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Autore: Suomalainen    09/12/2016    0 recensioni
Una ragazza romantica. Un inizio di vita che sembra perfetta. Un ragazzo che sembra perfetto.
E poi succede.
Due mondi completamente diversi si scontrano: quello di lei fatto d'amore e d'innocenza e quello di lui fatto di violenza e bugie.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAPITOLO 3

«E tu??»
«E io cosa? L’ho lasciato uscire!»
«Stai scherzando vero?!»
«Cosa avrei dovuto fare Janette? Farlo rimanere? Ma se neanche lo conosco. È stata una bella serata, mi sono svagata un attimo e la cosa è finita lì!»
«Amica mia sei proprio un’idiota, lasciatelo dire.»
«E invece no, perché non sono interessata a lui.»
«Mi vuoi davvero far credere che non ti piacerebbe rivederlo?» mi chiese in tono inquisitorio assottigliando gli occhi.
«No» dissi, forse in modo non troppo convincente. Janette prese la giacca e la borsa che erano sul ripiano, e iniziò a vestirsi «Dove vai?» chiesi
«Lo sai cosa mi dà fastidio Val? Che tu non ci provi mai. Cerchi sempre di trovare scuse per non essere felice. Basta. Ted ha una nuova ragazza e non ti vuole più, è arrivato il momento che anche tu vada avanti con la tua vita.» aprì la porta e se ne andò. Forse Janette aveva ragione, perché non volevo essere felice? Perché volevo precludermi ogni possibilità? Cercai di rincorrerla, aprii la porta dell’appartamento e le gridai dietro «Non ho neanche il suo numero Jan! Come faccio a ritrovarlo?!»
«Non trovare scuse Val!» e le porte si chiusero, lasciandomi sola sul pianerottolo.
Rientrai in casa, guardai l’ora: mancava ancora un po’ all’inizio delle mie lezioni, avevo tutto il tempo di prepararmi. Mi feci una doccia calda e rilassante, cercando di lavare via tutti i miei pensieri. Ripensai a due sere prima e a tutto quello che era successo. Forse l’incontro con Daniel era un segno da parte dell’universo per farmi capire di non sperarci più con Ted. Forse aveva ragione Janette, forse avrei dovuto dirgli di rimanere. Forse, forse e ancora forse. Non avrei ricavato nulla di buono da tutti questi forse. Tanto ormai avevo perso la mia occasione. Dovevo smetterla di pensarci.
Mi vestii, controllai che avessi tutto e uscii.
 
Mi diressi al campus principale, avevo letteratura inglese, una delle mie materie preferite. Fin da bambina amavo i libri e leggere, mi ero innamorata di Darcy insieme ad Elizabeth, mi ero impersonificata negli amori e nella pazzia dei personaggi di Shakespeare. Oggi avremmo dovuto iniziare proprio a parlare di lui, non vedevo l’ora!
Mi sedetti in uno dei posti liberi in una delle ultime file, tirai fuori il blocco degli appunti e aspettai quei pochi minuti che mancavano per l’inizio della lezione. I miei pensieri iniziarono a vagare, dov’era in quel momento Daniel? Il bacio che mi aveva dato prima di andarsene significava qualcosa per lui? O faceva così con tutte le ragazze che incontrava? Perché stavo ancora pensando a lui?
«Val.» qualcuno dietro di me pronunciò il mio nome, mi voltai e mi ritrovai davanti Ted.
«Ciao Ted» e mi voltai di nuovo verso la cattedra. Ovviamente avevamo il corso insieme, ma nell’ultimo periodo non mi aveva mai rivolto la parola, non riuscivo a capire che cosa fosse cambiato. Poi ebbi un flash di quello che era capitato la sera del mio compleanno e capii come mai mi stava rivolgendo la parola. E le parole che seguirono confermarono solo di più ciò che stavo pensando.
«Speravo di poterti parlare Val…» non mi girai subito, ma sorrisi di soddisfazione tra me e me prima e poi mi voltai «Certo dimmi…»
«Io volevo solo-»
«Buongiorno classe!» il professore entrò e prese posto
«Scusa…» e indicai la cattedra con un dito «Parliamo più tardi» sussurrai e mi girai. Non sentii nemmeno cosa mi rispose lui, ma per la prima volta dopo la nostra rottura sembrava che gli importasse di nuovo di me. Sembrava.
 
