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Autore: girlmoon    02/12/2016    1 recensioni
ATTENZIONE AGLI SPOILER!! (ce ne sono parecchi)
E' una semplice ff su Teen Wolf. I personaggi sono gli stessi, se non fosse per la presenza di una nuova ragazza a Beacon Hills.
Non vi svelo la trama, se vi incuriosisce... leggete!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il branco, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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ISTINTO
Anche oggi ho la lezioni di scienze e quindi vado direttamente nel laboratorio.
Sicuramente quella stronza della professoressa ci farà osservare qualcosa al microscopio e poi ci darà da fare la relazione. Che troia.
Come metto piede in classe vedo che tutti i ragazzi stanno in piedi vicino ai rispettivi banchi, in attesa dell’arrivo della docente. Do uno sguardo veloce, per cercare qualcuno dei miei amici, ma la prima cosa che noto è Stiles che parla con la troietta bionda: Britney.
Non so dire cosa sento ora come ora. Odio per lei o per lui? Forse per entrambi, e soprattutto pena. Ha già trovato modo e tempo per sostituirmi? Bravo Stilinski. Bel pezzo di merda che sei.
Non mi accorgo che sono ancora in mezzo alla classe a fissare come un idiota con gli occhi pieni di odio quei due, finché qualcuno non mi afferra il gomito quasi con prepotenza e mi smuove delicatamente.
-“Dovresti smetterla. Non fai una bella figura.”- mi dice a bassa voce Brett.
Riconosco la sua voce e mi volto con uno scatto veloce, anche mezza spaventata.
Rimango in silenzio, lo guardo negli occhi e scuoto la testa.
Non penso di resistere un’ora intera.
Lui serra la bocca e mi trascina fino all’ultimo banco, lontano dai due.
Dopo poco la professoressa entra in classe e la lezione non tarda ad iniziare.
Passo tutta l’ora ad osservarli, sentendo ogni tanto degli sbuffi e degli sguardi gelidi che mi manda Brett.
A fine ora lei si alza e gli lascia un bacio a stampo sulla guancia, lui la trattiene per un attimo con la sua mano e la avvicina a sé, scoprendole il collo dai lunghi capelli biondi.
Sbatto i pugni sul banco attirando l’attenzione del beta, che nel frattempo stava raccogliendo le sue cose.
-“Jess!”- mi richiama serio.
-“Fanculo. Lo odio, ma soprattutto odio lei. Quella troia io le voglio squartare la gola.”- inizio a dire nervosa mentre butto tutto nello zaino frettolosamente.
-“Jess smettila, ti avevo detto di non guardarli!”- mi ammonisce.
-“Mi sono rotta il cazzo delle tue raccomandazioni, faccio che voglio, va bene? E poi che ne sai tu di come sto io adesso. E’ più difficile non guardarlo, che restargli con gli occhi puntati addosso Brett, lo capisci?”- sbotto innervosita.
-“Fai che vuoi ma poi non venire a piangere da me allora.”- mi risponde freddamente, mettendosi lo zaino su una spalla e dandomi una spallata mentre se ne va.
-“Ah! Fanculo!”- urlo arrabbiata scaraventando dall’altra parte della classe la mia sedia.
Tutti fanno silenzio e mi fissano. E se dico tutti, intendo veramente tutti.
-“Che cosa volete?”- chiedo stizzita.
In quel preciso istante Brett piomba in classe, probabilmente avendo sentito il casino che ho combinato.
Guarda con occhi sgranati la sedia e poi mi lancia uno sguardo gelido.
-“Brett, aspetta.”- dico afferrando lo zaino e correndo verso di lui.
-“Ehi. Jess.”- Stiles mi prende per il braccio, fermandomi.
-“Non mi toccare.”- gli intimo strattonando.
-“Jess..”-
-“Stiles lasciami!”- grido, con la voce impaurita e triste.
-“Voglio solo sapere come stai.”- mi dice con innocenza.
-“Hai anche il coraggio di chiedermelo?”- dico arrabbiata per poi tirargli uno schiaffo in pieno viso.
-“Ma che fai?”-
-“Fottiti Stiles.”- riprendo a piangere e me ne esco dall’aula, alla ricerca di Brett.
Mentre guardo vicino il suo armadietto e non lo vedo sento la voce di Stiles avvicinarsi, così come i suoi passi veloci.
Lancio via lo zaino e inizio a correre.
Non voglio parlargli, non ora. Né mai.
-“Brett!”- urlo mentre corro, sperando che mi possa sentire.
-“Jess fermati!”- urla Stiles alle mie spalle.
Mi sembra di trovarmi in un film horror, dove hai il demone alle spalle e devi impedire che ti prenda.
-“Cazzo, Brett, aiuto!”- dico con affanno mentre scendo le scale dirigendomi verso l’uscita.
