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Autore: Syra44    21/05/2009    10 recensioni
Primo Gennaio, ore sette. Lee è pronto ad una nuova giornata all’insegna di allenamenti e inni alla giovinezza, ma purtroppo ha dimenticato che il primo dell’anno è un giorno molto speciale per il suo sensei… riuscirà con l’aiuto del suo team e di mezza Konoha ad organizzare una festa giovanile e dinamica?
[Accenni Neji/Tenten]
Partecipante al contest "Buon compleanno" indetto da 13d08c81 e giudicata "La storia adatta ad un compleanno giovanile"
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gai Maito, Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Autore: Syra44

Autore: Syra44
Titolo:
Mission Impossible: Birthday
Genere:
Generale, Comico
Compleanno scelto:
Gai Maito - 1 Gennaio
Rating:
Verde
Capitoli:
1
Avvertimenti:
One-shot
Presentazione:
Primo Gennaio, ore sette. Lee è pronto ad una nuova giornata all’insegna di allenamenti e inni alla giovinezza, ma purtroppo ha dimenticato che il primo dell’anno è un giorno molto speciale per il suo sensei… riuscirà con l’aiuto del suo team e di mezza Konoha ad organizzare una festa giovanile e dinamica?
Note dell’autore:
Scrivere questa fanfiction è stato veramente soddisfacente. Ho scoperto che adoro muovere il team Gai, sono così diversi e imprevedibili che mi sono divertita persino io mentre scrivevo. Ho immaginato Lee, coadiuvato dai suoi compagni, alle prese con l’organizzazione della festa perfetta per Gai. Il tutto ovviamente in chiave comica, con un pizzico di NejiTen e qualche accenno ad altri pairing. Ho pensato di usare POV diversi durante la stesura, perché mi sembrava più completo far vedere la stessa situazione da più punti di vista. Il risultato mi ha abbastanza soddisfatto, e sono fiera di aver scritto questa fic.

 

 

 

 

 

MISSION IMPOSSIBLE: BIRTHDAY

 

 

 

Quella mattina, Lee era tremendamente stanco.

Talmente stanco, che persino lui, sempre ligio ai consigli di Gai-sensei, riuscì ad aprire gli occhi soltanto alle sette del mattino, invece di svegliarsi alle cinque, come di consueto.

Balzò in fretta giù dal letto, maledicendo le feste che si protraevano ben oltre la mezzanotte, e provò a muovere le braccia per fare i suoi abituali esercizi di stretching, ma i suoi muscoli non risposero ai comandi impartiti. In effetti, quella mattina si sentiva enormemente intorpidito, e facendo mente locale capì che la causa era sicuramente la festa della sera prima.

Era strano: dopotutto, aveva dormito tutto il pomeriggio antecedente alla festa, raggiungendo le otto ore di sonno giornaliero, come consigliava anche la “Guida al vivere sano di Maito Gai, ovvero: riscopri la forza della giovinezza che c’è in te!”, la guida più giovanile che si potesse trovare in giro! Sicuramente, doveva aver sbagliato qualcosa.

Sbuffò all’idea di aver deluso Gai-sensei col suo comportamento irresponsabile, e per punirsi decise di costringersi a centoventicinque giri di corsa sulle mani intorno a casa sua; e se non ci fosse riuscito, a duecentotrenta flessioni su un braccio solo.

Dopo una veloce doccia, e ad una più rapida ravvivata ai capelli, indossò la sua tutina verde, completa di scaldamuscoli e giubbino da chunin; si pose davanti l’unico specchio della stanza, e alzò il pollice per dare l’ok, sorridendo contemporaneamente a trentadue denti.

Bene, era pronto, poteva dare il via all’allenamento quotidiano.

Prima di andarsene, però, si avvicinò al calendario, pensando che un altro anno era passato, e strappò la pagina di dicembre. Fissò soddisfatto il foglio su cui era scritto a grandi lettere “Gennaio”, e guardò il grande uno rosso che indicava l’inizio del nuovo anno.

Tuttavia, notò un piccolissimo appunto esattamente nel riquadro che stava osservando. Si chinò in avanti, cercando di interpretare quella nota molto probabilmente appuntata velocemente prima di una sessione di corsa campestre a saltelli.

