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Autore: My Pride    11/12/2016    6 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Little mister birdie Titolo: Little mister birdie
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 1252 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent

Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life, Commedia

Avvertimenti: What if?, Bromance
The season challenge: Inverno › Influenza
Caretaking challenge: 06. Influenza
Cocktail di storie: Bloody Mary › 05. Si deve nominare più di due volte uno o più libri/videogiochi/film/fumetti famosi
Maritombola #7: 07. Cioccolata calda
Agnes Obel Challenge: You are my only one, You are my lonely one, You are my only one Stone, Citizen of Glass


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
You are my only one, You are my lonely one,
You are my only one

(
Agnes Obel - Stone; Citizen of Glass)

    Tirando per l'ennesima volta su col naso, Damian fissò con fare piuttosto indispettito la finestra dinanzi a sé, fuori dalla quale scorgeva, grazie alle tende lasciate aperte, la neve che continuava a cadere incessantemente da quella mattina. Tito aveva giusto un po' drizzato le orecchie nel sentirlo ma, com'era piuttosto naturale e ovvio, aveva poi sbadigliato e si era riacciambellato sul tappeto accanto al camino acceso, coprendosi persino gli occhi con una zampa come infastidito. Persino il suo cane gli dava contro, in quel momento.
    Aveva provato ad ammazzare il tempo disegnando come suo solito, certo, ma dopo aver rotto tre volte la punta della matita, aver macchiato il foglio di muco - dio, il solo pensiero gli faceva terribilmente schifo - e aver rovinato ogni ritratto strisciandoci sopra ogni tre per due, alla fine aveva buttato il blocco sul comodino e si era poggiato con la schiena contro il muro, incrociando le braccia al petto e assumendo un'aria fin troppo contrita. Odiava essere malato o anche solo manifestare qualche sintomo di una possibile influenza, e ritrovarsi a casa in quelle condizioni
, cosa che l'aveva posto anche fuori dalle abituali ronde col padre, aveva contribuito non poco al suo malumore. E quando vide aprirsi la porta della sua stanza senza che l'inatteso ospite pensasse anche solo di bussare, la cosa peggiorò non poco. Da una scala da uno a dieci, l'incazzatura aveva adesso raggiunto le stelle.
   
