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Autore: Sophja99    08/12/2016    0 recensioni
Il Natale è certamente la festa più magica di tutto l'anno, e ho voluto celebrarla scrivendo questi brevi racconti, ognuno dei quali parlerà di un momento di vita quotidiana, ricollegato a questa magnifica festività.
Raccolta di storie scritte per la Challenge Natalizia indetta da “Il Giardino di Efp”. Partecipa a "Christmas Challenge" indetto da _Jadis sul forum di efp.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Tutta colpa di due calzini

 

Con quei calzini era stato amore a prima vista; da quando Samanta li aveva portati a casa, dicendo alla madre che le erano stati regalati dalla nonna, e lasciati sul divano, lui non aveva fatto altro che guardarli e bramarli. Erano rossi, con delle strane figure marroni. Era abbastanza certo che rappresentassero un animale, perché aveva quattro zampe come lui, ma la testa aveva due strane... cose. Sembravano dei bastoncini e lui adorava i bastoncini, soprattutto quando Samanta li tirava e lui correva a riprenderli. Insomma, alla fine non era riuscito a frenarsi e li aveva mordicchiati. In fondo, lui che ci poteva fare? Se gli mettevano davanti due calzini, oltretutto rossi, il che non li faceva passare affatto inosservati, non potevano anche pretendere che lui sarebbe stato tutto il tempo ad osservarli, senza assaggiarli. Era più forte di lui.

Mentre era ancora intento ad annusarli e leccarli, sentì suonare il campanello, un rumore forte e squillante, che lui aveva imparato ad attendere con trepidazione, perché significava che qualcuno stava per entrare. Qualcuno da annusare, seguire e con cui giocare. Corse alla porta, che venne spalancata dalla madre di Samanta, e poco dopo apparve proprio lei, riconoscibile anche se mezzo viso era coperto da una grande sciarpa. Non aveva mai capito che bisogno avessero le persone di vestirsi così pesantemente; quando usciva, lui non aveva freddo e non sentiva affatto il bisogno di coprirsi con tanti strati di vestiti. Quello era uno dei tanti interrogativi che non sarebbe mai riucito a risolvere. Eppure, tutti questi pensieri vennero immediatamente scacciati dall'arrivo di Samanta, verso la quale si precipitò subito, arrampicandosi sulle sue gambe.

«Ciao, Toby!» disse la ragazza, piegandosi e grattandogli la testa. Il cagnolino aprì la bocca e tirò fuori la lingua, estasiato da tutte quelle coccole. «Come stai, piccolo?»

Era il momento: il viso di Samanta era a poca distanza da lui e gli mancavano pochi centimetri per leccarla. Era da troppo tempo che non lo faceva e quello sembrava essere il momento più propizio. Spesso gli era capitato di vedere, mentre se ne stava sdraiato sul divano insieme a Samanta, nella scatolina magica delle persone che si baciavano sotto una specie di erba, il vischio. O, almeno, così lo aveva chiamato Samanta, quando, in lacrime, aveva detto «Anch'io vorrei essere baciata così sotto il vischio». Ancora cercava di capire perché stesse piangendo guardando quel “film”, un'altra parola sentita pronunciare da Samanta, ma, almeno, aveva imparato cosa fosse il vischio, lo stesso appeso sulla porta di casa, sopra di loro. Sì, era il momento perfetto. “Per una leccata perfetta” pensò il cagnolino, mentre si issava sulle ginocchia di Samanta e si avvicinava con la lingua di fuori alla sua guancia. Ma lei si rialzò subito, senza dargli il tempo di farlo e presto comprese anche il motivo.

«Toby!» lo sgridò, con lo sguardo puntato al divano. «I miei calzini con le renne!»

Oh, ecco che cos'erano questi strani animali. Renne. Beh, al momento aveva problemi più seri: Samanta era arrabbiata con lui e dubitava che ora avrebbe più avuto la possibilità di leccarla o di ricevere altre coccole.

La ragazza sollevò i due calzini ed esaminò il misfatto. «Almeno non li hai completamente distrutti. Basta lavarli e potrò riutilizzarli.» Toby si tranquillizzò: ora Samanta non era più tanto arrabbiata e forse c'era ancora speranza.

«Vedi di non toccare più i miei calzini» lo ammonì la ragazza. Le orecchie del cagnolino si tirarono indietro e si appiattirono sulla testa per mostrare il suo risentimento; Samanta, guardando il suo tenero muso, non riuscì a rimanere arrabbiata ancora a lungo e infine cedette: «D'accordo, sei perdonato.» Gli venne vicino e accarezzò amorevolmente la sua testa. Toby in risposta abbaiò, felice.



Angolo dell'autrice:
Non so da dove mi sia venuta l'idea di questa storia. Davvero, non ne ho idea. :D Semplicemente ho associato la splendida citazione dei prompt con la foto di un adorabile cagnolino ed è nata questo racconto (senza dimenticarci dei calzini con le renne). Volevo provare a scrivere qualcosa di un pizzico più divertente, dal punto di vista del cagnolino della foto, e questo è il risultato.



Prompt:

Citazione: "Sotto il vischio, il tempo parve fermarsi. Il tempo era perfetto per una perfetta giornata di Natale.
"Per un bacio perfetto", pensò.
Finché lui non fece un passo indietro."

Canzone: Twelve days of Christmas

Parola: Calzini con le Renne

   
 
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