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Autore: CyanSix    04/12/2016    3 recensioni
Gli incubi di Stiles sono sempre più frequenti. E i suoi sensi di colpa per aver fatto soffrire i suoi amici quando era sotto il controllo del Nogitsune, nonostante siano passati mesi e mesi, continuano a torturare la sua anima. Soltanto il ritorno di un licantropo sfuggito alla morte riuscirà a cambiare qualcosa.
Dal testo: «Per quale motivo stiamo andando a Villa Hale?»
Stiles divenne improvvisamente serio. Quel posto portava alla luce tutti i ricordi riguardanti Derek, quelli che lui stava cercando di stipare in un angolo del suo cervello. Il perchè neanche lui lo sapeva, ma il fatto che quel Sourwolf se ne fosse andato molto tranquillamente senza neanche avvisare lo faceva incazzare e soffrire allo stesso tempo.

[Sterek]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 9 - Nuova Vita




Il corpo di Derek cadde a terra con un tonfo sordo; gli occhi assenti e vitrei, era morto.
«D..De..Derek!»
Un urlo molto simile ad un feroce ringhio sferzò violentemente l'aria, facendo voltare tutti i presenti verso Stiles. Nello stesso momento, Dorian fece il suo ingresso nella sala. Il neo Ulfhedinn lo trapassò con un'occhiata colma di odio e rancore.
«Riportalo indietro!»
Un leggero sorrisetto comparve sulla bocca del capobranco.
«Non posso farlo, Stiles. Non fa parte del branco. È andato.»
Con uno scatto, il dolce ed impacciato ragazzo si trasformò in una macchina assetata di vendetta; afferrò al collo di Caleb, ancora intento a pulirsi il braccio dal sangue di Derek, stringendolo con gli artigli, spuntati in seguito allo scatto d'ira.
«Riportalo indietro!»
Una semplice pressione della mano squarciò il collo del Kanima, uccidendolo in pochi secondi. A quella vista, Alec ringhiò.
«Brutto bastardo!»
Cercando di vendicare il partner, sferrò un potente pugno verso il volto di Stiles. In un istante gli occhi del ragazzo si tinsero dello stesso blu che rendeva il suo sguardo simile a quello di Derek, creando uno scudo invisibile a proteggerlo da quell'attacco. Sollevò una mano, afferrando il braccio del coyote che l'aveva appena attaccato, torcendolo fino a rompergli le ossa. Lo scricchiolio disturbante dei tessuti non sembrò minimamente turbare il ragazzo che, fino a poco tempo prima, sveniva alla sola vista di una singola goccia di sangue.
«Non te lo dirò un'altra volta, Dorian. Riportalo da me o farai una brutta fine.»
«Non lo farò. Non riporterò in vita quell'inutile ammasso di carne.»
«Lo farai. Con i miei artigli conficcati nella gola.»
Arya, la ragazza bionda del branco, entrò gran velocità nella stanza, parandosi davanti al suo Alpha. Stiles la guardò impassibile.
«Non costringermi ad uccidere anche te, non resisterò alla tentazione di farlo. Vattene prima che perda la pazienza.»
La lamia indirizzò il palmo delle mani verso Stiles, guardandolo intensamente. Una forza invisibile portò il corpo del ragazzo a schiantarsi sulla parete opposta, costringendolo ad accasciarsi al suolo.
«Ti avevano detto di non far incazzare una Lamia.»
Stiles cercò di rialzarsi invano, era stato un colpo duro anche per la bestia che aveva scatenato. All'improvviso un urlo stridulo e penetrante lo costrinse a tapparsi repentinamente le orecchie. La ragazza dinanzi a lui cadde a terra con le orecchie sanguinanti, svenuta.
«Tu hai fatto incazzare una Banshee, stronzetta.»
Voltandosi, Stiles riconobbe la sua salvatrice: Lydia.
«Non ho bisogno del tuo aiuto, rischieresti solo di essermi di intralcio. Potrei uccidere anche te. »
L'amica rimase ammutolita da quelle parole, cosa era successo al suo migliore amico? Quello non poteva essere il piccolo ed indifeso Stiles che era abituata a vedere. Le mani impregnate di sangue attirarono la sua attenzione, facendole poi notare il corpo esanime di Derek steso in un angolo del pavimento.
«Siamo venuti ad aiutarti. Scott e Malia sono fuori ad occuparsi degli altri due. Andiamo via.»
«Zitta. Prima lui deve riportarmelo indietro. E poi morirà.»
«Stiles, non credo possa...»
«Un Ulfhedinn Alpha può rinunciare a tutti i suoi poteri per curare tutte le ferite di un licantropo, anche se mortali. Visto che non posso farlo io, lo costringerò con la forza.»
Sì incamminò piano verso Dorian, pronunciando una strana litania letta in un libro tempo addietro. Il corpo dell'uomo che gli stava davanti di irrigidì immediatamente, quasi come fosse pietrificato.
«Non serve a niente, sono troppo potente per te, insulso ragazzino.»
Una leggera peluria iniziò a spargersi per l'intero corpo di Dorian; dei lunghi artigli spuntarono come coltelli a serramanico; le zanne fuoriuscirono dalla bozza leggermente allungata e dalla forma canina. «Non mi serve più un branco. Non mi servi tu. Sei morto, Stiles.» Iniziò così la lotta tra le due possenti bestie, una assetata di vendetta e l'altra di potere.

