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Autore: Saph_    12/12/2016    0 recensioni
[WWE]
Ricordi di tempi passati, un tetto spiovente testimone d'amore. Un uomo e una donna ormai sconosciuti tornano ad essere gli adolescenti di un tempo. Un wrestler professionista ed una stilista famosa tornano ad essere semplicemente loro, senza maschere e senza riflettori.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Sembrava essere una notte normale quella, nonostante il silenzio regnasse sovrano in quel grande quartiene di Pensacola. Per essere una sera d'estate c'era fin troppo silenzio, la strada principale era completamente vuota, per non parlare che non si sentiva nemmeno una voce provenire dalle enormi villette che popolavano quel quartiere. Come se in fondo sapessero, sapessero che il momento era  fin troppo delicato che in qualche modo sarebbe stato opportuno portare rispetto. Poi un un'unica luce, proveniente da una modesta casa con un piccolo giardino, sembrava quasi comunicare con quella accanto tramite la pendeza che il tetto di quella casa aveva con la vicina. Si toccavano quasi, in modo timido come coloro che la popolavano molti anni prima. Lì si poteva notare semplicemente una luce, un plaid sopra quelle tegole non proprio in perfette condizioni, e ciò che rimaneva di una donna non più bambina intenta a fissare le stelle sopra la sua testa. Le gambe erano serrate al petto come se volesse contenere tutto il dolore che stava provando, i capelli malamente legati in quella che doveva essere una coda di cavallo. Il viso rivolto verso l'alto con ciò che rimaneva del suo trucco da donna di successo, sparso per lo più sulle guance arrossate dal vento che quella notte tirava imperterrito ed agguerrito. 
Tirò su con il naso diverse volte, volle farlo in modo silenzioso, come se con un minimo rumore avrebbe potuto svegliar quel quartiere che ormai non gli apparteneva più. Si strise meglio le gambe al petto lasciando che altre due lacrime le solcassero il viso, non le asciugò nemmeno non trovando la forza di staccarsi da quella posizione che le sembrava tanto confortante in quel momento. Non seppe esattamente quanto tempo passò prima di sentire un rumore proprio di fronte a lei, in quell'altro pezzo di tetto che si univa a quello suo. Le bastò sentire quel profumo portato dal vento per sentirsi di nuovo al sicuro, di nuovo in casa sua, casa che avrebbe amato per il resto della sua vita nonostante tutto. Si scostò quel poco che bastava per far si che l'intruso si sedesse al suo fianco, il profumo ancora più accentuato e quel calore perfetto di un abbraccio di cui aveva bisogno da quando era partita parecchi anni fa.
-Come sta?- un sussurro, una voce da uomo, diversa probabilmente da quella che ricordava nonostante in segreto da suo marito lo seguisse ancora in Tv quelle poche volte che riusciva a ritagliarsi un po' di tempo per se. Non abbassò lo sguardo, sentì solo le lacrime scivolare più veloce sopra le guance, la sua presenza accentuata da quel braccio forte a stringerle le spalle. -Sta morendo, il medico ha detto che molto probabilmente non riuscirà a superare la notte...e...- si interruppe non riuscendo a terminare la frase, non riuscendo ad ammettere tutte le colpe che aveva come figlia.
-Sei qui sai che questo è l'unica cosa che conta, lui è fiero di te lo sarà sempre. Sei diventata quello che volevi essere, Parigi è casa tua come hai sempre voluto...- parole che se da una parte possono fare piacere dall'altra sono cariche di un qualcosa che probabilmente non sarà mai facile. Si volta per la prima volta incontrando i suoi occhi, non quelli colorati che mostra alla gente tramite la tv, quegli occhi con cui ha convissuto per anni. Gli stessi occhi di cui si è perdutamente innamorata, occhi che ha visto sorridere nei momenti belli e versare lacrime in momenti particolari della loro vita. Occhi che non avrebbe potuto mai dimenticare nonostante la sua vita impegnativa, occhi che come in quel momento le avrebbero parlato senza bisogno di aprir bocca -Joe sono stata una figlia terribile, ho lasciato casa a soli diciotto anni e non sono più tornata...non sono tornata alla sua prima operazione, non sono tornata alla scoperta che quel male terribile era tornato! Sei stato più tu un loro figlio che io, e non ti sarò mai troppo grata per questo- un sorriso da parte di lui, forse il più bello che le avesse mai fatto. Nonostante il suo viaggiare, nonostante il suo essere ormai un wrestler professionista si era preso cura di suo padre in un modo superiore a quello che aveva fatto lei. Che aveva pensato solo a scappare, a coltivare quel suo sogno e anche dopo essere divenuto realtà aveva pensato solo a lei. Aveva pensato a cercarsi un buon marito e a vivere la sua stupenda vita sotto i riflettori, dimenticandosi di quell'uomo che aveva preferito alle volte non concedersi delle cose per darle un futuro migliore. -Ti ha sempre amata, non è passato un giorno da quando sei andata via che non ha parlato di te. Sei stata il suo vanto anche quando non riusciva più a parlare...e dopo tutto quello che ha fatto per me, per la mia famiglia, non