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Autore: Nami93_Calypso    02/12/2016    3 recensioni
Dal testo:
"-Bè non si sorprenderebbe molto. L’altra sera quando ci siamo visti è uscito fuori che stiamo insieme-
“Stiamo insieme”.
“Stiamo insieme”?!
Chi stava con chi?
Cosa?!
D’istinto cacciò un gridolino e lanciò il telefonino sul tavolo vicino ai suoi amici che si voltò proprio in direzione di Barto che era di fronte a lei.
I tre le lanciarono uno sguardo appena corrucciato e incuriosito prima di focalizzarsi sullo schermo.
-“Stiamo insieme”?!- si sorprese Rebecca.
-Uh-uh- commentò Nami ghignando.
Barto sollevò gli occhi su di lei.
-Possiamo mandargli un audio in cui diciamo tutti in coro “Awwwww”?-
Bibi sbiancò e si lanciò sul tavolo per recuperare il cellulare prima che avvenisse l’irreparabile."
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bartolomeo, Nami, Nefertari Bibi, Rebecca, Sabo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Stiamo insieme

 
Finalmente era arrivato il venerdì sera, il momento della settimana in assoluto preferito da Bibi.
Dopo una settimana di lavoro, impegni, stress finalmente poteva vedere i suoi amici storici, le persone cui teneva di più al mondo, ed essere finalmente pienamente se stessa, lasciarsi andare, divertirsi senza pensare alle preoccupazione della vita quotidiana. Come se, quando uscivano da soli loro quattro, fossero in un universo parallelo in cui vigevano regole differenti. Quell’appuntamento fisso era una rassicurante certezza nelle loro vite frenetiche.
C’era Nami, quella forte, intraprendente, indipendente, testarda, senza peli sulla lingua.
Rebecca, la più dolce e gentile del gruppo, introversa e con sempre una parola buona per tutti.
E poi c’era Barto. Tutti pensano che avere un amico gay sia fantastico: sempre super dolce, gentile, sensibile, con un complimento per chiunque. Nulla di più falso! È come avere a che fare con delle montagne russe, un giorno lo ami il giorno dopo lo odi. Con alcune persone era sì gentilissimo e fedelissimo, con altri guai! Non nascondeva il suo astio per qualcuno quando lo provava e gli bastava la minima provocazione per dimostrarlo, con le parole o con i fatti.
Forse un gruppo mal assortito, c’entravano poco gli uni con gli altri, eppure erano amici da sempre, a modo loro, sempre uniti in modo che a volte li faceva quasi sentire anormali: erano tra i pochi che conoscevano della loro età ad essere rimasti tanto legati con i loro amici da vederli regolarmente e sentirsi praticamente tutti i giorni. Ma loro stavano bene così.
Erano in uno dei loro locali preferiti, il Sabaody. Gli piaceva perché era un locale tranquillo, senza troppe pretese, dove se non andavi in tiro nessuno ci faceva caso, dove erano persino riusciti a inventarsi un cocktail e farlo mettere sul menù!
Appena ebbero preso posto a uno dei tavolini furono accolti da un coro di tanti auguri (“tanti auguri figlio di puttana!”) proveniente da un tavolo dall’altra parte del locale cui tutti i clienti risposero con fervore, cantando il coro e squarcia gola e battendo i pugni sui tavoli a ritmo, loro quattro compresi.
Sia chiaro, non che Bibi, Rebecca e Nami fossero volgari o poco femminili, anzi, in quel locale frequentato prevalentemente da uomini erano sicuramente gli esemplari che meglio rappresentavano il genere femminile, ma si lasciavano spesso trasportare da quella leggerezza e spensieratezza quando erano insieme.
-Oddio Bibi, non vedevo quel cocktail da quando avevamo sedici anni!- fece Nami osservando il bicchiere pieno di liquido rosso che la cameriera aveva lasciato di fronte alla sua amica e afferrando avida la sua birra media chiara.
