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Autore: estisaurus    30/11/2016    2 recensioni
"Finirai per innamorarti di me, Riley, proprio come tutte le altre. Lo sappiamo entrambi"
Mi appoggio contro lo schienale della sedia, incrociando le braccia al petto.
"Ne sei veramente convinto?"
Caleb alza un angolo della bocca in un sorriso, poi si lecca le labbra prima di ricominciare a parlare.
"Al cento per cento"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 4: Riley non è più un'esclusa


 

 

"Allora, com'è andato il pranzo?" Jake è steso sul mio letto, proprio sopra la mia coperta rosa con le stampe dei fiori. Piuttosto bruttina, oserei dire, ma cosa posso farci? Ho il gusto dell'orrido.

Alzo le spalle, sistemandomi i boccoli scuri davanti allo specchio rettangolare contro al muro. 

"Pensavo peggio. In realtà sono molto simpatici"

"Davvero?" Mi interroga Jake, distogliendo momentaneamente lo sguardo dal cellulare per puntarlo su di me. Riesco a vederlo dal riflesso del vetro, e accenno un sorriso rassicurante.

"Te lo giuro. Potremmo anche diventare amici, se non fosse per Caleb"

Avvicino il naso allo specchio, contando le mie lentiggini chiare mentre ripenso agli eventi di questo pomeriggio. Devo ammettere che ho apprezzato il tentativo di Caleb di scusarsi, nonostante trovi abbastanza strano il fatto che si rifiuti di ammettere che gli dispiace. Forse con un po' di pazienza potremmo anche andare d'accordo.

O forse no.

"E il tuo pranzo con Karla com'è andato?" Mi sposto verso la scrivania, continuando a dare le spalle a Jake. Non voglio che veda l'espressione di puro disgusto che sto sfoggiando in questo momento.

Il mio migliore amico si lascia scappare un lungo sospiro sognante, spalancando le braccia sul materasso con un tonfo. "Mi piace un sacco"

"Ti piacciono un sacco le sue tette" Grugnisco a voce bassa, ma non abbastanza da non essere sentita. Mi pento immediatamente del mio commento: non è carino parlare in questo modo di un'altra ragazza, e mi schiaffeggio mentalmente per la mia battutina.

Quando mi volto noto che Jake ha alzato leggermente la testa, e mi sta fissando con un ghigno stampato in faccia. 

"Sei per caso gelosa?"

Ovviamente mi basta mezzo secondo per sentire le guance andarmi a fuoco. Fantastico.

"Assolutamente no" Contesto, sedendomi sul bordo del letto, proprio vicino a Jake. "Penso solo che tu sia molto superficiale"

"Oh, Riley! Così mi ferisci" Jake si porta la mano destra al cuore, spingendo il labbro inferiore all'infuori e scuotendo la testa lentamente. 

Alzo gli occhi al cielo e gli tiro una leggera spinta, facendolo traballare sul letto. "Sei un idiota"

"E' per questo che mi adori"

Rispondo con un sorriso, sentendo una strana sensazione allo stomaco non appena vengo ricambiata. Ho passato gli ultimi tredici anni della mia vita con Jake, eppure questa è la prima volta che noto quanto è carino quando sorride.

Oh mio Dio. Non starò mica iniziando ad avere.. Una cotta.. Per Jake?

"A cosa stai pensando?" La voce profonda del mio migliore amico mi riscuote dai miei pensieri, e mi schiarisco la gola per riprendermi.

"A nulla. Stavi dicendo che ti piace Karla, giusto?"

Jake torna a guardare il soffitto, appoggiandosi entrambe le braccia dietro alla testa.

"E' così bella, Riley. Ed è anche simpatica, capisci? E' perfetta"

Il sospiro che segue mi fa venire voglia di vomitare, e ovviamente afferro al volo l'occasione per infilarmi due dita in gola e fingere di essere disgustata. Okay, forse non devo proprio fingere.

Jake mi colpisce la schiena con una mano.

"Hey!"

"Smettila di prendermi in giro!" Ringhia, ma noto una scintilla di divertimento nei suoi occhi. Non riesce proprio ad avercela con me.

"Mi stai facendo venire il diabete con questi discorsi" 

"Oh, ma fammi il piacere" Ribatte Jake, mettendosi a sedere e arrivando finalmente al mio stesso livello.

"Oh Caleb, baciami Caleb, ti prego" Jake inizia a prendermi in giro, usando un tono di voce stridulo e tenendo le mani sulle guance come una ragazzina. "Posso darti ripetizioni di anatomia, Caleb"

La mia mano ci mette letteralmente due secondi ad atterrare sulla sua faccia.

