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Autore: Bunny05    07/12/2016    3 recensioni
Smettiamo di credere nelle favole appena diventiamo grandi e iniziamo a vivere nella realtà. Tante volte non ci accorgiamo però che le favole le facciamo noi, quando amiamo, quando l'amore fa parte di noi tutto diventa come un racconto di una bellissima fiaba, il mondo ti sembra più bello, più luminoso, ogni cosa intorno a te si trasforma.
Martina Stoessel e Jorge Blanco
Martina è una ragazza che non crede nell'amore per quello che ha vissuto e per come è cresciuta, ma qualcosa cambierà in lei quando scoprirà che la musica può essere un ottimo elemento per aprire le proprie emozioni. Jorge è un ragazzo dei giorni nostri, ma dimostrerà di avere qualcosa in più, di non essere il classico ragazzo. Fin dall'inizio proverà una forte attrazzione per Martina, ma lei si lascerà andare?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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5 anni dopo / Ho bisogno di te. 

<< Ciao mamma >> dico quando mia madre spalanca la porta, << Cosa diavolo ci fai qua? >> mi domanda lei stupita, si guarda intorno << Sei sola? >> mi fissa poi, << Si sono sola >> le rispondo entrando di fretta in casa. << Dov’è Paul? >> le chiedo quando arrivo in salotto appoggiando il mio borsone e lei arriva guardandomi confusa, << A lavoro… ma tu cosa ci fai qui? Non dovresti essere a Buenos Aires da tuo padre? >>, << Si >> le rispondo e mi fermo li, << Quindi… >> inizia a dire lei, << Quindi niente… non sei felice di vedermi? >> le dico << Sorpresa! >> e faccio una faccia buffa. << Sai Martina non mi freghi spiegami cosa sta succedendo! >> ribatte lei. Io mi siedo sul divano e lei si siede di fianco a me, << Puoi dirmelo! >> mi dice lei in modo gentile e tranquillo. << Ho litigato con Jorge >> rispondo facendo spallucce << E te ne sei andata? Così? >>, << Si mamma, ho fatto la borsa sono andata in aeroporto e ho preso il primo volo per il Messico >>, << E perché l’avresti fatto? Insomma non è che se due litigano uno prende e parte! >> continua a essere confusa lei, << Ho bisogno di stare lontana da tutti in questo momento, non reggo più la situazione >> dico come una nevrotica, << Quale situazione? >> mi chiede lei << Sei per caso impazzita? >> mi chiede, << No mamma… SONO INCINTA! >> urlo quasi, come se fosse una cosa liberatoria. Lei spalanca la bocca, è così strano guardarla perché ci assomigliamo molto, sembrava la mia faccia quando l'ho scoperto. << Sono felice per te >> mi dice poi con un sorriso abbracciandomi << Ma perché hai litigato con Jorge… non credo che non voless… >>, << Non gliel’ho detto, l’ho tenuto nascosto e lui ha visto le carte che la ginecologa mi ha fatto >> le spiego << Si è arrabbiato >> dico con la voce bassa. Dopo che se ne è andato per la seconda volta quel giorno, ho preso un borsone, ci ho messo dentro le prime cose che mi capitavano e sono uscita di casa senza dire a nessuno dove andavo. Ho guidato piangendo fino all’aeroporto dopo ho trovato un volo per il Messico che partiva proprio mezz’ora dopo e sono arrivata qui da mia madre. Mi sento distrutta dentro, mi sento male e non riesco a concentrarmi su quello che devo fare. << Tesoro, perché non gli hai detto che sei incinta? >> mi chiede poi lei. Ci pensai un po’ su, forse sono stata una stupida ma ho le mie paure, ero confusa e non riuscivo a ragionare. Il problema non era Jorge ero io, io che non riuscivo a sentirmi all’altezza di questo ruolo. << Non lo so… avevo paura, sai ho molte cose da fare... a lavoro, sono entrata nel panico, non sapevo se Jorge voleva dei bambini