E, quando riuscì ad interpretare quella piccola scritta, il mondo crollò.

 

***

 

Tenten sbuffò per l’ennesima volta, maledicendo mentalmente Gai-sensei e quell’altro esaltato del suo compagno di squadra che avevano insistito per un allenamento la mattina del primo Gennaio. Era una prospettiva orribile, soprattutto se la sera prima era stata passata a fare baldoria per la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo.

La ragazza sospirò. Già, la sera prima.

Arrivata al campo d’allenamento, corse fino al punto d’incontro, ma si fermò di botto vedendo che il suo compagno di squadra, Neji Hyuga, era già arrivato, e se ne stava seduto su un masso aspettando il loro arrivo. Il ragazzo si voltò verso di lei, e, vedendola, sgranò non poco le iridi lilla.

Tenten, nonostante sentisse le gote in fiamme, incrociò le braccia, sbuffò e andò a sedersi poco lontano, dando le spalle al suo compagno e ignorandolo completamente.

Neji sentì a distanza l’irritazione della ragazza: accidenti, l’aveva presa davvero male! Provò a dire qualcosa, ma l’arrivo di un tornado verde gli impedì di proferire parola.

- Tragedia! Tragedia! Neji, Tenten, è una tragedia! - esclamò il tornado verde, una volta fermatosi. Tenten si voltò di scatto, vedendo Lee che gridava disperato e Neji che, scocciato, fissava il loro compagno con una strana luce omicida negli occhi.

- Il compleanno di Gai-sensei! Ce ne siamo completamente dimenticati! Oh, miei giovanili compagni, cosa possiamo fare? Cosa facciamo? Oh, che vergogna, ho scordato il compleanno del sensei, come posso definirmi un suo allievo, dopo questa indecorosa azione?  -  urlava Lee dimenandosi, ignorando i suoi compagni di squadra, i quali, con la confusione dipinta in viso, lo fissavano come un invasato.

- Oggi è il compleanno di Gai-sensei? - chiese Tenten, stupita. Aveva completamente dimenticato che il compleanno del suo maestro fosse il primo dell’anno, presa dai preparativi per la grande festa della sera prima, e non ci aveva minimamente pensato.

- Calmati, Lee - disse glaciale Neji, mantenendo un contegno distaccato come al solito - Adesso smettila di urlare e spiegaci cosa sarebbe successo di tanto grave. -

- Ma come, Neji, prima non hai ascoltato le mie parole piene di disperazione e pentimento? Abbiamo dimenticato il compleanno di Gai-sensei, non abbiamo né organizzato una festa, né comprato qualcosa, e nemmeno organizzato un allenamento speciale in suo onore! Oh, che vergogna! -

- Un allenamento speciale in suo onore? - ripeté scettica Tenten.

- Certo, Tenten, quale onore più grande di uno allenamento speciale… ma che dico, addirittura di una gara giovanile e dinamica in proprio onore? - ribattè Lee sicuro, con gli occhi che luccicavano.

- Ormai è comunque troppo tardi. Gai-sensei sarà qui tra poco, e non puoi fare più niente. Limitati a fargli gli auguri e rassegnati. - dichiarò Neji.

Lee si girò lentamente verso di lui, con gli occhi lucidi e un’espressione che poteva essere definita l’immagine stessa della delusione, e si rintanò in un angolo a fare cerchi per terra, mentre veniva circondato da un’aura di depressione. 

- Sei sempre il solito disfattista, Neji! - asserì allora Tenten, guardando il compagno con aria critica.

La ragazza si avvicinò a Lee, ancora a terra, e mormorò: - Dai, Lee, non fare così, sono sicura che riuscirai ad organizzare qualcosa a Gai-sensei, non temere! -

Lee, sentendo quelle parole, saltò su come una molla, rinvigorito da quelle affermazioni.

- Yahoo! - gridò, carico - Grazie, Tenten, tu sai sempre come risollevare il morale delle persone! Sei la più giovanile delle ragazze dell’intera Konoha! - la adulò con un sorriso splendente, in tutti i sensi, cosa che fece arrossire di piacere la kunoichi e sbuffare lo Hyuga qualche metro più dietro.