Jake scoppia a ridere, arrivando praticamente a rotolare sul materasso mentre io lo guardo in cagnesco, con le guance viola per l'imbarazzo.

"Sei un cretino, Bolton!" 

"Cos'è, la verità brucia?" Non so veramente come riesca a parlare tra una risata e l'altra, dato che sembra sia sul punto di morire dal divertimento. 

"Non so di cosa tu stia parlando"

E sono sincera. Da dov'è uscita questa storia? Caleb è la persona più fastidiosa sulla faccia del pianeta, non potrebbe mai piacermi un ragazzo del genere.

"Caleb è un idiota" Confermo ad alta voce, mentre Jake si asciuga una lacrima dall'angolo dell'occhio. 

"Chi disprezza compra, Riley"

"Smettila di fare il filosofo con me" Mi imbroncio, scuotendo la testa. "E comunque penso che anche tu sia un idiota, ma questo non significa che mi-"

Jake mi guarda, ondeggiando le sopracciglia come un pervertito e guadagnandosi un altro pugno sul braccio.

"Continua pure a mentire a te stessa, Rils" Il mio migliore amico si alza dal letto, afferrando la sua giacca di jeans dalla sedia della scrivania. 

"E' meglio che vada, si è fatto tardi. Ci vediamo domani, d'accordo?"

"Ho altre opzioni?" Lo prendo in giro, accompagnandolo al piano di sotto e aprendo il portone d'ingresso per lui.

"Attento a non farti rapire"

"Capirei se succedesse, insomma, guardami"

Alzo gli occhi al cielo per l'ennesima volta. Le palpebre iniziano a farmi male per tutto questo movimento.

"Ti riporterebbero indietro nel giro di un'ora"

"Jake!" Mio padre compare magicamente all'ingresso, un enorme sorriso stampato in faccia.

"Non saluti il tuo vecchio?"

"Hey, Ed!" Il mio migliore amico sta battendo il cinque a mio padre, come fossero coetanei.

Che immagine triste.

Sto chiudendo il mio armadietto a chiave quando sento qualcuno toccarmi la spalla da dietro.

"Jake, ci siamo appena salutati"

Ma quando mi volto non trovo il viso del mio migliore, bensì quello di un altro ragazzo.

"Hey, Jesse" Sorrido, mostrando una piccola striscia di denti. "Scusami, pensavo fossi un'altra persona. Va tutto bene?"

Jesse si passa una mano tra i capelli biondi, tenendo gli occhi puntati su di me. Pur non avendo la stessa aura da cattivo ragazzo del resto dei suoi amici e sembrando più giovane della sua età, è comunque molto carino. Ha la tipica faccia da ragazzo della porta accanto.

"Questo venerdì è Halloween, Riley"

Aggrotto le sopracciglia. "Lo so.. E quindi?"

"E quindi devi venire alla festa in maschera a casa di Caleb!"

Scuoto la testa. "Mi dispiace, Jesse, ma è un no"

Jesse piega la testa di lato, aprendo la bocca per protestare, ma io lo fermo immediatamente.

"Sai già in che tipo di rapporti siamo io e Caleb, non credo sarebbe felice di avermi lì"

"Non dire sciocchezze" Ribatte lui, appoggiandomi dolcemente una mano sulla spalla. E' così alto che sono costretta a piegare il collo all'indietro per guardarlo. O forse sono io che sono esageratamente bassa, non saprei.

"Caleb non decide su tutto. Ho parlato con Reece e Liz, e ti vogliamo tutti lì"

Una piccola parte di me si sente lusingata da questa sua confessione. Prima d'oggi non ero mai stata invitata ad una festa, più che altro perché mi sono sempre rinchiusa nel mio piccolo mondo insieme a Jake, che però è molto più popolare di me a scuola. Mi fa piacere sapere che i ragazzi e Liz abbiano pensato a me.

"Siete molto gentili, davvero, ma non mi sembra il caso"

"Dai, Riley! La festa sarà una bomba" Sbuffa Jesse, stringendomi le braccia con le mani e costringendomi a guardarlo negli occhi. 

"Non mi interessa di quello che dice Caleb"

"Ma è casa sua!" Non riesco a trattenere un sorriso, e un senso di felicità mi avvolge immediatamente. Riley Stevens non è più un'esclusa!

"Parlerò io con lui, d'accordo?" Il viso di Jesse si rilassa. "Non si arrabbierà, fidati di me"

Mi concedo qualche secondo di silenzio per pensare alla sua offerta. Devo ammettere che mi piacerebbe provare il brivido di una festa..

"Okay, mi arrendo"

Jesse reagisce con un'esultanza, e io rido tra me e me. 