ora, insomma non ne abbiamo mai parlato. Ho pensato di non esserne all’altezza, di non essere in grado di gestire questa cosa. E mi divorava dentro, mi sono sentita impotente come se non potessi più scegliere niente, come se avessi paura di tutto quello che mi aspettava >> confesso io con le lacrime agl’occhi. << Martina è normale che tu ti senta così, tutti sono spaventati prima di diventare genitori, fidati nessuno crede di esserne all’altezza, genitori non si nasce si impara ad esserlo, e capisco che Jorge si sia arrabbiato ma non dovevi venire qui, scappare in questo modo, lui si sarebbe calmato e ti avrebbe detto quanto fosse felice di questo, non gli hai lasciato il tempo di assimilare la situazione mentre tu il tempo lo hai avuto >>. E’ così vero, così profondo ma ho rovinato tutto. Ho allontanato Jorge e lui aveva conosciuto questa ragazza che gli girava intorno e se lei ci fosse riuscita, se lei fosse entrata nel suo cuore al posto mio. Me ne sono andata senza dire niente e credo che Jorge non me lo perdonerà mai. << Vai a dormire tesoro, ne riparliamo domani >> mi dice << Sembri molto stanca >>. Io annuisco e quando sono a letto inizio a piangere. Inizio a pensare che senza Jorge non saprei cosa fare. Lui è tutta la mia vita, è tutto quello che mi fa restare con i piedi per terra. Ho bisogno di lui, della sua presenza per sapere che andrà tutto bene, che posso farcela, che posso essere una madre fantastica, perché se non me lo dice lui io non riesco a crederlo, io non lo credo. Lo amo da morire e forse lo sto perdendo per sempre. Mi addormento e la mattina mia madre viene a svegliarmi, << Starai qui fin che vorrai ok? Se hai bisogno di avere i tuoi spazi >> mi dice dandomi un bacio sulla fronte. Quando scendo a far colazione c’è anche Paul che saluto con un caloroso abbraccio.
 
E’ due giorni che sono da mia madre e nessuno mi ha ancora cercato, credo che lei abbia avvisato Jorge sul fatto che io sia qua. Sono in camera mia e sto continuando a scrivere la mia canzone. Che parla di me, che parla di Jorge. Di quanto per me lui sia importante e di quanto io abbia bisogno della sua presenza, del suo amore nella mia vita perché mi rende migliore, perché riesce a sconfiggere le mie paure, a buttare giù le mie incertezze. << Allora come ti senti? >> mi chiede mia madre quando scendo in salotto e mi siedo in parte a lei sul divano, << Stamattina ho vomitato due volte >> le dico con la faccia schifata, << E’ normale tesoro >> mi dice lei ridacchiando, << Non è divertente >> ribatto io ridacchiando. << Come ti senti invece sul fatto che diventerai una mamma? >>, << Faccio fatica ancora a crederci, non riuscivo nemmeno a dire che ero incinta ad alta voce, pensavo di impazzire, di crollare, di non farcela. Poi quando sono andata a fare l’ecografia e ho visto quel puntino dentro di me è come se me ne fossi innamorata, anche se ero nel panico, anche se ero triste per via di Jorge in quel momento nel profondo del mio cuore qualcosa è scattato, ho realizzato sul serio che sarei diventata madre, ho ancora tutte le mie paure comunque, non credo di essere in grado di affrontare tutto questo, di sentirmi pronta, di avere tempo per occuparmi di lui, non è facile con il lavoro che ho scelto di fare e non so come gestirlo… >>, << Perché hai bisogno di sentire da Jorge che c’è la farai! >> mi dice lei, << Forse, probabilmente sì, e avevo paura che lui non la prendesse bene, che magari mi dicesse che non ero pronta e per me sarebbe stato peggio, poi non riuscivo a capacitarmi del fatto che fosse vero e quindi gliel’ho nascosto come se non fosse vero, come se lui potesse fare a meno di