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Autore: Akune_Niives    10/12/2016    1 recensioni
Stiles è un Grimm e insieme a Scott, un Blutbad suo collega nella squadra omicidi di Beacon Hills ed amico fin dall’infanzia, si ritrova fra le mani un caso di omicidio fuori dal comune. Vari indizi li portano fino a Derek Hale, un Blutbad che vive isolato in mezzo alla foresta di Beacon Hills e che risulta come unico sospettato. La situazione cambierà improvvisamente quando Derek si dimostra più esperto dei due detective in fatto di Wesen e si rivela essere un valido aiuto per la risoluzione del caso. A loro, oltre all'immancabile sergente Wu, si unirà una squadra di Wesen ribelli, che li aiuterà a fermare una grande minaccia sia per il mondo dei Wesen che per quello degli esseri umani.
Storia di Akune_Niives
Fanmix e grafica di Trinipedia
Partecipa alla terza edizione del Teen Wolf Big Bang Italia.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Allison Argent, Derek Hale, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando Lydia rientrò in casa, seguita da Scott, le parve che non ci fosse nessun altro. Così lasciò Scott in salotto per qualche minuto, dirigendosi verso il bagno al piano di sopra.

Fu in quel modo che li vide.

La porta di Derek era stata buttata giù e sul letto vedeva chiaramente due paia di gambe aggrovigliate fra di loro e due persone che respiravano tranquillamente.

Lydia, con un sorrisetto furbo sulle labbra, tornò indietro, scese le scale, passò a fianco a Scott, aprì il portone e lo sbatté con più forza.

«Finalmente a casa, Scott! In quella vostra cantina mi mancava il fiato!» gridò, adocchiando il piano di sopra.

«Che diavolo urli, adesso?!» chiese il Blutbad, mentre la guardava con occhi sgranati.

Dal piano di sopra arrivarono rumori di qualcuno che correva, che si rivestiva e risate soffocate.

Stiles fu il primo a scendere al piano di sotto. Aveva i capelli sparati in tutte le direzioni e la maglia al contrario.

Scott lo osservò per qualche secondo e poi si mise una mano sul volto.

«Non voglio sapere.. Davvero.» mormorò, sorridendo.

Stiles rispose al sorriso e si avvicinò all’amico, stringendolo in un abbraccio spezza ossa.

Derek scese le scale poco dopo.

Aveva un sorriso luminoso stampato sul volto.

In quel momento, rientrarono anche Liam ed Allison pieni di borsoni e sacchetti.

Appena lo sguardo della ragazza si posò sui due, le spuntò un piccolo sorriso sulle labbra.

«Osservando la maglietta del Grimm al rovescio, devo presupporre che abbiate fatto pace..»

Stiles si guardò la maglietta e, con il viso che assumeva una preoccupante sfumatura rossa, si voltò di spalle per sistemarsela.

«Bene, io direi di mettere gli auricolari e contattare Alpha. Avanti, abbiamo un’ora di tempo per prepararci.» esclamò nuovamente.

 

 
~


 
 
«Preferirei saperti a casa, sai?» mormorò Derek di fianco a Stiles, mentre il Grimm stava armando la sua pistola.

«Lo so, lupone.. Ma non è la mia prima missione, so cosa devo fare. Il mio addestramento comprendeva anche certe cose..» rispose, facendogli l’occhiolino e chiudendo la bauliera della sua auto.

Si voltò ed osservò la chiesa.

Erano le 23 precise, erano tutti in fila davanti al luogo che Tony aveva detto loro.

Stiles stringeva in mano la sua pistola e teneva quella di Scott nella fondina.

Lydia faceva roteare i coltelli fra le mani.

Liam incoccava la prima freccia, pronto a lanciarla.

Scott, Allison e Derek andarono in Woge. I loro artigli e le loro zanne sarebbero state le loro armi.

«Buttate giù la porta. Attraversate la navata. Arrivati davanti all’altare, girate a sinistra. C’è una porta che da l’accesso al piano inferiore. Potrebbe essere sorvegliata.» la voce di Alpha risuonò negli auricolari.

Stiles mise il colpo in canna e sorrise.

«Bene. Andiamo in scena.»

Come se quello fosse il segnale, Scott e Derek partirono a corsa e aprirono il portone della chiesa colpendo ognuno un’anta.

Il rumore attirò subito qualcuno.

Stiles, entrato di corsa insieme agli altri, lo riconobbe subito come il Blutbad, Desmond Mann, e senza aver bisogno di dire alcunché, sia Scott che Derek si lanciarono su di lui atterrandolo ed immobilizzandolo in due secondi.

