The Champion
Vidi tutto ad un tratto il getto verde
verso di me… in un sussulto tutto si fece buio.
Fin
da quando dal Calice di Fuoco uscì il mio nome non ho desiderato altro che
arrivasse questo giorno. E adesso ho paura. Un pensiero fisso dentro di me dice
che sarà difficile. Dice che sarà dura. Un altro pensiero mi dice che quando
tutto questo sarà finito potrò solo essere orgoglioso di aver partecipato al
Torneo Tremaghi. Sarà una storia da raccontare ai
miei nipoti quando sarò sulla mia comoda poltrona a godermi i miei ultimi anni
di vecchiaia. Sarà senz’altro una prova molto epica. Chissà se riuscirò a
battere Fleur, Victor ed Harry. Harry…
Senz’altro appena tutto questo finirà vorrei imparare a conoscerlo meglio. Qualcosa
mi dice che potremmo andare molto d’accordo. E’ un mago abilissimo, lo stimo
molto per tutto ciò che ha fatto, e per quello che sono sicuro, farà. Ma farò
del mio meglio, per uscirne vittorioso, per vedere sul volto di Cho un sorriso di ammirazione. Cho…
la mia Cho… E’ passata solo un’ora dall’ultima volta
che l’ho vista, ma mi manca tanto. Vorrei che fosse qui vicino a me…
<< Non devi preoccuparti per
domani >> mi disse poggiando la sua mano nella mia guancia sorridendomi
lievemente.
<< E’ impossibile >> le dissi.
<< Ti amo, Cedric >> mi sussurrò allora
baciandomi. Mi commossi e ricambiai il bacio con tanta forza e con tanto amore.
<< Ti amo >> le dissi allora, per la prima volta nella mia vita.
Restammo
abbracciati per un po’ smettendo di pensare al mondo circostante. Domani a
quest’ora sarò di nuovo qui a guardare il cielo stellato, con un peso in meno.
Lo stesso cielo che per anni ho guardato affacciato a questa finestra stanotte
mi sembra così tanto diverso… E con tanta diversità
lo osservo… E nel vento sentii ancora la promessa che
feci alla ragazza che amavo più della mai vita…
<< Starai con me per sempre?
>>
<< Per sempre >> promisi solennemente posando una mano sul mio
cuore.
Sorrisi
ripensando al mio primo giorno ad Hogwarts. Ero solo
un bambino che stringeva fra le mani una bacchetta, con tanta voglia di
imparare ad usarla. E ora con le stesse mani, 5 anni dopo stringo la stessa
bacchetta, mia compagna di avventure. Speravo vivamente di finire a Tassorosso. Era la stessa casa che aveva ospitato mio
padre, mio nonno, il padre di mio nonno e così via…
Un altro sorriso pensando magari che un giorno, anche mio figlio finisca in
questa casa. Una stella cadde dal cielo ma ero perso nei miei pensieri… e non ebbi tempo di esprimere il mio desiderio…
Sembrò
passata un’eternità da quando chiusi occhio. I miei compagni di stanza
dormivano ancora. Guardai l’ora e sbuffai. Era troppo presto ancora. Attesi
qualche minuto ma ormai il gioco era fatto, non riuscii a chiudere più occhio.
Mi alzai così dal letto e notai la mia scopa posata accanto ad esso. Era ormai
un’eternità che non giocava a Quidditch.
<< Ehi campione! Non dovresti riposare? >> sobbalzai sentendo
questa voce all’improvviso. Era quella di Owen Caldwell.
Il mio migliore amico.
<< Owen! >> esclamai sorridendo. << Come mai sveglio?
>>
<< Potrei farti la stessa domanda. >> rispose tirandosi su.
<< Allora, nervoso? >>
<< Abbastanza >> feci spallucce.
<< Abbastanza per svegliare mezzo dormitorio >> annuì Owen.
<< Stavo pensando che era da molto che non giocavo a Quidditch
>> dissi ritornando ad osservare la scopa.
<< Possiamo fare che… stasera finiti i tuoi festeggiamenti, dopo che hai
vinto il Torneo >> scandì per bene l’ultima frase << Potremmo farci
una partitina >>
<< E’ una splendida idea! Ma non lamentarti se ti farò precipitare dalla
scopa! >> risi beccandomi una cuscinata in faccia. Ricambiai il favore e
subito dopo nacque una vera e propria guerra dei cuscini che coinvolse tutto il
dormitorio dopo che si svegliarono per la confusione. Riuscii così a divertirmi
e smettere di pensare alle poche ore che mi separavano all’ultima prova. Ma il
tempo passo così velocemente che dovemmo correre per riuscire a fare colazione
in Sala Grande. Non avevo per niente fame. Il mio stomaco era entrato in
sciopero. Gettai uno sguardo nel tavolo dei Corvonero
e vidi Cho avvicinarsi verso di me.