saperlo per ora e invece ho peggiorato tutto >>, << Martina vedrai che si sistemerà tutto! Sappiamo tutti quanto Jorge ti ami e che farebbe di tutto per te. L’ha dimostrato un sacco di quelle volte >> mi dice lei. << Lo so, sono stata una stupida >> dico ricominciando a piangere, << Non so perché ora ogni cosa mi fa piangere! >> le dico, << Perché sei incinta Martina e sei più sensibile >> mi dice lei stringendomi a se. Passano altri tre giorni e non avevo ancora parlato con nessuno. Ho completato la mia canzone è pronta per essere ascoltata anche se sono soddisfatta continuo a pensare a Jorge. Non si è mai fatto sentire, credo di averla fatta grossa, che stavolta non mi perdonerà tanto facilmente. Ho deciso di rimanere qua per un po’, non so quanto precisamente. Ho ricevuto chiamate da Lodo, Fran, messaggi da Mechi, Cande, Diego, ma non ho risposto a nessuno, mamma ha chiamato papà per dire agl’altri che volevo stare sola, ma di Jorge neanche una traccia. Anche se so che è colpa mia, che è colpa mia il fatto che non mi parli speravo in un suo messaggio, mi avrebbe fatto stare meglio, lo avrei sentito vicino come ne avrei bisogno ora, essere rassicurata da lui sul fatto che tutto andrà bene. Ma non è così. Sono tornata la Martina di cinque anni fa, quella che preferiva stare sola per non perdere nessuno, per non sentire quel dolore che ora sto provando perché pensare alla mia vita senza Jorge mi spezza il cuore. Mi fa sentire più sola che mai. Inizio a cantare “ Io te amo a Ti “ da sola nella mia stanza. Mia madre entra in camera quando mi sente singhiozzare per l’ennesima volta, si avvicina al mio letto e mi stringe a se, << Martina non fare così >> mi dice lei lentamente cullandomi, non ho molti bei ricordi di quando ero bambina ma essere cullata come faceva quando ero piccola mi fece sentire protetta, finalmente ho la madre che sempre voluto da quando tutto si è sistemato e ho scoperto che mi mancava avere questo rapporto con lei, che mi mancava avere una madre così come lo è ora. Dolce, gentile e sempre pronta a sostenermi in qualsiasi scelta che io faccia. << Sei forte lo sai? >> mi dice lei << Lo sei sempre stata anche quando ti ho portata qua allontanandoti dai tuo padre e da Fran, non pensavo di fare un orrore, credevo che saresti stata felice comunque me non era così, eppure tu invece di arrenderti a me hai continuato a combattere, mi hai affrontata perché questa non era la vita che volevi e mi dicevi sempre che io non potevo scegliere per te, mi sentii male in quel momento, sentirsi dire cose simili dai proprio figli, non volevi stare con me, non eri felice con me… e hai lottato per fare quello che volevi e alla fine l’hai ottenuto perché mi hai dimostrato che mi sbagliavo, che anche se io credevo di fare la cosa migliore per te non era così. Sei sempre stata una ragazza che ha combattuto per i suoi sogni, ora non puoi arrenderti, sai che Jorge è là che ti aspetta, che non vede l’ora di abbracciarti >>, << Non credo, non si è mai fatto sentire >> dico singhiozzando. << Questo non vuol dire niente Martina, magari ti sta lasciando lo spazio che vuoi, che tu stessa hai voluto e magari anche lui ha bisogno di riflettere su tutto questo, non puoi abbatterti solo perché non ti ha scritto, l’amore non svanisce in un giorno >>. << Da quando sei così profonda? >> le chiedo, << Da quando Paul mi ha fatto capire certe cose >> mi sorride lei spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Poco dopo il campanello suona e mia madre si alza per andare si sotto ad aprire. E io rimango sola nella mia stanza pensando a cosa fare, a come sistemare la situazione.

Jorge Blanco.