«Hai tradito il branco, Desmond. Il tuo destino verrà deciso dalle famiglie Blutbaden.»

«Derek, non era nei piani!»

«Ha ragione, Stiles. Siamo obbligati, purtroppo.» disse Scott, prendendo l’uomo e trascinandolo fuori dalla chiesa.

Stiles lo vide mentre lanciava il Blutbad sul lato posteriore di un furgone, che partì sgommando poco dopo.

«Poi ne parleremo.» mormorò Stiles, mentre il suo amico tornava dentro la chiesa.

«Andiamo.. Non possiamo perder tempo.» esclamò Allison «Se il rumore della porta non li ha insospettiti, potremmo ancora avere il fattore sorpresa.»

Il gruppo annuì e si rimise in marcia.

Attraversarono la navata e voltarono a sinistra, trovando una piccola porta.

Lentamente, iniziarono a scendere le scale cercando di fare il minimo rumore.

La scena che si trovarono davanti fu al limite dell’incredibile.

Le luci erano tutte spente e la stanza era illuminata da candele. Erano ovunque, appese che calavano dal soffitto, a terra, sui mobili.

C’erano persone che indossavano mantelli davanti ad una specie di altare fatto in legno, persone a volto scoperto che stavano parlando da dietro l’altare e, con grande terrore di Stiles, sull’altare stesso  vi era stesa una ragazza che aveva polsi e caviglie circondati da corde e catene.

Senza che potesse fare altro, Allison prese il fucile che aveva legato dietro la schiena e parlò.

«Bene. Signori e signore, questa pagliacciata finisce qui.» disse ad alta voce, mettendo il colpo in canna e puntandolo verso le persone che aveva davanti, palesando così la loro presenza.

Tutti si voltarono lentamente verso di loro, come se si aspettassero un’entrata del genere da un momento all’altro.

Derek, però, si sentì gelare il sangue appena incontrò lo sguardo di qualcuno che assolutamente non doveva essere lì.

«Derek, nipote caro.. Avresti dovuto telefonarci, prima!»

Una donna, in prima fila, si tolse il cappuccio del mantello e si posizionò davanti all’altare.

«Ma che diavolo…»

«Derek? DEREK! DEREK, PER L’AMOR DEL CIELO, SCAPPA! VA’ VIA!»

Derek si voltò e sbiancò completamente.

Legata al soffitto con pesanti catene, c’era sua sorella Cora.

Aveva un vestito simile alla ragazza stesa sull’altare, i lunghi capelli neri erano sciolti e le ricadevano lungo il volto. Cercò di liberarsi con uno strattone, ma le catene non cedettero e nei suoi occhi vi era solo terrore.

«Una riunione di famiglia improvvisa, mia cara..» disse un uomo, avvicinandosi alla donna in piedi che aveva parlato a Derek. «Credo sia un po’ in anticipo.. Non dovremmo comunque farci trovare impreparati.» continuò, aprendo poi le braccia e sfoderando un sorriso da perfetto psicopatico. «Signori? Mio nipote ed i suoi amichetti si uniranno a noi per cena. Uccideteli.»

Appena dato l’ordine, tutti i presenti, circa una dozzina di persone, si lanciarono addosso al gruppo.

Stiles ed Allison aprirono il fuoco, ma purtroppo i semplici proiettili non sembrarono essere efficaci e dopo pochi istanti tutti si prepararono per uno scontro corpo a corpo.

Ogni Wesen presente andò in Woge, come a voler aumentare la propria forza, e fu in quel momento che Stiles lo vide.

Morgan Russeaux era in piedi dietro l’altare e teneva sollevata a mezz’aria la mano stretta attorno ad un pugnale. La ragazza sotto di lui iniziò a piangere e Stiles capì di dover fare qualcosa. Senza pensarci due volte, si lanciò in mezzo alla mischia e puntò dritto contro il Könischlange.

Scott lo seguì senza indugiare.

Appena il Wesen li vide arrivare, lasciò cadere il coltello e scappò, nascondendosi dietro una porta.

«Stiles, va’! Ti copro io!» gridò Scott, mentre rompeva le catene e aiutava la giovane a nascondersi.

Stiles annuì e corse dietro a Russeaux.

Entrò nella stanza dove pensava si fosse nascosto ma venne colpito alla sua destra da un pugno ben assestato.

Crollò a terra, portandosi una mano alla mascella dolorante.

Quel gesto lo tradì, perché abbassò la guardia e il serpente si abbatté su di lui. Gli sferrò pugni e calci ad una velocità impressionante e si fermò solo quando Stiles non ebbe più la forza di reagire.

Derek aveva ragione: quel serpente sarebbe stato difficile da abbattere.

