21/05/2009
5 recensioni{Il letto è il posto
più pericoloso del mondo.}
Mark Twain
Mark Twain
Portò nuovamente la sigaretta alle labbra, aspirò ancora e ancora liberando poi la piccola nube di fumo. Con lentezza quasi esasperante carezzava la spalla della sua amante sfiorando di tanto in tanto i capelli biondi sparsi disordinatamente sul suo petto, un gesto carico di quella dolcezza che non avevano mai avuto. Portò entrambe le mani a premere le tempie. Gli doleva la testa, forse a causa dei gemiti e degli ansiti della sua compagna che, a ritmo incalzante, crescevano fino a pochi minuti prima.
"Cos'hai?"
Abbassò lentamente il viso lasciando che i loro occhi si incrociassero per brevi ed interminabili attimi.
"Non ho nulla piccola, non preoccuparti"
Quanto amavano mentirsi? Quante volte si ricoprivano di bugie e menzogne a vicenda? Sicuramente troppe per essere contate, sicuramente erano abbastanza quelle occasioni durante le quali si ritrovavano completamente immersi in quel teatro di imbrogli, di maschere e di finzioni.
Il suo braccio andò a circondare le spalle della ragazza. La pelle diafana contrastava nettamente col colorito abbronzato di lei. Spense la sigaretta lasciando che l'ultima boccata di fumo gli invadesse i polmoni.
"Che stai facendo?"
La scostò da vicino al suo corpo senza nemmeno preoccuparsi di risponderle.
"Vuoi almeno dire qualcosa razza di idiota?!"
Ed ecco che, così com'era iniziata, la loro assurda ma indispensabile recita giungeva al termine. Ecco che entrambi potevano smettere di fingere.
"Me ne vado, cosa credi che dovrei fare?"
Hidan lasciò il caldo giaciglio per andare a raccogliere i proprio vestiti abbandonati sul pavimento. Passando davanti allo specchio incrociò i suoi stessi occhi e per svariati secondi si perse nelle iridi ametista, prima che la voce femminile alla sua destra lo ridestasse.
"Perchè ogni volta, dopo aver scopato, hai tanta fretta di sparire? Me lo spieghi?"
"Non voglio che uno dei tuoi fratelli mi rompa il naso" rispose tranquillo continuando a sitemarsi le ciocche candide.
Temari si voltò seccata dandogli le spalle.
"Allora ti conviene muoverti se non vuoi che un ragazzino rovini il tuo bel faccino mandando in frantumi la tua carriera"
"Non preoccuparti tesoro", Hidan si chinò a baciarle una guancia, "qui quella che ha bisogno del suo bel faccino per far soldi sei tu".
Con un ghigno divertito morseleggermente il collo liscio della ragazza. Rise al ringhio frustrato di Temari che lo osservava riporre le banconote accanto al letto.