 
Quando quella sera tornai a casa e non trovai più Martina andai nel panico. Nessuno sapeva dov’era e Fran era in panico quanto me. << Cosa le hai fatto? >> mi urla contro lui, << Niente, io non le ho fatto proprio niente, abbiamo solo avuto un piccolo litigio >> dico guardando Mechi per farle capire che il litigio riguardava proprio il fatto che lei fosse incinta. Non volevo dirlo a Fran e a nessun’altro perché volevo che fosse lei a farlo, quando si sarebbe sentita pronta. Ma ora non so dov’è, è sparita e non risponde al telefono. Fran e Mechi non la vedono da parecchie ore ormai, e io invece ero rinchiuso nel negozio a lavorare sulle chitarre per sbollire la rabbia, per realizzare quello che stava succedendo. Perché stavo diventando padre e dovevo abituarmici. Ero felice, anche se la rabbia c’era ancora e lei se ne era andata per starmi lontano, ma volevo sapere dove fosse, se stava bene, se lei e il bambino stavano bene. Quando sono in camera mia tiro un pugno al muro e Mechi mi guarda mentre Fran è giù in cucina che cerca un modo per scoprire dove sia. << Jorge non fare così! >> mi dice lei << Dovunque lei sia sono sicura che sta bene >>, << Non puoi saperlo >> le dico nervoso a denti stretti << Se ne è andata perché mi sono arrabbiato con lei e ora vuole starmi lontana >>, << Forse avete entrambi bisogno di pensare non trovi? >> mi dice lei, << Certo lei non si è comportata nel modo corretto, doveva dirtelo subito ma Jorge, lei è Martina e sai che non si sente in grado di affrontare tutto questo, non crede che sarà un buona madre, lei era spaventata >>, << Lo so >> le rispondo io perché è vero so come è lei, come pensa, come ragiona. Ma volevo saperlo, volevo che lei me ne parlasse, che me lo dicesse, perché io c’ero sempre stato per lei e l’avrei rassicurata anche questa volta, senza pensarci due volte le sarei stato accanto. Poco dopo il mio telefono vibra e un messaggio dalla madre ti Martina mi avvisa che è lì, << E’ da sua madre >> dico girandomi verso Mechi tranquillizzandomi leggermente, << E’ proprio scappata! >> dice lei stupita << Quella ragazza è pazza >> continua poi strappandomi un sorriso, è vero è pazza ma io la amo e lei è fuggita lontano da me. << Forse dovrei lasciarla stare per un po’ di giorni, non voglio litigare ancora con lei, devo sbollire la rabbia, devo superare il fatto che lei me l’abbia tenuto nascosto >> le dico, << Forse si >> risponde Mechi, << Ma non metterci troppo >>. Avvertiamo tutti che Martina è dalla madre ma quando ci chiedono spiegazioni diciamo che non lo sappiamo ma che la madre di Tini ha detto di non preoccuparci. Tutti sembravano un po’ confusi soprattutto Fran.  I giorni passavano, io scrivevo la mia canzone per Martina per fargli capire che non l’avrei mai lasciata sola, che io ci sarei sempre stato per lei e poi andavo al negozio ad aiutare tutti mentre continuavano a domandarmi di Martina, rispondevo che non sapevo molto ma che stava bene perché non sapevo cosa dire, tutti erano preoccupati per lei. Dalla porta del negozio entra Francesca, << Ciao Jorge >> mi saluta lei facendomi un gran sorriso ma io non la ricambio, << Cosa succede? >> mi domanda, i ragazzi erano sul retro a sistemare alcune cose, << Niente che ti importi! >> le rispondo turbato, << E’ per la tua fidanzatina? >> mi chiede lei curiosa, << Si è per lei >> le rispondo non mi andava di negare che ero triste per il fatto che lei non c'era, è vero la mia tristezza derivava dal fatto di non averla vicino, << Oh cosa ha fatto stavolta? >>, << Se ne è andata >> rispondo senza pensarci, << Si vede che non ti merita, chi ti lascerebbe mai, non si fida di te e crede che io ti piaccio e forse non ha tutti i torti >> sorride lei maliziosa avvicinandosi un po’, << Cosa stai dicendo? >> borbotto io guardandola male, << Su dai Jorge, perché non la smetti di pensare a lei, perché non ti concentri su qualcun altro, non vale la pena stare male per quella >>, << Non la conosci nemmeno >> le dico io quasi arrabbiato << E non voglio nessun’altra se non lei >> le rispondo ancor più convinto, << Oh su dai, forse qualcuno vuoi… tipo me >> fa un sorrisino per poi avvicinarsi per baciarmi, io la respingo << Non provarci mai più, e non parlare mai di lei, anzi non nominarla neanche perché tu non sai chi è Martina, tu non sai niente di lei e non sai quanto io desidero passare il resto dei miei giorni insieme a lei, che non potrei vivere senza di lei, che voglio che sia mia moglie, la madre dei miei figli e tu non sei niente in confronto a lei >> dico in un modo arrogante e lei fa un faccia stupita, << Sei uno stronzo Jorge >> poi si volta e se va mentre io sono ancora imbambolato a pensare alle mie parole. Corro a casa e prendo velocemente ciò che mi seve infilo tutto nel borsone alla rinfusa, non volevo più aspettare, dovevo vederla, toccarla, ho bisogno di sentirla vicino a me. Mechi mi vede uscire di corsa, << Dove vai? >> mi chiede lei guardandomi in modo strano, << A riportare a casa Martina >> le dico sicuro di me, correndo verso la macchina per andare a riprendere il mio grande amore.
