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Autore: Anna    10/12/2016    2 recensioni
Poi tutto torna come prima… ma non è più la stessa cosa.
(Alessandro Baricco)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Predestinati

 

Come ogni volta…

Anche oggi, fuori dall’aula di Pozioni…

-Potty sei proprio sicuro di volerlo fare?-

-Non sono io il codardo tra i due, Malferret-

Dopo due estenuanti ore di lezione con il professore che li odiava di più, durante le quali l’autocontrollo di Harry veniva messo già abbastanza a dura prova, quei due si provocavano, minacciavano e scontravano. Ancora una volta.

-Codardo? Non sono io che mi faccio scudo con gli altri, facendoli morire uno ad uno, pur di salvarmi la pelle-

Bacchette tese, parole che fanno male, dette con un cattiveria, scavando nelle ferite aperte.

Tutto così prevedibile… come la rabbia cieca di Harry.

-Bastardo! Non è vero!- ruggisce

-Allora mostra a tutti i tuoi pensieri, sfregiato!- attacca

Ma non lo colpirà. Mi sono già messa tra loro con sulla lingua un potente incantesimo scudo... Eppure sono arrivata troppo tardi.

Temo già quali pensieri Malfoy riuscirà a sottrarre dalla mia mente, ma quando sollevo lo sguardo per puntarlo nel suo, lo vedo sbalzato lontano dalla forza del mio incantesimo senza voce, troppo incompleto per fermarlo, ma abbastanza potente da contrattaccare.

La mia bacchetta tira un filo argenteo dai suoi pensieri, la sua fa lo stesso con i miei.

Quando si incontrano a mezz’aria, abbiamo appena il tempo di fissarci sconvolti, che perdo i sensi…

L’urlo di Harry e Ron che chiamano il mio nome è l’ultima cosa che riesco a sentire.

 

Quando riapro gli occhi sono sdraiata su un morbido letto a baldacchino, ma non mi ci vuole molto per capire che non è il mio e che sono circondata da un cupo colore verde.

Mi alzo di scatto, spaventata di essere finita nei ricordi di Draco Malfoy e con il sospetto che lui ora stia girovagando tra i miei, quando mi osservo le mani.

Piccole, delicate.

Decisamente femminili, curate ed elaboratamente smaltate… e incredibilmente mie.

-Buon giorno!- mi dice una voce sarcastica e accanto a me.

Vicine ai rispettivi letti, trovo Pansy Parkinson, Daphne Greengrass e Millicen Bulstrode appena uscita dal bagno.

-Sbrigati che faremo tardi per trasfigurazione. Quella megera non aspetta altro che toglierci punti.- mi dicono ancora, intente chi a spazzolarsi i lucenti capelli, chi a controllare che l’eyeliner fosse stato applicato correttamente.

Ancora intontita mi alzo e mi dirigo in bagno, dove un immenso specchio mi rimanda la mia immagine ora più perplessa.

Queste ciglia lunghe e scure, questa pelle perfetta, i capelli che ricadono in morbidi riccioli, le braccia esili e toniche come l’addome piatto, persino le unghie dei piedi sono colorate come quelle delle mani, mi accorgo guardando in giù… non posso essere io, ma allo stesso tempo lo sono e sono esattamente come ho sempre desiderato essere, penso con un sospiro meravigliato.

Sobbalzo quando mi bussano ricordandomi di sbrigarmi, quindi mi lavo i denti e torno velocemente in camera, aprendo il baule per prendere la divisa e qui, dove di solito c’è la mia collezione di libri, accuratamente rimpiccioliti ed ordinati, c’è il più vasto assortimento di abiti ed accessori che abbia mai visto, anche da Madama McClan. Afferro distrattamente la divisa, una camicia ed un paio di calze, cercando invano il mio paio di scarpe comode e fuori moda, ma mi assale un dubbio quando le lunghe gambe della Greengrass mi sorpassano, in perfetto equilibrio su un paio di scarpe dal tacco vertiginoso.

Rificco la testa nel baule, cercando in ogni scompartimento, sperando vivamente di sbagliarmi, ma dopo qualche altro istante devo rassegnarmi e ne fuoriesco con in mano delle scarpe simili a quelle delle mie compagne di casa. Mi auguro almeno di aver scelto il paio più comodo o non riuscirò a correre da una lezione all’altra oggi.

Poi scuoto la testa, questo non è il mio mondo, devo cercare di scoprire cosa mi è successo.