- Sarà uno splendido compleanno per Gai-sensei, e avrò bisogno dell’aiuto di tutti! Inviterò a partecipare anche il team Kakashi, il team Otto e il team Dieci! Organizzerò uno splendido, esplosivo e soprattutto giovanile torneo! -

L’affermazione fece stupire entrambi gli ascoltatori, che si guardarono in volto scioccati, dimenticando i proprio pensieri per qualche secondo; distolsero subito lo sguardo l’uno dall’altra, nervosi, e Tenten, dopo aver assunto un cipiglio irritato, ribattè: - Ma Lee, non farai mai in tempo, Gai-sensei compie gli anni oggi! Come pensi di fare? -

- Non temere, Tenten, ho già pensato a tutto! - continuò imperterrito il secondo ninja più giovanile della Foglia - Il torneo si terrà ai tre tronchi, a fare da giudice sarà Kurenai-sensei, dato che non potrà comunque partecipare a causa della gravidanza, e sono sicuro che Teuchi-san preparerà volentieri qualcosa da mangiare! È perfetto! -

- Ma Lee… sei sicuro di fare in tempo ad organizzare tutte queste cose? - chiese debolmente Tenten, ormai sconfitta dall’esuberanza del compagno.

- Certo! Anche perché avrò dalla mia il vostro giovanile aiuto! -

- Cosa?! -

 

***

 

Neji si chiese ancora una volta cosa l’avesse spinto ad accettare la proposta di Lee. Probabilmente era stato il suo sguardo infuocato dalla passione (sempre che quella potesse essere definita passione e non pazzia), oppure Tenten che, minacciosa, incombeva su di lui come il gatto col topo.

Sì, decisamente la ragazza aveva un ruolo non ininfluente sulla sua decisione.

Fissò ancora una volta la kunoichi al suo fianco, che si tirava dietro, come lui d’altronde, una specie di carretto, fornito direttamente dall’Ichiraku Ramen, che conteneva ogni cibaria che il vecchio Teuchi, su pressione di sua figlia, si era prodigato a preparare, ovviamente dopo aver assicurato che a pagare il salatissimo conto sarebbe passato più tardi il povero Lee.

Certo, ramen e derivati non erano l’ideale per un compleanno, ma dopotutto, poteva un torneo organizzato da un esaltato definirsi una normale festa?

E cosa dire degli altri pazzi che avevano accettato?      Dopo essere sfuggiti alle grinfie di Gai-sensei ed aver fatto i finti tonti, mentre Lee aveva annunciato che avrebbe avvertito qualche jonin di sua conoscenza, farfugliando qualche nome che lo Hyuga non aveva afferrato, Neji si era dovuto occupare di parlare della festa ai loro coetanei e ai loro capitani, tra cui Naruto, che aveva reagito in modo entusiasta, preso come al solito dalla sua esuberanza; il suo nuovo compagno, Sai, che aveva assicurato di partecipare, ma solo perché Naruto gli aveva detto che sarebbe stata un’esperienza interessante; il rampollo dei Nara, che aveva reagito con un “Uff, devo proprio?” degno del ninja più pigro di Konoha, spronato a venire solo dal suo amico Choji Akimichi, che però prima di confermare la sua partecipazione si era assicurato della presenza di cibarie in abbondanza; Kiba Inuzuka, che alla notizia aveva ululato uno “Yahoo!” che nemmeno un Lee giovanile all’ennesima potenza sarebbe stato capace di emulare, e il suo compagno Shino Aburame, che al contrario si era limitato a fissarlo per quelli che gli erano sembrati due lunghissimi minuti, per poi dire che sarebbe passato, se ne avesse avuto voglia.

Ah, questi asociali!

Per fortuna invitare Kurenai-sensei e Kakashi-sensei non era stato così difficile. Anche se la prima aveva strani scatti nervosi a causa della gravidanza, e il secondo era completamente concentrato sull’ultimo volume della saga di “Icha Icha Paradise” e non amava essere interrotto, non avevano avuto reazioni che esulavano dal classico comportamento di un essere umano, più o meno, quindi poteva dirsi fortunato.

