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Autore: Akiko Swift    10/12/2016    1 recensioni
Questa storia è nata dall'unione della mia mente malata con quella di una mia amica...spero che vi piaccia e che vi coinvolga fino alla fine
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atemu, Marik/Malik Ishtar, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo, non appena dischiudo gli occhi, vedo la stanza illuminata dalla luce del
sole che penetra dalla finestra mentre noto subito Seto che continua a dormire beatamente.

Mi alzo e subito mi stiracchio, avvicinandomi alla finestra e scostando di poco la tenda,
stringendomi nella coperta che mi ero messa la notte prima.

«Buongiorno signorina... come si sente oggi? »

Mi volto verso la porta e sorrido al medico appena entrato, stando a guardarlo mentre mi
si avvicina con la cartelletta clinica di Seto.

«Io mi sento bene... sa una cosa, questa notte si è svegliato, abbiamo parlato un po'
e poi ci siamo riaddormentati.»

Mentre parlo, sul viso mi si disegna un sorriso splendente, che fa sorridere anche il medico.

«Quindi potete dimetterlo anche oggi, giusto? in fondo non ha ferite serie.»

Mi avvicino al signore e spero in una sua risposta affermativa, ma il suo sguardo confuso
mi fa svanire il sorriso.

«Mia cara... mi sembra troppo presto per dimetterlo, deve riposarsi e far... »

«La prego! »

Mi aggrappo al suo braccio e lo guardo con gli occhi velati di lacrime e lo sguardo più
triste che potessi fare.

«Ormai si è ripreso... non ha bisogno di rimanere ancora qui.»

«Va bene... sarà dimesso questo pomeriggio, ma fino ad allora dovrà rimanere a
riposo, sono stato chiaro? »

Annuisco contenta e lo ringrazio fino a quando non lo vedo uscire dalla stanza.

«E brava Akiko. »

Mi volto verso il letto e sorrido a un Seto appena sveglio, poi mi avvicino e mi siedo
al suo fianco.

«Mio caro prepara i bagagli... questo pomeriggio ce ne andiamo. »

Guardo verso la finestra e noto che ormai è ora di colazione, così mi dirigo verso la porta,
saluto Seto e vado alla ricerca di qualcuno cui chiedere informazioni.

Dopo aver girovagato per un po', riesco a trovare un'infermiera e in poco tempo riesco a far
arrivare in camera di Seto la sua colazione.

Felice decido di tornare verso la stanza con calma, in fondo non sarei andata a scuola oggi.

all'improvviso sento una voce che mi rimbomba nella testa e che con non molta fatica riesco
a riconoscere.

"Mia cara principessa... ti aspetto sul terrazzo.”

Senza perdere tempo, chiedo al primo infermiere, dove si trova la scala per la terrazza,
e, ringraziandolo, mi metto a correre, senza preoccuparmi di avvisare Seto.

Affannata, raggiungo la terrazza e subito inizio a cercare quel maledetto di Bakura, guardandomi
attorno in modo frenetico.

«Benvenuta principessa.»

Lentamente mi volto verso la direzione in cui proviene la voce e in pochissimo tempo riconosco
i lineamenti di quel ragazzo che costrinse mia madre a farmi portare via da loro.

«Vedo con piacere che questa volta sei sola... dove hai lasciato la tua guardia del corpo? »

Un odioso ghigno solca la faccia di quel dannato, come se sti stesse divertendo in questo
momento mentre io voglio solo ritornare a casa con la mia intera famiglia.

«Che cosa vuoi da me Bakura? Per quale motivo continui a tormentare me e la mia famiglia?»

Cerco un modo per sembrare almeno un po' sicura di quello che sto dicendo, eppure sento
la paura crescere nel mio cuore.

«Voglio una sola cosa mia cara... il tuo potere.»

Mentre termina di parlare, al suo fianco, compare una tavola di pietra con catene sia per i polsi sia
per le caviglie e attaccato a quell'affare vedo la figura sciupata di mio fratello.

Sgrano gli occhi e mi porto una mano sulla bocca, tentando di trattenere le urla che stanno
salendo dalla mia gola.

«F... fratello! »

La sua odiosa risata mi fa salire la rabbia, anche se la preoccupazione per Yami è forte, così guardo
quel pazzo e cerco di essere autoritaria.

«Lascialo andare immediatamente! Questa faccenda riguarda me e non lui!»

Provo ad avvicinarmi alla tavola, ma ancora una volta vengo fermata dalla sua voce.

«Non sai quanto ti stai sbagliando principessina... lui è la prima persona coinvolta in questa storia.»

Infuriata, lo fisso intensamente negli occhi, però devo smettere a causa di una strana forza che mi attira
verso di lui e in un secondo mi ritrovo bloccata anch’io su una tavola simile a quella di Yami.

«Che sta succedendo... lasciami subito! »

Inizio subito ad agitarmi, nel vano tentativo di liberarmi, ma le catene sono troppo pesanti e spesse
per tentare di romperle.

«è completamente inutile che provi a liberarti... queste tavole sono composte da magia nera,
così come le catene.»

Improvvisamente mi ritrovo a urlare a causa di una forte scossa partita dalle catene che mi tengono ferma.

«Errore mio... forse avrei dovuto dirti che le catene rilasciano una breve scossa se strattonate.»

Sollevo a fatica la testa, però non appena incrocio lo sguardo con il suo, rimango in silenzio e gli
trasmetto tutto l'odio che sto provando.

