9)La signora Preciado
Tamao p.o.v.
Due mesi dopo, a maggio, arriva la vigilia dell’ultima
data del tour.
Sul pullman c’è un aria di festa da fine scuola,
da dopo domani
i ragazzi potranno tornare dalle loro famiglie e dalle loro ragazze.
Solo io
sono rosa dall’ansia, domani sera Jaime dirà a
tutti di noi e ho paura, una
paura che mi attanaglia le viscere e mi toglie l’appetito.
E se non piacessi alle fan?
E se mi accusassero di essere solo un’arrampicatrice
sociale, una donnaccia?
I ragazzi stanno vedendo “Divergent” tutti insieme,
io
invece sono stesa nel bunk di Jaime con i crampi alla pancia,
nonostante a cena
abbia mangiato a malapena una ciotola di riso scondito.
È l’ansia che mi fa stare così male,
era così anche a
scuola e io trattengo a stento le lacrime, non voglio che qualcuno mi
senta
piangere e si preoccupi. Ho già faticato a mandare via Jaime
e ad assicurargli
che va tutto bene. In questi due mesi ci siamo avvicinati parecchio,
abbiamo
parlato delle nostre vite e delle nostre famiglie e in un paio di
occasioni ci
stavamo anche per baciare, ma non è successo.
All’ultimo interviene sempre qualcosa che ce lo
impedisce: paura, incertezza e cose del genere.
Mi domando se pensi ancora a Jess, la sua foto dal
portafoglio non l’ha tolta, ma forse è solo pigro
e basta.
Un crampo più forte mi fa genere e la tenda del bunk si
apre facendo fare capolino alla faccia di mio marito.
“Tamao, ma sei sicura di stare bene?”
“È solo un po’ di mal di
pancia.”
“A me sembra un mal di pancia abbastanza forte.”
“Jaime, non ti devi preoccupare. Davvero.”
Lui si siede sul bunk accanto a me.
“Mi dici che hai?”
“È l’ansia. Domani annunceremo a tutti e
ho paura e
quindi mi viene mal di pancia, mi succedeva anche a scuola.”
“Ma perché hai paura?”
“E se non piacessi alle fan?
E se qualcuno mi accusasse di essere solo una zoccola,
un’arrampicatrice sociale?
E poi c’è la tua famiglia, cosa diremo
loro?”
“Che ci siamo sposati perché ci amiamo e poi non
staremo molto da loro.
Te ne volevo parlare dopo, ma ormai l’argomento è
uscito
da solo. Yukari mi ha dato le chiavi del suo appartamento londinese e
mi ha
detto che se vogliamo possiamo fare lì parte della luna di
miele, l’altra parte
la faremmo a Brighton, i suoi hanno una casa vacanze lì e mi
ha dato le chiavi
anche di quella.
Dice che ti piacerà.”
Io alzo un sopracciglio.
“Lo fai perché devi o perché lo
vuoi?”
“Voglio che tu sia felice.”
“Ma perché? Non mi ami nemmeno.”
“Questo non lo puoi sapere.”
Io gemo ancora.
“Cosa vuoi dire?”
“Che forse rimanendo da soli come marito e moglie
capirò cosa provo per te e
finalmente daremo senso a tutto questo.”
“Per te sono solo un problema.”
“No, Tamao, no!”
Lui inizia a spogliarsi e io striscio fuori dal lettino.
“Dove vai?”
“Ti lascio il tuo letto.”
“Per favore, non andartene. Vorrei che tu
rimanessi.”
Lo guardo un po’ fredda.
“Ti piace avere un corpo femminile nel letto, vero?”
“Non è questo, mi piace avere il tuo corpo nel mio
letto.”
Io arrossisco e lascio che lui mi attiri a sé, la mia
schiena aderisce
perfettamente al suo petto, le sue mani mi accarezzano la pancia con
movimenti
circolari. La mia mente può essere ancora indecisa se
volerlo o meno nella mia
vita, ma il mio corpo è sicuro: lo vuole.
I muscoli contratti che mi davano tanto dolore si
sciolgono lentamente sotto il su tocco e inizio a sentirmi meglio.
“Io giuro che non ti capisco.”
Mormoro frustrata.
“Non capirmi, accettami e basta.
Sarò meglio di quello che credi.”
“Non voglio un matrimonio d’interesse.”
“Nemmeno io.”
Rimango un attimo in silenzio.
“Le tue parole non hanno senso.”
