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Autore: TabataWitch    12/12/2016    0 recensioni
Il campo da Quidditch non è solo un posto in cui giocare, è anche il luogo dove può nascere l'amore
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Quidditch: una parola, tante passioni

 

Galeotta fu la Pluffa

 

Stava seduta all'ombra di una grossa quercia, con il libro di Incantesimi tra le mani. Era una sfolgorante giornata primaverile, troppo bella per sprecarla tra le mura del castello. Poco più in là le sue sorelle stavano discutendo animatamente, parlavano a voce troppo bassa per riuscire a capire l'argomento, ma era certa che si trattasse di Ted, il Sanguesporco di cui Meda era innamorata.

SBAM!

All'improvviso una Pluffa sbucò dal nulla e colpì in pieno il suo libro, spedendolo dritto nell'acqua. Narcissa si alzò irritata, spinse indietro i lunghi capelli biondi e si mosse per recuperarlo.

- Ehi tu! Biondina! Passa la palla! - gridò una voce arrogante alle sue spalle.

Narcissa si voltò, chi osava rivolgersi a lei in quel modo? Vide un giovane con i capelli biondo chiarissimo e gli occhi grigi che la guardava con un sorrisetto e le faceva segno con la mano.

Narcissa ripescò il suo libro con una mano e la Pluffa che galleggiava a poca distanza con l'altra, si voltò e la lanciò in direzione del ragazzo. Quando la palla fu a pochi centimetri dalle mani protese del biondo, lei tirò fuori di scatto la bacchetta.

- Reducto! - esclamò.

Con un botto la Pluffa esplose in un milione di pezzi. Il ragazzo rimase lì impalato per un istante, poi il suo viso si contrasse per la rabbia.

- Stupida ragazzina! - ringhiò muovendo un passo verso di lei, tutti i loro compagni si erano fermati per vedere come si sarebbe concluso il loro scontro, Narcissa sentiva i loro sguardi addosso, tenne più salda la bacchetta e...

- Narcissa? Cissy? -

La voce di sua madre la riscosse dalle sue fantasie.

- Che stai facendo? Sogni ad occhi aperti? -

- Scusa mamma, mi ero distratta -

- Muoviti forza! Lucius è già all'altare che ti aspetta! -

Narcissa si alzò e si ammirò nel lungo specchio che aveva di fronte.

Mentre con una mano accarezzava il sontuoso abito bianco sorrise, chi lo avrebbe mai detto che quel ragazzo scontroso e irritante sarebbe stato l'uomo a lei destinato?

 

Tutto per un Bolide

 

George respirò a fondo l'aria della sera. Scopa in mano e divisa addosso, scese verso il campo di Quidditch dove lo aspettava Katie la sua compagna di squadra.

Vide che la ragazza era in volo sul campo e si affrettò a raggiungerla.

- Ehi Katie - la salutò sorridendo.

- Ciao George. Scusa se non ti ho aspettato, ma ho preferito cominciare con un volo di riscaldamento -

- Hai fatto bene Katie, nessun problema. Allora che tipo di allenamento vuoi fare stasera? -

- Voglio allenarmi con i Bolidi. Sono stati un grosso problema l'anno scorso per me quindi... -

- Ho capito. Quindi io a cosa ti servo? -

- A tenerli d'occhio mentre io volo per schivarli, così se si avvicinano troppo me li puoi levare di torno - rispose Katie.

- Vuoi allenarti con tutti e due i Bolidi? Ma non sarà pericoloso? - esclamò George sgranando gli occhi.

- Se tu fai bene il tuo ruolo e mi proteggi non ci sarà nessun problema -

Così si allenarono, erano sul campo da quasi un'ora quando un Bolide sfuggì alla mazza di George e si diresse a tutta velocità verso Katie. Si sentì un gran colpo e prima che il rosso potesse rendersi conto di quello che era successo, la sua compagna era a terra.

- Katie! Katie! Stai bene? -

George atterrò bruscamente e corse verso di lei.