«Tu che cosa ci fai qui?» chiese nel vedere Jonathan Kent, altre sì chiamato Superboy, e, per quanto la sua voce suonò ben poco cordiale e a dir poco indagatoria, il nuovo arrivato si limitò semplicemente a scrollare un po' le spalle, carezzando la testa del gatto nero che aveva acciambellato fra le braccia prima di richiudere la porta dietro sé.
    «Il signor Pennyworth mi aveva avvertito che ti avrei trovato più insofferente del solito», replicò divertito.
    «Questo non risponde al mio quesito. E metti giù Alfred, non voglio che tu lo incenerisca come hai fatto col tuo gatto di famiglia».
    A quel dire il ragazzo aggrottò la fronte, resistendo all'impulso di assottigliare le palpebre pur lasciando il felino. Suo padre, dopotutto, gli aveva detto di contenere le emozioni per non rischiare di usare accidentalmente i suoi poteri, quindi doveva stare buono... o almeno provarci. «Adesso riesco a controllarmi molto meglio», ci tenne a dire in tono duro, anche perché il pensiero di ciò che aveva fatto a Goldie ancora lo tormentava nonostante sua madre avesse provato a confortarlo. «Ma sono venuto a vedere come stavi, mi sembra ovvio».
    «Sto bene e da solo starei anche meglio, puoi sparire così come sei arrivato».
    «Eppure mi sembri piuttosto desideroso di compagnia».
    «Non ho minimamente bisogno che tu...!» cominciò Damian in tono piuttosto alterato, e avrebbe probabilmente aggiunto altro se solo un feroce colpo di tosse non avesse stroncato la sua frase a metà, costringendolo a piegarsi a mezzo busto per cercare di contenere quell'attacco improvviso; Jon gli si avvicinò subito per aiutarlo e tenerlo un po' su, in modo che non si strozzasse con la sua stessa saliva, prima di ritrovarsi, non appena l'altro si calmò, ad abbozzare una sorta di ghignetto divertito.
    «Vedi cosa succede ad alzare inutilmente la voce, twerpzilla
    «Ti ho... già detto di non... chiamarmi così, testa... aliena».
    «Oh, sta' buono e smettila di sforzarti a parlare, Damian», gli disse semplicemente, ritrovandosi poi a sedersi sul bordo del materasso prima di allungare un po' un braccio verso il vassoio abbandonato sul comodino, accanto al quale era stato riposto un blocco da disegno che scansò un po', così da prendere senza problemi la ciotola di zuppa. «Dovresti provare a mangiare qualcosa, sai. La mamma dice che a stomaco vuoto non si guarisce mai, e scommetto che questa zuppa è anche buona... quando non è gelata come adesso, ovviamente», soggiunse, concentrandosi un po' per pensarci lui stesso a scaldarla con la vista calorofica, lasciandosi scappare un suono entusiasta dal fondo della gola per esserci riuscito senza fare guai come suo solito, anche se sentì benissimo dietro la nuca lo sguardo penetrante di Damian.
    «Non avresti dovuto», si fece difatti sentire quest'ultimo, ma Jon si strinse un po' nelle spalle.
    «Certo che dovevo. Non potevi di certo mangiarla così», se la sbrogliò, sollevando quella ciotola bella fumante a scopo dimostrativo, come a voler far sì che l'altro si sentisse un po' spronato a mangiare. E, anche se sulle prime il figlio di Batman non sembrò per nulla intenzionato a dargli corda, alla fine il suo stomaco rispose per lui e lo costrinse a cedere, tanto che Jonathan, divertito dal modo in cui cercava comunque di tenere il punto, lo aiutò per evitare che quella zuppa ormai bollente gli cadesse addosso, visti anche i continui colpi di tosse che scappavano al suo conoscente-nemico-quasi-amico di tanto in tanto. Quell'influenza l'aveva proprio buttato giù, ed era piuttosto diverso dal ragazzo con cui si era ritrovato a far squadra settimane prima e contro cui litigava una volta sì e l'altra pure, ma, oltre al fatto che ancora sperava di poter diventare suo amico, non poteva di certo abbandonarlo nel momento del bisogno.
    «Quello che ci vuole adesso è una bella cioccolata calda».
    Lasciandosi scappare un borbottio sommesso, accennando al fatto che, no, non aveva la benché minima intenzione di bere con lui una cioccolata calda, Damian nascose il viso sotto le coperte, lasciando fuori da esse soltanto gli occhi per poter osservare l'altro con una certa attenzione. «Perché... ti preoccupi così tanto?»
    «Non è questo che si fa tra amici?» domandò di rimando Jon con quel sorriso genuino che caratterizzava sempre suo padre, e Damian, per quanto avesse storto un po' il naso, si sentì bizzarramente rilassato dalla cosa. Maledetti kryptoniani, a volte proprio non riusciva a sopportare i loro modi di fare e odiava ammettere che... era il solo e unico amico che aveva. «E poi è solo una cioccolata, non voglio mica costringerti a mangiare di nuovo».
    «Sei più fastidioso di Marty McFly», rimbeccò Damian, roteando gli occhi. Un po' in realtà malediva anche Grayson per avergli fatto vedere Ritorno al Futuro, visti tutti gli errori presenti in esso. Eppure a lui quel film piaceva decisamente molto, il che a volte lo rendeva una sottospecie di nerd fissato su film come quello o, addirittura, roba come Star Trek e Indiana Jones. Ma non era quello il punto, ora come ora, visto il modo in cui l'aveva guardato Jonathan.
    «Chi sarebbe Marty McFly? Un tuo amico di cui non so nulla? Allora non è vero che non ne hai».
    «No, scemo, è il personaggio di un film. Non hai mai visto Ritorno al Futuro
    «Non ho nemmeno idea di che cosa stai parlando», ammise, e Damian sbuffò appena.
    «D'accordo, ora vattene. Voglio stare da solo», rimbrottò, afferrando le coperte per nascondersi sotto di esse e dargli la schiena, sentendo ancora la presenza dell'altro nonostante non si trovasse più sul letto come pochi secondi prima. E per un bel po' non disse nulla, quasi indeciso sul da farsi, prima di trarre un lungo sospiro. «Ehi... Jonathan», lo richiamò, avvertendo un attimo di esitazione nella stanza.
    «Uhm?»
    «...magari quella cioccolata possiamo berla più tardi mentre guardiamo Ritorno al Futuro... se ti va».
    Jon sbatté un po' le palpebre tra il perplesso e lo stupito, ma non poté poi fare a meno di sorridere allegro per quelle parole e annuire divertito. Nonostante cercasse di dimostrarsi duro, aveva capito una cosa che forse nemmeno Damian stesso aveva capito di sé: era un ragazzo di gran cuore e sarebbe stato un fedele e caro amico.





_Note inconcludenti dell'autrice
Che dire, alla fine ho ceduto alla tentazione e ho scritto una storia anche su questi due. In modo molto blando e piuttosto innocente che si sposta molto di più sul bromance, volevo proprio scrivere qualcosa sul loro rapporto, il quale si svilupperò maggiormente a febbraio con l'uscita di un loro fumetto in solitaria
Avrei anche voluto tradurre con qualcosa di decentemente italiano il termine twerpzilla ma, capitemi, scrivere idiozilla o roba simile mi faceva talmente ridere - e anche un po' schifo -, che alla fine ho optato per un semplice inglesismo, visto che ogni tanto non fanno male... a patto che non si esageri ad utilizzarne troppi, ovviamente
Inoltre, visto che la storia si prestava molto bene, partecipa alla Maritombola indetta, come ogni anno, da maridichallenge 
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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