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Autore: kithiara    08/12/2016    8 recensioni
Quattro amici, una serata in un locale non convenzionale e una scommessa apparentemente semplice da vincere. Niente va come previsto.
E' una Destiel, con ben più di un accenno Sabriel, ambientata in un universo parallelo e che vede un'interessante coppia Virgin!Dean & Stripper!Castiel.
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Eccoci al terzo capitolo, sono felice che la storia stia piacendo e spero che questo capitolo non deluda le aspettative e accontenti un po’ tutti (amanti della Sabriel, in fondo a tutto trovate un pensierino per voi).
Ricordo che la storia ha un rating arancione e non rosso, questo perché, malgrado io adori le scene hot, non sono il massimo a scriverle…chiedo perdono e spero che apprezzerete comunque.
A presto e grazie ancora a chi segue, legge, recensisce o anche solo passa di qui.
Chiara

 
 
 
Capitolo3
 
Dean Winchester è sorpreso.
Non solo quel locale gli piace, ma sono lì dentro già da un po’ e lui non si è ancora lamentato né della musica che, malgrado non sia nelle sue corde, almeno ha un volume accettabile, né delle luci che sono piacevolmente soffuse e non impediscono la vista.
Per di più ha scoperto con piacere che il bar è veramente ben fornito e che la ragazza dietro al bancone, con la quale Benny sta flirtando ormai spudoratamente, sembra essere piuttosto simpatica.
Tutto questo senza contare che, ovunque si giri, dalla sua posizione privilegiata al bancone del bar, vede ballerini in abiti succinti che con movenze a dir poco ipnotiche e provocanti giocano a catturare l’attenzione del pubblico.
La sua attenzione.
Sì, potrebbe giurare di aver visto uno o due di quei ballerini lanciare verso di lui sguardi ammiccanti, a cui lui potrebbe, solo potrebbe, aver risposto con un accenno di interesse.
Ma tutto qui.
Nulla di speciale, nessuno che abbia veramente attirato la sua attenzione.
Nessun paio di occhi blu magnetici, nessun trench beige svolazzante, nessuna cravatta provocante, nessuno come…Castiel.
 
“Ehi fratello, cos’è quella faccia, sembra che ti abbiano rigato la macchina!” gli chiede Benny ridendo.
Dean sorride all’amico su di giri.
A quanto pare la ragazza, che ha scoperto chiamarsi Anna, pare ricambiare il suo interesse.
Si sono già accordati per vedersi alla fine del suo turno.
E’ piuttosto certo che Benny l’abbia conquistata quando le ha detto che lei è l’unica persona veramente interessante del locale. Banale forse, ma sempre d’effetto.
Dean gli sorride, ammettendo fra sé che sì, forse è un po’ invidioso dell’amico e del suo programma per la serata.
 
“Perché non fai come tuo fratello? Mi è parso che lui si divertisse parecchio.” aggiunge Benny ammiccando
Dean corruga la fronte ripensando al comportamento di Sam di poco prima, al modo in cui se n’è andato con quel tipo…quel Gabriel.
Lasciamo stare il fatto che Dean non si aspettava di rivedere quel tipo proprio lì ed è rimasto quindi impalato senza dire una parola.
Lasciamo stare anche il fatto che ok Sam e quel tipo si conoscevano effettivamente, ma ehi lui micca può conoscere tutti gli amici di suo fratello!
Quello che continua a tormentarlo invece è quella sensazione fastidiosa che si chiama Sam mi ha mentito.
 
Sam gli aveva mentito. Perché? Perché non dirgli semplicemente che lui conosceva quel locale? Che lui frequentava quel locale.
E’ certo che il problema sia tutto lì, Sam non voleva che lui sapesse.
 
“Tu lo sapevi?” chiede quindi, rivolto all’amico
“Di Sam?” Benny non finge nemmeno di non sapere di cosa Dean stia parlando “Sì, lo sapevo.”
“Perché non me l’hai detto?”
“Perché erano affari suoi.” risponde facendo spallucce
“Ma quindi…lui e quel tipo…insomma, loro si frequentano?”
“Dee, mi hai preso per la sua balia? Non ho la più pallida idea di cosa faccia tuo fratello con quel tipo…grazie a Dio aggiungerei. Sam è adulto e vaccinato ed è anche piuttosto intelligente, quindi immagino che sappia quello che sta facendo.”
“E’ mio fratello Benny! E io nemmeno sapevo che lui…”
“Che cosa, che giocasse nella tua stessa squadra?”
 