- Tutto bene – ansimò Katie rialzandosi – per fortuna ha preso la scopa e non me, ma mi ha disarcionata comunque -

- Sei sicura? - disse ancora George prendendole il viso tra le mani – Sei tutta intera? Fammi vedere -

I loro visi erano vicinissimi e prima che entrambi potessero avere il tempo di riflettere, le loro labbra si erano unite in un bacio appassionato.

- Se tutti gli allenamenti finissero così... - pensò George qualche minuto dopo nello spogliatoio, mentre le sue mani facevano scivolare la divisa giù dalle spalle di Katie.

 

Boccino tentatore

 

Perso... aveva perso di nuovo. Ancora una volta per una frazione di secondo, il Boccino gli era scivolato dalle mani. Tutti gli allenamenti, tutte le ore passate sulla scopa, fin quasi al punto di avere i calli sul sedere , non erano servite a nulla. Un nero furore era calato come nebbia sui suoi occhi, al punto che non riusciva quasi a vedere dove andava, aveva solo una vaga percezione dei suoi compagni che gli dicevano parole do conforto, mentre scendeva nei sotterranei. Non si fermò nemmeno in Sala Comune, anche se Theodore e Blaise tentarono di blandirlo con il loro Whisky Incendiario di contrabbando. Si fiondò nella sua stanza, si ficcò a letto e si addormentò.

Quello stupido Boccino tentatore gli svolazzava danti al viso. Draco tentava inutilmente di afferrarlo, mentre una voce suadente gli sussurrava.

- Lo vuoi Draco? Svegliati e prendilo forza -

Draco aprì faticosamente gli occhi. Che strano... il Boccino era ancora lì sospeso davanti al suo viso che danzava di qua e di là. Poi il suo cervello uscì dalla nebbia del sonno e disse irritato.

- Piantala! Stasera non sono dell'umore giusto -

Un leggero movimento nell'aria e Harry comparve da sotto il Mantello dell'Invisibilità.

- Dai Draco! Non sarai mica arrabbiato con me perché ti ho fregato un'altra volta? -

Draco fece un versaccio e si girò dando le spalle al moro.

- Lasciami stare, non è serata - 

Harry non se ne diede per inteso. Con le mani cominciò a percorrere la schiena del biondo Serpeverde, avanti a indietro in un massaggio sensuale.

- Sono venuto a portarti un'offerta di pace -

- Che vuoi dire? - disse Draco curioso girandosi di nuovo verso di lui.

Harry approfittò del momentaneo vantaggio e si fiondò sulle labbra di Draco, mentre una mano scendeva a infilarsi nei pantaloni del suo pigiama.

- Lo scoprirai solo dopo che sarai stato buono con me -.

- E meno male che sarei io la serpe - pensò Draco più tardi, mentre appagato riposava accanto al suo amore.

 

Sogno in un campo di Quidditch

 

Camminava nella nebbia, infreddolito e solo. Tutto intorno a lui era confuso, sforzava la vista per riuscire a capire dove si trovava. All'improvviso una voce alle sue spalle.

- Oliver... ehi Oliver! -

Si voltò, una figura si stava avvicinando con passo sicuro e una meravigliosa sensazione di calore si diffuse dentro di lui, quando lo riconobbe. Un raggio di sole arrivò a sciogliere quella coltre bianca che ricopriva il paesaggio, permettendogli di riconoscere il campo di Quidditch, il luogo dove era nata la loro storia. Cominciò a correre per raggiungere il suo amore, veloce sempre più veloce... allungò le braccia per abbracciarlo... e con un sussulto si svegliò. Una spaventosa marea di dolore si gonfiò nel petto di Oliver, tanto intensa che lo fece raggomitolare si se stesso, mentre cercava di controllare i rumorosi singhiozzi che lottavano per irrompere dal suo petto. Era stato solo un sogno, il suo amore, il suo dolce principe Cedric era morto, ucciso da quel mostro disumano che si faceva chiamare Lord Voldemort. Nel cuore di quella notte di dolore Oliver Baston fece una promessa. Non avrebbe mai cessato di lottare, avrebbe speso la sua vita aspettando il momento giusto per vendicare il suo adorato Cedric Diggory.

  
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