“Tamao, sto cercando con tutto me stesso di capire se provo
solo attrazione per
te o qualcosa di più e non è facile, il cuore
dell’uomo è fatto di un terreno
più duro da scavare.
Ci sono giorni in cui vorrei sbatterti al muro e
scoparti, fregandomene della presenza dei ragazzi e altri in cui penso
che un
fiore così delicato come te andrebbe amato e ricoperto di
attenzioni e la cosa
mi fa piacere. Vorrei essere io quello che ti ricopre di attenzioni.
Vedi che è un casino? E avere loro attorno non mi aiuta,
ma so che ti devo una risposta e te a darò.”
“Vorrei che tu mi amassi, solo questo.
È l’unico desiderio che chiedo agli dei, solo
questo.”
Lui rimane in silenzio e io finisco per addormentarmi
sfinita dall’ansia che ho accumulato durante la giornata, non
vedo l’ora che
tutto questo finisca.
Il giorno dopo scivolo via
dall’abbraccio di mio marito e
mi dirigo in cucina.
Preparo la colazione a tutti come al solito, il mio mal
di pancia sembra essersi dileguato per ora e trovo una specie di
conforto nei
gesti di routine.
Il primo ad arrivare in cucina è Mike e come al solito
è
in mutande, ma ormai non gli dico più nulla, ci pensa Jaime
a rimproverarlo.
“Mike, vestiti! Non voglio che mia moglie ti veda mezzo
nudo.”
“Tua moglie mi ha visto mezzo nudo prima di te.”
Lui stringe gli occhi.
“Va bene, mi vesto.
Quante storie per una mutanda, manco fossi arrivato
nudo!!”
“Mike, se lo avessi fatto avremmo avuto un problema.
Tamao è mia moglie non voglio che vi veda mezzi nudi. Avete
capito?”
Si rivolge anche agli altri due che alzano le mani.
“Jaime, non avrei mai creduto che tu potessi essere
geloso.”
Lui non dice nulla e parte all’attacco dei suoi pancakes, io
sono sempre più
confusa e credo che Vic lo abbia capito.
Dopo colazione si ferma un attimo da me.
“Ma tu e Jaime avete davvero una relazione?”
“Non lo so, una specie. Lui dice che vuole capire cosa
prova per me e che sta trattenendo la sua attrazione.”
“Credo che tu gli piaccia parecchio, ma avrà una
guerra nel cervello perché con
Jess ci è stato tanto.”
“Meraviglioso. Speriamo che la guerra non faccia morti e
feriti.”
Borbotto io, poi scendo dal pullman e aiuto Yukari a
sistemare la roba sulla bancarella del merchandising della band,
c’è già gente
e sono bersaglio di parecchie occhiate, alcune curiose altre
chiaramente
ostili.
Si chiedono chi sia e che relazione abbia con i ragazzi.
So che lo stanno facendo e ciò mi mette a disagio,
così
cerco di concentrarmi sulla merce e non pensare troppo,
l’inferno vero e
proprio si scatenerà stasera.
La mattina passa velocemente, durante il pranzo andiamo
dove i ragazzi hanno fatto il soundcheck e mangiamo con loro,
ovviamente
messicano.
Finito il pranzo mi alzo e faccio per raggiungere la mia
amica, ma Jaime mi ferma.
“Mi piacerebbe che tu assistessi alle prove.”
“Oh, va bene.”
Loro tornano ai loro strumenti e io cerco un angolo comodo per poterli
ascoltare in pace, pensando che non l’ho mai fatto.
Suonano con energia una decina di canzoni, l’ultima si
chiama “Hold on till may” e quando Vic canta
“Darling, you’ll be okay”mi guarda
come, come a dire che in qualche modo uscirò bene da questa
storia e di non
preoccuparmi eccessivamente.
Vorrei che fosse così facile, quando il cuore è
in gioco
non si riesce a stare calmi: si va in paranoia, ci si fa film mentali,
si ha
paura, si pensa che tutto è difficile e tante altre
amenità.
Quando finiscono Jaime mi abbraccia.
“Allora come ti siamo sembrati?”
“Non so, credo che gli amici di Yukari siano più
bravi.”
La sua mascella rischia di staccarsi.
“Scherzavo, Jaime. Siete bravissimi e mi siete piaciuti
un sacco, stasera sarà un macello, ma almeno darete un buono
spettacolo ai
ragazzi che sono venuti a vedervi.
Lui mi sorride e io sorrido a mia volta.
