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Autore: jarmione    08/12/2016    2 recensioni
SEGUITO DI KNIGHT REVENGE!!!
Michael si ritrova a dover combattere una battaglia contro se stesso, una battaglia personale per tenere al sicuro Amy.
Sin dall'inizio viene convocato dalla scuola della figlia e dovrà fare i conti con le autorità che intendono portargliela via.
Michael dovrà faticare parecchio per mantenere L'affidamento della bambina e non vederla sparire sotto i suoi occhi.
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Mi farò perdonare...ve lo giuro!!! Vi voglio bene cari lettori e con questo capitolo vi auguro buone feste e fino al nuovo anno mi fermo! (Almeno con questa, aggiornerò la long si Lupin e poi stop davvero fino al nuovo anno) ❤️


5 ANNI DOPO

RC scese da KITT e sbadigliò sonoramente.
Dopo un turno di quasi ventiquattr'ore senza pausa, la voglia di dormire era diventata tale da farlo quasi crollare mentre parcheggiava.
Persino KITT lo aveva avvertito dei parametri, ma lui preferiva finire il lavoro e poi si sarebbe riposato.
"Ottimo lavoro KITT"
"Grazie Reginald"
RC sbuffó "Lo sai che detesto essere chiamato per nome"
"Eppure suona bene"
RC sorrise e gli diede dei colpetti sul tettuccio.
Recuperó le sue cose e, dal garage, sali negli uffici della fondazione, con l'idea di recarsi nella sua stanza a dormire.
Da quando era diventato lui il pilota di KITT, la sua vita era cambiata radicalmente.
Era passato di grado e faceva il lavoro che doveva essere destinato a Michael.
Ancora in quel momento, dopo cinque anni, si chiedeva come faceva a reggersi in piedi dopo turni esasperanti come l'ultimo, che aveva appena fatto, di ventiquattro ore.
Non volle pensarci, gli sarebbe venuto il male di testa.
C'era silenzio nei corridoi, solo la segretaria di Devon era in giro con un sacco di carta in mano.
"Ciao Grace"
"Ciao RC"
Mentre lui le passava di fianco, le lancio un occhiata di intesa, che venne ricambiata con un sorriso.
"Potrei essere tua madre, ragazzo"
"Allora devi avermi avuto all'età di dieci anni"
Lei sgranó gli occhi "Prego?"
"Avrai si e no dieci anni più di me, io ne ho trentacinque"
Grace fece due conti al volo "facciamo dodici"
"Per poco" rise RC.
Grace era una donna di colore stupenda e RC le aveva messo gli occhi addosso da quando lavorava alla fondazione, considerandola la sua personale Tina Turner.
Il problema era che lei lo faceva solo impazzire senza fargli concludere nulla.
E lui, sempre innamorato, la corteggiava da ben sei anni senza successo.
Solo in alcuni casi, Grace, si lasciava andare ad un semplice bacio sulle guance.
RC la imploró qualche istante, poi si arrese e sali in camera sua.
Prima o poi sarebbe stata sua.
Giunto nel corridoio, si bloccò a metà e vide Devon, dal lato opposto, che lo fissava.
Nel giro di cinque secondi esatti, RC iniziò a pensare a cosa aveva fatto per far sì che Devon fosse lì ad attenderlo.
Aveva dimenticato il garage aperto?
Gli venne un flash.
Aveva preso l'ultima merendina, un plum-cake alla ciliegia di cui Devon andava pazzo, dal distributore automatico prima di andare via con KITT.
La risposta ai suoi pensieri non tardò ad arrivare.
"Sorvolerò sull'ultimo plum-cake solo perché hai appena finito il tuo turno e non mi va di tormentarti" disse, lanciandogli un occhiataccia.
RC sospiró di sollievo, per fortuna si era risparmiato la ramanzina...ma gli ordini no
"Sei pratico di lotta?"
RC non capì "Si perché?"
"C'è un giro di lotte clandestine in città" continuó Devon, ignorando volutamente la stanchezza di RC "dobbiamo scoprire chi le organizza, pare ci sia di mezzo anche traffico di droga"
RC volle morire "Adesso?"
"Si, adesso RC"
Sprofondò "Sarò anche pratico di lotta ma non la faccio da tanto, rischio di essere messo al tappeto in due minuti" pregò di poterla sviare.
"RC, ti renderai conto di essere l'unico a cui posso chiedere"
RC annuì.
Da quando Michael se n'era andato le cose erano cambiate drasticamente.
Devon era sempre il capo ma si divideva tra la burocrazia e le ricerche a computer.
RC lo aiutava ma avendo sostituito Michael era sempre fuori e si divideva tra missioni e aiuto manutenzione a KITT.
Era diventato un disastro, ma per fortuna tutto procedeva bene e nessuno aveva avuto lamentele.
"Si lo so...ma Devon..."
"Si RC" lo fermó "so che sei stanco e ti sto chiedendo troppo, ma a chi altro potrei chiedere?"
RC ragionò, era un problema.
"Non possiamo provare?"
Devon cerco di capire, poi intuì "Lo sai che direbbe di no"
"Ma sai anche che sarebbe perfetto"
Devon ragionó e sospiró.
"Non vorrà vedermi"
"Per una sola notte di prigione?"
Devon scosse la testa "Per tutto il resto" maneggió nelle tasche prendendo una fotografia.
"È la foto che ti ho procurato?" Devon annuì "mi spiace che è scappata quando l'ho chiamata"
"Non fa niente...andrò io da lui e proverò a parlarci...anche se non mi ascolterà"
"Tentar non nuoce Devon" commento RC "io vado a dormire, non ci sono per almeno tre ore"
"Una"
"Due e non ti rubo più i plum-cake e ti lascio il budino al cioccolato della mensa" RC Chiuse la porta, prima che Devon aggiungesse altro.