Mi vesto in fretta, la stoffa è morbida sulla pelle e dal modo in cui si adatta al mio corpo deve essere stata cucita su misura, la gonna striminzita arriva giusto al limite dell’indecenza e sto valutando seriamente se allungarla con la bacchetta, quando mi rendo conto che non so dove sia.

Mi avvicino al letto e non la trovo sotto il cuscino, dove l’ho sempre tenuta, stretta in una mano, fin dal mio primo anno. Mi giro ed è sul comodino, ma quando sto per afferrarla qualcos’altro attira la mia attenzione: una foto in cui io e Draco Malfoy sorridiamo prima di baciarci davanti all’obbiettivo.

-Hermione noi cominciamo ad andare- mi dice qualcuna e, staccandomi a fatica dalla visione di una me felice come non mi sono mai vista, afferro la bacchetta e la tracolla, insolitamente leggera, e le raggiungo.

-Ma che fai? Non ti trucchi oggi?- mi chiede la Parkinson guardandomi sconcertata, probabilmente questa versione di me è molto più frivola di quanto mi piacerebbe ammettere

-E’ tardi.- la liquido in fretta, cercando di apparire tranquilla, e non aggiunge altro, anche se il suo sguardo è fin troppo eloquente.

Le seguo lungo un corridoio lussuoso illuminato da torce. I sotterranei si trovano al di sotto del lago nero, non so come facciano a vivere in un luogo così opprimente, penso, ma quando arrivo nella loro sala comune e i giochi di colore che cambiano a seconda dei riflessi dell’acqua mi lasciano senza fiato. E’ uno spettacolo straordinario.

Forse non è tanto male qui.

Mi volto per raggiungere le ragazze e le trovo ad aspettarmi sull’uscio per cedermi incredibilmente il passo.

Possibile che in questo universo parallelo il mio sangue sia puro quanto il loro? Appartengo forse ad una famiglia potente? Scorgo i ragazzini più piccoli scansarsi al mio passaggio, come tante volte ho visto fare con Malfoy.

Forse è lui la chiave di tutto. Probabilmente si comportavano così perché sono la sua ragazza.

Scuoto di nuovo la testa, ancora incredula e imbarazzata, cosa che peggiora quando varco la Sala Grande e lo intravedo seduto al tavolo serpeverde, intento a lanciare occhiate di fuoco a quello grifondoro.

Sospiro, avvicinandomi.

Almeno sono sicura che il loro odio sia una costante di ogni dimensione.

Senza che neanche apra bocca Goyle si sposta di lato per cedermi il posto accanto al biondo che, non appena mi siedo, mi prende una mano e se la porta alle labbra.

Improvvisamente tutto intorno a me si muove. Il viso sorridente del biondo sembra distorcersi

 

-Non ho mai visto niente del genere Minerva, credo sia meglio chiamare il professor Silente- sembra di udire la voce dell’infermiera della scuola

 

Strabuzzo gli occhi e mi ritrovo seduta al tavolo sbagliato.

Quell’interferenza sembra essere scomparsa e adesso sono riflessa nell’argento fuso degli occhi di Malfoy che mi fissano con malizia, quasi come se fossi nuda.

Mi guardo intorno imbarazzata, ma gli altri sembrano non farci caso, così sciolgo la stretta della mano del mio ragazzo e afferrò la caraffa di succo di zucca e qualche biscotto al cioccolato, giusto per fare qualcosa visto che sento un nodo allo stomaco.

-Cosa stai facendo?- mi chiede divertito osservandomi addentare un biscotto di malavoglia

-Mangio?- faccio un po’ troppo sarcastica, maledicendomi per non aver usato un tono più gentile

-E da quando?- ride, lasciandomi così sorpresa da non sapere cosa rispondere -Questa forse è la prima volta in tutta la mia vita che ti vedo mangiare qualcosa di calorico- ghigna

Giusto. Il mio fisico invidiabile deve per forza essere frutto di allentamenti e digiuni.

Scrollo le spalle –Ho fame oggi.-

Lui continua a studiarmi per un po’, poi il suo ghigno si allarga e si avvicina per parlarmi all’orecchio.

Non ricordo più come si fa a respirare e quel piccolo boccone al cioccolato sembra essersi bloccato in gola.