Non si può certo dire che Benny non sia un tipo diretto.
 
“Non penso che questo faccia una gran differenza, non ti pare?” continua guardandolo serio “Almeno per me è così. Siete miei amici, a voi piacciono gli uomini, a me piacciono le donne, punto. Se non altro so che quando sono fuori con voi non devo preoccuparmi che mi soffiate le ragazze…sai, visto che siete entrambi comunque più belli di me.” aggiunge ridacchiando e rifilandogli un’amichevole pacca sulla spalla.
“Gli parlerai e lui ti spiegherà. E sarete fratelli come prima, forse più di prima.” conclude scolandosi l’ennesimo bicchierino, ringraziando Anna che glielo ha messo davanti e facendole poi un occhiolino complice.
 
E la faccenda è così liquidata.
Almeno per Benny. E comunque lì ci sono solo loro, visto che anche Crowley è sparito chissà dove, non che Dean abbia seriamente pensato di chiedere consiglio a lui sul comportamento di Sam.
Probabilmente sarebbe inutile. Anzi, per quanto ne sa, non è da escludere che anche Crowley sia già a conoscenza delle preferenze sessuali del suo fratellino.
 
Comunque Dean non ha poi tutta questa voglia di continuare a pensare al suo fratellino che se la spassa con quel tipo, c’è un altro pensiero che lo sta attanagliando da quando ha visto Gabriel con Sam…e ovviamente ha a che fare con Castiel.
O per meglio dire sono tutta una serie di immagini, una più imbarazzante dell’altra, a farsi largo nella sua mente, perché diciamocelo…se Gabriel è uno stripper (e chiaramente lo è, a meno che vestirsi di lustrini dorati per lui sia normale), perché non potrebbe esserlo anche Cass?
Insomma, Dean ricorda bene le occhiate e il tono malizioso che aveva usato il moro…nel vicolo lì fuori Dean si era sentito in qualche modo corteggiato, no…circuito e poi insomma, le risposte così evasive, le occhiate intense e quel modo di fare decisamente ambiguo.
 
Tu chi vuoi che io sia?
 
Un brivido di qualcosa di molto simile all’eccitazione gli scorre lungo la schiena, mentre ripensa alle parole del ragazzo, che improvvisamente sembrano aver acquistato tutto un nuovo significato.
Scuote la testa, come se bastasse quello a togliergli di mente quel pensiero.
 
No basta, deve smetterla di farsi strani viaggi mentali…piuttosto deve mettere in ordine tutti i fatti: per quanto ne sa lui, Castiel potrebbe essere un impiegato di banca, sposato e con figli. Con il vizio del fumo, un corpo da urlo, due occhi capaci di farti infartare e un fratello di nome Gabriel che fa lo stripper…e che magari era venuto solo a salutare.
Micca tutti quelli che hanno un fratello che si spoglia devono essere a loro volta stripper, giusto? E’ come se uno avesse il fratello postino e lui pure dovesse per forza consegnare pacchi.
Non ha senso e…ok adesso si sente decisamente un idiota e ha pure questa fastidiosa sensazione di stare arrampicandosi sugli specchi.
E comunque Dean lo sapeva cosa doveva fare lì Cass, doveva parlare con un certo Balthazar a cui, a quanto pareva, non piaceva aspettare. Ecco, bravo Dean, fatti.
Certo però che l’idea di un Castiel disinibito e lascivo è decisamente più affascinante…
 
“Terra chiama scoiattolo, rispondi scoiattolo!”
Crowley.
“Guarda che ti ho sentito.” Risponde sbuffando all’indirizzo dello scozzese.
“Scusa Dorothy, ma sembravi persa in un mondo tutto tuo. Hai già addocchiato qualcosa di tuo gradimento qui a Oz?”
Nemmeno si prende la briga di rispondergli, ma quello pare non farci caso e continua a ghignare.
“Vieni con me, c’è una persona che devi conoscere.” Afferma in tono mellifluo
E così dicendo lo prende a braccetto (seriamente? A braccetto?) e lo sospinge verso la porta dietro la quale è sparito Sam poco prima. Porta su cui spicca una targhetta che recita PRIVE’.
 
