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Autore: Arvati77    09/12/2016    4 recensioni
Mancavano ormai poche ore alla finale del Gran Prix. Victor osservava il mare che si distendeva davanti ai suoi occhi. Quel posto gli ricordava l'oceano di Hasetsu...
(one shot ambientata nel finale del decimo episodio)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti di noi'
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My two L

 

 

Mancavano ormai poche ore alla finale del Gran Prix. Victor osservava il mare che si distendeva davanti ai suoi occhi. Quel posto gli ricordava l'oceano di Hasetsu. Anche Yurio se ne era accorto. Yurio... l'aveva appena visto e si era sentito rinfacciare con rabbia: Victor Nikiforov è morto. E forse, in un certo senso, Yurio aveva ragione. Il vecchio Victor era morto, per lasciar spazio ad uno nuovo... Era felice per il suo giovane amico, se amico lo poteva considerare, felice che finalmente avesse trovato tanta determinazione. Come era accaduto a lui. Quando lasciò la Russia per raggiungere il Giappone, stava attraversando un momento difficile. Si sentiva perso, svuotato. Aveva vinto tutto quello che poteva vincere. Era il re del pattinaggio artistico. Non aveva rivali... eppure... eppure gli mancava qualcosa, mentre l'entusiasmo e la grinta dei primi anni stavano via via scemando in lui. I suoi occhi si posarono sull'anello che, la sera precedente, Yuri gli aveva regalato. Sì, proprio così... Si erano scambiati degli anelli. E l'idea era stata di Yuri. Come ringraziamento, aveva detto. Victor si passò una mano tra i capelli e sorrise. Aveva giocato un po' sul significato di quei gioielli, quando lui e Yuri si erano ritrovati in un locale insieme agli altri ragazzi in gara per la finale, anche se... ciò che disse in quel frangente, non era del tutto uno scherzo. Almeno lui non lo sentiva come tale.
Victor ripose le mani in tasca e volse gli occhi in alto, verso il cielo. Una pungente brezza gli sfiorò il viso. Poi di nuovo tornò a guardare davanti a sè. Terminata la gara, a prescindere dal risultato, sarebbe tornato ad Hasetsu insieme a Yuri. E avrebbe continuato ad allenarlo. Sarebbe rimasto il suo coach per accompagnarlo fino al termine della sua carriera. E poi... e poi... In verità, non voleva essere soltanto il suo coach, ma dirgli una cosa del genere adesso l'avrebbe destabilizzato troppo, compromettendo l'esito della gara. Yuri meritava la medaglia d'oro. E lui, in qualità di suo allenatore, doveva porsi come un punto fermo, doveva sostenerlo se avesse vacillato, doveva essere la sua sicurezza nei momenti di sconforto. Come aveva fatto fino a quel momento. E come avrebbe fatto finchè gli fosse stato concesso... Però non poteva mentire a se stesso. Quel ragazzo gli aveva trasmesso qualcosa di unico, che mai aveva provato prima in vita sua. Gli aveva dato delle emozioni nuove, e gli aveva fatto riscoprire quelle che temeva di aver perduto. Era come se l'avesse fatto rinascere. Perché Victor era bravo a mostrarsi forte e sicuro. Era bravo a fingersi fin troppo pieno di sè. Era bravo con la sua prontezza di spirito a destreggiarsi in ogni situazione. Ma a volte, dietro ai suoi sorrisi, erano nascoste delle brucianti lacrime. E dietro la sua determinazione, c'erano dubbi e paure. Dietro al Victor che tutti credevano di conoscere, ce n'era un altro, che nessuno avrebbe mai dovuto vedere... nessuno... tranne Yuri. Yuri, che non aveva paura di manifestare la propria debolezza. Che sapeva ancora piangere, e cercare in un abbraccio la tenerezza di cui aveva bisogno. Forse nei gesti era meno spontaneo di Victor, più trattenuto, mentre Victor, quando aveva un'idea per la testa, non ci metteva molto a metterla in pratica. Ma se si parlava di emozioni, allora, le parti erano invertite. Tuttavia, qualcosa stava cambiando. Victor sapeva di aver scoperto in Yuri le sue "due L": life and love. Vita e amore... Non ci aveva mai pensato, per oltre vent'anni, ma dopo aver conosciuto Yuri, dopo essere diventato il suo allenatore, nulla era più come prima. Nè avrebbe potuto tornare ad esserlo.
Victor Nikiforov è morto... Yurio non era andato lontano dalla realtà. Victor era rinato, scoprendo nuove sensazioni, nuovi obiettivi, nuovi bisogni. Yuri gli aveva sconvolto l'esistenza, e lui gliel'aveva lasciato fare. Anzi, aveva fortemente desiderato che lo facesse.
Victor guardò di nuovo l'anello al suo dito, sollevando la mano in direzione del sole. Sorrise sentendo il cuore leggero e respirò a fondo l'aria del mattino. Il suono del cellulare lo fece sussultare. Prese il telefono dalla tasca del cappotto e lesse il messaggio che gli era arrivato.
Victor, dove sei???
Era Yuri. Victor se lo immaginò seduto sul letto, con i capelli scompigliati e gli occhiali sulla punta del naso, gli occhi puntati sullo schermo in attesa di una risposta.
Arrivo!, gli scrisse per non farlo stare in ansia, e con una confortante gioia nel cuore si diresse verso l'albergo.