Per fortuna non si era dovuto occupare anche di avvertire altre donne o le ragazze: quello era stato compito di Tenten. Non aveva di certo voglia di vedersela anche con delle adolescenti in preda agli ormoni e delle jonin tormentate dalle loro crisi di mezza età!

E a proposito di femmine isteriche…

- Tenten…? - provò, pronunciando il nome della compagna con uno strano timore reverenziale, cosa che appariva strana e inusuale, se usciva dalle sue labbra.

- Sì, Neji? - chiese la ragazza, calcando volutamente sul suo nome, con una punta di sarcasmo e di irritazione nella voce.

- Sei… ancora arrabbiata per ieri sera? - domandò cautamente, cercando di agire con diplomazia.

Tenten si voltò verso di lui, e Neji davanti a sé vide due occhi in cui poteva intravedere le fiamme dell’inferno, e un’espressione talmente arrabbiata che pensò che affrontare un nukenin sarebbe stata una sciocchezza, al confronto.

- Ancora arrabbiata?! Tu che ne dici?! Insomma, Neji Hyuga, ti rendi minimamente conto di quello che hai fatto ieri sera? -

- Beh, non mi pare che sia successo qualcosa di così grave. - ribattè lo Hyuga senza pensare, ma si accorse troppo tardi di aver detto qualcosa di sbagliato.

Chiuse gli occhi, aspettandosi da un momento all’altra la sfuriata che lo attendeva.

Perché il destino è così crudele con me?

 

***

 

- Quindi ricordate: dovrete stare ben nascosti, e quando Gai-sensei arriverà, dovrete gridare “Sorpresa!” Avete capito? - domandò alla piccola folla lì riunita un Lee entusiasta.

- Sì! - gridarono tutti.

- Sì, certo… - aggiunse Shikamaru, fuori dal coro, senza un minimo di entusiasmo.

- Andiamo, Shikamaru, un po’ di vitalità! - lo scosse Choji, al suo fianco.

- Certo, non essere così triste se la tua ragazza è lontana… - insinuò Ino con tono falsamente innocente.

- Cosa centra Temari? Non stiamo insieme! - esclamò stizzito il Nara, voltandosi di scatto verso i compagni.

- E chi l’ha nominata? Io non parlavo di lei, sei tu che l’hai messa in mezzo… - ribattè la bionda, sorridendo maliziosa e ridacchiando apertamente.

Mentre il team Dieci battibeccava, Lee volava tra gli invitati, assicurandosi che ognuno sapesse cosa fare al momento giusto.

Il campo d’allenamento tre era irriconoscibile: Lee pensò che avrebbe benedetto la sua Sakura molto più di quanto non facesse già, per aver convinto Tsunade-sama a lasciarlo alla loro mercé per quel pomeriggio.

Era stato disposto un lungo tavolo (che Choji e Naruto aveva tirato fuori da chissà dove) su cui erano state ammonticchiate tutte le pietanze portate da Neji e Tenten e che erano sopravvissute all’appetito famelico di Akamaru, e anche del suo padrone, a dirla tutta. Dai piatti si sollevava un buon odore, e pur non essendo i classici cibi da compleanno, Lee doveva costantemente controllare che qualche furbastro non cercasse di assaporare prima del tempo le prelibatezze che il proprietario dell’Ichiraku Ramen aveva preparato apposta per l’occasione.

Choji, Kiba e Naruto potevano tranquillamente confermare che non fosse una così buona idea avvicinarsi al tavolo con Lee nelle vicinanze.

La parte centrale del campo era stato malamente trasformata in un ring, cosa che aveva lasciato deluso l’organizzatore, che aveva immaginato un qualcosa di più “combattivo, estremo, dinamico, e soprattutto giovanile, esattamente come insegna Gai-sensei”. Ma i partecipanti, oltre alla penuria di tempo e materie prime, erano da giustificarsi anche perché nessuno di loro aveva la più pallida idea di come si costruisse un ring.

Probabilmente, se non fosse stato per Yamato-san, che con la sua abilità di controllare il legno aveva fatto comparire un ring abbastanza dignitoso, sarebbero probabilmente rimasti a cercare di cavare un ragno dal buco fino al compleanno successivo.