Dean non fa nemmeno in tempo a chiedersi cosa cazzo stia succedendo che si ritrova solo, in una stanza semibuia, con la porta alle sue spalle sprangata. Di Crowley nemmeno l’ombra.
Ricorda solo di averlo sentito sibilare un mi ringrazierai dopo fra i denti mentre lo sospingeva nella stanza.
Sta ancora maledicendolo in tutti i modi che conosce, quando una voce alle sue spalle lo fa letteralmente paralizzare sul posto.
 
“Ciao, Dean.”
 
Dean è certo di essere sbiancato, almeno per un secondo, perché tutto d’un tratto sente troppo caldo alla faccia, come se tutto il sangue fosse rifluito di colpo sulle sue guance e su fino alle orecchie al suono di quella voce roca e graffiante e al modo in cui ha pronunciato il suo nome.
Si volta, le gambe leggermente instabili, le pulsazioni accelerate e davanti a sé, in tutta la disarmante sensualità del suo trenchcoat e della sua cravatta blu c’è lui…Castiel.
“Ti stavo aspettando.”
E a quel punto il cervello di Dean va definitivamente in blackout.
 
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La stanza, che fino ad un attimo prima risuonava di ansimi e gemiti, ora è silenziosa.
Nessuna musica di sottofondo, solo silenzio.
Silenzio e il leggero sbuffare del giovane che gli dorme accanto sdraiato sullo stomaco, la cascata di morbidi capelli scuri a coprirgli il viso, le braccia muscolose allacciate mollemente intorno al cuscino, il lenzuolo che copre a malapena la curva delle natiche sode, lasciando scoperte le lunghe gambe di quel suo gigante bambino.
 
Seduto con la schiena appoggiata alla testata del letto, Gabriel non riesce a trattenere un sorriso compiaciuto.
Quello che ha con Sam è in assoluto il rapporto più appagante che abbia mai avuto in vita sua e non solo per la loro intesa dal punto di vista erotico, ma anche per tutta la marea di emozioni che stando con lui riesce a provare.
Sam lo fa divertire, ma allo stesso tempo lo intenerisce e cosa ancora più apprezzabile, lo fa sentire importante.
E l’ego di Gabriel non può che essergliene riconoscente.
 
Quando lo ha conosciuto gli è sembrato inizialmente solo un cucciolo spaventato, così goffo e impacciato, messo davanti ad una situazione a prima vista più grande di lui.
Era lì quasi per caso, gli aveva detto, per fare esperienza.
E Gabriel di esperienza gliene aveva fatta decisamente fare.
Si era sentito un po’ come una nave scuola per dire la verità, guidando quel giovane e adorabile novellino alla scoperta del suo primo rapporto omoerotico.
Ed era stato tutto una piacevole sorpresa…per entrambi.
Sì perchè l’inesperienza, Sam la compensava assolutamente con la curiosità, la passione e quella certa dose di spregiudicata intraprendenza che apparentemente non gli si sarebbe attribuita.
 
Certo c’erano arrivati col tempo.
All’inizio Gabriel ci era andato piano, partendo con il più classico e innocuo degli spettacoli privati dove certo si spogliava, ma nei quali generalmente non ammetteva altro, né baci, né carezze di nessun genere.
Uno spettacolo come tanti, per un cliente come tanti. Questo era quello che si era detto.
Peccato però che quel ragazzo gli fosse piaciuto da subito, il modo in cui gli aveva sorriso, il modo in cui i suoi dolci occhi verdi lo avevano seguito con timore reverenziale per tutto il tempo, quasi beandosi di ogni movimento e quelle grandi mani che sfregavano nervose contro la stoffa dei jeans…si era sentito lusingato, eccitato anche e la bocca dello stomaco non aveva smesso per un attimo di dolergli per colpa di quella sensazione di calore che l’aveva pervasa.
 
Malgrado le sue convinzioni, si era ritrovato a desiderare di posare le labbra su quelle del giovane, così piene e invitanti. Lo aveva visto martoriarsele tutto il tempo con i denti, premendole fra loro nel vano tentativo di non emettere un suono, mentre cercava di nascondere l’eccitazione che gli stava montando dentro.
E alla fine non ce l’aveva più fatta.
Quando lo spettacolo era volto al termine e il ragazzo stava per andarsene, ringraziandolo, lui gli si era avvicinato e sempre guardandolo negli occhi, lo aveva attirato a sé per il bavero della giacca e aveva fatto combaciare le loro bocche in un bacio leggero.
Poi aveva sorriso davanti alla sua espressione smarrita e gli aveva semplicemente detto ‘Ci vediamo giovedì prossimo ’.
 