Apro la porta e mi scaravento sulle scale, inciampando nell’ultimo gradino.
Cado per terra, sbucciandomi le ginocchia.
Non ci voleva.
Se fino a due secondi le lacrime mi scendevano per Stiles, ora è per il dolore. Bruciano un sacco, considerando che nell’ingresso ci sono tanti trucioli e pietroline.
-“Cazzo che male!”- dico a me stessa, asciugandomi le lacrime e iniziando a soffiare.
-“Jess, che hai fatto?”- mi chiede Stiles, arrivando in cima alle scale.
-“No Stiles, non ti avvicinare, non voglio parlare con te.”- mi affretto a dire, mentre con le mani mi trascino lontana.
-“Stai ferma, ti aiuto, voglio solo parlarti Jess.”- mi dice scendendo gli scalini.
-“Allontanati!”- urlo con voce stridula, afferrando una manciata di pietruzze e tirandogliele sopra.
Lui si copre con le mani e poi avanza, inginocchiandosi accanto a me.
-“Oh, cos’è non senti?”- sento dire da una voce fin troppo familiare, terribilmente seria e piena di odio.
Stiles in due secondi sparisce dalla mia visuale e lo trovo nelle mani di Brett, che lo tiene stretto per il colletto della maglia.
-“Cosa vuoi tu adesso?”- gli chiede Stilinski.
-“Che sparisci, ecco cosa voglio. Ha detto che non ti vuole parlare, non devi insistere con lei, altrimenti ti apro la gola in due.”- gli risponde minaccioso, lasciando la presa.
-“Brett mollami.”-
-“Tu sparisci allora e lasciala stare.”-
-“Ma fatti i cazzi tuoi.”-
-“Stiles smettila. Non ho intenzione di parlarti, sarò io a decidere quando e come. Ti prego, vattene.  Brett mettilo giù.”- dico a bassa voce, mentre sono ancora seduta per terra con le ginocchia sanguinanti.
Entrambi fanno quello che ho detto e Stiles guarda per un’ultima volta me e il beta per poi rientrarsene.
-“Grazie.”- dico a bassa voce, asciugandomi i lacrimoni.
Lui mi tira su, osservando le mie ginocchia insanguinate, ma gira le spalle e fa per andarsene.
-“E scusa per prima.”- continuo e si ferma di colpo, sul secondo gradino, rimanendo di spalle, immobile. –“Non volevo”- avanzo lentamente, dato il bruciore che mi provocano le ferite.
Si volta di scatto, e con un abile gesto mi tira su.
Mi tiene in braccio come si fa con i bambini. Mi fa agganciare le gambe alla sua schiena e mi sorregge da sotto il sedere.
Mi irrigidisco, trovandomi a pochi centimetri di distanza dalla sua faccia.
Ripercorre la strada che ho fatto in precedenza, e recupera anche il mio zaino.
Adesso mi sorregge con un braccio solo e sono costretta a stringere le braccia intorno al suo collo per non  sbilanciarmi, mentre nell’altra mano, tiene il mio zaino. Scende al piano di sotto e dato che a quest’ora nessuno sta usando la palestra, mi porta nello spogliatoio maschile.
-“Perché mi stai portando qui?”- gli chiedo stranita.
-“Sbaglio o hai le ginocchia che sanguinano?”- mi mette giù e apre uno stipetto per cercare probabilmente il disinfettante.
Divento rossa e ringrazio dio che non mi stia vedendo. Fondamentalmente Brett è un ragazzo magnifico: gentile, macabro quanto basta, bello, mistico e poi.. mi protegge sempre.
Mi lascio scappare un sorrisino da scema mentre penso al ragazzo, che mi riporta subito alla normalità, facendomi anche spaventare.
Brett mi prende velocemente da sotto la vita dandomi una leggera spinta per farmi sedere su una vecchia cattedra che i ragazzi usano per metterci dentro i telefoni durante le ore di ginnastica.
-“Non agitarti, non ti sto sequestrando.”- dice, mentre a pochi centimetri di distanza da me, taglia delle garze.
-“Non sono agitata.”- gli rispondo con voce leggermente tremante.
Non so perché, ma ora che siamo soli, ora che più di ogni momento al mondo mi manca Stiles, sento qualcosa che mi spinge verso Brett e il chè lo rende ulteriormente irresistibile.
Alzo lo sguardo e sorride beffardo. Poi mi si avvicina.
-“Taglia qui.”- mi passa le forbici e mi fa tagliare un pezzo di scotch per medicazioni.
Si abbassa leggermente e mi disinfetta il ginocchio destro, per poi appiccicarci sopra la garza.
-“Fortunata che avevi già i pantaloni strappati, te li saresti dovuta togliere.”- dice scherzoso mentre ride.
