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Autore: Ella_Sella_Lella    20/05/2009    1 recensioni
Le storie(Che possono essere a dupilici capitoli)sono per ogni peccato.(Alla fine sono collegate)
-Superbia(Kai Hiwatari)
-Avarizia(Queen)
-Lussuria(Mystel)
-Invidia(Mariam)
-Gola(Max Mizuharara)
-Ira(Boris)
-Accidia(Takao Kinomiya)
Spero leggiate ...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Mariam, Max Mizuhara, Takao Kinomiya
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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7 Peccati capitali

Kurenai88 : Ok spero di aver dato a Mystel il suo giosto  merito ... Lo spero veramente, perchè come ti ho detto, sono sempre stata molto vergonosa ... Con il sesso, menter con la sensualità non ho mai avuto problemi, quella la uso quando ballo, con lo stile Jazz, va be questi sono i miei casi strani ...
Mariam, si con l'invidia ci sta, si c'è lo potrei mettere ... Ci evo riflettere, perchè pure ad Ira ci starebbe, ma quella volevo riservarla alla  mia, macchina Assasina, preferita ...(Visto che è sempre cauto e calcolatore, gli sbalzi di collera ci stanno).

Ecco il nuovo capitolo.... Lo dedico particolarmente a Miri Miri. (Lussuriosa,Superba, Accidiosa ... Va be di tutto e di più, però l'adoro)

*  


*
 Lussuria 

[Mystel]

Mystel era diverso da tutte le persone già descritte, lui  prima era ingenuo e infantile, essa temente come il suo aspetto suggeriva, ancora oggi suggeriva quest’idea, completamente, sbagliata. Mystell era cambiato, quando un giorno, un ragazzo dal viso pacato ed i capelli rossi, rossi come quelli di rosso mal pelo, si diceva che chi aveva i capelli rossi era posseduto dal demonio, magari se l’avesse saputo nulla sarebbe andato come era andato. Ritornando alla storia, il giorno in cui, un ragazzo dei capelli colore delle fiamme, Brooklyn si chiamava, gli aveva offerto una caramella, una caramella rossa come il sangue, come la passione, come le fiamme e come l’amore. E lui l’aveva mangiata, non preoccupandosi di nulla, le madri, normalmente, dicevano ai figli di non accettare mai nulla dagli sconosciuti, ma Mystel era troppo libero per stare alle regole di convenienza e poi se il rosso sia era presentato,automaticamente, non era più un estraneo. Da allora era cambiato, da allora anche lui, così ingenuo e puro aveva un vizio, la lussuria era il suo vizio.

Però lui non era ne Casanova, ne un Play Boy, per lui l’amore fisico, non era godimento, se puro sesso, era piacere, lo stesso piacere di un artista davanti la sua opera completa, per lui il sesso era arte, era tutta questione di pressione, di tocco e di colori. Bisognava avere atteggiamenti dolci con i timidi, sensuali con gli sfacciati, bisognava sempre dire frasi vere, ne troppo montate ne forzate, frasi sincere. Molti desideravano essere come lui, avere la sua sicurezza, molti volevano essere artisti del sesso come lui, ma nessuno poteva, molti chiedeva a lui consiglio, molti si facevano dare lezioni di seduzione.

Ma Mystel, faceva quel che faceva di natura, non sapeva spiegarlo neanche a se stesso, per lui amare fisicamente la gente, era un bisogno morboso, sentire le pelle strusciarsi, le urla di godimento, erano un suo bisogno, non poteva farne a meno,  la colpa ne era certo era tutta della caramella, quindi tutta colpa di chi gli è l’aveva data, quindi aveva iniziato un viaggio alla ricerca di quel ragazzo, mentre veniva trascinato in un turbine di lussuria, perché quello era il suo peccato.

Era sul ciglio della strada, mentre i suoi lunghi capelli, biondi come i raggi del sole, rilegati in una treccia si muovevano sinuosi con il vento, aveva il braccio sinistro teso, verso la strada, con un pollice all’insù, un’automobile si fermò davanti a lui, al posto di guida c’era un ragazzone, mentre seduto di fianco a lui, c’era una ragazzina dai capelli un po’ particolari, entrambi avevano la pelle bruna, “Dove vai biondo?” disse la ragazzina, affacciandosi dal finestrino, “Non ho una meta!Vado dove mi porta il cuore!” rispose lui sorridente, la ragazza, sorrise, quasi incantata dall’aspetto di quel ragazzo, dai quei grandi occhi acqua marina, che sembravano due grandi distese d’acqua, occhi che incantavano, poi la pelle brillante,  le metteva calore solo a guardarlo, si sarebbe voluta spogliare subito dei suoi vestiti, ma doveva mantenere un pudore. “Vuoi venire con noi, Biondo?” domandò il ragazzo, Mystel annui,  poi salì in macchina, il gigante ripartì.

