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Autore: the beast02    04/12/2016    0 recensioni
Immaginate, se potete, un mondo come il nostro, ma fermato al medioevo, senza polvere da sparo, ma con una chiesa accondiscendente e al tempo stesso violenta. Questo è il mondo di Alessandro e di Lucia, lui un fedele combattente cristiano, lei "un'infedele" come la chiama la chiesa, un'eretica.
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 2

L'orda

 

Lucia si svegliò si svegliò sudata, si alzò lentamente da quella branda che occupava il centro della tenda, dal apertura si intravedeva il castello illuminato dalle fiaccole, uscita dalla tenda rabbrividì per il freddo. Camminò lentamente per il percorso in terra battuta, il quale fungeva da terreno per quel accampamento.

"Anche tu sveglia?" Lucia si girò di scatto, mentre tutti i suoi pensieri scappavano dalla mente, la voce era di Paolo, un soldato semplice come lei, con cui aveva da sempre condiviso tutto, anche la famiglia. Infatti Lucia era orfana, e la famiglia di Paolo la aveva accolta come fosse figlia loro.

"Già, faccio continuamente incubi." Paolo le si avvicinò e le disse "me ne vuoi parlare?"

La collina dove si erano sistemati aveva una panoramica sulla vallata, la luna era alta in cielo e rischiarava la notte scura.

"Ho paura." Paolo la guardò curioso e notò una lacrima argentata scivolare timida sulla guancia della ragazza, alzò il braccio e accolse la testa della ragazza sul petto. Lucia ascoltava sovrappensiero il battito del cuore di Paolo, chiedendosi se questo era effettivamente ciò che voleva, alzò la testa e guardò il ragazzo dai capelli marroni nei suoi occhi color castano. "Non posso, mi dispiace" detto ciò la ragazza si alzò e se ne andò, lasciando Paolo su quella collina.

 

Alessandro aveva passato la notte insonne, tutti i suoi pensieri erano concentrati su quella bellissima ragazza di cui non sapeva neanche il nome, sapeva solo che era bella, adesso stava guardando l' accampamento degli eretici dalla feritoia della sua sua stanza, e sognava un mondo senza stupide guerre religiose, sognava di poter conoscere quella ragazza così bella, così vicina eppure così lontana.

Ma erano fantasie, sogni inutili nella vita vera, quindi si allontanò dalla feritoia e si rimise a dormire, ignaro di ciò che sarebbe accaduto l'indomani.

 

La tromba squillò imperiosa mentre file di soldati fuoriuscivano dalle tende e si disponevano in riga per l'appello, Lucia stava già dal suo re per farsi dire cosa cercare nel castello dei cristiani.

"Cerca tutto ciò che possa esserci utile, piante del castello, orari delle guardie, schemi delle trappole, schemi di armi, d'assedio e non, insomma qualsiasi cosa possa esserci utile."

"Sarà fatto, mio re." La ragazza risplendeva di luce dorata quando, nel prostrarsi, i raggi del sole colpivano quella scintillante armatura d'acciaio. "E ricorda, è un compito difficile, non sottovalutarlo, o potresti essere risucchita in quel vortice di perdizione che è la loro religione.

Lucia uscì dalla tenda e si avvicinò all'entrata dell'accampamento, dalla quale stavano entrando i Cristiani, tra cui Alessandro.

 

"Benvenuto, io mi chiamo Lucia e sono stata incaricata dal re in persona di farvi visitare l'accampamento"

Alessandro era incantato da quella ragazza, così bella e determinata, riuscì tuttavia a rimanere composto nello scendere da cavallo.

"Alessandro, incantato." Era fin troppo evidente che il sorriso di Lucia fosse forzato, ella infatti non capiva il perchè di tutto questo, avrebbe di gran lunga preferito estrarre il pugnale dalla tasca e colpirlo fino alla morte, ma aveva ricevuto un ordine, e lo avrebbe eseguito.

 

Le ore successive passarono rapide, mentre cristiani ed eretici costruivano insieme un muro per tenere lontani gli invasori, una volta che Lucia ebbe mostrato tutto l'accampamento al cristiano, le trombe squillarono potenti,i barbari erano stati avvistati. Una strana luce si accese negli occhi della ragazza, e, mentre un altrettanto strano sorriso si faceva strada sulla sua bocca, Alessandro prese la balestra dalla bosa appesa al cavallo e si avviò sulle mura del castello, ciò che vide lo lasciò sconvolte, orde di nemici camminavano rapidi, urlando come un solo uomo, la prima ondata fu eliminata velocemente dalle salve rapide e precise degli arcieri, infatti sia cristiani che eretici discendevano comunque dai Romani, e da loro avevano ereditato le tattiche di combattimento.

Quando però, eliminati gli arcieri, i nemici erano arrivati sotto le mura, i portoni vennero aperti, e, a capitanare la squadra c'era lei, la prima della formazione.

Alessandro scese anche lui dalle mura, e andò incontro ai nemici, usando la balestra come arma di riserva e un gladio come arma da mischia. Poi successe, una freccia, o meglio un dardo,colpì la ragazza alla schiena, facendo fuoriuscire la punta insanguinata dal petto, il tempo sembro fermarsi, Lucia si girò tenendosi il dardo con una mano e guardando il barbaro con occhi di fuoco, stavano una di fronte all'altra, apchi metri di distanza l'una dall'altro, quindi lei scattò pugnalando l'aggressore alla gola, e facendolo affogare nel suo stesso sangue, per poi svenire priva di forze vicino a quello.

 

Alessandro stava fuori dalla tenda dove era ricoverata la ragazza, camminava in tondo, disperandosi a bocca chiusa, continuava a chiedersi cosa sarebbe successo se, invece di scendere dalla barricata, fosse rimasto sopra essa e avesse ucciso per tempo il balestriere. La porta si aprì cigolando, e da essa ne uscì fuori Lucia, ella camminava appoggiata a Paolo. "Lei, cara mia, è stata veramente fortunata, il dardo le ha sfiorato il cuore, un pò più a destra e non saremmo qui a parlare" Detto ciò ildottore prese la valigetta di pelle nella quale erano riposti i suoi attrezzi e uscì fuori dalla tenda, seguito da Alessandro, il quale, una volta fuori chiese "Dottore, quanto tempo ci vorrà perchè Lucia si riprenda?"

"Non molto, la guarigione dipende tutto dalla ragazza, che sembra determinata a guarire. In men che non si dica sarà di nuovo in piedi a tagliare teste ai barbari."

 

Sul campo di battaglia i corpi dei nemici erano illuminati dalla luce della luna, mentre una strana nebbiolina si insinuava in quei corpi, ridestandoli dal sonno eterno, così mentre eretici e cristiani festeggiano la vittoria e onorano i caduti, gli stessi morti, cristiani, barbari ed eretici si alzavano da terra e tornavano nella foresta buia, tornando all'accampamento barbaro.

 

   
 
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