Tra i partecipanti alla festa c’era qualche jonin con cui Lee sapeva che il maestro aveva un minimo di confidenza. Anche se immaginare Izumo Kamizuki, Kotetsu Hagane, Iwashi Tatami, Genma Shiranui, Raido Namiashi, Anko Mitarashi e Shizune nello stesso posto e per lo stesso motivo era difficile anche solo da concepire, era il meglio che Konoha aveva avuto da offrire dopo l’enorme festa della sera prima, la quale aveva costretto quasi tutti a letto con una gigantesca emicrania.

Si sa, quando i ninja festeggiano, fanno le cose in grande.

Kurenai-sensei, che stranamente aveva accettato di partecipare all’avvenimento come arbitro, stava discorrendo del nascituro con Hinata. La maternità aveva donato ai suoi lineamenti quella classica bellezza di madre, che la rendevano più dolce e materna agli occhi degli osservatori.

Già. Peccato per gli balzi d’umore troppo repentini ed improvvisi. Neji aveva seriamente rischiato il trauma vedendo il capitano del team Otto, di solito così dolce e pacata, somigliare ad alcune kunoichi con seri problemi di isterismo di sua personale conoscenza.

I ragazzi cercavano di aggirare la severa vigilanza di Lee sui cibi, data la proverbiale fama di alcuni di amanti del cibo e del ramen nello specifico, oppure cercavano di riunirsi in gruppo, cercando di discutere di cose da uomini e ignorare gli schiamazzi e le risatine del gruppetto di ragazze che osservava con occhio critico ed esperto la mercanzia in esposizione.

Tra le poche eccezioni c’era Neji, che stava a braccia incrociate davanti a quello che veniva chiamato ring, osservando e criticando quello a cui assisteva, come al suo solito. I suoi occhi guizzavano da un ninja all’altro, chiedendosi ancora una volta perché avesse preso parte a quella messinscena. Registrò mentalmente che quando tutto quello sarebbe giunto al termine, avrebbe seriamente parlato con Lee su quello che di solito si organizzava ad una festa di compleanno.

- Sta arrivando qualcuno! - urlò improvvisamente Raido al resto del gruppo, causando un colpo alla maggior parte di loro.

- Presto, presto, nascondiamoci! - gridò Lee in preda al panico, cosa insolita da vedersi, pensò Neji.

Dopo che tutti, ninja, animali e esseri non meglio identificati si furono mimetizzati con l’ambiente circostante alla meno peggio, si vide una nuvola di fumo apparire al centro del ring.

- Sorpresa! - urlarono tutti, sbucando dai loro nascondigli. Nell’aria echeggiò il rumore di una lingua di Menelik, che Iwashi aveva sapientemente portato con sé.

- Yo! - si sentì provenire dalla nuvola di fumo.

Quel monosillabo fu capace di far crollare tutte le malcelate speranze di Lee e le paure dei più ansiosi, ma aumentò lo scetticismo di chi fin dall’inizio non aveva creduto in una simile iniziativa.

- Kakashi-sensei, sei di nuovo in ritardo! - esclamò Naruto, correndo verso il suo maestro senza celare il suo disappunto.

- Mi dispiace, ma ho incontrato per la strada un addestratore di scoiattoli che aveva perso il suo animaletto, e ho deciso di aiutarlo a ritrovare… -

- Non dire stupidaggini, sensei! - ribattè Sakura, irritata, mentre affiancava il compagno di squadra

- Non ti vergogni di arrivare tardi anche al compleanno di un tuo amico? -

La ragazza cominciò ad inveire contro Kakashi ed i ritardatari in generale, mentre il resto degli invitati riprendeva a respirare regolarmente e ricominciava l’attività interrotta prima dell’avviso di Raido. Il quale, a causa del falso allarme, ora scontava come punizione l’essere preso in giro dal compagno Iwashi, cosa che entrambi abbandonarono subito per dedicarsi ad un’attività molto più nobile come lo sbeffeggiare Genma, che flirtava spudoratamente con Shizune.