Mi irrigidisco ulteriormente e questa volta non lo posso negare.
-“Jess stavo scherzando, avrei chiamato l’infermiera. Non capisco perché reagisci così.”- continua notando la mia faccia e i miei occhi leggermente sgranati.
Si avvicina, insinuandosi tra lo spazio che c’è tra le mie gambe, leggermente aperte e taglio anche questa volta lo scotch e velocemente fa lo stesso procedimento eseguito prima.
Prima che si sollevi, rompo il silenzio creatosi.
-“Non ci sarebbero stati  comunque problemi, anche se avessi dovuto rimanere mezza nuda difronte a te.”- gli dico seria, deglutendo subito dopo.
Lui si blocca e solleva lo sguardo, serio. Noto nei suoi occhi una scintilla, mai visti occhi così.
Già sono bellissimi quando sono del loro colore naturale, figuriamoci quando diventano dorati.
-“Non dovresti dirmele certe cose.”- dice imbarazzato, sollevandosi, facendo finta di trovare interessanti le garze e tutte quelle cose, allontanandosi leggermente da me, mentre si acciglia e deglutisce lentamente.
-“Cosa c’è Talbot, sei nervoso?”- gli chiedo, con un ghigno in faccia.
-“Jess, non mi provocare.”- risponde serio mentre ripone tutte le cose dentro l’armadietto.
-“Non ti sto provocando Brett, ti sto dicendo la verità.”- gli rispondo un po’ acida, scendendo dalla cattedra.
-“Ovvero?”- grida arrabbiato dando pugno sull’armadietto, ammaccandolo leggermente.
Faccio un passo indietro, sbattendo sull’altra fila di armadietti, mi spaventa, ma non voglio farglielo vedere.
-“Che non ho paura di te. Nemmeno ora.”- dico, cercando di mantenere la voce meno tremante possibile.
-“Non è vero Jess, lo sento, sbatti i denti  ogni secondo che passa. Tu stai morendo dalla paura.”- dice a denti stretti, rimanendo immobile nell’angolo con gli occhi dorati che splendono.
-“Starò anche tremando, ma non mi fai paura Brett. Io mi fido di te. So che non potresti mai farmi del male, né cadere nella tentazione di usarmi anche se mi trovassi senza pantaloni. Ecco l’esempio di prima, non ti stavo provocando. Capisci?”- gli dico facendo qualche passo avanti.
-“Jess aspetta non ti avvicinare. Che stai facendo?”- mi chiede mettendo le mani in avanti.
-“Niente Brett, niente.”-
-“Non è vero, non prendermi per coglione, posso leggerti la mente. Perché lo fai?”- mi chiede nervoso, gridando.
-“Non sto facendo niente Brett!”- mi lamento confusa.
-“Smettila. E non ti avvicinare. Non sono un’idiota Jess, non puoi usarmi solo perché ti manca quel coglione di Stiles.”-
-“Non ti sto usando, lo vuoi capire?”-
-“Si invece. Puzzi di desiderio. Stai morendo dalla voglia di saltarmi sopra. E questo sai perché? Perché quello stronzo lì ti sta facendo a pezzi e ti serve qualcosa o meglio qualcuno che ti riempia il vuoto che ti ritrovi dentro.”- è come se mi stesse rimproverando. Nella sua voce sento amarezza e rabbia e il che mi rattristisce ancora di più.
Rimango immobile, in silenzio e sento le lacrime che scendono.
Ancora.
-“Non è per lui. Tu mi piaci veramente, ma a quanto pare mi sbaglio su di te.”- dico con la voce tremante.
-“Non posso accontentarti, non ti lascerò avvicinarti a me, potrei impazzire Jess.”-
-“Impazzire? Sei solo un maschilista senza sentimenti porca puttana. Cosa c’è di così complicato da capire? Mi piaci va bene? Perché dovresti respingermi?”- gli chiedo arrabbiata alzando la voce.
-“Perché con te perdo il controllo di me stesso e del mio potere, potrei farti male, non riuscirei a controllarmi e io non voglio ucciderti solo perché, a quanto pare, c’è qualcosa tra di noi che ci unisce.”- mi grida contro portandosi le mani ai capelli.
Le scende fino a coprirsi il viso e tira un urlo di rabbia.
-“Ehi, ehi..”- gli vado incontro e gli afferro i polsi, per evitare che si faccia male.
Lui apre le mani e i suoi occhi sono tornati ad essere verdi e stupendi.
Respira velocemente, e il cuore gli rimbomba, è rosso in viso tanta la rabbia e mi guarda attentamente, come a chiedermi di stargli lontana in qualche modo.
-“Se vuoi staccarti da me lo devi fare con la forza, perché io non ti lascio andare, hai capito? Mai!”-gli dico con rabbia, cercando però di calmarlo.