"Ma a una condizione"

"Spara"

"Viene anche Jake"

A questo punto la confusione nell'espressione del ragazzo è palese.

"E Jake sarebbe.."

"Il mio migliore amico"

"Oh" Jesse annuisce con forza, congedandomi con un gesto della mano. "Certo che può venire. I tuoi amici sono anche nostri amici"

Forse è meglio che inizi a prepararmi psicologicamente per questo fine settimana, perché ho la sensazione che sarà un Halloween da ricordare.

Con la guancia sinistra appoggiata sulla mano osservo Caleb scrivere, mentre attorciglio una ciocca di capelli tra le dita della mano libera.

Sono passati almeno cinque minuti da quando ho assegnato a Caleb un esercizio da completare, ma non mi lamento dell'attesa: preferisco il silenzio rilassante che si è venuto a creare piuttosto che le continue frecciatine acide che si diverte a lanciarmi.

Approfitto della sua distrazione per osservarlo, e trattengo un sorriso alla vista della sua espressione concentrata: è praticamente piegato sul suo figlio, e con la mano libera si massaggia la tempia, come a voler spingere il suo cervello a funzionare. Ogni volta che si trova davanti a un calcolo difficile corruga la fronte e si morde il labbro inferiore, per poi rilasciarlo una volta risolto il problema.

Visto così sembrerebbe quasi docile e inoffensivo, e per un breve secondo provo un'ondata di affetto nei suoi confronti: nonostante la sua figura imponente sembra veramente un bambino concentrato sulle sue addizioni e moltiplicazioni.

Ovviamente il sentimento dura poco, perché Caleb alza la testa e spinge il foglio verso di me, lasciando cadere la matita sul tavolo con un tonfo stridulo.

"Finito"

Non mi ci vuole molto a correggere il problema.

"E' corretto" Confermo, restituendogli l'esercizio con un sorriso. A qualcosa sono servite le mie spiegazioni, allora. 

Caleb alza un sopracciglio verso di me, mordendo la gomma sulla punta della matita. "Sembri sorpresa"

"Non credevo ti bastasse una sola lezione per capire la trigonometria, tutto qui" Alzo le spalle, chiudendo il libro di matematica. Mancano pochi minuti alla fine dell'ora.

"Mi hai preso per uno stupido?" Gli occhi di Caleb si chiudono in due fessure sottili, e il suo tono aspro mi fa sussultare per un attimo sulla sedia.

Ricambio istintivamente lo sguardo, stringendo un pugno sotto al tavolo come a volermi obbligare mentalmente a non arrabbiarmi. Stava andando tutto così bene, perché Caleb sente il bisogno costante di creare delle discussioni?

"Non ho detto questo" Ribatto, cercando di tenere il volume della voce basso. A giudicare dagli sguardi infastiditi degli studenti stiamo già dando fin troppo spettacolo. "Mi stavo solo complimentando con te. Perché devi vedere il marcio in tutto?"

Sono pronta a una delle solite risposte maleducata di Caleb, ma le mie aspettative vengono infrante non appena noto la pelle del suo viso rilassarsi e le sue pupille allargarsi di nuovo.

Questo ragazzo ha due personalità, giuro.

"Ho saputo che Jesse ti ha invitato alla mia festa questo venerdì" Anche il suo tono non è più accusatorio, e mi ritrovo improvvisamente a rilassare dei muscoli che non sapevo di star contraendo. Il paragone perfetto in questo momento sarebbe quello con una tigre che copre di nuovo i denti dopo essersi messa in posizione di attacco.

"Già" Confermo, infilando i libri nello zaino, pronta a scappare fuori e tornare a casa per non dovermi sorbire un secondo di più con Caleb.

Il quarterback annuisce lentamente con la testa, incrociando le braccia al petto e spostandosi un ciuffo di capelli ribelle dalla fronte con uno scatto veloce del collo. I suoi occhi verdi penetrano i miei per un breve istante, spostandosi poi bruscamente verso un punto indefinito della stanza.

Notando il suo silenzio decido di intervenire.

"Se la cosa ti infastidisce posso trovare qualcos'altro da fare"

Caleb socchiude leggermente le labbra per parlare, serrandole di nuovo un attimo dopo e schiarendosi la gola. "No, no. Nessun problema"

Sono piuttosto sicura che i miei occhi si siano spalancati per la sorpresa. Ma come diavolo è possibile che Caleb possa passare dal comportarsi come uno stronzo ad essere un.. essere umano? 

Caleb mi lancia un'occhiata nervosa, alzando leggermente un angolo della bocca in maniera disgustata.

"Vuoi smetterla di fissarmi?"

Come non detto. E' tornato il solito vecchio idiota.

  
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