"Tentar non nuoce...fa presto lui...ladro di plum-cake" e se ne andò.
**********
Il sole primaverile era un toccasana, così come la brezza leggera.
La giacca si poteva già togliere e qualcuno era persino in maniche corte.
Michael se ne stava seduto su un ponticello vicino a casa sua, i piedi a mollo nel ruscello e gli alberi che ombreggiavano la zona.
Teneva gli occhi chiusi e respirava quell'aria magnifica.
Dopo il suo breve pernottamento in prigione cinque anni prima e dopo essere scampato ad una denuncia per violenza a pubblico ufficiale, si era trovato una vecchia casa e l'aveva rimessa a nuovo.
Era abbandonata, nella periferia della città, nel giro di pochi mesi e aveva fatto mettere i servizi basilari per vivere e l'aveva arredata con uno stile molto rustico.
Era diventata il suo rifugio e nessuno avrebbe mai detto che Michael avesse certi gusti.
Non era poi così lontano dal centro abitato e poco distante c'era una fermata dell'autobus.
Si era trovato una macchina usata e l'aveva rimessa a nuovo, utilizzandola solo se strettamente necessario.
Tutto era perfetto...o quasi.
Gli mancava Amy, gli mancava come l'aria e ogni volta che ci pensava finiva con il distruggere tutto quello che lo circondava.
Aveva provato una pallina anti stress e persino sedute da uno psichiatra.
Il risultato? Gli aveva letteralmente distrutto lo studio.
Gli aveva chiesto se gli fosse mai venuto in mente che fosse colpa sua l'allontanamento della bambina.
Michael, che aveva frainteso la frase, diede di matto lanciando per prima una sedia fuori dalla finestra e poi ribaltando la scrivania.
Non avevano sporto denuncia solo perché aveva fatto meno danni di un altro paziente che il dottore aveva in cura.
Aveva optato per la solitudine, se doveva provare dolore era meglio l'auto distruzione che un tizio che si nascondeva dietro una scrivania con registratore.
Sospiró e poco dopo si alzò.
Recuperó le scarpe ed entró in casa.
Decise di farsi un the caldo, lo aiutava a stendere i nervi.
Preparó il bollitore e accese il fuoco.
Nell'attesa si guardò attorno, soddisfatto del lavoro svolto in cinque anni dentro quella casa.
Non era amante dei quadri, non ce n'era neanche uno, ma di fotografia si.
Solo alcune, però, avevano ottenuto il posto sulla parete.
Una di esse, ritraeva Michael seduto sul cofano di KITT.
Si ricordava quel giorno.
Avevano appena rimesso a posto KITT, aggiunto pezzi e innovazioni.
Gli mancava anche lui, il suo migliore amico, suo fratello.
Un altra ritraeva Devo e RC.
Devon in posa con un lieve sorriso e RC con i pollici in alto e un sorriso smagliante.
Anche Michael sorrise.
Nella terza foto c'erano lui ed Amy sulla spiaggia, durante un tramonto.
E nella quarta, ed ultima foto, c'era ritratta Bonnie.
La sua amata Bonnie.
Si era recato al cimitero si e no quattro volte, da quando aveva lasciato la fondazione.
Si sentiva in colpa per il suo comportamento vergognoso bei confronti della sua amata.
Anche se ormai non era più in vita, non trovava il coraggio di recarsi a salutarla.
Si chiedeva con che faccia poteva presentarsi sulla sua tomba, dopo che gli avevano portato via Amy.
Qualcosa che avevano creato, lui l'aveva distrutto.
Qualche istante dopo, avverti un rumore di motore avvicinarsi e spegnersi vicino alla sua abitazione.
Ebbe un brivido di freddo lungo la schiena.
Spense il bollitore, che nel frattempo aveva fischiato e ricordato a Michael che il the era pronto, poi uscì.
Si fermò sulla soglia della porta e osservó.
C'era una macchina grigia sul suo vialetto, una macchina abbastanza antica e parecchio costosa.
Era lucidata a dovere e brillava sotto la luce del sole.
Michael incrocio le braccia e attese che il guidatore scendesse.
Quando ciò avvenne, senti un tuffo al cuore ma mantenne comunque uno sguardo serio.
Devon scese dalla macchina e chiuse la portiera.
Prima di avvicinarsi, rimase immobile ad osservare Michael con un mezzo sorriso che gli spuntava sulle labbra.
Era felice di rivederlo, ma non poteva dire lo stesso per lui.
Il silenzio che scorreva era glaciale e l'impulso che Michael aveva di prenderlo alla gola era forte, si tratteneva solo per rispetta dell'età di Devon.
"Ciao Michael"
Non ci fu risposta, Michael rientro in casa, lasciando però la porta aperta.
Devon sospiró, chiuse la macchina e lo segui entrando.
"Ti sei sistemato bene, hai buon gusto in fatto di arredamento" cerco di attaccare bottone ma sapeva non essere nella posizione per farlo.
Michael continuava a stare in silenzio, lo sguardo cupo e l'intento di fare strage.
Si versó una tazza di the caldo e né fece una anche per Devon
"Grazie" tamburelló con le dita sulla tazza, prima di dare un sorso "ti porto i saluti di RC e di KITT" ancora nulla.
A quel punto sospiró e decise di andare dritto al sodo, tanto sapeva che Michael non era stupido
"Sono qui per farti una proposta e...per Amy"
A quelle parole, Michael drizzò le orecchie e finalmente si decise a guardarlo negli occhi.
Devon frugó in tasca e tirò fuori una fotografia che ritraeva una ragazza di sedici anni con un vestito rosso.
Michael iniziò a tremare.
  
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