Quello era stato l’inizio dei loro giovedì.
Ed era stato tutto un crescendo di emozioni, sensazioni e desideri.
Che Gabriel suscitava e che Sam appagava. E viceversa.
Quello che però Gabriel non aveva previsto e che ancora lo stupiva, era il modo in cui Sam gli era entrato dentro, diventando per lui non solo un mero divertimento fisico, ma una vera e propria necessità spirituale.
Il tutto ovviamente relegato fra quelle quattro mura, che erano diventate il loro rifugio, il loro nascondiglio.
 
Gabriel non sapeva dire se il loro rapporto avrebbe potuto trovare la forza di uscire dalla sicurezza di quel luogo, ma al momento la cosa non lo preoccupava più di tanto, non fino a quando poteva passare anche solo qualche ora con lui…il suo Sam.
Adorava sentirlo parlare, della sua famiglia, del suo lavoro, dei suoi mille interessi, perfino delle sue piccole manie.
Sapeva che aveva avuto un’infanzia difficile, una madre morta quando lui era solo in fasce, un padre praticamente assente e in tutto questo la presenza confortante, ma anche piuttosto ingombrante, di un fratello a cui era comunque molto legato.
 
Dean.
 
Prima di quella sera, Gabriel aveva solo potuto immaginare il volto di questo fantomatico fratello maggiore, Sam non gli aveva mai mostrato nemmeno una foto, ma quando se l’era trovato davanti non aveva potuto fare a meno di notare quanto, malgrado apparentemente molto diversi, i due fratelli in realtà si assomigliassero.
Sam non lo poteva sapere, ma in quel vicolo Gabriel aveva ritrovato negli occhi di Dean che guardavano il suo fratellino Cassie, la stessa luce di malcelata attrazione che aveva visto nello stesso Sam la prima volta che si erano incontrati.
Aveva potuto sperimentare in prima persona quanto potesse essere potente la sensazione di uno sguardo del genere su di sé, per questo non si stupiva che il suo fratellino fosse rimasto così colpito e affascinato dal maggiore dei Winchester.
Oltre al fatto che, non poteva negarlo, il ragazzo si ritrovasse con una carrozzeria decisamente da urlo.
D’altronde, come si dice, il sangue non è acqua.
 
Accanto a lui Sam si stiracchia rumorosamente, rotolando in posizione supina.
Ecco un’altra cosa che Gabriel ha imparato in quei mesi di conoscenza (non può chiamarla a tutti gli effetti relazione), Sam è piuttosto rumoroso.
Non che la cosa gli dispiaccia, ha notato che, soprattutto mentre stanno facendo l’amore, ogni verso che esce da quella bocca desiderabile è per lui assolutamente indispensabile.
Lascia scorrere lo sguardo su quel corpo titanico, sulla pelle abbronzata, sugli addominali scolpiti e sospira, chiudendo per un attimo gli occhi, travolto, come spesso capita, da un sentimento che non riesce a definire, ma che lui chiama la vertigine.
Quando riapre gli occhi, Sam lo sta guardando.
 
“Ciao mio bastoncino di zucchero formato gigante, dormito bene?”
Gli chiede, chinandosi poi a posargli un bacio sul naso.
Lo sente mugolare di piacere e sorride, spostando poi l’attenzione sulle sue labbra socchiuse.
Il bacio che si scambiano è intimo e dolce allo stesso tempo, un bacio da risveglio dal sonno, ma anche un bacio da risveglio dei sensi.
Uno di quei baci che si possono trasformare in poco tempo o in una sessione di sesso bollente o in una di coccole affettuose.
Quando Sam gli infila la lingua in bocca, attirandolo a sé con una mano sulla sua nuca, Gabriel capisce che decisamente quelle non saranno solo coccole.
 