Lee tirò un sospiro di sollievo: aveva ancora qualche minuto per fare in modo che tutto fosse perfetto. Anche se molto probabilmente il sensei non avrebbe tardato molto, dato che l’espediente che aveva escogitato per farlo arrivare ai tre tronchi l’avrebbe infiammato come non mai; ma sarebbe stato pronto e gasato per l’imminente torneo di cui sarebbe stato l’ospite d’onore. Ed era sicuro che  inviare un bigliettino con la scritta

 

Ti aspetto ai tre tronchi per la nostra sfida definitiva.

Kakashi

 

sarebbe servito allo scopo in maniera ottimale.

Si fregò le mani, sorridendo a trentadue denti, e si voltò dicendo: - Bene, gente, ormai Gai-sensei sarà qui a momenti, quindi… - ma non riuscì a terminare la frase, che inorridì alla vista di quel che si era appena scatenato. La tragedia più grande che possa capitare ad una festa a sorpresa: il litigio imprevisto di due innamorati.

- Mi stai dicendo che non ti importa di avermi baciato, ieri sera?! Per questo mi hai lasciato lì come una stupida?! - urlò Tenten, rossa di rabbia, puntando un dito accusatore contro il ragazzo di fronte a lei.

- Non ho detto niente di tutto questo! E non urlare! - rispose Neji di rimando, rosso sia per la rabbia che per l’imbarazzo, mentre cercava di frenare l’impeto della kunoichi, che sembrava voler scagliare su di lui tutto il suo armamentario.

- Non darmi ordini! -

- Non lo sto facendo! -

Oh, no. Non adesso, per favore. Non ora, pregò mentalmente Lee, chiudendo gli occhi e mettendosi le mani tra i capelli. Perché dovevano capitare tutte a lui? Prima si era dimenticato del compleanno del suo maestro, poi si era dovuto mostrare indifferente ai suoi occhi per non essere scoperti (oh, che sofferenza!) e infine, la festa che aveva preparato con tanta cura doveva essere rovinata perché i suoi compagni di squadra non potevano discutere dei loro giovanili problemi altrove! Ma allora era proprio una maledizione!

Sentì dei fruscii alle sue spalle, e sbiancò vedendo Choji, Naruto e addirittura l’intero team di Genma che, approfittando della sua momentanea distrazione, si era gettati sul tavolo imbandito come degli assatanati, e stavano divorando ciò che vi era sopra con la voracità con cui Kakashi-sensei avrebbe finito l’ultimo capolavoro di Jiraya-sama.

Si avvicinò correndo al tavolo sotto assalto, riflettendo seriamente sulla possibilità di aprire o meno le otto porte del chakra per fermare quella banda di decelebrati mentali, ma un nuovo boato lo costrinse a fermarsi, e, voltandosi con riluttanza, pensando a cosa potesse essere accaduto alle sue spalle, constatò con orrore che Ino aveva calpestato per sbaglio la coda di Akamaru, ed ora correva per tutto il campo, con il cane alle calcagna, che le ringhiava contro. Il quale era a sua volta inseguito da Kiba, che tentava di fermare il suo amico a quattro zampe e allo stesso tempo di strozzare Ino, e seguito a ruota da Shikamaru, che inveiva in ordine contro la compagna, i cani, i compleanni, le tutine verdi e le feste a sorpresa.

La situazione, intanto, si stava facendo catastrofica: il fattore scatenante, ovvero il litigio di Neji e Tenten, stava dando spettacolo, e alcune kunoichi stavano alle spalle della ragazza, dandole manforte gridando al vento improbabili improperi contro la piaga del genere maschile.

Izumo e Kotetsu avevano contemporaneamente fatto sparire il sakè gentilmente offerto loro da Ayame, la quale lo aveva sottratto di nascosto al padre per evitare un ulteriore rincaro del prezzo, e se lo scolavano in un angolo, diventando sempre più rossi e più brilli ogni secondo che passava.

In tutto questo, Kakashi leggeva i suoi libri, Sai dipingeva il paesaggio e Shino faceva scorrazzare liberi i suoi insetti in tutta tranquillità.

Ed tutto si era scatenato in una manciata di secondi.

Impossibile.

Lee stette per un attimo immobile, allibito, al centro della baraonda, senza aver il coraggio di dire o fare qualcosa, fissando insistentemente un punto inesistente di fronte a sé.