---

«Lydia, scappa!»
Stiles cadde a terra, il corpo martoriato da molteplici graffi e contusioni. Il sangue sgorgava a fiotti da un'enorme ferita al fianco destro provocata da un qualche incantesimo offensivo.
«Non potete vincere, non potete ferirmi, tantomeno uccidermi. Vi farò fare la stessa fine di quel bastardo. Sai una cosa? Avrei voluto vederlo soffrire di più, strappargli la lingua, rompergli ogni singolo osso del corpo. Beh, lo farò con te. E prima che tu possa esalare il tuo ultimo respiro, gli taglierò la testa dal collo e ti farò piangere sul suo cranio martoriato. Ti prometto la morte peggiore che tu possa immaginare; capirai cosa è la vera sofferenza, sarà proprio grazie al tuo amato Derek.»
A fatica Stiles si appoggiò su un ginocchio, afferrando saldamente la gamba di Dorian.
«Non osare mai più pronunciare il suo nome.»
«Altrimenti?»
«Sei morto.»
«Ti ho già detto che non mi fai paura. Non puoi farmi niente. Proprio come Der..»
La mano di Stiles trapassò da parte a parte il petto dell'Alpha, lasciandolo stupefatto.
«N..non basterà questo.»
«Lo so.»
Strinse il pugno all'interno della cassa toracica dell'altro, poi lo estrasse. Il cuore ancora pulsante di quell'essere si trovava nella sua mano, ormai gridante di sangue scuro. L'aveva ucciso. Dorian cadde a terra, bagnandosi del suo stesso fluido.
«Dovevi riportarlo indietro. Dovevi riportarlo indietro! DOVEVI PORTARMELO INDIETRO!»
Sì scagliò sul cadavere, iniziando a graffiarlo brutalmente, staccando interi pezzi di carne dall'intero busto.
«Stiles fermati!»
La voce di Scott, il suo migliore amico, lo riportò alla realtà. Era diventato un mostro, lo stesso di quando era stato posseduto dal Nogitsune, il portatore di morte che tutti dovevano temere, una bestia di cui aver paura. Per la prima volta se ne rese conto.
«Io... io... non posso controllarlo.»
L'amico gli si avvicinò, poggiandogli una mano nella spalla.
«Era lui la mia ancora. Non riuscirò a controllarmi senza di lui.»
«Allora sii tu la tua stessa ancora.»
«Non sono te, Scott.»
«No, sei migliore di me.»
«Sei tu l'Al...»
Una lampadina si accese nei pensieri di Stiles, creando una flebile luce di speranza. Poteva farlo, poteva sistemare tutto, o almeno ci avrebbe provato. Gli artigli e le zanne sparirono, restituendo al ragazzo il suo solito aspetto, quello che risultava così familiare e piacevole, quello che Derek amava veramente, il suo lato umano.
«Posso portarlo indietro.»
«Stiles...»
«No, non capisci, guarda i miei occhi.»
Inaspettatamente quelle che prima erano iridi del colore del ghiaccio, si trasformarono in lucenti fiamme scarlatte. Ora era lui l'Alpha.