-Lo so!- rise la turchina –L’ho preso proprio per quello!-
-Ehi- fece Rebecca sporgendosi in avanti sulla sedia per guardare oltre il tavolo accanto a loro –Quella non è Robin?!-
Tutti e tre si voltarono in quella direzione.
-Oh sì è lei!- si illuminò Barto –Quel vestito nero le sta divinamente!-
-Robin!- sorrise Nami –È un sacco che non la vedo. Dopo vado a salutarla-
-È tanto amica di Sabo, giusto?- fece la rosa tornando a voltarsi verso Bibi.
Quella annuì.
-Sì, e mi pare che siano usciti insieme recentemente. Ora gli scrivo che è qui- fece frugando nella borsa alla ricerca dello smartphone.
-Ah già, come va tra di voi?- domandò il verde tornando a concentrarsi sulle tre amiche.
-È vero, racconta- fece Nami sorseggiando dal suo bicchiere.
-Bene, bene. Ormai è un mese e mezzo che usciamo, anche se questa settimana praticamente non ci siamo visti perché sono stata molto impegnata- rispose lei mentre digitava il messaggio su whatsapp.
Sono al Sabaody e c’è Robin :)
Le dispiaceva molto non averlo potuto vedere in quella settimana. Inoltre anche quella successiva sarebbe stata un po’ incasinata.
-Bè ma quindi?- incalzò Barto –Siete ufficialmente una coppia?-
Bibi si prese del tempo prima di rispondere sorseggiando il suo cocktail mentre gli sguardi degli amici si puntavano indagatori su di lei.
-Non lo so…- fece riponendo il bicchiere sul tavolo –Non ne abbiamo mai parlato…-
-Bè e cosa aspetti? Tira fuori tu il discorso- disse Nami.
-Ma non è questo… è che non sono proprio sicura-
-Perché?- domando Rebecca sinceramente incuriosita.
-Non lo so- Bibi prese a giocherellare con la cannuccia affondando i cubetti di ghiaccio che stavano in superfice che puntualmente tornavano a galla –Va tutto bene tra noi, quando usciamo, quando ci sentiamo, però a volte mi sembra distratto, distante. Come se non gli importasse davvero stare con me. Non so davvero come spiegarlo… -
-Bè, uscite da poco, non stressarti tanto. Prenditi tutto il tempo che vuoi- fece Barto mettendosi più comodo sulla sedia.
La vibrazione del cellulare distrasse la turchina che subito lesse il messaggio appena ricevuto da Sabo.
Ah sì? Ricordale che mi deve 20€!
Bibi strabuzzò appena gli occhi prima di sorridere e digitare la risposta.
Ehi, non sono il tuo recupero crediti :P
E poi come le spiegherei che lo so?!

Già, bella domanda.
Con il fatto che stavano uscendo da poco non erano in molti a saperlo. Lei lo aveva detto solo alle tre persone presenti a quel tavolo e, a quanto ne sapeva, lui non ne aveva parlato con nessuno.
Bibi aveva preferito non spargere voci premature sul loro conto finchè non fosse stata sicura dello stato della loro relazione.
Provenivano entrambi dalla stessa città quindi in un modo o nell’altro tutti si conoscevano. Gli amici di Bibi conoscevano Sabo, almeno di nome, così come anche lei era conosciuta da alcuni amici del biondo.
Sorrise pensando alla faccia che avrebbe potuto fare Robin se fosse andata a dirle una cosa simile.
Mentre i suo amici continuavano a parlare tra loro e lei era distratta dai suoi pensieri il cellulare vibrò di nuovo.
Bè non si sorprenderebbe molto. L’altra sera quando ci siamo visti è uscito fuori che stiamo insieme.
“Stiamo insieme”.
“Stiamo insieme”?!
Chi stava con chi?
Cosa?!
D’istinto cacciò un gridolino e lanciò il telefonino sul tavolo vicino ai suoi amici che si voltò proprio in direzione di Barto che era di fronte a lei.