Lui trattiene il respiro e io mi allontano di diversi passi, mollando la presa dai suoi polsi e portandomi le mani alla bocca.
Ci fissiamo per alcuni istanti negli occhi, tutti e due stupiti da quelle che sono state le mie parole.
Un silenzio tombale ci circonda e penso che nessuno ha intenzione di “disturbarlo”.
-“Ma che mi prende? Sono una cagasotto per caso? Brett in fondo mi piace veramente, non è di certo per Stiles se gli ho detto quelle cose. Anzi le ho sentite dal profondo del mio cuore, non ho stentato nel dirgliele perché in fondo è vero; io non lo lascerò così facilmente.”- penso tra me e me.
Abbasso le braccia, portandole lungo il mio corpo.
Lui nel frattempo, si è appoggiato con la schiena all’armadietto e tiene le mani strette dietro la schiena, sorreggendosi su uno scaffale in metallo.
Mi tiro i capelli dietro e a passo svelto gli vado incontro.
Nello stesso istante lui si stacca dall’armadio e con due passi veloci mi raggiunge.
Non faccio in tempo a dire nulla che mi afferra per il viso e mi bacia.
Il contatto con le sue labbra è qualcosa di paradisiaco.
E’ così delicato e violento allo stesso tempo.
Le gambe mi cedono e tanto più continua a starmi vicino, più muoio dalla voglia di averlo tutto per me e basta.
-“Ma cosa dici Jessica?”-penso tra me e me, ma scaccio via i pensieri, portando le mani sui suoi fianchi e stringendo la presa.
Lui fa più forza, stingendo maggiormente la mia faccia e approfondisce il bacio.
Stringo gli occhi, mi sento impazzire. Sembra tutto così finto perché troppo bello.
Porto la mano destra sulla sua pancia, perfettamente scolpita dagli addominali. Non è un pompato, ma ha un fisico da paura.
Si irrigidisce non appena ficco la mia mano fredda sotto la sua maglietta.
Mentre lui mi bacia e mi cinge la schiena, io gioco con le dita sulla sua pelle calda e accapponata.
Salgo leggermente e arrivo poco sotto il petto.
Il suo viso si contorce sotto una smorfia simile a quella di dolore e cerca di sfuggire al mio tocco, torcendo improvvisamente la schiena, piegandosi leggermente indietro. Faccio forza e lo spingo verso il muro, costringendolo a stare dritto e funziona.
Ci stacchiamo dal contatto con le labbra, solo per darmi la possibilità di sfilargli via la maglietta nera, che lancio via per poi fiondarmi nuovamente sulle sue labbra arrossate.
Lui porta le sue mani calde, al contrario delle mie, sui miei fianchi e avvicina ancora di più i nostri corpi, facendomi quasi esaltare.
Sorrido, mentre lui continua a baciarmi. Lentamente, mi solleva la maglietta per poi togliermela via di fretta e gettarla altrove.
Dato che la palestra si trova nel seminterrato, fa più freddo e un brivido mi percorre tutta la schiena.
Brett accarezza lentamente la mia pelle, riscaldandomi, mentre io nascondo il mio volto nell’incavatura del suo collo, iniziando a lasciare piccoli baci anche su quella parte del suo corpo.
Il suo corpo inizia a ricoprirsi di brividi ogni volta che poggio le mie labbra su di esso. Interrompe il bacio, portando indietro la testa, abbandonandosi completamente a me.
Lo spingo per le spalle e lo faccio sedere sulla sedia che c’è lì vicino al muro.
Chiude gli occhi e sospira mentre io me ne sto seduta sulle sue gambe. Poggia la testa al muro, rimanendo immobile e pervaso dalla bellezza di questo momento.
Passo a lasciare dei baci anche sulla sua clavicola destra e sento che si irrigidisce. Rido leggermente al pensiero di quale sia l’effetto che gli faccio.
Risalgo su e mi ostino sul suo collo liscio e rilassato.
Mentre lo circondo si piccoli baci e carezze mi balena un’idea in mente.
-“Ehi, non esagerare.”- dice a bassa voce, avendomi letto probabilmente nella mente.
Rido per poi fissarmi su un angolo della sua pelle delicata.
Dopo trenta secondi, già il livido rosso è ben visibile e decido quindi di staccarmi e accasciarmi sul suo petto.
Non so perché, né come. Ma in questo momento stare con lui è come sentirsi a casa, ci sto alla perfezione su di lui. Sembro esser stata creata su misura per le sue braccia.
Lui è ancora seduto e leggermente stremato, io seduta a cavalcioni su di lui, accovacciata e quasi dormo sul suo petto.
Tutto è troppo perfetto. Lui è tutto. Brett è troppo. E’ perfetto.
Diciamo che ora come ora, in questa situazione: Lui è tutto troppo perfetto.
   
 
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