#3
Kakashi si lascia andare
all'indietro fin quando la schiena non aderisce alla sedia, ispeziona
il tavolo e si acciglia. Davanti a lui, la sua cena fuma, ma si è
dimenticato di portare in tavola l'acqua. Sospira.
La sua missione
è stata una corsa contro il tempo, semplice, ma pesante; è
stanco e anche il pensiero di alzarsi di nuovo, quando si è
appena seduto, lo fa sentire male. Stringe gli occhi e si alza
comunque. L'acqua è sul piano della cucina, poco distante
dalla sua posizione, Kakashi fa qualche passo, ma non ha il tempo di
metterci le mani sopra che avverte delle voci provenire dal portone
d'ingresso.
“Quanto sei duro...”
“Oh, basta!
Ho capito!”
“Certo, sembri proprio uno che ha
capito.”
Naruto sbuffa, poi bussa alla porta.
Kakashi
sospira e la sua intera figura viene scossa dall'azione: chiude gli
occhi, abbassa la testa, le spalle si alzano e si abbassano per poi
tendersi di nuovo subito dopo. Si lancia quindi nella direzione
opposta, rassegnato a vedere la semplice serata diventare un buco
nero per le sue ultime energie.
A quel punto apre la porta di
scatto, per evitare di cedere alla tentazione e fingere di non essere
in casa.
“Ah, Kakashi sensei, ecco, la cosa è
questa...”
“L'eroe di Konoha ne ha fatta una delle
sue.”
“Sssh, Sas'ke!” soffia, prima di tornare
su di lui, “Il fatto è che...”
Il jounin
sospira, stressato.
“Cos'è quello?”
Improvvisamente
tutta l'attenzione è sul petto di Naruto, a cio'' che si
stringe addosso, avvolto in quello che sembra essere un
lenzuolo.
“Eh, questo è il problema.”
Sasuke
sospira e Naruto gli lancia un'occhiataccia, deciso a rispondergli a
tono anche quando non dice niente; Kakashi previene il battibecco
spostandosi di lato, con un cenno del capo che li invita a
entrare.
Il jinchuuriki, immediatamente dimentico di tutti gli
insulti che aveva sulla punta della lingua un attimo prima, annuisce
greve ed entra subito nell'appartamento con un'espressione seria;
come se quello fosse il primo passo verso la risoluzione del
problema. Sasuke lo segue, il suo cipiglio severo non muta neanche
dopo che ha chiuso la porta dietro di sé.
Naruto si
precipita sul divano e lui lo segue con un passo più sedato,
giusto per non rimanere fermo all'entrata.
Kakashi li asseconda.
Sta per mettersi seduto a sua volta quando, appena il jinchuuriki ha
poggiato rozzamente il culo sul divano, il suo bagaglio emette un
suono irritato. Kakashi si blocca un momento con il culo per aria,
prima di decidere che può almeno sedersi e dare di matto da
lì.
“Posso sapere cos'è quello, ora?”
dice, scocciato.
Pensava, fino a un momento prima, che qualsiasi
cosa fosse, nonostante la sua stanchezza, avrebbe fatto questo sforzo
e li avrebbe aiutati, visto che non sono andati da Iruka sensei, da
Sakura o da Tsunade sama e che si sono invece, a quanto sembra dal
loro aspetto, precipitati da lui. Poi Naruto ha spostato parte del
lenzuolo e il copianinja ha capito perché non sono andati dal
loro insegnante dell'accademia.
Iruka sensei ha gli occhi chiusi,
il respiro regolare, la fronte contratta e il pollice in bocca.
Rimane rannicchiato contro Naruto e, ora che ci fa caso, Kakashi lo
sente fare dei lievi rumori mentre si succhia il piccolo
pollice.
“Stavamo...”
“No.”
“Sì,
stavamo! Stavi anche tu, Sas'ke!”
“Ero solo
curioso, sei tu che lo hai fatto davvero.”
“Certo,
perché tu sei il pollo che pensa le cose senza farle!”
“Certo,
perché è evidente che sia meglio farle senza
pensare!”