“Preciado, lasciaci un attimo tua moglie!
Anche noi vogliamo i complimenti di Tamao!”
Jaime sbuffa.
“Mike, sei delicato come un treno deragliato.”
Lui mi lascia andare e io mi dirigo verso gli altri, Vic mi abbraccia,
Tony mi
sorride e Mike ha le mani sui fianchi come una madre pronta alla
predica.
“Allora, quanto sono sexy da uno a dieci mentre suono la
batteria?”
Jaime gli tira una delle ciabatte che indossa, ma l’altro la
schiva.
“Pensavo dovessi giudicare la tua bravura alla
batteria.”
“Quella è scontata.”
“Non ne sarei tanto sicura, Matt Nicholls mi sembra
più bravo di te.”
Lui mi guarda sconvolto.
“Scherzi?”
“Mh, non lo so.”
Lui mi guarda con occhi imploranti adesso, nemmeno gli avessi dato un
calcio
nelle parti basse.
“Scherzo, baka! Certo che sei bravo per quel che ne
capisco io.”
Lui sospira di sollievo.
“Non farmi più uno scherzo del genere, mi
è venuto un
colpo.
Se fosse stato vero avrei dovuto sfidare Matt a duello,
ne andava del mio onore di batterista.”
“E come?
Duello tra bacchette?”
Divento rossa un secondo dopo quello che ho detto capendo
l’implicito doppio
senso.
“No, una gara di bravura.”
“E poi sono io la testa calda, eh?”
Lo canzona Jaime.
“Andiamo a mangiare?
Sto morendo di fame.”
Tony interrompe la conversazione, annuiamo tutti.
“Chiamo anche Yukari?”
“Sì, dai. Avrà bisogno di una pausa
anche lei dopo aver badato tutta la mattina
alla nostra bancarella.”
Le mando un messaggio e un quarto d’ora dopo ci raggiunge
sudata e con i
capelli scarmigliati.
“Mi hanno preso per il vostro addetto stampa!
Vogliono tutti sapere chi è la misteriosa ragazza
giapponese che viaggia con noi!”
“Stasera avranno la risposta.”
È la risposta serafica di Jaime.
“Sì, ma è stressante dover rispondere
un miliardo di
volte alla stessa domanda!”
“Pazienta. Non ti farà male imparare a essere un
pochino paziente.”
“Vi rendete conto che se non avessi avuto pazienza vi avrei
fatti fuori tutti
al primo tour?
Mike con le sue sbornie e le sue puttane.
Tony con i suoi mutismi e l’ossessione per Star Wars.
Jaime con il suo bizzarro umorismo, la sua tendenza a
fare scherzi e i suoi piedi.
Vic con le sue sbornie tristi e le crisi esistenziali
ogni due per tre!”
“E tu con la tua tendenza al comando, piccola
Rommel!”
“Preferirei essere chiamata Yamashita, la “tigre
della
Malesia” che strappò Singapore agi
inglesi.”
Risponde compunta lei.
“Va bene, Tigre della Malesia. Adesso andiamo a mangiare
o Turtle ti mangerà, ha fame.”
Ci dirigiamo verso un chiosco dove vendono hamburger e ordiniamo tutti
un ricco
menù, c’è qualche fans e guardano tutti
me.
“Jaime, mi guardano tutti.”
“Lo so, stasera sapranno tutto.”
“Così potranno linciarmi e i miei non mi hanno
lasciato la katana di famiglia,
ce l’ha quel cretino di Shinji che non sa nemmeno
usarla.”
“Tu sai usare una katana?”
“Alle medie ero un asso nel kendo, visto che il kendo deriva
dalle tecniche di
combattimento con la katana una volta abituata al peso della spada
potrei
saperla maneggiare.”
“Cosa è il kendo?”
“Combattimenti con le spade di bambù o legno.
Anche io lo
so praticare e ho una katana di famiglia, ma è a Londra nel
mio appartamento.”
“Per fortuna o stanotte ci avresti fatto a pezzi senza
pensarci due volte.”
“Mike, sei il solito melodrammatico.”
Sospira lei.
“Sono solo sinceramente preoccupato, pensavo di avere due
amiche calme e tranquille, dopotutto, e scopro che tutte e due sono
delle
samurai mancate.”
Ridono tutti.
“Sono certo che né Tamao né Yukari ci
assassineranno nel
sonno, adesso proviamo ancora un po’ e poi rilassiamoci in
vista del concerto,
sarà impegnativo.”
