Anime & Manga > Binan Kōkō Chikyū Bōei-bu Love!
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Autore: BeJames    03/12/2016    1 recensioni
Mancano due mesi al diploma dei ragazzi del terzo anno e il Club di Difesa è deciso più che mai a sfruttarli al meglio, insieme al Consiglio Studentesco e ai gemelli Beppu.
Ma una nuova minaccia bussa alla loro porta: tre nuove nemiche si presentano di fronte ai Battle Lovers, decise a sconfiggerli una volta per tutte. Tra di loro c'è Akane, vecchia amica d'infanzia di Ryuu, che farà di tutto per riprendersi il ragazzo di cui è innamorata ed eliminare la persona responsabile di averglielo sottratto: Io.
Riusciranno i Battle Lovers a superare questa crisi?
[IoRyuu] [EnAtsu]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: En Yufuin, Io Naruko, Nuovo personaggio, Ryuu Zaou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 

 

L'odore dell'ospedale aveva sempre dato terribilmente fastidio ad Atsushi; sapeva di disinfettante, alcool, di qualcosa che faceva soffrire. Dopo l'incidente di sua sorella, tre anni prima, aveva sperato di non doverci rimettere più piede, invece ora era ancora lì, obbligato a vedere qualcuno a cui teneva soffrire.
Avevano ricevuto la telefonata quella sera stessa: a quanto pareva i membri del Concilio Studentesco erano rimasti coinvolti in un'esplosione dovuta ad una perdita di gas. Il preside aveva definito la loro sopravvivenza “un miracolo” se comparata alla portata dell'esplosione, ma Atsushi sapeva che non era così: ciò che aveva ferito Kin-chan e gli altri non era una normale esplosione, ma qualcos'altro che era stato mascherato come tale. Tutti e cinque immaginavano perfettamente chi fosse il colpevole dell'attacco, era solo questione di tempo prima che riuscissero a confermarlo.
«Merda, quanto ci vuole ancora per arrivare?!», sbottò Ryuu all'improvviso, iniziando a schiacciare convulsamente il pulsante del decimo piano dell'ascensore.
Io posò tranquillamente una mano sulla sua, cercando di calmarlo. «Abbi pazienza Ryuu, è uno di quegli ascensori che salgono lentamente».
Ryuu sbuffò vistosamente e Yumoto iniziò a tormentare la giacca dell'uniforme come era solito fare in situazioni di stress. Atsushi abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro nervoso; osservò la mano di En posarsi sulla sua, stringendola in modo impacciato.
«Cerca di stare calmo, Atsushi», gli disse con tono pacato. «Il preside ha detto che non sono in pericolo. Sono sicuro che andrà tutto bene».
Atsushi annuì incerto: «Lo so… Non è da me farmi prendere dal panico, però...».
«Lo so», rispose prontamente En. «Sappiamo tutti chi c'è dietro a questa storia. Se fosse stata una vera esplosione non avrebbero riportato delle ferite così superficiali».
«Quelle ragazze hanno superato ogni limite...».
«Ma perché prendersela coi Senpai del Consiglio Studentesco?», chiese Yumoto. «Insomma, se loro sono qui per combattere noi non dovrebbero prendersela con gli altri».
Io strinse i pugni. «Temo se la prenderanno con chiunque sia in possesso di una tecnologia aliena avanzata, Yumoto».
«Già, altrimenti non avrebbero avuto nessun interesse ad attaccare Akoya e gli altri», disse Ryuu. «Il Concilio aveva qualcosa che loro volevano… E dobbiamo scoprire cosa».
Atsushi sospirò, attraversando le porte dell'ascensore finalmente aperte. «Spero solo che loro possano aiutarci a fare chiarezza».
Si incamminarono lungo il corridoio bianco, diretti alla stanza dove erano ricoverati Kinshiro, Arima e Akoya.

