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Autore: Mia_hp    20/05/2009    14 recensioni
E se Harry "19 anni dopo" vicino al treno di Hogwarts incontrasse Dudley e la sua famiglia?
Cosa ci fa suo cugino lì?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dudley Dursley, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Un Nuovo Dudley

 

 

Era il primo settembre e la famiglia Potter aspettava pazientemente la partenza del treno per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts: un nuovo anno stava per cominciare.

Ginny rimproverò il figlio maggiore, James Sirius, perché non smetteva di prendere in giro il fratellino minore Albus Severus.

-Al, attento alla Piovra Gigante: le piace mangiare quelli del primo anno! Soprattutto se sono magri come te, vedrai come ti sgranocchierà le ossa- lo prese in giro, cercando di non ridere.

-Papà! Avevi detto che la piovra gigante non esce mai dall’acqua! Papà! E’ vero che mi mangerà?- piagnucolò il ragazzino.

Harry però era distratto, la sua attenzione era stata catturata da un uomo a qualche metro da lui; esterrefatto, continuò a guardare, non riuscendo a distogliere lo sguardo: non credeva ai suoi occhi! Lui non poteva essere lì!

Forse si stava sbagliando...magari era un altro uomo che gli assomigliava, erano passati tanti, troppi anni, dall'ultima volta che l'aveva visto...

Dudley Dursley, suo cugino, camminava nella sua direzione, e stringeva la mano ad una donna alta, dai corti capelli biondi. I due guardavano meravigliati lo scintillante treno per Hogwarts e tutto quello che succedeva intorno a loro. Davanti a loro, un bambino dallo sguardo curioso e vestito alla babbana- poteva avere l'età di Albus- giocherellava con una bacchetta magica, mentre pensava alla sua prima magia. 
Aveva fatto scoppiare la torta al cioccolato di nonna Petunia, perché sua madre voleva mandarlo a letto senza il dolce! Una vera ingiustizia, a suo parere. Nonno Vernon stava per avere un infarto e la Nonna, Petunia, non la smetteva di gridare.

Harry volto loro le spalle, leggermente emozionato, non sapendo bene che fare: quell’uomo era senza alcun dubbio suo cugino.

Si chiese cosa dovesse fare: andare a salutarlo o lasciare che anche quell'ultimo pezzo della sua vecchia vita andasse via?

All’ improvviso una manona si appoggiò sulla spalla dell’uomo, facendolo sussultare.

-Harry?! Harry sei davvero tu?- chiese una voce, e prima che potesse dire o fare qualcosa, si sentì tirare e avvolgere in un abbraccio.

-Saranno vent’anni che non ci vediamo!- esclamò Dudley, lasciandolo andare,  senza però togliergli la mano da sopra la spalla.- Sono davvero contento di vederti, speravo di incontrarti qui!-

-Davvero?- fece Harry, sorpreso, senza riuscirsi a trattenersi.

-Certo! Non abbiamo più avuto tue notizie... pensavo che Lord Coso ti avesse ucciso!-

-Ehm no, non pensavo ti interessase la mia salute, Dudley-.

-Papà! Dove dobbiamo andare?- chiese il ragazzino impaziente, interrompendo la strana conversazione.

-Ah quasi dimenticavo: lei è mia moglie Jennifer Floy-.  La donna sorrise e strinse educatamente la mano sia a Harry che a Ginny-. -Lui invece è mio figlio, Robbie Vernon-.

Il bambino salutò distrattamente, per poi osservare curioso  la gente che lo circondava.

-Loro sono i nostri figli: Lily, la più piccola, James e Albus- disse Harry, ancora sorpreso.

-Tu in che Casa vuoi essere smistato una volta arrivato ad Hogwarts?- domandò Albus  a Robbie.

-Mamma, papà di quale Casa parla?- domandò il bambino, leggermente confuso.

-Albus, giusto? Noi non siamo maghi, perciò Robbie è ancora inesperto... non si è ancora adatto a tutto questo- spiegò Dudley, indicando con una mano il treno.