 

§§§§§

 

Yuri si svegliò da solo nella camera dell'hotel. Il letto di Victor era vuoto. Il cuore gli balzò in gola ed una incontrollabile ansia lo assalì. Non ci voleva proprio, la mattina della finale. Doveva stare calmo. Ma aveva tremendamente bisogno di Victor, di sentirlo vicino, mentre lui non c'era. Si sedette sul letto, con le gambe incrociate. Frettolosamente si mise gli occhiali, che gli scivolarono sulla punta del naso. Poi afferrò il cellulare e mandò un messaggio al suo coach. Dopo poco gli giunse una risposta: Arrivo!, ed il suo cuore riprese a battere normalmente. Stiracchiandosi e sbadigliando il ragazzo raggiunse il bagno. Osservò nello specchio la propria immagine riflessa. Era finalmente arrivato il gran giorno. Si era qualificato per miracolo, ma alla finale avrebbe dato il meglio, per non deludere tutti quelli che tifavano per lui, e soprattutto per non deludere Victor. Gli doveva molto, anzi, gli doveva tutto. Era per merito suo che aveva recuperato la fiducia in se stesso. Per merito suo non si era ritirato prima del tempo ed aveva trovato la determinazione necessaria per giungere alla finale del Gran Prix. Gli era stato vicino. L'aveva spronato, sostenuto, rimproverato. Per ringraziarlo, gli aveva regalato quell'anello e gliel'aveva messo al dito, e lui poi aveva fatto lo stesso. In effetti, era un regalo un po' strano, ma Victor pareva averlo gradito. Sembrava esserne rimasto piacevolmente sorpreso. Certo, poteva risparmiarsi quella battuta sul fidanzamento, davanti agli altri, ma a dirla tutta, a Yuri non era dispiaciuto sentirlo parlare così, anche se si era sentito tremendamente in imbarazzo. Comunque, inutile rimuginarci su. Era soltanto un gioco, uno scherzo... niente di più... Anche se, per un momento, Yuri aveva quasi pensato che Victor stesse facendo sul serio. Avrebbe voluto chiederglielo. Avrebbe voluto dirgli tante cose. Ma non poteva farlo ora, prima di una gara importante come quella che stavano per affrontare. Doveva concentrarsi sulla sua esibizione, dare il meglio di sè, e solo dopo avrebbe potuto guardare Victor dritto negli occhi e confessargli tutto ciò che si agitava in lui.

 

§§§§§

 

Victor rientrò in camera quando Yuri era ormai pronto per uscire. Sostò un attimo sulla porta, poi fece qualche passo in avanti verso il ragazzo.
"Andiamo, è ora." disse, in tono quasi solenne.
Uno scambio di sguardi tra i due. Gli occhi di entrambi caddero sull'anello al dito dell'altro. Si sorrisero. Le loro labbra si socchiusero contemporaneamente, come a voler dire qualcosa. Ma nessuna parola corse tra loro. Soltanto un intenso, lungo silenzio, che culminò in un abbraccio, di cui entrambi avevano bisogno. Poi Victor afferrò la mano di Yuri ed insieme lasciarono la stanza.
"Sai cosa sono le due L?" domandò il più maturo dei due, mentre si avviavano alla hall.
"A dire il vero... no." ammise l'altro curioso.
"Ne parleremo quando avrai vinto la medaglia d'oro." concluse Victor, sorridendo divertito, e Yuri lo osservò in silenzio, sorridendogli a sua volta e pensando tra sè:
"Vincerò, Victor. E lo farò per te.".

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di Mitsurō Kubo, Sayo Yamamoto. Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.

   
 
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