Tuttavia qualcosa non quadra.
Il modo in cui il giovane si avventa famelico sulle sue labbra, mentre le sue mani lo strattonano, lo stringono, percorrendo il suo corpo in rudi e possessive carezze, fa accendere in Gabriel un campanello di allarme.
“Calma tigre!” gli dice scostandosi da lui quel tanto che basta per poterlo guardare negli occhi.
Ma Sam non lo guarda, i suoi occhi sono sfuggenti, le sue guance arrossate.
“Che succede? Si può sapere a cosa devo tutta questa foga?”
Sam non risponde.
“Capisco che tu non ne abbia mai abbastanza, ma…” si blocca a metà frase “Aspetta…non dirmi che è ancora per colpa di quello che è successo prima con Dean.”
Ha l’aria colpevole, lo vede da come stringe le labbra in una linea sottile.
 
Gabriel sospira, si solleva a sedere, passandosi poi una mano fra i capelli biondi.
E fissa le sue iridi dorate e a questo punto anche piuttosto incazzate, su Sam.
“Mi pare di averti già spiegato come ho conosciuto tuo fratello.”
“Sì è vero…” risponde l’altro sollevandosi a sua volta a sedere, senza curarsi del fatto che il lenzuolo ora non copra più tutto quello che copriva prima.
Gabriel si costringe a distogliere lo sguardo.
“Allora per quale motivo continui a farmi sentire in colpa come se me lo fossi scopato davanti ai tuoi occhi?”
 
“Io…Gabe…scusa…” lo vede chinare lo sguardo intimidito e ancora una volta non si capacita di come questo ragazzo troppo cresciuto possa essere così insicuro. E’ un brillante avvocato, simpatico, intelligente, di bella (andiamo, solo bella?) presenza, potrebbe avere ogni donna o uomo che vuole solo guardandoli con quei suoi adorabili occhi da cucciolo e invece…oddio eccoli di nuovo.
Gabriel sospira, vorrebbe tanto continuare ad essere arrabbiato, vorrebbe avercela con Sam perché si ostina a non considerarsi abbastanza, a non voler vedere quanto in realtà sia importante…beh anche per lui, soprattutto per lui, ma semplicemente non può.
Perché quel ragazzo riesce a farlo sciogliere come un ghiacciolo lasciato al sole.
 
Avvicina una mano alla sua guancia accarezzandola piano, lo sguardo ora più morbido e gli solleva il mento, costringendolo con delicatezza a guardarlo.
Poi si sporge verso di lui, iniziando a lasciare piccoli baci lungo la linea della mascella, baci umidi e leggeri.
Lo sente sospirare e gemere piano, quando alle labbra sostituisce la lingua, iniziando a torturarlo dolcemente, una mano dietro al collo, tuffata fra i morbidi capelli e l’altra che sale e scende lentamente lungo il petto in una languida carezza.
 
Senza fretta lo fa stendere piano sotto di sé, continuando a lambire e a suggere ogni centimetro di pelle di quel corpo che ha imparato a conoscere così bene. Parte dal collo, proprio lì dietro l’orecchio dove sa che gli piace tanto, per poi scendere lasciando piccoli morsi sulla spalla, la clavicola e soffermandosi a stuzzicare coi denti uno dei capezzoli fino a sentirlo rabbrividire di piacere e aspettativa.
 
Le mani di Sam lo cercano con urgenza, lo attirano a sé, lo stringono, questa volta delicate, quasi con riverenza, ma allo stesso tempo desiderose.
Il cuore di Gabriel accelera i battiti, mentre la sua eccitazione cresce.
Inizia a strusciarsi lascivamente contro i fianchi dell’altro che continua a gemere e a chiamare il suo nome, lo sente già duro e così lo prende fra le mani iniziando a pomparlo piano, sente i loro respiri che si fanno sempre più accelerati e non può fare a meno di desiderare di essere già dentro di lui, di perdersi in lui.
Deve farsi forza per non esplodere al solo pensiero del calore di Sam.
 
Mentre si appresta a preparalo, l’ultimo pensiero coerente che fa è che deve dirglielo, deve assolutamente dirgli di non preoccuparsi, che per lui non esiste nessun’altro e che forse è arrivato il momento di darsi una chance anche fuori da lì.
Lui e Sam contro tutti e al diavolo il mondo intero. Al diavolo Dean.
E ad essere sinceri, è abbastanza sicuro che Dean in quel momento abbia ben altro a cui pensare.
 
 
 
 
 
 
 
Siete arrivati fin qui? Grazie.
Allora ecco un pensierino per voi…
Se qualcuno si chiedesse come immagino la scena fra Sam e Gabriel...ecco qui, trovo questa fanart assolutamente perfetta…
https://it.pinterest.com/pin/474989091929565114/



 
  
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