiornato abbastanza in fretta e sono contenta che ti sia
appassionata alla mia storia! ^^. Ho un finale in mente, anche se non sono
sicura che piacerà a tutti…Alla prossima, ciao!
Mistica88:
scusami! Anche io me la sono dovuta rileggere tutta! (come ogni scrittrice che si rispetti T_T
_nd_inu). Grazie del commento!
Bellatrix_Indomita:
ma ciao cara! Eccoti il tuo capitolo. Letto per bene?
Spero ti sia piaciuto ^^.
Alla prossima!!
Mirokia