EmmA
9:30 del
mattino.
Mi svegliai di buon umore, scesi
le scale e mi inoltrai in cucina a fare colazione.
Trovai Edmund che consumava del
caffè con i biscotti leggendo il giornale.
<<
Buongiorno Emma >> mi
disse gentilmente con quel tanto odiato accento tedesco.
<<
’Giorno Edmund >> presi la
granita che c’era nel freezer e riscaldai la brioche. << Sai per caso
dov’è la mamma? >>
<< E’
andata a mare con Damiano,
perché? >> mi guardò attraverso gli
occhiali.
<< No,
così…volevo informarla che
oggi ho gli allenamenti, mangio con papà e credo che tornerò tardi. Glielo dici
tu? >>
<< Okay
tranquilla >>
riprese a leggere.
<<
Grazie mille >> consumai la
mia granita e misi tutto in ordine << Vado, a stasera!
>>
<< Ciao
>> e chiusi la
porta.
Arrivai a casa di mio padre con il
motorino e suonai alla sua porta.
Cinque minuti dopo nessuno mi
aveva aperto, ero davvero intenzionata ad andarmene, quando finalmente mi
aprì.
<< Era
ora… >> notai che
i capelli castani erano scompigliati ed era a petto nudo.
<< Ciao
Emma…che ci fai a quest’ora?
>>
<< Come
che ci faccio a quest’ora?
Sono le 10:30 e abbiamo gli allenamenti!
>>
<< Oh
cazzo! Me l’ero dimenticato!
Mi vesto subito… >>
Dietro le sue spalle intravidi una
donna con una coperta addosso.
Papà si trovò davvero in imbarazzo
quando capì dalla mia espressione il mio ribrezzo.
<< Chi
è? >> chiese in
modo grezzo la spilungona bionda con la sigaretta in mano.
<< Mia
figlia…ma entra Emma!
>>
Entrai con una nausea incredibile,
la casa era sotto sopra e sembrava anche sporca.
<< Emma
ti presento Nadia, Nadia
ti presento Emma >>
Nadia mi porse la mano, io sorrisi
ma non ricambiai il gesto, chissà cosa aveva fatto con quella
mano…rabbrividì.
<<
Molto educata questa tua figlia
>> commentò lei andando in salotto, certo io non ero educata, però
era educata lei che si presentava così ad una diciassettenne? Aveva i capelli in
aria, la matita sbavata, una coperta che le copriva il
corpo…
Insomma che modi! Mi sembrava di
essere in un bordello!
<< Vuoi
del caffè Emma?
>> chiese mio padre dalla cucina.
<< No
grazie…ho già fatto colazione
>>
Mi sedetti sul divano e accesi la
tv, avevo il telecomando in mano e non smettevo un attimo di cambiare canale,
non ero interessata alla tv, avevo mille pensieri per la
testa.
<<
Eccomi! Sono pronto, andiamo?
>>
<< Si
>> risposi fredda,
lui se ne accorse ma non mi disse niente.
<<
Vieni andiamo con il mio Beverly
e la vespa la mettiamo in garage >>
Fatto tutto, ci recammo al campo
di calcio.
<<
Capitano! >> lo
chiamarono da lontano i ragazzi, il primo della fila era il nuovo capitano
Fabio.
<< Ciao
ragazzi, scusate il ritardo,
ma mi sono svegliato tardi, se non fosse stato per mia figlia a quest’ora
non venivo proprio! >>
<<
Menomale che allora c’è Emma…
>> commentò Fabio con tono calmo e pacato, mi guardò e di nuovo un
altro tic.
Cercai di non ridere guardando
altrove.
<<
Okay…andiamo a giocare
>> mio padre spezzò quella specie di aria come dire…sinistra? Che
si era creato dopo il commento di Fabio.
Che aveva quel ragazzo che non
andava? E soprattutto perché mio padre si era irrigidito così? Bah…ero pazza non
ci capivo nulla.
<<
Bene! Emma vai in attacco con
Fabio e Gabriele, Carlo tu vai in difesa con Gianluca e Paolo, Gianni, vai tu
in porta questa volta! Gli altri prendano i loro posti dall’altra parte del campo!
>>
Quando tutti si prepararono, mio
padre suonò l’inizio dell’allenamento.
Fabio mi passò subito la palla, e
per tutto il tempo mi fu vicino, ogni volta che avevo difficoltà nel tenere la
palla, mi aiutava, ogni volta che lui aveva la possibilità di fare goal mi
tirava la palla per farlo fare a me. Boh…i capitani erano tutti così? Oppure era
Davide ad essere egoista comportandosi da super uomo? Ma cosa importava in
fondo? Adesso c’era Fabio ed era
molto gentile e premuroso con tutti i compagni, anche se particolarmente con me.
Niente da commentare, quel ragazzo iniziava a piacermi.
Finiti gli allenamenti eravamo
morti sfiniti, il caldo era peggiorato inesorabilmente.
