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Autore: yo_ki_min    10/12/2016    0 recensioni
Raccolta di One-Shot su Asahi, asso dei Karasuno.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Asahi Azumane, Daichi Sawamura, Koushi Sugawara, Tanaka Saeko, Yuu Nishinoya
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Asahi amava la pioggia. Il dolce picchettare delle gocce sul vetro della finestra, l'atmosfera che si fa fresca e umida, l'inconfondibile odore della terra bagnata.

La pioggia lo faceva rilassare, tranquillizzare. Si sentiva in pace con se stesso. Per qualche ora riusciva a mettere da parte le miriadi di preoccupazioni che lo assillavano in continuazione, a placare il turbinio di pensieri che gli si affollavano incessantemente nella testa.

 

Asahi amava la pioggia. Ma i tuoni? I tuoni lo terrorizzavano. Il vento? Gli faceva venire la pelle d'oca. La bufera lo faceva sentire inquieto, come se il mondo fosse sotto attacco, come se lui stesso fosse sospeso in un limbo, incapace di curarsi di qualcosa che non fosse il rumore assordante che lo soffocava. Entrava nel panico.

 

Quel pomeriggio era stato bello. Era andato a un campo di allenamento insieme ai suoi compagni di squadra, e come al solito dormivano tutti assieme in un'enorme stanza tappezzata di coperte e cuscini. Non erano previste partite quel giorno, perciò Asahi insieme agli altri due ragazzi del terzo anno, a Noya e a Tanaka aveva speso le ore a bere bevande calde, giocare a carte e parlare del più e del meno. Era stato bello. Uno di quei momenti in cui una persona insicura come il giovane capelluto provava quel leggero senso di benessere nel constatare che esisteva qualcuno della cui compagnia godere mutualmente, con cui potersi sentire al sicuro, di cui potersi fidare.

 

Ma adesso era notte fonda, probabilmente le tre passate, e l'asso dei Karasuno era in uno stato di estrema tensione. Non riusciva a chiudere occhio. Si girava e rigirava fra le lenzuola, tentando di attutire il rombo dei tuoni nascondendo il volto in un cuscino. Il vento faceva sbattere le finestre e la porta, e rumori indefiniti provenivano dall'esterno dell'edificio. Che si trovava al limitare di un boschetto. Buio. Lontano dalla città.

 

Il maltempo sembrava non dargli tregua. Il cuore gli batteva all'impazzata. Avrebbe voluto poter parlare con qualcuno, per distrarsi, per essere rassicurato. Ma si sentiva troppo stupido, la sua paura era troppo infantile. Perciò non osava muoversi.

 

Intorno a lui tutti dormivano beatamente; le sagome scure dei corpi che lo accerchiavano come una cinta muraria lo facevano sentire protetto, ma non abbastanza. Dopo un altro quarto d'ora di tormento però la tempesta parve acquietarsi, e, passati pochi minuti, Asahi russava beatamente.

 

Ma un nuovo, fortissimo botto lo colse indifeso. In un lampo si svegliò e istintivamente si aggrappò alla persona alla sua destra, urlando.

 

Ci vollero pochi secondi perché comprendesse ciò che aveva appena fatto, poi l'imbarazzo lo sovrastò a tal punto che sarebbe pure potuta scoppiare una terza guerra mondiale e non avrebbe sentito l'esplodere delle bombe.

 

"Ma che.." esclamò stupito Noya, l'ignara vittima del suo abbraccio spaventato.

 

"Ommioddio, scusa. Scusa, scusa, scusa. Sono un idiota. Ti prego dimentica tutto". Le parole sgorgavano a fiotti, un bisbiglio ininterrotto di autoaccuse e richieste di perdono.

 

Asahi stava ancora cercando di giustificare il suo increscioso comportamento, quando Noya lo prese per il braccio, riuscendo così ad arrestare il flusso di mormorii angosciati. Il ragazzo grande e grosso si bloccò e osservò il piccoletto come se avesse visto un alieno.

 

"Ehi." Noya sussurrò "sta tranquillo. Non c'è niente di cui vergognarsi. E comunque, con me il tuo segreto è al sicuro". Poi sorrise.

 

"Anzi, vuoi sapere una cosa? Anche a me i temporali non piacciono tanto. Mi fanno sentire ancora più piccolo di quanto già non sia. Ma con te accanto so di essere al sicuro."

 

Asahi non rispose. Noya non mollò il suo braccio. Si distesero nuovamente. Vicini.

 

"Ma non dire a nessuno che ho ammesso di essere piccolo. Allora si che dovrai davvero preoccuparti!"

 

Asahi sorrise.

  
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