Sentiva distintamente i rumori dello scontro nella stanza accanto e, quando cercò di rialzarsi, il serpente lo afferrò per un braccio e gli morse il polso.

Stiles sibilò dal dolore ed il Wesen si lasciò sfuggire una risata soddisfatta.

«Il mio veleno agirà su di te entro 10 minuti. Dì la verità, non ci avevi pensato, eh?» disse, accucciandosi davanti a lui.

Stiles tirò un sorriso e si appoggiò con fatica alla parete.

«Credo tu mi abbia rotto qualche costola.»

«E’ il male minore, piccolo Grimm. Sono felice di incontrarti e di essere io quello che ti farà dono di una morte lenta e dolorosa!»

«Mi sembri in vena di chiacchiere.. Visto che mi restano 10 minuti, direi che potremmo passare il tempo assieme..»

«Come posso non assecondare l’ultimo desiderio di un giovane Grimm?» esclamò, alzandosi per bloccare la porta con un enorme armadio lì vicino. «I miei capi impazzirebbero, se vedessero questa scena.. Solo Dio sa quanto vorrebbero essere al mio posto..»

«Uccidere un Grimm è il massimo delle vostre aspirazioni? Che delusione..»

«Oh, no.. Non è semplicemente “uccidere un Grimm”.. Ma è “uccidere il Grimm di cui il caro nipote si è innamorato!»

«Avete fatto tutto questo per ferire Derek? Perché??»

«Il Grimm non sa la storia..»

«Conosco la storia!!» gridò Stiles, innervosito.

«NO, NON LA SAI.» rispose il Wesen, aprendo il cappuccio e sibilando minaccioso. Poi si allontanò, come a volersi imporre la calma e interruppe il Woge, mostrandosi per la prima volta nella versione umana.

Agli occhi di Stiles, Morgan Russeaux sembrava un uomo qualunque: capelli castani striati di bianco che gli conferivano un aspetto quasi leonino, fisico leggermente robusto con un accenno di pancetta, occhi grandi e verdi.. Insomma, qualcuno di insospettabile.

«Quando il caro Hale fu scelto nel rito dei Compagni dal suo ex fidanzatino, la famiglia ne fu felice. Andavano d’accordo, già si conoscevano da anni.. Ma pochi sapevano che quel ragazzo era in realtà uno Steinadler, una cazzo di aquila. Gli zii di Hale cercarono di far ragionare la sorella della Signora, Talia, dicendole che sarebbe stato stupido interrompere la purezza della razza dopo così tante generazioni. La sorella, però, disse che non era importante ed accettò il ragazzo nella famiglia. Il Signore e la Signora tentarono di tenere con loro la piccola Cora, sperando di inculcarle le giuste tradizioni e, quando un giorno ritennero Cora al sicuro, mandarono una squadra punitiva nella casa. La cosa che non si aspettarono fu che Derek stesso facesse tutta quella strada per venire a riprendere la sorella. Così lui scampò alla strage della sua famiglia dove, però, l’obiettivo doveva essere lui. Il Signore e la Signora presero Cora in custodia, rifiutando quella di Derek poiché era già maggiorenne e, secondo loro, capace di prendersi cura di se stesso senza il loro aiuto. Ci sono voluti anni per mettere a punto questo piano e ci sono riusciti quando hanno trovato me!»

«Quindi, in sostanza è merito tuo?» chiese Stiles, che non aveva tolto gli occhi dall’uomo mentre questo si era messo a passeggiare nella stanza.

«Esattamente, caro Grimm.. Loro volevano finire l’opera uccidendo gli ultimi due rimasti della famiglia ed io volevo liberarmi del Grimm. Abbiamo solo preso due piccioni con una fava!»

«Dio, tutto questo è così.. Triste! E tu sei davvero un cliché scadente!»

«Come, prego?»

«Ma sì, tu che fai in modo che io non possa scappare, mi racconti tutto il piano malefico senza accorgerti di quello che succede attorno a te in modo che io riesca a liberarmi e ad ucciderti.. Eddai!!»

Il Wesen si lasciò sfuggire una risata bassa.

«Tu non puoi scappare. Sai che posso sentire i tuoi battiti cardiaci e sapere se stai mentendo o meno. Non prendermi in giro e mettiti comodo.. Mancano tre minuti.»

«Oh, sì.. Tre minuti allo scadere del tempo.. Tre minuti alla mia morte a causa del tuo veleno. Certo. Dimmi, sei idiota per caso?» chiese Stiles, rialzandosi in piedi e spostandosi di qualche passo, allontanandosi dalla porta.

«Come ti permetti??»

