«Signor Scamander, la prima copia del suo libro sta per essere stampata.»
Newt alzò gli occhi dalla lettera che stringeva tra le mani. Con un colpo di bacchetta la ripiegò, per poi infilarla nella tasca interna dello spolverino blu. 
«Sì, arrivo.»
Afferrò l’inseparabile valigia, stringendone nervosamente il manico. Seguì il folletto lungo lo stretto corridoio corredato di premi e riconoscimenti, emozionato. 
Di lì a poco avrebbe stretto tra le mani ciò che, sperava, avrebbe fatto cambiare idea all’intero mondo magico riguardo alle creature selvatiche. Sentì la valigia tremare appena e gli venne da sorridere.
Animali fantastici e dove trovarli.
 «Di qui, prego.»
Newt entrò in un’immensa stanza, dove calamai e penne d’oca danzavano su fogli di pergamena. Era un turbinio di magia, pezzi di cuoio volavano da una parte all’altra sfrecciando tra spago e pile di pergamene. Uno quasi gli colpì la testa.
«Eccolo qui, signor Scamander!» un ometto basso e panciuto si diresse verso di lui, con un sorriso a trentadue denti e un’espressione gioviale. Afferrò Newt per una spalla, ridacchiando, mentre il mago assumeva un’espressione a metà tra il disagio e la meraviglia. 
«Venga, venga pure! Ecco, guardi qui. Non le sembra che sia un capolavoro?»
Il signor Inkpot aveva una passione per i libri, paragonabile, quasi, a quella di Newt per gli animali magici. Ecco perché, nonostante la totale differenza dei caratteri, forse erano andati così d’accordo le poche volte che si erano trovati. O meglio, era stato il signor Inkpot ad andare così d’accordo con Newt, dato che il magizoologo si era affidato completamente all’esperto redattore per decidere tutto ciò che riguardava il suo libro: copertina, caratteri, dimensioni e per la barba di Merlino, persino lo spessore delle pagine. 
Newt abbassò lo sguardo sul banco di lavoro, coperto da raso rosso e una consistente pila di fogli. L’inchiostro scorreva veloce su di essa, formando lettere e frasi sulla pergamena ad una velocità strabiliante, mentre le pagine si giravano più veloci di quanto un occamy si sarebbe ingrandito in quella stanza troppo spaziosa.
«Non è affascinante?» esclamò gioviale il signor Inkpot, con gli occhi scintillanti. 
Newt rimase in silenzio, osservando affascinato le pagine sollevarsi e venire avvolte da una copertina di cuoio, dopo essere state unite da fili di spago, chiudendosi con un piccolo tonfo.
Il cuore gli batteva forte in petto, quando le mani solenni del signor Inkpot gli porsero il volume. 
Newt lo prese con delicatezza, come avrebbe preso in mano un piccolo asticello. Lo osservò con il cuore in gola e gli occhi inaspettatamente lucidi, sfiorando le lettere incise alla perfezione sul cuoio lucido. 
Sorrise, mentre il suo pensiero volava alla lettera e alla persona che gliel’aveva mandata. Sentì una scossa di emozione al pensiero che ora avrebbe finalmente portato il libro a Tina.












NA: ma quanto sono adorabili i Newtina?