Andai nello spogliatoio mi feci
una doccia veloce e mi cambiai i vestiti, appena fui pronta mi ritrovai davanti
Fabio.
<<
Ciao... >> dissi
imbarazzata.
<<
Ciao, posso chiederti una cosa?
>>
Inarcai un
sopracciglio << Certo,
dimmi >>
<< Tu
sei una ragazza molto simpatica
e mi piacerebbe molto uscire con te…domani sera, ti va?
>>
Rimasi a
bocca aperta. << Eh?!
Cioè, domani sera…domani sera sono impegnata con una mia amica, sai com’è
oggi non possiamo uscire e gli ho promesso domani…
>>
<< E’
perfetto! Farò venire un
amico, così possiamo uscire tranquillamente tutti e quattro, ti va?
>>
<<
Veramente… >>
<< E
dai! Ti prego Emma, te lo
prometto, ci divertiremo da matti! >>
E fu così che mi arresi. << Okay
va bene… >>
<<
Dammi il tuo numero così ti
farò sapere di più >>
Gli diedi il mio numero e lui mi
diede il suo.
<<
Vedrai Emma, non te ne pentirai
>> e mi stampò un bacio sulla guancia.
Un improvviso calore mi salì al
cervello.
Lo guardai uscire dallo
spogliatoio e sospirai.
Che stupida, quello doveva essere
il mio primo appuntamento e lo dovevo condividere con Serena. Grandioso! Magari
Fabio si innamorerà di lei, come sempre.
<< Emma
sei dentro? >>
era la voce di mio padre.
<< Si
papà, sto uscendo
>>
Pranzammo insieme e mi chiese del
più e del meno.
Una domanda
mi fece insospettire: << Come
sta tua madre? >>
<< Bene
>> risposi io << Perché?
>>
<<
Così…la vedo felice con quell’uomo,
è un tedesco vero? >>
<<
Si…già sembra felice, poi da
quando hanno avuto quella specie di bambino… >>
<<
Emma…non dovresti parlare così
di tuo fratello >> mi rimproverò lui.
<< Lo
so ma…alcune volte desidero
che quel bambino sia figlio pure tuo papà. Damiano ha rotto ogni mia speranza,
ogni mia illusione! Credevo che sareste tornati insieme, ma quel bambino
ha chiuso a chiave quella porta e l’ha gettata in pozzo senza fondo…
>> abbassai lo sguardo.
<< Mi
dispiace tesoro, mi dispiace
che sia finito tutto, mi dispiace di averti fatto soffrire…mi dispiace
>>
Quando tornai a casa erano le 7,
Cuimip e Damiano mi vennero incontro alla porta.
<< Ciao
mostriciattoli, come vi
è andata la giornata? >>
<<
Perché ci chiami mostriciattoli?
Io sono Damiano e lui è Cuip! >>
<<
Cuimip idiota! Si chiama Cuimip!
>>
E ovviamente, come al solito
scoppiò a piangere.
<< Mio
Dio Emma! Siamo stati in
pace per tutto il giorno!>> lo prese in braccio <
<< Mio
Dio mamma! Io sono stata
in pace con papà tutto il giorno senza te e quella specie di cretino che ti
tieni in braccio! Sono stufa! Sono stufa di questa famiglia!
>>
Corsi su per le scale mentre mia
madre mi sbraitava alle spalle.
Non so per quanto tempo piansi
quella sera, però avevo pianto talmente tanto che mi ritrovai senza più lacrime
agli occhi. Lasciavo che la voce di mia madre mi chiamasse da sotto per la cena,
non so per quanto tempo continuò a farlo, però sono pronta a giurare che lo fece
davvero tanto.
Solo dopo le undici di sera presi
il cellulare e scrissi un messaggio.
Serena, domani sera Fabio(il nuovo
allenatore della squadra) mi
ha
invitata fuori, ci sei anche tu,
mi ha detto che farà venire
un suo amico…spero che
sarai
d’accordo. Ti prego, niente
risposta,
oggi è stata una giornata
pessima.
Non mi va di parlare.
Ci sentiamo domani per metterci
d’accordo. Baci Emma
Caro diario,
oggi è stata una
giornata pessima,ho perso davvero ogni minima speranza, non pensavo che ancora
dentro il mio cuore ce ne fosse rimasta ancora un po’.
Me la sono presa con
Damiano per la rottura definitiva dei miei, sono stata un idiota, come sempre, è
piccolo, quel bambino si può dire che l’ho cresciuto io, ha un po’ del mio
sangue nelle sue vene, è mio fratello.
Eppure sono qua, ti
giuro solennemente che da domani in poi rispetterò un po’ di più mio fratello,
lo farò di più questa volta, lo prometto.
Inoltre la giornata non
è mica finita qui!
Fabio mi ha invitata
fuori con un suo amico e Serena, sono curiosa di come si svolgerà la
serata…
Mmm…forse il “tic” di
Fabio in realtà non era solo un tic…sbaglio?
A
domani Emma