I tre le lanciarono uno sguardo appena corrucciato e incuriosito prima di focalizzarsi sullo schermo.
-“Stiamo insieme”?!- si sorprese Rebecca.
-Uh-uh- commentò Nami ghignando.
Barto sollevò gli occhi su di lei.
-Possiamo mandargli un audio in cui diciamo tutti in coro “Awwwww”?-
Bibi sbiancò e si lanciò sul tavolo per recuperare il cellulare prima che avvenisse l’irreparabile.
-Non t’azzardare!-
Tornò a fissare lo schermo sconcertata, fissandosi su quelle due particolari parole.
Sollevò la testa di scatto, gli occhi sgranati dalla preoccupazione.
-Cosa gli rispondo?!-
-“Ah perché stiamo insieme?!”-  fu la risposta repentina della rossa.
-No, troppo diretto- commentò Rebecca.
-Infatti- scosse la testa Bibi –Così direttamente preferirei parlarne faccia a faccia-
-Allora prendila sul ridere, qualcosa di ironico!- propose Barto.
La turchina ci riflettè un po’ prima di inviare la sua risposta. Aveva trovato una frase simpatica e poco impegnativa che però mettesse in chiaro la sua situazione.
Ma nessuno ha chiesto la mia mano recentemente ;)
-Ci sta- fu il commento del verde.
-Ora vediamo cosa risponde- fece la rosa sorseggiando la sua bevanda.
La serata proseguì tranquillamente. Parlarono del più e del meno, di nuovi scoops e pettegolezzi, del lavoro, dello studio, delle loro famiglie.
Di tanto in tanto, anche troppo spesso per i suoi gusti, Bibi controllava il cellulare per vederle se le fosse arrivata una risposta, ma ancora nulla. Visualizzato senza risposta, la piaga peggiore della loro generazione.
La cosa la fece impensierire e intristire. Si ritirò nel suo mutismo e partecipò poco alle conversazioni dei suoi amici e la cosa le dispiacque perché adorava quei momenti con loro e non voleva sprecarli.
Perché non rispondeva? Che lo avesse spaventato? Che avesse frainteso la sua battuta? Non sapeva davvero cosa pensare.
-Ancora nulla?- le domandò Nami chinandosi verso di lei e spingendo il suo bicchiere verso di lei, come a invitarla a bere e non pensarci.
Lei scosse il capo prima di attaccarsi alla cannuccia.
Decise di spegnere internet e mettere il cellulare nella borsa. Aveva deciso che per quella sera non voleva più saperne nulla e che si sarebbe concentrata sui suo amici.
Finalmente riuscì a ritrovare il suo solito umore solare. La serata proseguì nella norma, tra una chiacchiera e una risata, un ricordo del passato e un progetto per il futuro; ordinarono anche il secondo giro, il loro cocktail personale.
Quando ormai il locale era mezzo vuoto anche loro si alzarono e si diressero alla macchina di Rebecca che li accompagnò a casa.
Bibi fu la prima ad essere lasciata alla sua abitazione. Diede la buona notte ai suoi amici e, scesa dall’auto, si incamminò nella via chiusa in cui abitava.
Si focalizzò sulla sua borsa anima e corpo alla ricerca delle chiavi di casa, che magicamente andavano a incastrarsi nei posti più impensati, perciò si accorse solo all’ultimo della presenza di qualcuno sotto il suo portone.
Sollevò lo sguardo e si arrestò finchè la figura non uscì dall’ombra e fu illuminata dalla luce di un lampione.
-Sabo- sospirò la turchina posandosi una mano sul petto nel tentativo di calmare il battito del suo cuore impazzito a causa dello spavento –Che ci fai qui?-
Quello non rispose, si limitò a sorridere a avvicinarsi a lei.
Quando fu a un solo metro di distanza si abbassò e si chinò.
Bibi sollevò un sopracciglio, stranita. Cosa gli prendeva? Doveva forse allacciarsi una scarpa?