 
Sull’aereo metto le cuffie e inizio ad ascoltare “Yo te amo a ti “, la nostra canzone, sono così ansioso di vederla che non ci sto più nella pelle. Ho bisogno di sentire il suo profumo, di accarezzarla, di poterla vedere con i miei occhi, davanti a me. Non riesco a stare tranquillo, il mio piede continua a picchiettare a terra ansioso. Quando atterro chiamo un taxi e mi faccio portare davanti alla casa di sua madre. Suono il campanello e faccio un gran sospiro, ammetto di essere davvero nervoso in questo momento poi Mariana apre, << Jorge? >> mi dice guardandomi e poi sorride << Sono così felice che tu sia qui, ti aspettavo a dir la verità >> esclama facendomi entrare. Saluto Paul, che è seduto sul divano, con un cenno di mano, << Lei dov’è? >> le chiedo voltandomi verso Mariana, << E’ su, ma è molto turbata, ha bisogno di sentirsi rassicurata… da te, insomma ha bisogno di te quindi vai… su! >> mi dice come un ordine e salgo le scale, mi manca l’aria, vedere Martina è ciò che desidero di più ma ho paura che lei mi respinga, che non abbia voglia di vedermi, di starmi vicino ma io ne ho bisogno, come l'aria. Busso piano, << Cosa c’è mamma? >> dice lei e appena sento la sua voce il mio cuore si ferma, mi rendo conto di quanto mi sia veramente mancata, anche soltanto sentire il suono della sua voce mi fa venire i brividi e poi lentamente apro la porta. La vedo stesa sul letto con la faccia stanca e triste, appena incrocia i miei occhi mi guarda stupita per qualche secondo, come se avesse appena visto una fantasma o avesse avuto una visione. Spalanca gl'occhi incredula del fatto che io mi trovi li davanti a lei, non riesco a capire cosa prova, se è contenta oppure noi e poi come un fulmine corre verso di me e mi abbraccia. Mi abbraccia come se fossi tornato dal mondo dei morti, come se non mi volesse più lasciar andare e io faccio lo stesso con lei. La stringo a me promettendomi di non lasciarla più andare. Il suo profumo mi invade le narici e mi sento molto meglio, il contatto con la sua pelle mi fa calmare. << Mi dispiace >> dice lei piangendo, << A me dispiace >> ribatto allontanandomi poco da lei per asciugargli le lacrime e gli poso un delicato bacio sulle sue labbra salate per via del pianto, << Stai tranquilla sono qui >> sussorro appoggiando le mie mani sul suo viso accarezzandola. Poco dopo, quando si il pianto è cessato è l'ho stretta a me, ci sdraiamo sul letto abbracciati, << Avevo paura >> ammette << Non sapevo come dirtelo e mi dispiace così tanto... io ho davvero bisogno di te >> mi dice stringendomi, << Lo so amore mio >> rispondo << E io non dovevo arrabbiarmi così, so che per te non è facile, so come sei e che avevi bisogno di pensarci >> le dico ancora felice per averla tra le mie braccia che in questo momento è tutto quello che voglio, la cosa che desidero di più. << Come faremo? Abbiamo un sacco di lavoro, le canzoni, dobbiamo incidere e organizzare il tour e... come faremo? >>, << Martina stai calma, puoi prenderti una pausa, le canzoni puoi scriverle anche mentre sei incinta e il tour può aspettare finché non sarà possibile gestire il tutto, vedrai che andrà tutto bene, non serve che tu faccia tutto di fretta, vedrai che i tuoi fans capiranno e che saranno entusiasti quando appena sarai pronta ricomincerai a fare il tour >> le spiego e lei sembra tranquillizzarsi << Come fai a renderlo semplice? >> mi domanda lei << E se io non fossi all’altezza di fare la madre, se ti deludessi? E poi tu li vuoi dei figli? >> chiede iniziando a spaventarsi, << Tu sarai all’altezza perché sei meravigliosa e non mi deluderai, sai anche io ho paura di fare il padre ma impareremo insieme e si Tinita li voglio dei figli soprattutto con te >> la guardo dolcemente picchiettandogli il dito sul naso, << Solo tu sai convincermi di questo >> dice con gl’occhi lucidi pieni di lacrime e io la bacio. Gli do uno di quei baci intensi per farle capire che ci sono, che io credo in lei e lo farò sempre. Quando mi stacco