Ma un secondo dopo si risvegliò: - Cosa diavolo state facendo?! - urlò, talmente rosso che avrebbe fatto concorrenza agli abiti di Choji.

Si scagliò alla massima velocità concessa dalle sue gambe contro la persona più vicina, in quel caso Shikamaru, e il poveretto rischiava sul serio di vedersi spaccare il cranio, se non fosse stato per una nota voce che in quel momento decise da fare la sua comparsa sulla scena.

- Kakashi, sono pronto per la sf… ma che sta succedendo qui? -

Lee sentì che il sangue smetteva lentamente di affluirgli nelle vene. Si voltò, più bianco di un fantasma, e si trovò alle spalle Gai-sensei. In persona.

- G-Gai-sensei… - sussurrò, vicino alle lacrime per la disperazione.

- Lee, mio giovanile allievo, cosa sta succedendo? Io sono qui per una sfida con il mio acerrimo rivale, ma… -

Mentre il ninja più giovanile della foglia discuteva con l’unica persona che avrebbe potuto strappargli il titolo, l’attenzione generale andava man mano concentrandosi sul festeggiato.

Ci fu allora un silenzio tombale, e qualche secondo dopo, dalle bocche degli invitati uscì in un soffio: - Sorpresa… -

Iwashi si ricordò in quel momento della lingua di Menelik, e ci soffiò dentro, ma qualcosa andò storto e ne uscì un suono strozzato, che non fece altro che rendere la situazione molto più imbarazzante di quanto non fosse già. Il silenzio faceva da padrone, e toccò all’ignaro festeggiato romperlo.

- Si può sapere cosa sta succedendo? -

Lee fissò il suo sensei con le lacrime agli occhi. Per colpa di quegli scalmanati privi di disciplina e senso del dovere, tutto il suo duro lavoro era andata a farsi friggere!

- Gai-sensei… io… il compleanno… il torneo… il litigio… Gai-sensei! -

Il ragazzo si gettò ai piedi del suo maestro, tenendo la fronte ben premuta contro la solida terra.

- Mi dispiace, Gai-sensei, io l’ho delusa! Mi sono dimenticato del suo compleanno, e avevo organizzato un festa a sorpresa per farmi perdonare di una così grave mancanza, ma è andato tutto a rotoli! Mi dispiace, avrei dovuto ricordare una data così importante, un giorno così speciale, ma non l’ho fatto! Me ne vergogno moltissimo, non sarebbe mai dovuta capitare una cosa del genere! La, prego, Gai-sensei… mi perdoni! -

Gai restò a bocca aperta dalla sorpresa: non si aspettava di certo una cosa del genere quando aveva ricevuto il biglietto di Kakashi! Era stato tutto un trucco ordito dal suo pupillo! Certo che, però, darsi tanto da fare per organizzare una festa simile in solo giorno...

- Lee… alzati. -

Il ragazzo obbedì immediatamente all’ordine, e guardò in volto il suo sensei. E si stupì di vedere i suoi occhi lucidi, e di sentire la sua voce commossa: - Lee… tu hai fatto tutto questo per me… -

- Gai-sensei… -

- … io sono veramente commosso! - l’uomo si portò una mano sul viso, atta a nascondere le lacrime di gioia che sgorgavano senza limite.

- Oh, Gai-sensei! -

- Lee… -

- Gai-sensei! -

- Lee! -

- Gai-sensei! -

Si gettarono l’uno tra le braccia dell’altro, piangendo come vitelli, mentre intorno a loro la piccola folla li fissava senza distogliere lo sguardo, con un’espressione in viso che esprimeva qualcosa a metà tra lo stupito, il rassegnato e, raramente, anche il disgustato.

- Ed ora, festeggiamo! -

 

***

 

Erano passate circa due ore dall’inizio della festa, ed ora erano tutti stremati; mentre alcuni stavano seduti a terra, rischiando di cadere tra le braccia di Morfeo, alcuni vi si erano già abbandonati da molto, come Izumo e Kotetsu, ormai ebbri dopo aver scolato quasi tutto il sakè, o Shikamaru, che subito dopo essere riuscito a distogliere Kiba dal proposito di strangolare Ino, si era lasciato cadere sulla nuda terra, ignorando la confusione tutt’intorno, e si era dedicato all’attività che più gli piaceva: sonnecchiare senza essere disturbato da alcuna seccatura nelle vicinanze.