-Davvero, mia piccola mezzosangue? Ti sei stancata troppo stanotte?-

Avverto le palpebre pesanti e un improvviso ed inspiegabile torpore; riesco a capire a stento quello che dice. A quanto pare sono una mezzosangue anche in questo mondo…

Aspetta… cos’altro ha detto?

-Cosa?- scatto guardandolo con le guance in fiamme e tutti ridono al tavolo, accentuando il mio imbarazzo

-Non ho detto niente di strano- mi fa l’occhiolino

-Ma sei scemo? E voi che cavolo ridete? Pensate agli affari vostri- sbotto dimenticandomi di nuovo le buone maniere, senza accorgermi che gli altri non ne sembrano troppo sorpresi. Forse sono più simile a me stessa di quanto immaginassi.

-Lo faremmo volentieri se non discuteste dei vostri affari davanti a noi.- mi corregge Zabini, con un sorriso divertito che non gli ho mai visto.

-Touché- ride Draco alzandosi e prendendo anche la mia borsa in un muto segnale di seguirlo –andiamo a discuterne in privato allora.- fa l’occhiolino all’amico che ghigna, afferrando un altro paio dei biscotti che stavo mangiando.

Lo affianco camminando a testa alta. Mi sovrasta meno del solito grazie alle scarpe che indosso, gli lancio un’occhiata in tralice, scorgendo solo la sua bocca rilassata in un sorriso.

Non mi prende la mano, né mi poggia un braccio sulle spalle come tante volte ho visto fare con fastidio ai fidanzati, mi sta solo vicino, e ciò basta a distrarmi.

Nemmeno bado alla serie di mormorii che ci accompagnano fino a quando non lasciamo la sala.

Faccio per muovere un passo in direzione dell’aula della professoressa McGranitt, quando mi spinge rudemente in una delle aule vuote.

Avverto nuovamente quel vuoto d’aria e la vista barcollare

 

Harry, preoccupato, seduto accanto a me, mentre delle voci indistinguibili si sovrappongono fra loro

 

Spaventata torno tra le braccia di Malfoy, mi tiene inchiodata contro il muro con il suo corpo e mi bacia.

La lingua calda e morbida, con un dolce sapore di caffè, carezza la mia risvegliando qualcosa alla bocca dello stomaco.

Il bacio è lento. Profondo.

Inconsapevolmente mi inarco per farmi più vicina e, quando le sua mani scendono a sfiorarmi il seno al di sopra della leggera camicetta, avverto le gambe tremare. Mi stacco per riprendere fiato, come dopo una profonda immersione… agognando quel tocco estraneo e conosciuto allo stesso tempo. Ma quella sensazione di oppressione non sembra lasciarmi il petto.

Solo quando lo sento armeggiare sotto la gonna, riesco a trovare la lucidità per allontanarlo.

-Scusa.- sussurra per niente pentito, appoggiando le mani al muro e nascondendo il volto nell’incavo del mio collo. In un gesto di inconsueta tenerezza.

Poi improvvisamente si stacca per guardami dritto negli occhi, scivolando sulle labbra

-E’ questo l’unico rossore che voglio vedere sulle tue guance- dice carezzandomene una con una nocca –Era da anni che non mi permettevi di vederti così, al naturale. Sei più bella che mai.-

Abbasso gli occhi, incapace di sostenere i suoi e lo sento ridacchiare

-Solo tu sai sembrare così innocente dopo quello abbiamo fatto stanotte.- aggiunge malizioso, strusciando i fianchi contro i miei, togliendomi il respiro quando sento il suo desiderio.

-Come ci siamo finiti insieme io e te?- non riesco ad evitare di chiedere

-Siamo tutto ciò che l’altro detesta… non mi sembra che avessimo scelta.- ammicca facendomi sorridere –L’ho capito quando ti ho vista al Ballo del Ceppo con quell’idiota di Krum-

-Non ti importa che io sia una mezzosangue?- sussurro e lo vedo alzare gli occhi al cielo

-Questa stupida mania del sangue puro. Chi ti conosce sa che non hai niente da invidiare a nessun purosangue. Quando ci diplomeremo ti porterò via da tutto questo- diventa serio

Schiudo le labbra, incredula che proprio lui abbia potuto dire una cosa del genere.

Gli prendo il viso tra le mani costringendolo a guardarmi, questa volta senza fuggire dal mio riflesso in quegli occhi argentei, scuri come un mare in tempesta.

-Non permetterò a nessuno di portarti via da me.- lo sento dire in lontananza.