-Ma cosa ci fate voi qui? Tu hai sempre odiato la magia!- domandò Harry impaziente, che di quella situazione ci stava capendo ben poco.

-L' uomo gigante, quello che mi aveva fatto crescere la coda da maiale, a metà agosto ha bussato alla nostra porta, con una lettera in mano... identica a quella che anni fa hai ricevuto anche tu; si è seduto in salotto, frantumandolo fra parentesi, e ci ha spiegato tutto. Robbie è un mago! E' stato veramente un trauma scoprirlo, soprattutto per il vecchio Vernon... Deve avere preso da te!  E’ strano vero?-.

-Si, stranissimo- concordò Harry, pensando che quello fosse proprio l'aggettivo giusto.

-Siamo davvero contenti per lui... potrà avere quello che io non ho avuto-.

Il treno fischiò, ormai mancava qualche minuto alla partenza.

-Ragazzi è ora di andare, non vorrete rimanere qui. Non perdete tempo con Pix, non sfidate a duello nessuno finché non avrete imparato, scrivete sempre e tenetevi lontano dalla Foresta Proibita- si raccomandò Harry, baciando sulla guancia i suoi due figli maschi.

Dudley, contento, strinse a se il figlio: era così fiero di lui. Sarebbe diventato tutto quello che lui aveva sempre desiderato essere; era proprio quello il motivo per cui aveva invidiato il cugino in passato; ma ora era cambiato e voleva dimostrarglielo.

L’orologio della stazione suonò le undici, gli sportelli del treno si chiusero e i ragazzi si affacciarono dai finestrini per salutare i loro genitori, che avrebbero rivisto soltanto a Natale.

-Harry posso parlarti un attimo di là?- disse Dudley, indicando una panchina qualche metro più in là, una volta che il treno  sparì alla loro vista.

-Sì, certo-

Ginny guardo i due allontanarsi, per poi cominciare una conversazione sull’educazione magica dei loro figli.

Dudley tossicchiò nervosamente. -Vorrei invitarti a casa mia un giorno di questi, a cen magari... abito nella vecchia casa a Privet Drive. Sai, vorrei ricominciare da capo con te. Avere un vero rapporto... per poter essere il cugino che non sono mai stato. Ero troppo invidioso, so che non ci crederai ma io volevo essere come te. I miei, lo sai meglio di me, sono sempre stati contrari a queste stranezze ed io, per non deluderli, li ho imitati. Sono stato quasi costretto ad odiarti. Ma ora sono diverso, tu mi hai salvato la vita da quei cosi ed io non lo dimenticherò mai.-

Harry rimase senza parole, non si sarebbe mai aspettato di sentire quelle parole. Il Dudley che aveva davanti a sé in quel momento era completamente diverso da quello che aveva salutato vent'ani fa a Privet Drive.

Harry sorrise, tendendo la mano. -Contaci, Big D!-

-Grazie Harry, sul serio!- tirò fuori da una tasca un foglietto e glielo porse. -Questo è il mio biglietto da visita: c’è il mio numero di telefono, chiamami quando hai tempo... oppure mandami un gufo! - esclamò, ridendo.

-Architetto Dudley Dursley…- lesse Harry. -Sei diventato importante- scherzò.

-Beh, si…abbastanza! Tu invece? Cosa fai?-

-L’auror - rispose.

-Ehm... sarebbe?-

-Sono un Cacciatore di Maghi Oscuri-

-Sembra un lavoro importante e ben pagato...-

-Beh…sì, abbastanza!-

-Allora la cena la paghi tu!-

I due cugini scoppiarono a ridere e con un altro abbraccio cancellarono il passato,  decisi  a diventare una vera famiglia.

 

 

 

 

Seriamente non so da dove sia uscita... so solo che volevo provare a scrivere qualcosa, perciò eccomi qui! E' la mia prima storia, i consigli sono ben accetti ovviamente :)

G.

 

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