Nel mentre, si era finalmente dato il via al famoso torneo, che aveva visto vincitore il festeggiato. Il quale, tra le lacrime di gioia del suo pupillo e i lamenti dei suoi avversari sconfitti (che, forse, non si erano nemmeno impegnati più di tanto), aveva preteso come premio di battersi col suo acerrimo rivale, impegnato al momento, come al solito, nella lettura dei suoi libri. I due si erano rincorsi per mezz’ora, lanciando urli come “Sfidami!” o “Lasciami in pace!”.

Anche se il cibo era stato quasi tutto fagocitato dagli stomaci brontolanti di alcuni invitati, erano rimasto il necessario almeno per nutrire chi non ne aveva nemmeno toccato.

Tutto sommato, non era andata così male. Era stato divertente, alla fin fine, anche se, dopo due feste consecutive, molto probabilmente più della metà di loro non sarebbe riuscita ad alzarsi prima di mezzogiorno il giorno dopo.

Ma i pensieri della neo-coppia di Konoha non erano incentrati su queste quisquilie. Dopo fraintendimenti, litigi e (finalmente) i tanti agognati chiarimenti, Neji e Tenten stavamo mano nella mano, appartati, fissandosi negli occhi. Sentivano i loro cuori battere sempre più forte, mentre i loro visi si facevano sempre più vicini. E poi, quando finalmente le loro labbra erano a pochi centimetri le une dalle altre…

- Oh, che splendido esempio di pura giovinezza! -

- Sì, è vero, Gai-sensei! -

Entrambi si voltarono, imbarazzati ed irritati insieme, e videro i loro terzi incomodi preferiti apparire da dietro i cespugli, con le lacrime agli occhi e gli sguardi adoranti.

- Oh, miei cari allievi, questo è il regalo più bello che poteste farmi, dimostrarmi che siete giovanili e dinamici, come me alla vostra età! Sono fiero di voi! Miei amati allievi, per questo sarò sempre… ma… Neji… Tenten… perché il Byakugan e tutte quelle armi? -

 

 

 

 

 

Questa fanfiction ha partecipato al contest “Buon compleanno” indetto da 13d08c81 (iaia)



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“La Storia Adatta ad un Compleanno Giovanile”


Giudizio della giudice:

Grammatica e lessico: 8.5/10 punti
Stile e forma: 4/5 punti
Originalità: 9/10 punti
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10 punti
Attinenza al tema: 9/10 punti
Impressioni personali: 4.5/5 punti

Totale: 44/50 punti


Giudizio:

La storia felice per eccellenza, un colpo di vitalità in mezzo al mare di Angst che ha colorato questo Contest. Originale, anche se il tema di Lee che fa sorprese a Gai viene spesso utilizzato, il tuo modo di porre e descrivere la storia lo rende innovativo. L'impegno dell'allievo ed il suo riuscire a coinvolgere tutta Konoha per organizzare una mega festa a sorpresa in 'giovinezza-style' fanno sorridere e gli sketch comici sono pensati in modo da catturare il lettore. Il lieve accenno di NejiTen è delicato e perfetto per creare il climax finale. Lo stile è scorrevole e ben predisposto all'effetto comico, purtroppo la storia è disseminata qui e lì da errori di ortografia e distrazione. 'Il quale' non può essere inserito dopo un punto, poiché implica la congiunzione diretta di due frasi di cui una subordinata all'altra. E' attinente al tema, ed ho riso troppo nella parte dell'arrivo di Gai. Stupenda l'idea di rendere ancora più viva la delusione per la mal riuscita della sorpresa a causa della lingua di Menelik che non riesce ad emettere il suo trillo ma solo un suono strozzato.

 

Note finali:

Beh, io mi sono divertita a scrivere questa fanfiction, mi è piaciuto tantissimo muovere il team Gai. Sono comunque soddisfatta del risultato, specialmente del fatto che la trama sia stata apprezzata.

I hope you like it.

Sempre vostra, Syra44

 

  
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