Quella sensazione di frattura spazio temporale mi scuote di nuovo, mentre qualcosa lotta per farmi riemergere da questa dimensione.

 

-Sei sicuro che funzionerà Severus?- sento dire dalla voce angosciata della professoressa McGranitt

-No. Ma da quello che ha detto Potter sono sprofondati in questo stato di incoscienza dopo che i loro pensieri si sono toccati. Se ha ragione preside, questo dovrebbe accelerare le cose- risponde la solita voce melliflua e strascicata del professore di pozioni.

-Procediamo.-

La sensazione di pressione è così forte che sembra schiacciarmi, come se fossi rimasta incastrata perennemente nel limbo della smaterializzazione. Poi qualcuno mi prende la mano e la avvicina ad un’altra, fredda, che si intreccia alla mia.

Sento come un’onda d’urto che non coinvolge il mio corpo, ma la mente viene spazzata via.

Cerco di resistere…

-Dipende tutto da loro Minerva- dice la voce di Silente

E poi di nuovo buio.

 

Apro gli occhi in camera mia.

Sono tornata.

Mi precipito allo specchio e i miei capelli ribelli, quelle macchie rosse dei brufoli e i miei chili in più sono tornati, purtroppo.

Certo, quando sono bella e perfetta anche un ragazzo come Draco Malfoy può trovarmi attraente.

Sbuffo sconsolata nella stanza vuota, le altre saranno già scese a fare colazione, ma sicuramente Harry e Ron mi staranno aspettando in sala comune, spazientiti per il ritardo.

Chissà come sono riusciti ad annullare l’incantesimo e perché mi sono ritrovata nella torre dei grifondoro piuttosto che in infermeria? Indosso la mia divisa monacale e le scarpe dalla suola in gomma.

Appesantita dalla fedele tracolla traboccante di libri, scendo le scale, sentendo la risata cavernosa di Ron e quella di qualcun altro che le fa eco, ritrovandomi davanti i miei amici di sempre che si lanciano un frisbee zannuto, insieme a Draco Malfoy.

Fisso la sua divisa rosso oro con tanto d’occhi prima che lui si accorga di me, nascondendo il frisbee dietro la schiena con un’espressione innocente, azzardando persino un sorriso luminoso.

-Finalmente! Pensavamo che non scendessi più.- sorride avvicinandosi e prendendomi la tracolla dalla spalla, bofonchiando qualcosa divertito su quanto sia pensante, come al solito. Ma poi mi prende una mano e se la porta alle labbra.

Il ricordo di quanto accaduto poco prima, in una situazione analoga, mi distrae dalla variazione temporale che si manifesta e capisco. Deve essere lui la chiave di tutto. Anzi noi due insieme.

La situazione diventa sempre più inverosimile.

Che io possa essere una serpeverde che passi, che lui possa essere un grifondoro ancora, ancora, ma ciò che veramente è impossibile sono Draco Malfoy ed Harry Potter che scherzano amabilmente insieme a Ron Weasley come migliori amici…

-Mal… ehm Draco.- lo chiamo a bassa voce, cercando di non farmi udire dagli altri due –Devo parlarti.- dico seria, ripensando che la dimensione temporale precedente si è dissolta solo quando ci siamo ritrovati da soli, e arrossisco, mio malgrado.

-Ragazzi Hermione ha dimenticato un libro in camera, la aspetto io. Ci vediamo in Sala Grande- inventa, ma non si volta a guardarmi finché non hanno voltato il corridoio.

Sospira prima di alzare uno sguardo insicuro nel mio, chiaro come il cielo che penetra dalle finestre.

-E’ per quello che è successo ieri notte?- chiede in quel modo intenso che appartiene solo a lui.

E’ così serio che non rispondo, si accorgerebbe di sicuro che non ho idea di cosa parli…

-Non me ne pento- confessa duramente, probabilmente ferito dal mio comportamento –ho desiderato averti fin da quando ti ho vista al braccio di Krum al Ballo del Ceppo.-

Sobbalzo…

Ora capisco di cosa parla, e non mi fa affatto sentire meglio.

Perché avrei potuto capire l’essere andata a letto con Malfoy quando ero una serpeverde più maliziosa e libera… ma da me, o meglio da quella che somiglia tanto a me, lo ritenevo impossibile… Che cosa dovrei provare per lui?

-Ma la tua famiglia? – balbetto incerta e lui ride amaramente. Quell’espressione di cattiveria che gli ho sempre attribuito emerge sul suo viso.