“Hai un nome biondo?” disse la ragazzina, dalla pelle bronzea, mentre spiava Mystel dallo specchietto centrale, “Mystel … Voi?”, la ragazza sorrise poi disse: “Io sono Ming Ming! Lui è Moses!”, la ragazza continuava a guardarlo incantata. “Dove andate voi?” chiese curioso Mystel, mentre rispondeva seducente agli sguardi di MingMing, allora Moses disse: “Andiamo ad un concerto! Pacifista! Mia sorella aveva preso i biglietti! Per tutti e tre, ma si è sentita male, ma ci ha costretto ad andare lo stesso!”, poi MingMing sbuffò e disse: “Ora ci avanza un biglietto! Vuoi venire?” aveva un sorriso malizioso, “Volentieri!” rispose il ragazzo, qualcosa era scattato nuovamente, la voglia di farlo lo attanagliava e la sua preda sarebbe stata MingMing, si vedeva lontano un miglio, che era aristocratica e annoiata ad andare ad un concerto pacifista, ma da quando lo aveva visto, tutta la noia era sparita, non ce ne era rimasta proprio.

“Tra poco saremo a Osaka!” disse Moses, mentre dava un occhiata fugace alla cartina, “Meno male!” disse MingMing, poi aggiunse: “Questi sedili sono scomodissimi!”, Mystel sorrise fugace, poi si avvicinò alla ragazza, le sussurrò qualcosa al orecchio, la ragazza divenne a primo impatto rosso, poi però si ricompose annuendo a Mystel, Moses non si accorse di nulla.

“Finalmente!” disse soddisfatta MingMing, scendendo dalla auto, era come se fosse stata liberata da una prigione,  come se non rivedesse la luce da non si sa quanto. “Calmati Ming … Tra poco passerai momenti peggiori!” disse scherzoso Moses, poi aggiunse: “Stare tutti accalcati, sudati a strepitare per un non nulla!”, quelle immagini disgustavano pienamente MingMing, però invece sembravano allettare molto Mystel, il biondo mise le mani intono alle spalle della ragazza, mentre seducentemente disse: “Che male c’è a stare tutti vicini … Vicini!”, aveva sussurrato, la ripetizione molto dolcemente, provocando un brivido alla ragazza, Moses invece sembrava essere cieco davanti i due o magari faceva finta di essere cieco.

“Moses io devo andare in bagno!” disse MingMing, il ragazzo annui, poi la guardò era preoccupante lasciare andare in giro MingMing da sola, lei era graziosa e fragile, in quel contesto qualche male intenzionato l’avrebbe potuta rapire, “Vuoi che ti accompagno?” chiese da bravo cavaliere quale era, la ragazza sorrise beffarda, poi disse: “Tranquilla mi accompagna Mystel!”, il ragazzo sorrise malizioso, finalmente avrebbe placato la sua fame, che le era venuta fin dal primo sguardo con MingMing.

“Andiamo ragazzo lussurioso!” disse, maliziosamente, MingMing a Mystel, trascina dolo per il collo della tunica, lui annuiva spensierato, poi la frenò e disse: “Perché non mi fai baciare quelle splendide labbra!” , alzandoli il mento con le dita, “Non qui!” stava trattenendo la ragazzina, ma era difficile, resistere a Mystel, aveva un fascino unico, incredibile, infatti, quando sentì le labbra di Mystel posarsi sulle sue, neon trattenne nulla, le sue bronzee mani, avvolgevano il volto del ragazzo, mentre la lingua di lui, si addentrava dentro la bocca di MingMing.

Ora Mystel bramava avere quella ragazza, voleva che si unissero nella più grande prova d’amore, “Vieni!” le sussurrò dopo essersi staccato da lei, la prese per mano, fino a portarla nel’angolo più buio, li dove non sarebbero potuti essere disturbati, li dove sarebbero potuti essere fuori dal mondo, ma poi dopo che l’avevano fatto, cosa sarebbe stato? MingMing per lui cosa sarebbe stata? Un'altra tacca sulla cinta, un amore di una volta, poi dimenticato … Si MingMing sarebbe stato di sicuro questo,  ma ora non gli importava, ora voleva solo dare sfogo alla sua lussuria, sentirsi appagato dalle urla di piacere, proprie e quelle di lei. Ora desiderava solo quello e nient’altro.

*


   
 
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