dalle sue labbra le sorrido, << Allora diventeremo genitori! >> esclamo io, << Si, diventeremo genitori >> ripete lei e poi sorride, finalmente sicura di se. << Ho scritto una canzone >> mi dice poi << che parla di te >> continua, << Sono contento di sapere che mi pensavi >> le sorrido in un modo un pò malizioso, << Io ti penso sempre >> ribatte lei rendendomi ancor più felice. Anche io sto scrivendo una canzone per lei ma sarà il mio regalo di compleanno, uno dei tanti perchè voglio stupirla, perchè se lo merirta e io farò di tutto per rendarla più sicura di se. << Fammela sentire >> gli dico poi, << Ora? >> mi domanda lei guardandomi con un aria strana, << Si ora >> ribatto io, ho bisogno di vedere la mia Tini, quella di sempre, che ama cantare, scrivere, che ama me. Lei sia alza dal letto, va verso la scrivania e mette la base e poi inizia a cantare. << Easy come, easy go for a minute, I can’t keep my hands off you. You’re a million dollar bill don’t forget it, I want to spend my time on you. And I been wondering from morning to night, stuck in delirium, I’m losing my mind, do you feel it? Do you fell it? Fell so real, real, real… >> lei mi sorride e io ricambio, questa canzone l’ha scritta pensando a me, è quello che io sono io per lei. << You’re my great escape, feels so good to give away, and with every breath you take, i can’t helm myself, i can’t help myself >> il ritornello dice che io sono la sua via di fuga, ed era vero, perchè per Martina sono come un punto fermo, perchè con me lei riesce a far sparire le sue paure e riesce ad evadere da quel mondo di insicurezze. Amo vederla così, perchè quando canta esce la vera Martina, quella pura. << Wide awake , want to stay tunnel vision, falling for sweetest sin, I want to taste everything when we’re kissing, i love it when we’re skin to skin. And I been wondering from morning to night, stuck in delirium, I’m losing my mind, do you feel it? Do you fell it? Fell so real, real, real… You’re my great escape, feels so good to give away, and with every breath you take, i can’t helm myself, i can’t help myself >>. Lei continua a cantare e io sono felice, sto per diventare genitore e sta succedendo con la persona che amo di più al mondo. Quando finisce mi guarda << Ti piace? >> mi chiede, << Moltissimo >> le rispondo alzandomi dal letto e riprendendola tra le mie braccia, << Credo che la metterò nel mio nuovo disco >> borbotta lei. io le sorrido e poi si accoccola a me, << E' una canzone stupenda, piacerà a tutti, io la mo già >> e la stringo a me. Ci addormentiamo abbracciati, stretti l'uno all'atra, è come se non lo facessi da tanto tempo, mi sento così bene vicino a lei che odiavo non averla con me in queste notti, e ora non voglio più lasciarla andare, il suo corpo caldo vicino al mio mi fa sentire bene. La mattina seguente diciamo a Mariana che io e Martina torniamo a Buenos Aires, << Sono contenta per voi >> ci dice sorridente << Non ci credo che diventerò nonna >> continua poi ridacchiando, << E’ strano vero? >> dice Martina, << Non è strano >> le dico io << E’ la vita >> sorrido e lei ricambia. << Partiamo stasera... dovrò scusarmi con tutti per essermene andata >> borbotta Martina guardandomi poi, << Si soprattutto con Lodo, Mechi e Fran >> la guardo io, << E io verrò a trovarti settimana prossima per il tuo compleanno va bene? >> le dice la Madre che le sorride, << Mi sono di nuovo dimenticata che fra poco è il mio compleanno >> borbotta Martina picchiando la mano sulla testa, << Non preoccuparti perché lo ricorderai, eccome se lo ricorderai >> le dico io punzecchiandola suscitandogli curiosità.

Autore: Ho pubblicato ora il capitolo perchè domani non riesco! Spero che vi sia piaciuto, finalmente di sono chiariti. Venerdì ci sarà il prossimo capitolo che sarà moltooo bello!! :) Fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie come sempre a tutti quelli che leggono, davvero GRAZIE! <3
 
   
 
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