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Autore: Eternity_Hook    05/12/2016    0 recensioni
Guardava Gabi sorridere affianco a Riccardo, come non aveva mai fatto con lui.
Vedeva come si guardavano.
Notava quando si prendevano per mano, abbozzando espressioni gioiose come poche.
Si costrinse a reprimere l' impulso di correre via, lontano da lí, lontano da quel fastidio opprimente che gli piegava il cuore.
Lontano e basta.
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Double-shot
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Stagli lontano!

Serie: Inazuma Eleven Go

Genere: Yaoi

Ship: Aitor x Gabi

Ratings: Verde

Tema: fastidio

Richiesta da: Faghe71

Parole: 1003

~Ω~

Aitor ribolliva di rabbia.
Non c'era una sola parte di se che non fosse avvolta dai brividi di gelosia, mentre si costringeva a serrare la mascella e a spostare rapidamente lo sguardo, irritato.
I suoi pugni erano chiusi, le braccia lasciate rigidamente sui fianchi.
La sua espressione era talmente contratta che sembrava quasi avesse un alone negativo a circondarlo, un aurea che avrebbe messo a chiunque una paura assurda e infrenabile.
Aitor non riusciva a capire la motivazione di tale emozione.
Sapeva solo che guardava Gabi.
Guardava Gabi sorridere affianco a Riccardo, come non aveva mai fatto con lui.
Vedeva come si guardavano.
Notava quando si prendevano per mano, abbozzando espressioni gioiose come poche.
Si costrinse a reprimere l' impulso di correre via, lontano da lí, lontano da quel fastidio opprimente che gli piegava il cuore. 
Lontano e basta. 
Eppure era come una falena intrappolata nella tela di un ragno, nonostante volesse scappare, nessuna parte del suo corpo voleva decidersi ad andarsene via per davvero.
Trattenne il fiato e ascoltó il proprio respirare per isolarsi da tutto il resto.
Aveva sempre funzionato prima, eppure non c'era niente da fare.
Li sentiva ridere allegri.
Lo sentiva ridere.
E dentro di sé gridava, nonostante sapesse che se ci avesse provato a voce, non avrebbe emesso un fiato, non un sibilo soffocato, stretto nella sua gola insieme a tutte le parole che avrebbe voluto dire in quel momento.
E un dolore interno, forte e intenso, si concentrava sul suo petto, nel suo stomaco.
Ogni parte di lui era bloccata.
Ma perché? Ecco cosa non poteva non chiedersi, angosciato, con una smorfia che gli piegava le labbra.
Voleva scappare e allo stesso tempo avvicinarsi, dividerli, evitare che Riccardo potesse toccare Gabi, e che il rosa potesse guardarlo in quel modo, così affettuoso, così dolce, così ... così da lui.
Il suo respiro si velocizzó involontariamente mentre vedeva Riccardo prendere il viso del rosa, il quale lo guardava con aria scioccata e imbarazzata, di chi non si aspettava un gesto simile, mentre i suoi occhi azzurri si spalancavano dalla sorpresa, arrossendo visibilmente .
E vide tutto muoversi al rallentatore.
Riccardo che si avvicinava ancora a Gabi.
Riccardo che azzerava le distanze con le sue labbra.
Riccardo che baciava il suo Gabi.
Una stretta viva al cuore, un tremolio che lo fece rabbrividire.
Aitor percepí gli occhi bruciargli e la vista farsi sempre più appannata, mentre il labbro inferiore cominciava a sanguinargli per i troppi morsi dati.
"Stagli lontano!" avrebbe voluto gridargli, con tutta l' aria che aveva in corpo, mentre osservava ancora il rosa.
Aveva le mani appoggiate alle sue spalle, le goti e le orecchie rosse, gli occhi ancora spalancati, semmai più di prima dalla sorpresa.
Aitor lasció che la propria mano si coprisse automaticamente le labbra, mentre una sensazione di vomito si impadroniva di lui.
Mandò giú la saliva a stento, sentendo sempre di più il dolore, accecante, vivo, anormale.
Perché soffriva così? Non lo sapeva del tutto, non lo capiva.
Sapeva che lo voleva per sé.
Sapeva che voleva sentirlo sempre vicino a sé.
Sapeva che non poteva farne a meno.
Ma il motivo? No, il motivo non riusciva ad afferrarlo.
O forse lo sapeva.
Anzi, lo sapeva perfettamente, era sempre stato un dettaglio per lui, che aveva cercato di cacciare insistentemente dalla propria mente, forse per vergogna, forse per paura di ammetterlo a se stesso.
Sí... lo sapeva perché si sentiva in questo modo.
Lo amava.
Era innamorato di lui.
Ma il suo amore non sarebbe mai stato ricambiato.
Gabi sarebbe stato sempre con Riccardo, il tipico ragazzo perfetto, impossibile da lasciarsi sfuggire e da superare.
Lui, in confronto, lo sapeva per certo, non avrebbe mai avuto valore agli occhi dell'amato.
Lui era sarcastico, negativo, seccante e i pochi momenti che cercava di mostrarsi gentile, finiva coll'apparire un approfittatore.
Non era al suo livello.
Le lacrime iniziarono a sfiorargli la mano che utilizzava per coprirsi la bocca.
Non si era neppure accorto di aver iniziato a piangere, non se n'era reso conto prima di quel momento, realizzando di essere perlopiù in mezzo agli altri, che lo osservavano scioccati.
Si asciugó rapidamente gli occhi con entrambe le mani, staccando la prima dalla bocca, cercando di cacciarle via dagli occhi oro, con l' unico risultato che altre scendevano, più rapide, silenziose.
Incroció involontariamente lo sguardo con quello del rosa, il quale si era appena staccato dal bacio per riprendere fiato, mentre Riccardo continuava a sorridergli.
Quell'azzurro fu come un pugno nello stomaco, non uno di quelli lievi, scherzosi, quelli che si scambiano gli amici.
No.
Era un pugno doloroso di quelli che non potevano non farti piegare in due, con gli occhi sgranati dall' essenza improvvisa, inaspettata, che ti fanno sputare la saliva e indietreggiare con le braccia che cercano di coprirsi la parte ferita.
E così infatti Aitor fece, portando involontariamente la mano alla maglia, vicino al cuore, stringendola il più forte possibile, quasi per strapparla e rimuovere quella sofferenza.
Vide Gabi alzarsi dalla panca su cui era seduto insieme a Riccardo, alzando appena la mano verso il ragazzo dai capelli verde acqua.
Poteva leggere la disperazione in quegli occhi oro, belli, puri, immersi di lacrime che continuavano a scendere e a rigargli le guance lattee, prive di imperfezioni.
Voleva chiamarlo, spiegargli che quel bacio per lui non contava niente, scusarsi per non essersi ribellato per via del troppo shock...
Ma prima che potesse anche solo iniziare a dirgli qualcosa, lo vide girarsi ed iniziare a correre via.
-Aitor, aspetta!- non poté non urlare, correndogli dietro. 
Al ragazzo non importava peró che Gabi lo stesse chiamando.
Era confuso, disorientato, sofferente, perso e letteralmente non capiva cosa stava accadendo attorno a lui, la vista sfocata dalle lacrime versate, quelle stesse che continuavano a percorrere le sue guance.
Gabi invece vedeva.
Vedeva perfettamente Aitor correre fuori dal campo, percorrere il marciapiede e attraversare, sempre di corsa.
E vide perfettamente anche la moto che lo prese in pieno, passando con il rosso, facendogli battere la testa contro l' asfalto.

   
 
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