Il biondo le prese la mano libera dalle chiavi e se l’avvicinò alle labbra per posarvi sopra un bacio delicato.
-Mi concede l’onore di avere la sua mano, oh gentil pulzella?- profferì guardandola dritto negli occhi da quella posizione.
Bibi strabuzzò gli occhi, se avesse potuto, la sua mascella avrebbe toccato terra.
In pratica Sabo aveva ricevuto e letto il suo messaggio, non aveva risposto, si era fatto trovare sotto casa sua e le aveva fatto una proposta tanto scema quanto assurdamente dolce.
Scoppiò inevitabilmente a ridere.
-Sei proprio un babbeo- disse tra una risata e l’altra liberando la mano dalla sua presa per fargli una carezza sul volto.
Anche lui rise di rimando, grattandosi la nuca con fare imbarazzato.
-Già- fece –Ma sono il tuo babbeo?-
Non c’era ilarità o imbarazzo in quella sua domanda, solo determinazione e speranza di ottenere una risposta positiva.
Davanti a ciò anche la ragazza smise di ridere e sul suo volto rimase solo un sorriso tirato mentre lo fissava alla ricerca di una risposta che ella stessa voleva.
Perché ancora non era riuscita a pensare a loro come una coppia? Quali erano i suoi dubbi? Che non fosse realmente interessato a lei, che non fosse un ragazzo affettuoso come lei voleva, che non fosse in grado di darle le giuste attenzioni che lei aveva sempre cercato in un rapporto.
Eppure lui era lì. Era lì da chissà quanto al freddo, le aveva fatto una sorpresa che nessuno le aveva mai fatto prima, aveva risposto alla sua provocazione con i fatti e non con le parole e l’aveva fatto in un modo talmente dolce da scioglierle il cuore e persino i suoi dubbi.
Se era andato lì, sfidando il freddo senza nemmeno sapere quando sarebbe tornata, solo per inginocchiarsi e farle una proposta idiota, significava che davvero voleva stare con lei, che davvero voleva che fosse la sua ragazza.
Oppure che era un completo imbecille.
Ma, in quel momento, Bibi non voleva altro che quell’imbecille, ancora inginocchiato davanti a lei, fosse suo.
-Sì- disse sorridendo –Il mio babbeo-
Fece appena in tempo a terminare la frase che Sabo si alzò e l’abbraccio e, nello slancio di quel gesto, la sollevò da terra mentre appoggiò le labbra sulle sue.
Subito Bibi percepì una scossa elettrica lungo tutto il corpo e si sentì mozzare il fiato quando la lingua di lui si insinuò nella sua bocca dove subito fu accolta dalla sua con altrettanta passione e desiderio.
Si aggrappò alle sue spalle mentre ancora lui la stringeva per la vita e la teneva sollevata godendosi quelle sensazioni di piacere tipiche dei primi momenti, dei primi contatti, i primi baci, le prime scoperte.
Nonostante il freddo pungente di novembre si sentì pervadere da un caldo tepore al pensiero del periodo felice e spensierato che li attendeva.

 
 





Angolo di Calypso:
Non fate domande perché non lo so ahahah
Non so cosa sia questa cosa, da dove sia uscita (probabilmente dalla noia durante una lezione), cosa c’entri Bartolomeo ahahah
So solo che la volevo scrivere e, anche se non mi convince al 100% (soprattutto l’inizio), la volevo pubblicare.
E questo sapete perché?! Perché questa storia è una sorta di prologo di una long/raccolta dedicata alla SaboBibi a tema natalizio! Attualmente è in fase di stesura e spero di riuscire presto a terminarla e pubblicarla.
Sempre sia lodato Oda-sensei che mi ha donato Sabo sul quale fantasticare romanticamente e con sfumature fluffose <3
Spero questa OS non vi abbia fatto del tutto schifo.
Alla prossima!
   
 
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