“Per colpa mia?”
Chiedo io.
“No, l’ultimo concerto è sempre
impegnativo, cerchiamo di dare sempre il meglio
di noi per lasciare il miglior ricordo possibile al nostro
pubblico.”
“Vic, sei proprio un bravo ragazzo.”
Gli sorrido.
Ci alziamo e poi i ragazzi vanno verso il palco, mentre
io e Yukari andiamo alla bancarella e le do una mano a vendere
magliette e
altre cose cercando di ignorare gli sguardi curiosi al limite
dell’insolenza.
Io non ho fatto nulla di male, mi ripeto come un mantra.
Non ho sposato Jaime per i suoi soldi o la sua fama.
L’ho sposato perché dovevo rimanere negli USA e
poi perché
lo amo e questa non è una ragione secondaria. Voglio che sia
felice con me,
voglio che si innamori di me e che esca dal casino in cui
l’ho
involontariamente ficcato. Sono piombata nella sua vita senza chiedere
permesso, come uno tsunami ho sconvolto le sue certezze e i suoi
rapporti e non
lo biasimerei se tra un po’ mi dovesse odiare.
Non lo biasimerei, ma non voglio che accada.
“Tamao, stai calma.
Andrà tutto bene, te lo assicuro.
Jaime si renderà conto di che perla sei e non si
pentirà
di averti sposata, non sei una rompicazzo con manie di controllo come
me.”
Il suo tono è un po’ triste.
“Pensi che non troverai nessun ragazzo per questo?”
“Già.”
“Secondo me ti sbagli, qualcuno leggerà oltre a
corazza e vedrà che ragazza
dolce sei in realtà.”
“Lo spero.”
Abbasso la voce.
“E la cotta per il signor V. come va?”
“È sempre lì e non so come farla andare
via, io prima o
poi cederò e manderò a puttane tutto.”
“Non dire così.”
“Lo so che suono pessimista, ma mi conosco.
So che questa lingua non so tenerla a freno e dico sempre
le cose sbagliate al momento o alla persona sbagliata. Quando Danielle
è venuta
al matrimonio sono stata male, avrei voluto che lui mi guardasse come
guarda
lei e non accadrà mai.”
Io rimango un attimo in silenzio mentre sistemo una pila di magliette,
con
un’idea che mi frulla in testa e che ho paura di esprimere
per non offendere la
mia amica.
“E Lee?”
“Lee, cosa?”
“Ci hai mai pensato a lui come tuo ragazzo?”
“No, lo conosco da così tanto tempo che sarebbe
strano finirci insieme.”
“Beh, io ti consiglierei di iniziare a farlo.”
Rispondo sibillina.
Yukari non lo ha notato, ma io ho visto come Lee la
guarda. La guarda allo stesso modo in cui Vic guarda Danielle, solo con
tanta
tristezza dentro perché lei non è la sua ragazza
e forse non lo sarà mai.
“Ok?”
Continuiamo a vendere roba per tutto il pomeriggio, fino a quando
è ora di cena
e noi rientriamo nel tourbus, i ragazzi hanno tentato di cucinare delle
pizze.
Sono un po’ bruciacchiate, ma io apprezzo la
volontà, non ce l’avrei fatta a
mettermi ai fornelli adesso. Sono abbastanza stanca.
“Come è andata?”
Ci chiede Mike.
“Se ti stai domandando quanto ricco potresti diventare
con il ricavato della vendita del merchandising potresti diventare
discretamente ricco e stasera, per ringraziarci, potresti condividere
con noi
un po’ del tuo prezioso fumo, braccino corto.”
“Il fumo di prima qualità non te lo
regalano!”
Risponde indignato lui, Yukari alza un sopracciglio.
“E va bene, Yamashita.”
“Fumo?”
Chiedo io confusa.
“Erba.”
Il mio sguardo rimane vacuo.
“Marihuana, Tamao.
Mike fuma marijuana e non condivide mai con nessuno, è
come se avesse con sé del prezioso vino e non lo offrisse ai
suoi amici.”
“Ma non fa male?”
“Se non ne fumi troppa, noooo!
Al massimo ti rilassi e ti godi una bella serata.”
Davanti alla mia occhiata scettica si affretta ad aggiungere:
“Ma se non vuoi,
non devi fumarla.”
“Jaime, credo che dovremmo discutere di questa
cosa.”
Dico piano.