Kakashi guarda Iruka aggrottare la fronte, le sue
palpebre si muovono e l'altra manina si stringe sempre più
sulla maglia arancione di Naruto.
“Uno di voi due deve
spiegare,” Kakashi assume un tono duro ma basso, “Partendo
dall'inizio, possibilmente.”
Iruka sembra rilassarsi un po',
appena li interrompe.
“Era una tecnica stupida ma innocua,
l'ho modificata solo un po', pochino, lo giuro, eppure è
successo... questo! Avevo chiesto consiglio a Kurama e non
c'era nulla di sbagliato-”
Kakashi alza una mano, adesso
memore del fatto che nessun inizio è abbastanza chiaro se
raccontato da un chiassoso jinchuuriki agitato.
“Sas'ke?”
risolve, lanciando un'occhiata ammonitrice all'indignazione che
prende possesso dell'espressione di suddetto cercotero.
Uchiha
sospira, lancia a sua volta un'occhiata a Uzumaki e infine si rivolge
a Hatake.
“Voleva che il maestro fosse nostro coetaneo. Ha
modificato una delle tecniche che ha trovato tra la roba di suo
padre, aggiungendoci un timer: così Iruka sensei sarebbe stato
costretto in quella forma, senza poterla sciogliere da solo e senza
poter obbligare Naruto a farlo.”
Kakashi si lascia andare
contro il divano, adocchiando il bambino.
“Adesso ha tutto
un po' più senso,” mormora, mentre si stropiccia la
faccia, “purtroppo.”
“Mi sono sempre detto che
sarebbe stato figo se Iruka sensei avesse avuto la mia età, se
fosse stato mio pari e non un insegnante. Però non pensavo che
sarebbe successo questo!”
“Siamo tutti sicuri che non
stessi pensando.”
“Sai, mi ricordo di un tizio con lo
sharingan che mi ha assistito!”
Naruto lo urla con veemenza,
tirandosi a sedere eretto sul divano e Iruka si sveglia di
botto.
All'improvviso cala un silenzio carico di
aspettativa.
Iruka alza una manina alla faccia, si stropiccia gli
occhi, sbadiglia e indica Sasuke con l'altra.
“Sas'ke?”
dice, la sua voce è piccola e roca, “zitto!”
Naruto
scoppia a ridere, Sasuke si acciglia e Kakashi è troppo stanco
e meravigliato per fare alcunché. Poi il bambino si guarda
intorno e quando i suoi occhi si posano sul copianinja, lui
sorride.
“K'kashiih!” strilla, deliziato. Un attimo
dopo, la sua espressione si fa seria e si volta indietro per vedere
Naruto, mentre tende due dita verso il jounin, “è
stanco...”
Naruto ridacchia.
“È un po'
stanco, sì,” dice, anche se non se ne era accorto prima
che glielo facesse notare.
L'espressione di Naruto si fa tesa
appena realizza le implicazioni, ma la voce di Sasuke lo distrae e
quando il bambino si dimena dalla sua presa lui lo lascia
andare.
“Credete che sia più cosciente dell'età
che dimostra ora?”
Mentre lo dice Iruka zompetta da Kakashi,
all'inizio instabile per la sonnolenza che ancora lo avvolge.
“Quale
età dimostra, ora?”
“E che ne
so!”
“Ottimo.”
Iruka si volta verso di loro e
flesha tre dita per aria, prendendoli di sorpresa. Poi si aggrappa al
ginocchio di Kakashi e tira su di nuovo la mano, facendogli cenno di
abbassarsi.
Kakashi, che lo guarda con apprensione, curiosità
e divertimento in dosi uguali, è dapprima poco incline ad
assecondarlo, ma quando se lo trova davanti non riesce a far finta di
niente. Si abbassa fino alla manina, poi quando quella afferra il suo
coprifronte e tira forte, la sua vista si oscura del
tutto.
“Dormi!”
In quel momento non riesce a
trattenere lo sbuffo di una risata sorpresa, anche se il suono viene
coperto da quella di Naruto.
Personaggi e luoghi non mi appartengono. E, per aggiungere la beffa al danno, non c'è lucro!