Non è poi tanto diverso…

-Dopo che mi hanno diseredato perché sono finito a Grifondoro?- mi riscuote dai miei pensieri –se non fosse stato per mia zia Andromeda sarei finito in mezzo alla strada. Non hanno alcun diritto di intromettersi.- continua duro prima di addolcire il tono e guardarmi seriamente –la mia famiglia adesso siete voi-

Deglutisco quando mi sfiora con le dita fredde

 

Le luci bianche dell’infermeria sembrano accecarmi

 

-Sai cosa provo per te- mi riporta da lui, parlando con tanta sincerità che una morsa mi stringe lo stomaco. Probabilmente se mi avesse confessato il suo amore mi avrebbe fatto meno effetto, perchè lo vedo trapelare ad ogni respiro, sguardo o battito di ciglia. - Quando ci diplomeremo ti porterò via da tutto questo- mi promette ancora e per un attimo la sua versione rosso-oro si frappone a quella verde-argento.

Per un attimo si fondono -Non permetterò a nessuno di portarti via da me.- mi dicono legando insieme quei due mondi paralleli.

Perché in entrambi, quando ci siamo ritrovati dalla stessa parte, ci siamo innamorati.

Un singhiozzo di commozione mi schiude la labbra, prontamente avvolte dalle sue, mentre il pavimento sotto i piedi sembra vacillare.

Ora ho capito.

E’ l’ultima cosa che riesco a pensare.

 

-Finalmente sei tornata!- esclama la McGranitt, quando apro gli occhi, infastidita dalla luce bianca e dall’ambiente asettico.

Quando mi metto a sedere sul lettino, vedo che Draco Malfoy ha fatto lo stesso su quello di fronte, sembra essersi ripreso da più tempo di me e ora mi guarda con più odio di prima, se solo fosse possibile.

La breve parentesi che ho vissuto insieme ad un Malfoy gentile si dissolve come fumo davanti a me, facendomi sentire stupida e triste solo per averci creduto.

-Cosa è successo?- chiedo mentre Piton scruta il suo pupillo per controllare che tutto vada bene.

-I vostri incantesimi non era completi quando ve li siete lanciati- inizia contrariata la professoressa, promettendo punizioni –vi hanno spediti in uno dei tanti universi paralleli-

-Un cosa?- chiede il biondo ancora intontito

-Ne esistono di più tipi: mondi uguali al nostro che differiscono in qualcosa- spiega tranquillo il professor Silente, sorridendomi bonariamente

-Ma è tutto falso no? Sono solo scenari diversi- parla di nuovo Malfoy, a disagio.

-Solo perché sono diversi non significa che siano falsi.- aggiunge l’uomo –Mi diletto spesso nel visitare scenari differenti dai miei per convincermi di aver fatto le scelte giuste, perché vedete, per quanto ci si possa opporre,- sorride a entrambi, come se conoscesse un segreto –alla fine portano sempre allo stesso risultato-

-Questo è ridicolo.- esclama il giovane alzandosi dal lettino, sotto lo sguardo ammonitore dei docenti e di quello tranquillo di Silente.

-Come abbiamo fatto a tornare?- chiedo invece io, attirando l’attenzione di tutti, avidi di sapere

-Semplice.- risponde sotto la lunga barba argentea –avete trovato la vostra costante. E’ qualcosa che non cambia mai, la stessa che vi ha uniti in un solo incantesimo e che poi vi ha permesso di tornare.- prende una pausa per scrutare i nostri visi perplessi –E’ il destino.-

 

Solo per un attimo i nostri occhi si incrociano.

Riesco ad intravedere nel suo sguardo la ragazza diversa che sono stata per lui, mentre probabilmente lui rivede una pallida eco di sé nel mio.

Dura solo un attimo…

 

Poi tutto torna come prima… ma non è più la stessa cosa.

(Alessandro Baricco)

 

 

Spazio Autrice:

Salve a tutti.

Premettendo che è la prima volta che scrivo una storia in prima persona, e che ho dovuto correggermi mille volte, mi auguro proprio di non aver saltato nessun errore.

Colpita da un’improvvisa ispirazione prenatalizia, spero che scuserete queste mie one-shot che non hanno una collocazione precisa né seguito. Sono solo momenti da vivere alla leggera.

Grazie a tutti coloro che, pazientemente, mi seguono.

Baci

   
 
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