«Mi permetto, invece. Perché come ogni cliché che si rispetti, non ti sei accorto del fatto che il tuo veleno non sta facendo effetto e che sono perfettamente tranquillo. Non ti sei accorto del fatto che ho un auricolare e che, mentre tu parlavi, la persona dall’altro capo ha sentito tutto, ha registrato tutto e ha passato il file ai miei agenti, che adesso si stanno mobilitando in massa per venire ad arrestare gli zii di Derek. E infine, ultima cosa ma la più importante, non ti sei accorto che i rumori nella stanza accanto sono cessati, mi sono spostato dalla porta e che tu ci sei precisamente davanti.»

«E questo cosa significa?» esclamò Russeaux, spostando poi lo sguardo in direzione della porta dalla quale sembrava venissero strani rumori.

Non fece in tempo ad aprire bocca che le ante dell’armadio si aprirono e vi uscì Allison che, imbracciato il suo fucile a canne mozze, sorrise in modo freddo verso Russeaux.

«Questo significa: hasta la vista, baby.» disse e, senza sbattere ciglio, sparò.

Russeaux fu colpito in pieno petto e venne sbalzato via dal colpo.

Stiles si voltò per guardare l’armadio e notò che il fondo era stato praticamente strappato via, insieme alla porta, e adesso c’era un varco che conduceva nell’altra stanza, dal quale poi spuntò anche Scott.

«Stiles!!» gridò e si precipitò dall’amico «Stai bene??» chiese, mentre lo abbracciava.

«Sto alla grande, Scottie.. Credo di avere un paio di costole incrinate, ma niente di insopportabile!» rispose, abbracciando l’amico a sua volta. «Grazie anche a te, Alpha.» disse, portando l’indice all’auricolare.

«Figurati. E’ stato un piacere!» rispose quello «Uscite tutti di lì, adesso. Gli altri vi aspettano fuori ed i vostri colleghi sono già arrivati!»

I ragazzi annuirono e si allontanarono, seguiti da Allison che si era soffermata a controllare se l’uomo fosse definitivamente morto o meno.

Usciti dalla chiesa, Stiles vide almeno quattro auto della polizia e due ambulanze che li aspettavano. Wu stava parlando con Derek vicino ad una barella dove era seduta una Cora che piangeva sulla spalla del fratello. L’altra ambulanza stava caricando l’altra giovane ragazza mentre Lydia stava dando i parametri ai paramedici. Allison si avvicinò a Derek, gli mise una mano sulla spalla e lo sostituì, abbracciando Cora come se si conoscessero da una vita.

Derek si voltò e incastrò i suoi occhi in quelli di Stiles.

Gli corse praticamente incontro e lo abbracciò.

«Dimmi che non sei ferito, ti prego.» lo sentì sussurrare contro il suo collo.

Stiles gli carezzò la testa e si staccò di poco da lui.

«Forse ho qualche costola messa male.. Ma sono sicuramente più bello di te.» esclamò, sfiorando con le dita i tagli che troneggiavano sul volto di Derek.

Poco più lontano, Scott guardava con aria affranta Allison e la sua freddezza che veniva lievemente scolpita dalle lacrime di Cora.

«Ha dedicato la sua vita a proteggere le persone.» disse Liam, avvicinandosi a Scott «Cerca di impedire in tutti i modi che a nessuno capiti quello che è successo a lei. Non rimane mai in una città molto a lungo, si sposta sempre.» continuò, sedendosi anche lui nel bagagliaio dell’auto di Stiles, che era stato aperto da Scott per mettersi comodo.

«Quindi ve ne andrete?»

«Beh.. Qualcuno può anche decidere di restare..» mormorò, abbassando la testa ed arrossendo leggermente.

Scott sorrise intenerito a quella scena.

«Qualcuno ne sarebbe molto felice..» disse, sfiorando la spalla di Liam con la propria.

Lydia, rimasta sola dall’altra parte della strada dopo che i paramedici avevano portato via la giovane Sophie Laurent, osservò entrambe le scene. Alzò lo sguardo verso una telecamera di sicurezza e si portò l’indice all’orecchio.

«Hai visto tutto, non è vero?»

«Già..» gracchiò Alpha nell’auricolare «Credo proprio che il nostro pulcino abbia imparato a volare e che il nostro lupo cattivo abbia trovato la sua Cappuccetto Rosso..»

Lydia si lasciò sfuggire una risata.

«Cosa pensi di fare?» le chiese Alpha.

«Credo rimarrò in zona.. Questa nuova famiglia mi piace. Tu invece?» chiese lei a sua volta, guardando verso le due coppie che si sorridevano.

«E’ ancora presto per rivelare la mia identità. Non temere, piccola Musai. Continuerò ad osservarvi..»






 
   
 
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