potevo che esserci sempre- un sorriso increspò anche quelle labbra di un rosso cremisi, un rossetto forte che nascondeva sicuramente la sua fragilità. Era sempre stata solo apparenza la sua, la sua lingua lunga ed affilata il suo essere una ragazzina sopra le righe era solo una maschera che nascondeva un'animo che lui conosceva fin troppo bene. Una leggera pressione sulla spalla e come se fosse normale si sdraiarono entrambi sopra quella coperta, le gambe di lui leggermente a penzoloni sopra l'altro tetto. Ormai non erano più ragazzini, lui era fin troppo cresciuto dall'ultima volta ed entrambi sdraiati in quel posto ci entravano a stento, tanto che le fece poggiare la testa sopra il suo petto. Inalò quel profumo ancora familiare socchiudendo gli occhi, tornando a quelle notti lontane e passate, dove si rifugiavano in quell'antro a far di tutto. A parlare senza mai fermarsi, a ridere senza fare troppo rumore, e soprattutto a fare l'amore sperando di non essere scoperti da qualche vicino. Ma per loro era questa la cosa più bella, vivere il loro amore ovunque si trovassero rendendo quei stupidi tetti fin troppo vicini il loro luogo, dove erano i sovrani e avrebbero potuto davvero far di tutto. -Da quando sei andata via ogni notte continuavo a passarla qui, passavo l'intera notte con lo sguardo rivolto alla tua finestra nella speranza che uscissi e tornassi da me. Non mi vergogno a dirti che nonostante il tempo sia passato, nonostante abbia una figlia ed una moglie ad aspettarmi....non appena qui tutto si spegne torno qua sopra sperando di trovarti, sperando di poterti stringere ancora almeno per una volta- la presa diventa più salda, fin troppo complice per ormai due estranei, le mani si cercano e le dita si intrecciano in una presa salda che aumenta il battito del suo cuore che pompa nell'orecchio di lei in modo più rumoroso. Il ragazzino ormai diventato uomo la fa sorridere ancora, la fa sorridere davvero, avrebbe dovuto odiarla eppure il  suo modo di cullarla e stringerla e quel modo di parlare le fanno capire quante emozioni ancora ci siano tra loro. -Dovresti odiarmi Joe, dovresti provare a buttarmi giù da qui per quello che ti ho fatto passare...ti ho impedito di andare al College e due mesi dopo ti ho mollato per andarmene in Francia.- sguardi che s'incontrano ancora, l'odio è lontano da quegl'occhi color cioccolato. Probabilmente sapeva ancora quanto per lui fosse difficile provare odio per qualcuno, era sempre stato fin troppo buono nonostante più e più volte avessero litigato quasi tirandosi di tutto dietro. -Come potrei odiare l'unica persona che ho davvero amato? Come puoi anche solo per un secondo pensare che non ti avessi rivolto più la parola? Sei stata la persona più importante della mia vita e probabilmente,nel profondo della mia anima, lo sarai sempre- parole non nuove, parole che le aveva ripetuto fino allo sfinimento la notte stessa prima di partire. L'aveva pregata di restare, di aspettare un paio di mesi il tempo che anche lui fosse riuscito a mettere qualcosa da parte per poter partire insieme a lei. Ma purtroppo qualcosa in lei non andava più, non si sentiva più a casa sua e nonostante il cuore le si spezzava in piccoli pezzi di cristallo lo aveva umiliato davanti a tutti pur di poter andare via il giorno successivo. Gli aveva urlato delle cose orribili che mai avrebbe voluto ripetere, lo aveva lasciato in lacrime nel giardino di casa sua con sua madre che cercava di raccogliere i cocci del suo bambino reso vulnerabile da una stupida bambina. -Alle volte mi chiedo come sarebbe stato se mi fossi imputato, se non ti avessi lasciata partire proprio come tuo padre mi aveva detto di fare. Forse non saresti più il mio punto fisso da ormai diciotto anni!- per qualche secondo il nulla, un silenzio pesante di cose non dette di sentimenti ormai poco celati. Si irrigidisce tra le sue braccia prima di lasciarsi andare con un lieve singhiozzo che le scompiglia ancora di più quella chioma mal legata, si lascia abbracciare ancora di più, stringere e cullare, mentre solo la notte era testimone delle loro parole e confessioni. La sua barba le solletica la pelle, prima la fronte dopo uno zigomo, il respiro le riscalda le labbra lasciandole schiudere appena ma nessun contatto solo occhi negli occhi ancora ed ancora -Mi dispiace, mi dispiace per tutto. Sappi solo che avrei scelto te, sceglierei sempre te se solo potessi!- ultima confessione, l'ultima per quella notte che avrebbero custodito per sempre in un angolo segreto del loro cuore. Si sarebbero amati da lontano e se lo sarebbero fatto bastare, perchè il destino alle volte piace giocare sporco. Fecero l'amore per il resto della notte, in quel posto a loro familiare, si amarono tanto e per diverse volte in silenzio e sotto quel cielo. Cielo che divenne testimone dopo anni dell'amore di un uomo e di una donna completamente diversi e quasi estranei, ma non quella volta, quella volta tornarono ad essere semplicemente Leati Joseph  Anoa'i e Cassandra Blake la coppia felice che faceva sorridere quel quartiere residenziale di Pensacola.
  
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