Un
Nuovo Dudley
Era il primo
settembre e la famiglia
Potter aspettava pazientemente la partenza del treno per
la Scuola di
Magia e Stregoneria di Hogwarts: un nuovo anno stava per cominciare.
Ginny
rimproverò il figlio maggiore, James
Sirius, perché non smetteva di prendere in giro il
fratellino minore Albus
Severus.
-Al, attento
alla Piovra Gigante: le
piace mangiare quelli del primo anno! Soprattutto se sono magri come
te, vedrai
come ti sgranocchierà le ossa- lo prese in giro, cercando di
non ridere.
-Papà!
Avevi detto che la piovra gigante
non esce mai dall’acqua! Papà! E’ vero
che mi mangerà?- piagnucolò il
ragazzino.
Harry però
era distratto, la sua
attenzione era stata catturata da un uomo a qualche metro da lui;
esterrefatto,
continuò a guardare, non riuscendo a distogliere lo sguardo:
non credeva ai
suoi occhi! Lui non poteva essere
lì!
Forse si stava
sbagliando...magari era un
altro uomo che gli assomigliava, erano passati tanti, troppi anni,
dall'ultima
volta che l'aveva visto...
Dudley Dursley, suo
cugino, camminava
nella sua direzione, e stringeva la mano ad una donna alta, dai corti
capelli
biondi. I due guardavano meravigliati lo scintillante treno per
Hogwarts e
tutto quello che succedeva intorno a loro. Davanti a loro, un bambino
dallo
sguardo curioso e vestito alla babbana- poteva avere l'età
di Albus- giocherellava
con una bacchetta magica, mentre pensava alla sua prima magia.
Aveva fatto scoppiare la torta al cioccolato di nonna Petunia,
perché sua madre
voleva mandarlo a letto senza il dolce! Una vera ingiustizia, a suo
parere. Nonno Vernon stava per avere un infarto e la Nonna,
Petunia, non
la smetteva di gridare.
Harry volto loro le
spalle, leggermente
emozionato, non sapendo bene che fare: quell’uomo era senza
alcun dubbio suo
cugino.
Si chiese cosa
dovesse fare: andare a
salutarlo o lasciare che anche quell'ultimo pezzo della sua vecchia
vita
andasse via?
All’
improvviso una manona si appoggiò
sulla spalla dell’uomo, facendolo sussultare.
-Harry?! Harry sei
davvero tu?- chiese una
voce, e prima che potesse dire o fare qualcosa, si sentì
tirare e avvolgere in
un abbraccio.
-Saranno
vent’anni che non ci vediamo!-
esclamò Dudley, lasciandolo andare, senza
però togliergli la mano da
sopra la spalla.- Sono davvero contento di vederti, speravo di
incontrarti
qui!-
-Davvero?- fece
Harry, sorpreso, senza
riuscirsi a trattenersi.
-Certo! Non abbiamo
più avuto tue
notizie... pensavo che Lord Coso ti avesse ucciso!-
-Ehm no, non pensavo
ti interessase la mia
salute, Dudley-.
-Papà!
Dove dobbiamo andare?- chiese il
ragazzino impaziente, interrompendo la strana conversazione.
-Ah quasi
dimenticavo: lei è mia moglie
Jennifer Floy-. La donna sorrise e strinse educatamente la
mano sia a
Harry che a Ginny-. -Lui invece è mio figlio, Robbie Vernon-.
Il bambino
salutò distrattamente, per poi
osservare curioso la gente che lo circondava.
-Loro sono i nostri
figli: Lily, la più
piccola, James e Albus- disse Harry, ancora sorpreso.
-Tu in che Casa vuoi
essere smistato una
volta arrivato ad Hogwarts?- domandò Albus a
Robbie.
-Mamma,
papà di quale Casa parla?- domandò
il bambino, leggermente confuso.
-Albus, giusto? Noi
non siamo maghi,
perciò Robbie è ancora inesperto... non si
è ancora adatto a tutto questo-
spiegò Dudley, indicando con una mano il treno.