<< Buona fortuna, Campione >> sorrise e mi baciò la guancia.
<< Grazie >> riuscii solo a dire.
Poco dopo fui chiamato ad andare verso lo Stadio di Quidditch
dove ad attendermi vi erano i miei genitori.
<< Cedric! >> esclamò mia madre correndo
verso di me ad abbracciarmi.
<< Mamma, ehi… >> risposi sorpreso.
Arrivò quindi la pacca alla spalla di mio padre. << Sarai il migliore
>> mi disse sicuro di se.
Risposi accennando appena un sorriso impacciato. Non mi piaceva affatto quando
doveva essere così sicuro che avrei dato il meglio. Lo trovavo molto
ridicolo. Restai così a parlare con loro
e per un breve istante scambiai qualche parolina con Harry. Dopo di che con il
cuore in gola salutai i miei genitori e mi diressi verso l’entrata al
labirinto. Con la bacchetta stretta al pugno lottai contro le creature che
sbucavano da ogni dove e quando dovetti lottare perfino contro Victor Krum capii che qualcosa non andava. Era sicuramente
stregato. Ma da chi? Se non fosse stato per Harry non sarei riuscito a
sfuggirne. Ero ancora più sicuro che in quel quattordicenne c’era molto di più.
Corremmo fino allo sfinimento verso la coppa, ognuno con l’acceso desiderio di
vincere e farla finita. E dopo qualche istante ho creduto che la fine fosse
arrivata seriamente. Fui intrappolato da un ragno gigantesco. Ma ancora una
volta fui salvato da Harry e insieme ci trovammo davanti la coppa. Non volevo
più vincere. Volevo solo uscire da li. E dopo tutto quello che Harry aveva
fatto volevo che a vincere fosse lui.
<< Prendila dai! >> ruggì
Harry all’improvviso. Studiai la situazione fermo sulla mia decisione.
<< Prendila tu. Tu devi vincere. E’ la seconda volta che mi salvi la vita
qui dentro >> dissi deciso. Dopo dei minuti di storie, finalmente
arrivammo ad un compromesso.
<< Tutti e due >> disse Harry.
<< Come? >> chiesi incredulo.
<< La prenderemo nello stesso istante. E’ sempre una vittoria di Hogwarts. Finiremo alla pari. >>
Lo guardai stupefatto allargando le braccia. << Sei…
sei sicuro? >>
<< Si >> rispose Harry. << Si… ci siamo dati una mano a
uscirne, no? Siamo arrivati fin qui tutti e due. Prendiamo insieme, e basta.
>> disse Harry e io ne rimasi colpito. Avrei voluto ringraziarlo, dire
tante cose, ma decisi di rimandare.
<< Va bene >> accordai infine. << Andiamo >>.
Afferrammo così la Coppa in tutto il suo splendore, e mi sentii la budella attorcigliarsi.
I piedi si staccarono da terra e fummo catapultati in un cimitero. Senz’altro
le prove non erano finite. Forse questa era quella decisiva. Aiutai Harry ad
alzarsi e ci guardammo meglio intorno.
<< A te avevano detto che la coppa era una Passaporta?
>> chiesi esaminando la coppa con attenzione.
<< No >> rispose Harry. << Questo dovrebbe far parte della
prova? >>
<< Non lo so >> dissi prendendo la bacchetta teso. << Fuori
le bacchette, che ne dici? >>
<< Si >>
Notai un ombra bassa avvicinarsi e puntai immediatamente la bacchetta.
<< Arriva qualcuno! >> esclamai verso Harry.
E così sentii una voce fredda e acuta dire:
<< Uccidi l’altro >>.
<< Papà, ho paura che non sarò
all’altezza ad Hogwarts… >>
<< Cedric, non fare lo stupido, sei un bambino
pieno di talento! Non devi preoccuparti di nulla! Inoltre sei un Diggory, sarai un campione, e potrai sempre contare su di
me. >>
Il bambino sorrise imbarazzato e abbracciò il padre. Il treno sul binario 9 ¾
sbuffava fumo a non finire. Cedric così salì
sul treno più emozionato che mai.
<< Papà, ricordi di quando partii
per Hogwarts e mi facesti quel discorso? >>
<< Certo figliolo >>
<< Grazie di tutto papà >>
<< Di nulla, campione >> disse commosso Amos abbracciando per
l’ultima volta il figlio.
<<
Avada Kedavra! >> sentii
l’urlo della maledizioni echeggiare per il cimitero. Vidi tutto ad un tratto il getto verde verso di me…
in un sussulto tutto si fece buio… per sempre.
Spero vi piaccia ;) Cedric
Diggory è uno dei miei personaggi preferiti dell’intera
saga, e ci sono rimasto malissimo quando è morto, perciò gli ho voluto rendere
omaggio con questa Fic!