“Io non sapevo che tu fumassi marijuana.”
“Solo ogni tanto.”
“E se poi diventasse una droga più
pesante?”
Lui mi appoggia una mano sulla coscia facendomi irrigidire per il
contatto così
intimo.
“Non succederà, fidati di me.
Anzi, perché stasera non ne provi un po’ anche tu?
Così vedi che non è pericolosa.”
Io storco un po’ il naso.
“Ci penserò.”
“Mi dispiace di aver combinato un casino!”
Esclama Yukari.
“Prima o poi sarebbe dovuto uscire.”
“Già.”
I ragazzi si dirigono ai camerini in attesa che tocchi a loro, prima
suona una
band di apertura e Yukari mi fa cenno di andare con loro.
“Ma non ti servirà una mano?”
“Me la caverò benissimo da sola, sono abituata.
Tu devi rimanere con loro per…quello che
succederà dopo.”
Mi saluta con un cenno della mano e se ne va, io raggiungo i ragazzi
sospirando, chissà in che modo Jaime ha deciso di dire la
verità a tutti?
Mi siedo accanto a Jaime a disagio e mi guardo attorno,
Vic fa dei vocalizzi che lo fanno sembrare un tizio in preda a una
possessione
demoniaca, Mike tiene il tempo con le bacchette picchiandole sulle
ginocchia
ossute, Tony si è sdraiato su un divano e dorme con
espressione pacifica.
Guardo Jaime, ha uno sguardo un po’ perso nel vuoto e ogni
tanto guarda il
cellulare.
“Vuoi una birra?”
Gli chiedo per rompere questa cappa di imbarazzo.
“No, ma dovrebbe esserci del the al limone nel frigo.
Quello mi piacerebbe.”
Mi alzo e glielo porto.
“Tamao, non devi avere paura di quello che
succederà dopo
né dell’erba. Sono assennato se voglio.”
“È una droga, Jaime. È normale che io
sia preoccupata,
nella mia famiglia non era certo ammessa o nemmeno tollerata.”
“Capisco. Tu però non ti devi
preoccupare.”
Passiamo le due ore che ci separano dal loro concerto
guardando foto sul cellulare di mio marito, mi mostra tutta la sua
famiglia: sua
madre, suo padre, i nonni, i cugini.
Sembrano affiatati e molto uniti, chissà se mi
accetteranno o penseranno, come Oli, che mi interessano solo i soldi di
Jaime?
Due ore dopo un tecnico apre la porta.
“Pierce The Veil, tocca a voi.”
Vic smette con i vocalizzi e Mike di suonare le sue ginocchia, Jaime
scuote
Tony e insieme escono dalla stanza con me in coda. Il tecnico mi indica
dove
mettermi: è un angolo del palco da cui posso vedere i
ragazzi senza che il
pubblico veda me.
Vic saluta i suoi fan e poi attaccano subito con una
canzone che si chiama “The Divine Zero”, poi
proseguono alternando discorsi a
canzoni.
Sono davvero bravi e non mi stupisce che il pubblico li
ami , li amerei anche io se non mi avessero rubato
l’adolescenza.
L’ultima canzone che suonano è “Hold on
till may” poi
Jaime si avvicina al microfono e il mio cuore aumenta i battiti:
è arrivato il
momento.
“Allora, ragazzi.”
Inizia con la sua voce tranquilla.
“Immagino vi sarete chiesti perché abbiamo
annullato
alcune date e chi sia la misteriosa biondina che ci accompagna
sempre.”
Dal pubblico si leva un mormorio.
“Ecco, stasera ho intenzione di rispondervi. La
misteriosa biondina si chiama Tamao Ishida, un applauso per
Tamao.”
Io esco dal mio angolo ed alzo una mano a disagio.
“E il motivo per cui abbiamo annullato alcune date
è che
abbiamo usato quei giorni per una cosa davvero importante per me e che
voglio
condividere con voi per primi.”
Trattengono tutti il fiato.
“Io e Tamao ci siamo sposati.
Sì, potete chiamarla signora Preciado ora.”
Il pubblico urla soprattutto perché Jaime si avvicina a me e
mi coinvolge in un
bacio mozzafiato.
Sono felice, ma soprattutto mi chiedo: cosa significherà?
Avrò mai una risposta a questa domanda?
Angolo di Layla.
Grazie a Nico_Ackerman per la recensione, spero che questo capitolo ti piaccia,ridendo e scherzando siamo più o meno a metà della storia.