 

Akane alzò la mano in alto, osservando compiaciuta l'anello rosato color perla che aveva al dito: era davvero bellissimo, doveva ammettere che Lord Zundar aveva avuto davvero buon gusto con l'equipaggiamento dei Caerula Adamas. Anche Yuki e Hikari parevano non riuscire a smettere di osservare i loro, argento e oro, luccicanti anche sotto la luce fioca della sala comune del dormitorio.
«Questo anello era decisamente sprecato al dito del presidente. Mi sta così bene! Non trovi anche tu, Yuki-chan?».
«Sì», rispose la corvina, arrossendo appena. «Adoro le cose che luccicano».
Akane sorrise compiaciuta, iniziando ad accarezzare la gatta appoggiata alla sue gambe. «Questi aumenteranno molto il nostro potere, vero Momo?».
«Assolutamente», rispose la gatta. «Il vostro equipaggiamento e i vostri poteri verranno sensibilmente rafforzati dagli elementi dei Caerula Adamas. Anche i mostri che creerete saranno più potenti».
La rossa si stiracchiò, beandosi dello scopo raggiunto. Chissà che faccia avevano fatto Ryuu e i suoi compagni alla notizia del piccolo “incidente” del Consiglio Studentesco… Se conosceva bene il suo dolce Ryuu, probabilmente sarebbe andato su tutte le furie. E, sicuramente, i tre Caerula Adamas non avrebbero aspettato troppo a rivelare le loro vere identità.
«Quello potrebbe essere un problema», disse Momo, come se le avesse letto il pensiero. «Se il Club di Difesa scoprirà la vostra vera identità avrete molta meno libertà di agire».
«E allora?», fece Hikari. «Il preside è sotto il tuo completo controllo e la scuola pullula di studenti ignari ed innocenti. Sai anche tu che hanno le mani legate, Momo-chan».
La gatta annuì. «Hai ragione, Hikari. Ma state sempre attente e, soprattutto, non sottovalutateli».
«Non preoccuparti», la rassicurò Akane. «Porteremo a termine il piano e sarà un successo. L'unico elemento che manca sono le spille dei VEPPer, e riusciremo a prendere anche quelle».
«Sono molto importanti», sottolineò Momo. «Senza di quelle non potremo creare quel mostro, quello che ci porterà alla vittoria».
«Oh! ~ Non vedo l'ora di ridurre in poltiglia i miei adorati Beppu-sama ~», esclamò Hikari, arrossendo vistosamente. «Voglio vederli soffrire, implorarmi di lasciarli liberi… Ah! Il solo pensiero dei loro visi pervasi dal dolore mi fa andare a fuoco!».
«Sei una pervertita, Hikari».
«Oh, no! Non dire così, Yuki-chan ~», le disse lei, abbracciandola in modo vistoso. «Ho visto l'espressione che avevi prima di dare il colpo di grazia a Gero… Ti sei divertita, vero?».
«U… Un po'», ammise, arrossendo.
Akane sorrise: lei non era l'unica a sognare di vedere la persona amata soffrire. Anche Hikari e Yuki erano come lei, anche loro adoravano imprimere dolore agli altri, proprio come quello che avevano provato loro stesse in passato… Non era sola, loro due non l'avrebbero mai abbandonata. Sentì Momo fare le fusa sotto il tocco delicato della sua mano che la accarezzava.
«Ancora un po' di pazienza, Akane...».
Lei annuì; doveva rimanere lucida e calcolatrice ancora per un po'… Ancora un piccolo sforzo, e poi…
«Non vedo l'ora di averti tutto per me, Ryuu-chan ~».

 