«Ma come... rimani in silenzio... fino a pochi minuti fa avevi tanto da dire e adesso? »

La sua risata irritante mi fa scattare in avanti, però, in questo modo, faccio partire il meccanismo delle
catene e un'altra scossa mi fa urlare di dolore.

Non appena la scossa finisce, mi abbandono alla presa salda sui miei polsi, mentre la sua risata
rimbomba su tutta la terrazza.

Faccio un lungo respiro e mi preparo a rispondere alle sue provocazioni, ma vengo anticipata
dalla sua voce.

«Lascia immediatamente mia sorella!»

Alzo di colpo la testa e guardo di fronte a me, immergendomi immediatamente in due pozze
ametista, così simili alle mie, senza preoccuparmi di altro.

« Guarda un po’ chi si è svegliato… il caro faraone ci degna della sua presenza.»

Non do più ascolto alle parole di quel pazzo, rimango a guardare mio fratello, notando subito la
rabbia che attraversa i suoi occhi.

«Che scena tenera… chissà che succede se faccio scattare le catene? »

Come a conferma delle sue parole, in un secondo sento le urla di Yami a causa della scossa,
facendomi ghiacciare il sangue nelle vene.

«No! Yami! Lascialo stare! »

Fregandomene altamente delle conseguenze, inizio a strattonare questi dannati affari,
cercando di raggiungere mio fratello.

Quello che volevo fare era solamente liberarlo da tutta quella sofferenza, in fondo è colpa mia
se si trova in questa situazione e sono io posso salvarlo in questo momento.

«Lascialo! »

Mentre urlo, vengo avvolta da una forte luce che mi libera dalla tavola e lo stesso succede anche
con Yami, lanciando lontano quel dannato di Bakura.

Senza perdere tempo mi avvicino a mio fratello, prendendogli la testa e appoggiandola
sulle mie gambe.

«Yami ti prego apri gli occhi…»

Rimanendo concentrata nel tentativo di farlo riprendere, non mi accorgo che Bakura si è ripreso e,
furioso come non mai, si avvicina minacciosamente.

«Questa me la paghi! »

In un secondo fa apparire un pugnale dal nulla e mi separa bruscamente da Yami, avvicinando
pericolosamente la lama al mio collo.

«Ora mi darai il tuo potere… in questo modo riuscirò a governare l’intero mondo!»

Provo a liberarmi dalla sua presa, ma l’ultima scossa mi ha privato di tutte le forze, ritrovandomi
con il volto rigato dalle lacrime ad attendere la mia fine.

«No… Akiko! »

Guardo di fronte a me e vedo che mio fratello si è ripreso, così chiudo gli occhi e faccio spuntare
un piccolissimo sorriso, felice che lui si sia ripreso.

Sento Bakura che solleva il braccio, pronto a portare a termine la mia vita, ma improvvisamente
veniamo avvolti ancora una volta da una forte luce.

«Non la devi toccare! »

Riapro gli occhi e con paura vedo che Yami ha preso in mano il suo puzzle, usando il
suo mistico potere.

«N…no smettila… non mettere in pericolo la tua vita… ti prego.»

Ignorando le mie parole, sento il potere del puzzle aumentare a discapito della vita di mio
fratello, però una voce improvvisa riesce a bloccarlo.

«Mio faraone… adesso basta»

Finalmente anche Seto ci aveva raggiunto sul terrazzo, avvicinandosi subito a mio fratello,
bloccandolo dal suicidarsi inutilmente.

«Che stai dicendo… deve pagare per tutto quello che ha…»

«Questo non vuol dire che tu debba morire.»

Sollevata sento il potere del puzzle ritornare stabile assieme a quello di mio fratello, ma
uno strattone da parte di Bakura ci riporta alla realtà.

Senza scomporsi troppo, vedo Seto superare Yami e sollevare la barra del
millennio, pronto ad usarla.

«Lascia la principessa e vattene immediatamente»

Non appena smette di parlare, vengo liberata dalla presa e veloce corro verso di loro mentre
Bakura viene scagliato dall’altra parte della terrazza.

Senza esitare mi lancio fra le braccia di mio fratello, stringendolo forte per paura che da un
momento all’altro potesse svanire nel nulla.

«Forza torniamo a casa.»

Felice annuisco e mi rimetto in piedi, rimanendo un po’ dietro rispetto a Seto e Yami, ma in
questo modo non mi accorgo di una freccia diretta verso di me.

«Akiko attenta! »

Velocemente mi volto verso la freccia, però non faccio in tempo a scostarmi, così vengo
colpita in pieno petto.

Rimango per qualche secondo con gli occhi sgranati e le mani al petto, ma non sento alcun
dolore, come se non fossi stata colpita da quella freccia.

«Sorella come stai? »

Guardo Yami, togliendo le mani e notando che non mi è rimasto alcun segno della freccia.

«Stolti, la sua ora ormai è segnata.»

Con queste parole vediamo scomparire quel dannato e solo in quel momento inizio ad avere
giramenti di testa e dolori al petto.

Mi volto verso Seto e stringo le mani sulla maglietta, mente la vista mi si appanna e
mi sento sempre più stanca.

«Akiko che ti succede? »

Sento la voce di mio fratello ovattata e preoccupata, così provo a parlare, ma le parole
rimangono immobili all’interno della mia gola, abbandonandomi all’inconscio e svenendo
fra le braccia di mio fratello.


Angolo Autrice:

Ben tornati... so bene che è da una vita che non pubblico qualcosa, ma d'ora in poi 
intendo essere più partecipe sul sito.

Spero che il capitolo vi piaccia e spero di ricevere delle recensioni.

Al prossimo capitolo.

Ciau Ciau.
   
 
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