-Ma cosa ci fate voi
qui? Tu hai sempre
odiato la magia!- domandò Harry impaziente, che di quella
situazione ci stava
capendo ben poco.
-L' uomo gigante,
quello che mi aveva
fatto crescere la coda da maiale, a metà agosto ha bussato
alla nostra porta,
con una lettera in mano... identica a quella che anni fa hai ricevuto
anche tu;
si è seduto in salotto, frantumandolo fra parentesi, e ci ha
spiegato tutto.
Robbie è un mago! E' stato veramente un trauma scoprirlo,
soprattutto per il
vecchio Vernon... Deve avere preso da
te! E’ strano vero?-.
-Si, stranissimo-
concordò Harry, pensando
che quello fosse proprio l'aggettivo giusto.
-Siamo davvero
contenti per lui... potrà
avere quello che io non ho avuto-.
Il treno
fischiò, ormai mancava qualche
minuto alla partenza.
-Ragazzi è
ora di andare, non vorrete
rimanere qui. Non perdete tempo con Pix, non sfidate a duello nessuno
finché
non avrete imparato, scrivete sempre e tenetevi lontano dalla Foresta
Proibita-
si raccomandò Harry, baciando sulla guancia i suoi due figli
maschi.
Dudley, contento,
strinse a se il figlio:
era così fiero di lui. Sarebbe diventato tutto quello che
lui aveva sempre
desiderato essere; era proprio quello il motivo per cui aveva invidiato
il
cugino in passato; ma ora era cambiato e voleva dimostrarglielo.
L’orologio
della stazione suonò le undici,
gli sportelli del treno si chiusero e i ragazzi si affacciarono dai
finestrini
per salutare i loro genitori, che avrebbero rivisto soltanto a Natale.
-Harry posso parlarti
un attimo di là?-
disse Dudley, indicando una panchina qualche metro più in
là, una volta che il
treno sparì alla loro vista.
-Sì, certo-
Ginny guardo i due
allontanarsi, per poi
cominciare una conversazione sull’educazione magica
dei loro figli.
Dudley
tossicchiò nervosamente. -Vorrei
invitarti a casa mia un giorno di questi, a cen magari... abito nella
vecchia
casa a Privet Drive. Sai, vorrei ricominciare da capo con te. Avere un
vero
rapporto... per poter essere il cugino che non sono mai stato. Ero
troppo
invidioso, so che non ci crederai ma io volevo essere come te. I miei,
lo sai
meglio di me, sono sempre stati contrari a queste stranezze ed io, per
non
deluderli, li ho imitati. Sono stato quasi costretto ad
odiarti. Ma ora
sono diverso, tu mi hai salvato la vita da quei cosi ed io non lo
dimenticherò
mai.-
Harry rimase senza
parole, non si sarebbe
mai aspettato di sentire quelle parole. Il Dudley che aveva davanti a
sé in
quel momento era completamente diverso da quello che aveva salutato
vent'ani fa
a Privet Drive.
Harry sorrise,
tendendo la mano. -Contaci,
Big D!-
-Grazie Harry, sul
serio!- tirò fuori da
una tasca un foglietto e glielo porse. -Questo è il mio
biglietto da visita:
c’è il mio numero di telefono, chiamami quando hai
tempo... oppure mandami un
gufo! - esclamò, ridendo.
-Architetto Dudley
Dursley…- lesse Harry.
-Sei diventato importante- scherzò.
-Beh,
si…abbastanza! Tu invece? Cosa fai?-
-L’auror -
rispose.
-Ehm... sarebbe?-
-Sono un Cacciatore
di Maghi Oscuri-
-Sembra un lavoro
importante e ben
pagato...-
-Beh…sì,
abbastanza!-
-Allora la cena la
paghi tu!-
I due cugini
scoppiarono a ridere e con un
altro abbraccio cancellarono il passato, decisi a
diventare una
vera famiglia.
Seriamente non so da
dove sia uscita... so
solo che volevo provare a scrivere qualcosa, perciò eccomi
qui! E' la mia prima
storia, i consigli sono ben accetti ovviamente :)
G.