Le due ore di lezione passarono velocissime «Bene, per la prossima volta voglio che leggiate un po’ di Sonetti e portiate in classe quello che secondo voi è il più bello. I più temerari potranno leggerlo davanti a tutti.» ero entusiasta per questo compito, ne avevo già due o tre in mente che amavo davvero tanto. Raccolsi le mie cose e uscii dall’aula.
«Val! Val! Aspetta!» Ted! Mi ero completamente scordata di lui. Mi voltai verso di lui continuando a camminare «Volevi parlarmi no?» nel dirlo non guardai avanti ed andai a sbattere contro qualcuno, facendo cadere tutte le mie cose per terra.
«Oddio scusami! Stavo parlando e non ho visto dove mettevo i piedi!» mi scusai iniziando a raccogliere le mie cose. Alzai lo sguardo e sentii una stretta allo stomaco.
«Ciao Val»
«Daniel…» dovevo sembrare sconvolta, perché dopo avermi aiutato con gli ultimi libri mi chiese «Tutto bene?»
«Sì… Io sto bene» scossi lievemente la testa e poi aggiunsi «Cosa ci fai qui Daniel?»
«Studio…» disse indicando i libri che avevo in mano «Proprio come te…» poi guardò qualcosa alle mie spalle e ghignò in modo impercettibile «Ciao Ted.» lui non rispose e fece un passo verso di me, afferrandomi il polso «Posso parlarti Val? È davvero importante»
«Sì… Vengo.» incrociai ancora una volta lo sguardo con quello di Daniel, ma non dissi nulla, lui invece inclinò la testa in una specie di inchino «Val…» mi sorrise e si diresse verso un gruppo di ragazzi che stavano ridendo davanti ad una delle aule.
«Quello che sto cercando di dirti è che…» incominciò Ted, ma io non lo stavo ascoltando, la mia attenzione era tutta concentrata su Daniel, forse Janette aveva ragione. Avevo sempre creduto al destino no? E forse lo scontrarsi con lui era un modo per farmi capire che avevo ancora un’ultima possibilità con lui.
«Val!» urlò Ted
«Ted, dimmi!»
«Ma mi stai almeno ascoltando?» spostai lo sguardo verso Daniel, stava per andarsene.
«Sì certo… Scusa ma adesso devo proprio andare!» non aspettai che mi rispondesse e rincorsi Daniel e i suoi amici.
«Daniel! Daniel!» il gruppo si fermò e si girarono tutti a guardarmi.
«Ehm» perché avevo gridato così forte? «Io mi stavo chiedendo se…» feci un bel respiro e poi sputai fuori il più velocemente possibile «Se ti andrebbe di fare qualcosa. Una sera. Insieme.» dio che imbarazzo!
Dal gruppo di amici si levarono grida di esultanza, qualcuno diede delle pacche sulla spalla a Daniel, che si mise a ridere. Io arrossii violentemente e ero quasi sul punto di andarmene, troppo imbarazzata, ma poi Daniel disse «Mi piacerebbe molto. Ti passo a prendere alle sette, questa sera.» e mi fece l’occhiolino.
 
Era in ritardo già di cinque minuti. E se non fosse mai venuto? Magari era solo uno scherzo! Oppure non voleva dirmi di no davanti ai suoi amici e quindi ha detto sì per pietà! Magari gli facevo pena! Oppure…
«Smettila Val... Se ha detto di sì vuol dire che voleva farlo.»
«Come fai a sapere cosa sto pensando?»
«Sei seduta su quel divano da un’ora e non hai spiaccicato parola. Questo mi basta e mi avanza per capire che la tua testa sta elaborando troppe stronzate.» bevve un sorso di vino e si sedette accanto a me. Stava per aggiungere altro quando sentimmo il campanello suonare «È lui!» squittii
«Adesso stai calma e non andare in iperventilazione! Rispondi al citofono e digli che sarai giù in due minuti.»
Mi avvicinai al ricevitore del campanello
«Sì?»
«Son Daniel»
«Scendo!» dissi un po’ troppo di fretta, lo sentii ridere e poi riattaccai.
«Meno male che dovevi rimanere calma…» commentò Janette.
«Come sto?» le chiesi mentre premevo il pulsante per chiamare l’ascensore
«D’incanto!» e mi salutò con un baciò. Avevo il cuore in gola. Perché mi sentivo così? Dopo tutto lo conoscevo già... o forse no. E se non dovessi piacergli?
Quando arrivai davanti alla porta lo vidi fuori che mi aspettava con un sorriso, appoggiato ad una macchina nera.
Aprii la porta.
«Ciao»
«Ciao» mi guardò da capo a piedi, ma non disse nulla se non «Pronta?»
Mi aprì la portiera della macchina e poi si mise al volante. 
«Dove andiamo?» chiesi
Lui non rispose, si limitò a sorridere. Di nuovo.


Angolo dell'autrice
Ciao guys!
Ecco a voi un nuovo capitolo di Kaamos! Spero vi piaccia e fatemi sapere che ne pensate :) Come si evolverà la cosa?
Suomalainen
  
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