Kinshiro si mise faticosamente a sedere sul letto, appoggiando la schiena ai cuscini con una smorfia di dolore.
«Non sforzarti, Kin-chan», gli disse Atsushi, visibilmente preoccupato.
«Non preoccuparti, At-chan. Voglio raccontarvi subito com'è andata».
In tutta la stanza regnava il silenzio assoluto. Akoya e Arima non avevano ancora ripreso conoscenza e i ragazzi del Club di Difesa erano seduti intorno al letto del presidente con aria preoccupata, in attesa di scoprire cosa era successo.
Kinshiro raccontò tutto: l'appuntamento che avevano fissato con le tre ragazze, la conferma della loro vera identità, la battaglia e la tremenda sconfitta che avevano subito. Quando finalmente ebbe finito di parlare, il ragazzo abbassò lo sguardo e strinse i pugni furioso.
«Non sono riuscito a proteggerli», sussurrò. «Ero così sicuro di me stesso da aver lasciato che quelle ragazze ci incontrassero, nonostante fossi quasi sicuro della loro identità. Speravo di riuscire a risolvere la situazione ed aiutarvi, ma ho solo permesso che venisse fatto del male ad Arima e Akoya».
Yumoto si morse il labbro nervoso, guardando i suoi amici.
«Tu hai fatto quello che ritenevi giusto, Kin-chan. Non devi sentirti colpevole in alcun modo».
«At-chan...».
«Quindi, Kusatsu», si intromise En. «Il loro obiettivo erano i vostri anelli, giusto?».
Kinshiro annuì. «Sì. Una volta presi ci hanno scaraventato fuori dalla finestra e hanno fatto esplodere la stanza per cancellare le prove, per poi svanire nel nulla».
«Perché qualcuno già dotato di una tecnologia aliena dovrebbe voler rubare degli anelli come i vostri?!», chiese Ryuu, sempre più confuso.
«Per potenziare quella che ha già», intervenne Io. «Giusto, Wombat?».
Il vombato, in braccio a Tawarayama, annuì: «Sì. E' per questo che devo assolutamente scoprire l'identità dell'alieno a cui obbediscono. La faccenda potrebbe rivelarsi molto più grave di quanto già non sia...».
I ragazzi fissarono Wombat con aria preoccupata: era vero che spesso tendeva ad esagerare, ma questa volta la serietà con cui stava trattando l'argomento non lasciava troppo spazio all'immaginazione.
«R-Ryuu...», mormorò ad un tratto Akoya dal suo letto, aprendo appena gli occhi.
«Sono qui, stupido damerino», cercò di scherzare, avvicinandosi a lui. «Guarda come sei ridotto, non pensavo riuscissi a farti prendere a calci da tre ragazze!».
«Devi stare attento», continuò Akoya, ignorando bellamente le sue provocazioni. «Quella ragazza dai capelli rossi, Hanabi… Lei ce l'ha con te».
Il ragazzo rimase immobile, confuso dalle parole di Akoya: perché Akane doveva avercela proprio con lui? Insomma, non si vedevano da anni.
«Non preoccuparti, Gero-san, ci penserò io», disse Io, che era sbucato alle sue spalle. «Non permetterò a quella ragazza di arrivare nemmeno a due metri da Ryuu».
Akoya sorrise: «Come ci si aspetterebbe da Naruko-san...», riuscì a dire prima di perdere conoscenza di nuovo.
Prima che uscissero dalla stanza, Kinshiro afferrò il braccio di Atsushi, rivolgendogli un'espressione preoccupata.
«At-chan… Recuperate quegli anelli, vi prego», gli disse. «Senza non possiamo esservi di alcun aiuto, e non posso accettarlo».
Atsushi sorrise, annuendo brevemente. «Certo, contate su di noi».

 

***

Poco dopo, mentre stavano camminando verso casa, Io sentiva lo sguardo imbronciato di Ryuu incombere su di lui. Sospirò: che pazienza ci voleva.
«Beh? Cos'è quella faccia?».
«Cos'era quella frase, prima?», gli rispose subito lui. «Non sono un bambino dell'asilo, so badare a me stesso».
Io cercò di nascondere una piccola risata, senza successo.
«Ehi!».
«Scusami, scusami. Però sai che è più forte di me».
Ryuu gonfiò le guance: «Dovresti piantarla di vedermi come un mocciosetto sempre bisognoso di aiuto, sono un uomo anche io. E poi...».
Si piazzò davanti a lui, obbligandolo a smettere di camminare, e appoggiò con forza la fronte su quella dell'amico. «...Avevo detto che sarei stato io a proteggerti».
Io cercò di controllare il rossore che gli stava apparendo sulle guance. «Oh-oh… E quando l'avresti detto?».
Ryuu si staccò improvvisamente da lui, ricominciando a camminare. «Beh, ora non me lo ricordo. Forse non l'ho detto, però l'ho pensato!».
Io sospirò di nuovo, ritrovandosi a pensare che erano proprio quelle sue piccole contraddizioni a rendere Ryuu così speciale. Aumentò il passo e lo raggiunse, schiarendosi la voce.
«Allora… Che ne dici se troviamo un compromesso?».
«Cioè?».
«Proteggiamoci a vicenda», gli propose. «Io controllerò te e tu controllerai me. Va bene così?».
Ryuu sorrise, scuotendo la testa sconfitto. «E va bene… Affare fatto».

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NdA. Ehilà! :D Non ci speravo davvero più, ma sono finalmente riuscita a postare un nuovo capitolo U.U Ho avuto l'idea di cosa scrivere da quando ho postato l'altro, il problema è stato trovare il tempo di scriverlo effettivamente xD Che dire, spero che il capitolo sia valsa l'attesa! :3

 Ps. Lo so, le Element Three sono decisamente creepy, sono essenzialmente delle pazze sadice ù.ù a dire il vero all'inizio non volevo renderle così spiacevoli, ma temo che la situazione mi sia un filo sfuggita di mano! xD Ops! :P

   
 
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