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Autore: Blue Eich    03/12/2016    4 recensioni
Si girò di scatto e le sue iridi grigie come la pioggia ne incrociarono un grande paio nocciola. Quel viso, quella chioma bionda, denti perfetti e abbaglianti nascosti da labbra fini lucide di rossetto.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izzie Stevens, Meredith Grey
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Forse non era un caso che la macchina di gruppo avesse deciso di guastarsi proprio quella mattina. Forse non era un caso che Meredith si trovasse con le mani in tasca e lo sguardo impassibile, davanti ai binari della stazione. Pensava ai pazienti del giorno prima, alla verifica di matematica che Zola a quell'ora di sicuro aveva già iniziato, alla nave di plastica che Bailey aveva voluto a tutti i costi portare all'asilo con sé. Tutto come doveva essere, finché accadde.

«Mer… Sei davvero tu?»

Il suo cuore sobbalzò. Non sentiva quella voce da… Troppi anni, anche troppi per contarli. Si girò di scatto e le sue iridi grigie come la pioggia ne incrociarono un grande paio nocciola. Quel viso, quella chioma bionda, denti perfetti e abbaglianti nascosti da labbra fini lucide di rossetto. Ogni tanto le capitava di sognarla, come se non fosse mai andata via, ma stavolta non era un sogno.

«Sei tornata?»

Dritta al punto, una freccia che si era appena trapiantata nel cuore di Isobel Stevens. E rivide il suo sorriso incantevole, un po' timido, mentre scuoteva il capo e abbassava il volto. «Non lo so. Volevo vedere come vanno le cose… Senza di me.» Lo rialzò per scambiare un'occhiata fugace alla donna in piedi davanti a lei, che sembrava una statua di ghiaccio. I suoi occhi… Sì, avevano perso la loro scintilla vitale. Negli occhi di quella che una volta era una delle sue migliori amiche, ora coglieva freddezza, al punto che un brivido gelido le scosse tutto il corpo e sentì una punta di timore. «Allora… Come vanno?» domandò infine, con una nota di preoccupazione.

La Grey non ponderò la risposta: gettò fuori tutto, brutale. «Derek è morto, lasciandomi i nostri tre bambini da crescere. Cristina si è trasferita in Svizzera e Owen ha sposato mia cognata. Anche Callie se n'è andata, perciò… Siamo rimasti solo io e Alex. Adesso è il miglior chirurgo pediatrico di Seattle, l'avresti mai detto?» Soffocò una risata agrodolce. «Ha una nuova ragazza, una specializzanda. Andreste d'accordo, è una okay.»

E, per alcuni istanti, il mondo per Izzie smise di girare. Tutto ciò che aveva vissuto era andato in frantumi. Niente sarebbe più stato lo stesso: erano andati avanti, senza di lei. Perché era stata una codarda. Meredith avrebbe potuto aggiungere tanto altro: l'incidente aereo per il quale l'ospedale era stato ribattezzato, Maggie, le sorti del poliambulatorio Denny Duquette, la Bailey capo. Ma furono sufficienti quelle poche informazioni affinché ricevesse uno degli abbracci più vigorosi della sua vita, avvertendo le dita affusolate stringersi sulla stoffa del cappotto.

«Mi dispiace così tanto, Mer…» disse Isobel, in un soffio, con l'orrore negli occhi. «Avrei voluto essere qui… Ma non c'ero. Avevo paura che non mi avreste perdonata.»

«Lo so» sussurrò la donna, respirando a pieni polmoni il suo profumo. Quella delicata fragranza all'orchidea che passando lasciava sempre nell'aria, quando erano di fretta nei corridoi. Che riuscì per un attimo a fermare il tempo e portarlo indietro, quando non aveva figli, né sorelle, ed era solo l'erede di Ellis Grey con il Dottor Stranamore. Con la Nazista a torchiarli senza sosta, il Dottor Lucifero, Bambi, la sua persona e lei – la Dottoressa Modella. Tutti insieme a mangiare pizza sul divano, guardando le cassette degli interventi di sua madre, o indaffarati nei giri di visite. La scarica di adrenalina nel reggere il bisturi… Ma fu un attimo e, dopo la prima boccata, prese di nuovo coscienza della realtà. «Lo so» ripeté, sforzandosi di non riaprire tutti i tagli al suo cuore che il tempo aveva sepolto.

A infrangere la confortevole bolla di calore in cui si erano immerse, fu il brusco stridio del treno in arrivo. Izzie si staccò, un po' impacciata, e nel suo sorriso Meredith colse un enorme sollievo.

«Adesso devo proprio andare» disse la bionda, mettendo mano con frenesia alla borsa. «Il mio nuovo numero. Chiamami. Magari potremmo vederci per un caffè, o una tequila, se… Se ti fa piacere» buttò giù con indecisione. Non poteva perdere la chance di rimediare.

«Un caffè andrà bene» decretò la donna, nell'afferrare il biglietto che l'altra le stava porgendo. Le regalò un sorriso che veniva dagli abissi più profondi del cuore, gonfio di sentimenti. E voleva dire tutto: mi sei mancata, ti perdono, ti voglio bene. «Ci vediamo.»

E un altro sorriso dolce come il miele increspò anche le labbra di Izzie, prima che si voltasse. Si sentiva libera da mille pesi che per anni l'avevano oppressa dentro, e voleva ricominciare. Non scappare più.

 



Angolo Autrice
Il mio cuore sta soffrendo. Tanto. E niente, volevo provare a scrivere di un incontro fugace tra Meredith e Izzie, mettendo in luce tutte le cose che sono cambiate con il tempo – mi viene male solo a pensarci.
Spero che qualcuno la abbia apprezzata. Avevo disperatamente bisogno di scriverla sotto le note di Se fosse per sempre, ma presto tornerò con qualche Jolex e Slexie.
Alla prossima.
-H.H.-


 
   
 
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