---

Ci aveva provato e riprovato. Derek giaceva ancora tra le sue braccia. «Svegliati, ti prego.»
Lo baciò disperatamente, quasi come se quel gesto potesse riportarlo indietro, come se gli potesse dare quel soffio di vita di cui aveva bisogno.

E in qualche modo, quel bacio funzionò.

«Quel bacio faceva pena, Stiles.»
Sorrise, avvicinandolo a se e baciandolo una seconda volta.

---

Erano passati cinque giorni dall'accaduto. Stiles, riportando in vita Derek, aveva perso tutti i suoi poteri, tornando ad essere un normalissimo umano, il solito e vecchio Stiles Stilinski. Tutto era tornato ad essere semplice e banale a Beacon Hills; quella strana atmosfera pacifica sembrava poter perdurare. Fu proprio in una di quelle sere che Derek decise di invitare Stiles ad una semplice uscita tra loro due, il loro primo appuntamento. E così anche quella serata passò.
«Grazie Derek, sono stato benissimo. Non sei poi così antipatico alla fine.»
Sorrise.
«E tu non mi odi.»
«A proposito di quello.. non volevo dirti tutte quelle..»
Venne interrotto dalle labbra morbide del compagno a contatto con le sue, che si staccò da lui mordicchiandogli il labbro inferiore.
«Ahi!»
«Era la mia vendetta per le parole che mi hai detto.»
«Ah, Sourwolf permaloso.»
Sì sorrisero a vicenda, poi Derek si allontanò da lui, rovistando nelle sue tasche.
«Sai, Stiles, ho capito una cosa dopo essere "morto"; non voglio più aspettare, voglio essere felice e basta, vivere la mia vita insieme a te senza preoccupazioni, voglio darti me stesso, la parte migliore. Voglio stare con te.»
La faccia del più giovane si corrucciò in uno sguardo di pura confusione.
«Avevo capito che stessimo già insieme, insomma che fossimo una coppia, fidanzati, quello che è.»
«Sì ma voglio di più. In quella casa ho avuto paura di perderti, non voglio più avere quella sensazione.»
Stiles si grattò nervosamente la guancia destra con un dito, cercando di capire il perché di quel discorso; insomma a meno che Derek non fosse diventato la persona più smielata del mondo, c'era sicuramente qualche fine importante in quelle parole. Capì e sorrise.
«Derek, chiedilo e basta.»
«Ecco...»
Tolse la mano dall'interno della tasca del giubbotto di pelle, porgendola verso Stiles. Sul palmo una scatolina con un anello.
«Non so se funzioni proprio così, ma... Stiles Stilinski, vuoi sposarmi?»
Il ragazzo rimase impietrito. Insomma, aveva intuito, ma sentirselo dire era tutta un'altra cosa. E lo voleva, non aveva alcun dubbio, voleva stare con lui per il resto dei suoi giorni. Si avvicinò a lui.
«Certo che voglio sposarti, stupido. Sei morto per me, è il minimo che possa fare.»
Rise e lo baciò dolcemente.
«L'unica cosa per cui vale la pena morire sei tu, Stiles.»
   
 
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